Uragano

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Eros fonda la sua casa nell'interiorità;
se incontra un'anima dotata di ruvida interiorità, la scarta.

Annuii prima di dirigermi verso l'interno.
Fu il click della porta a farmi trasalire.

"Non capisco la tua situazione perchè deve essere difficile catapultarti in un ambiente nuovo che non c'entra nulla con quello che avevi prima..." iniziò poggiandosi alla porta.

"Infatti non ti ho chiesto di capirmi, ma di avere pazienza."

"...tuttavia non capisco perchè ti ostini a non voler collaborare." sgranai gli occhi dall'affermazione.

"Come?"

"Green ce la sta mettendo tutta per aiutarti, ti ha persino prestato dei libri ieri a lezione come supporto. Cosa c'è che non va in te?" schiusi le labbra.

"Io? Cioè tu, dopo non esserti fatto sentire dopo anni, vieni a farmi la predica come se mi conoscessi?" 

"Ancora questo argomento?" serrò la mandibola incrociando le braccia.

"Tu non mi conosci."

"Se lo dici tu." scrollò le spalle.

"Ti sei fermato a sei anni fa." 

"Anche tu, pensi sempre a questa storia delle lettere...ma erano così importanti per te? Secondo te, avrei dovuto sprecare inchiostro per sapere come stessi ogni giorno della tua vita?"

Le sue parole furono come coltelli ardenti nel petto.
Sentii una nuvola di angoscia depositarsi sulle costole, facendo pressione nel cuore.
La gola divenne secca, le corde vocali non avevano più l'aria nè la forza per ribattere.
Il passato si frantumò, lasciando spazio solo quell'arido presente; solo al ricordo di lui che gelosamente custodivo nei meandri del mio cuore.

Perchè ormai io avevo un ricordo ben di verso di lui.
Quello davanti a me non era il Draco che conoscevo.
La persona davanti a me, che aveva le sue sembianze, era solo una copia.

"No." risposi poco convinta delle mie parole.
In realtà volevo che avesse sprecato tutto l'inchiostro del mondo per scrivermi.
Che avesse occupato tutte le sue scatole della mente con il mio ricordo, con il mio nome.
Che non fossi stata l'unica a credere in un prosieguo della nostra amicizia.

Perchè sì, io ci avevo creduto fino alla fine dei giorni.
Dei mesi.
Degli anni.
Ci avevo creduto da sempre.

"Infatti hai fatto bene...era meglio così."
Quel terrificante silenzio bastò come risposta ad una domanda mai posta.
Una domanda che conservai negli angoli più remoti della mia mente per la troppa paura di avere la verità spalmata addosso.

Chiusi la porta come un autore che ripone la sua penna dopo aver concluso un capitolo.
In quell'occasione ce l'avevo io in mano, e l'inchiostro era finito. 

Non ci vedemmo più fino al momento di cena. Narcissa era seduta accanto a mia madre, Maddie alla destra di Draco e io alla sua sinistra come era uso anni fa quando eravamo in ottimi rapporti. Non osai guardarlo, il mio affetto verso di lui si era ormai ossidato.
Iniziarono ad arrivare portate su portate dagli elfi ormai stanchi e tristi di vivere al Manor. Draco era silenzioso e pensieroso, i nostri sguardi giocavano a nascondino tra loro quasi con paura di incontrarsi e di perdere la partita. Tutto era silenzioso.

"Allora, cara-" Narcissa interruppe l'infernale silenzio "-come ti trovi ad Hogwarts?"

"Benissimo, grazie."

"Hai già fatto amicizia con qualcuno della tua casa?"

"Non proprio. Ho scambiato qualche parola con una Serpeverde ma ho stretto amicizia con Granger, Weasley e Potter." Silenzio. 

Just Friends ; Draco MalfoyWhere stories live. Discover now