Guardiano d'incubi

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I sogni sono figli di una mente vagabonda

pieni soltanto di vana fantasia fatta di una sostanza
tenue come l'aria e più incostante del vento

-William Shakepeare

Aprii gli occhi delicatamente e la prima cosa che vidi furono le mie braccia sulle lenzuola di morbida seta verde: ero nella camera di Draco.

Mi alzai col busto e mi guardai intorno iniziando a chiedermi come ci fossi finita e soprattutto perchè. Passai qualche secondo a riordinare i miei ricordi ma l'unica cosa che mi rimbombava nella testa era il suono di una porta chiudersi.
Girai il capo e vidi nel riflesso dello specchio Draco eliminare il vapore acqueo accumulato sul vetro, con un asciugamano.
Se ne accorse e sorrise lievemente prima di uscire dal bagno.

"Finalmente ti sei svegliata, dormigliona." schernì passandosi l'asciugamano per la testa. Un fottuto dio greco.

"Draco...cosa ci faccio qui? Non ricordo di essere passata dalla tua stanza..."

"Sei svenuta in aula a causa del professor Green che non ti ha voluto ascoltare. Per fortuna ero con te e ti ho portata qui. Non conosco la password del dormitorio delle ragazze."

"Giusto."

"Ti fa ancora male la testa?"

"Un po' "

"Bevi." mi passò un bicchiere di una pozione per calmare il mal di testa e cominciai a sorseggiare il sapore agrodolce. 

"Che ci faccio qui?" domandai vedendolo sedersi accanto a me.
Non rispose, allungò il braccio portando la mano sul mio capo. Lo carezzò scendendo lungo la guancia dove una lacrima si spense al contatto con la sua pelle.

"Perchè piangi?" la sua voce risuonò come un lontano ricordo consumato dal tempo.
La stanza girò vorticosamente e il mio stomaco si contorse.

Spalancai la bocca per aggrapparmi ad un filo d'aria e i polpastrelli afferravano il tessuto delle lenzuola come se stessero per cadere.
Il sudore mi percorse la schiena, marcando quel sogno nella mia pelle e trasalii quando riconobbi in che stanza mi ritrovavo.
Le tende color verdone davano l'impressione di essere ancora nel buio della notte, dove, una una figura completamente oscurata dall'ombra sedeva su una poltrona di fronte a me.
I suoi occhi risplendevano nel buio come diamanti in una miniera; la sua posizione eretta, i gomiti poggiati sulle ginocchia e lo sguardo impenetrabile lo rendevano elegantemente misterioso.

"Ti sei svegliata." il timbro della sua voce era così scuro da farmi spezzare il fiato in gola.
Come poteva, una persona così complessa, attirare la curiosità e un attimo dopo incutere paura?
Come poteva essere simile ad una rosa ma con all'esterno infinite spine?

"Da quanto tempo sei lì?" non si era spostato di un millimetro; mi analizzava e osservava ripetutamente.

"Siete stati degli imprudenti." la sua voce uscì come un tuono in una tempesta. Si alzò in piedi e con passi cadenzati cominciò ad avvicinarsi al letto.

"Io non ho colpe." provai a difendermi, ma ogni tentativo veniva spento come fuoco in acqua.
Si sedette accanto a me, sul bordo, e mi guardò rivolgendomi un muto rimprovero.
Sollevò il braccio, posò la mano sul mio capo e fu allora che le gambe si pietrificarono.
Le unghie strinsero le lenzuola ancora di più, il battito si era intrappolato da solo in gola e i miei occhi videro il mio riflesso nei suoi.

"Mi hai fatto preoccupare." sussurrò scendendo con la mano fino alla guancia, fin quando una goccia di lacrime gli sfiorò il polpastrello "Perchè piangi?"

Just Friends ; Draco MalfoyWhere stories live. Discover now