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Entro nell'edificio più alto di New York.
Oggi ho il colloquio di lavoro e sono piena di ansia.

Tutti mi hanno detto che il capo è una persona orribile, è spiegato e non gli importa di nessuno, non gliene frega proprio niente.

L'ho studiato un po' e ho scoperto che ha una ragazza, si chiama Maya, ma la tradisce regolarmente con tutte le sue dipendenti anche se ha fatto un giuramento che non gli permette di farlo.
Ma si a lui che gliene frega dell'etica professionale.

Se lo può permettere di trasgredire no?
Tanto è ricco sfondato.

Io ho bisogno di questo lavoro a tutti i costi sennò mi butteranno fuori casa.
Quindi ho escogitato un piano.

Mi comporterò come una sgualdrina.
Infatti ho una camicetta bianca praticamente trasparente che mostra quasi tutto il mio petto, una gonna nera a metà coscia nera molto stretta, è un decolletè sempre nero.

Spero di essere il suo tipo.
Anche perché di solito non sono così, sono più la ragazza della porta accanto.

Ma quando il gioco si fa duro si tirano fuori le proprie forme.
Essere una donna è questo.

Dobbiamo sempre apparire al nostro meglio per compiacere gli uomini.
E una bella ragazza è sempre mal vista ma è ben voluta.

Io non mi reputo bella.
Ho dei capelli biondi lunghi, un viso pulito e gli occhi verdi.
Ma sono normale, non bella.
Il bello è altro.

Mi avvicino all'accoglienza e la ragazza mi dice che ora il capo è occupato e che mi toccherà aspettarlo per un po'.

Così mi siedo su una sala d'attesa e tiro fuori il telefono.

Z:Amore sei grande, ti prenderà di sicuro.
Sorrido al messaggio di Zayn, il mio ragazzo.

S: Grazie amore, lo spero sennò sono rovinata, e no non prenderò in prestito i tuoi soldi.

Metto via il telefono e alzo lo sguardo.

Una ragazza davanti a me è appena uscita da una porta e sembra abbia appena fatto una lotta con qualcuno.

Ma quando dietro di lei esce un uomo che si sta mettendo a posto la cravatta con fare compiaciuto capisco cosa deve essere successo.

Lui si avvicina alla receptionist e gli sussurra all'orecchio accarezzandogli il volto.

Lei si alza completamente rossa in viso e mi viene incontro.

«Mi segua, il signor Payne è pronto ad accoglierla»

Mi alzo, prendo la mia borsa, stiro la gonna e seguo la donna fino alla fine del corridoio, davanti a quella porta.
Quella da cui era uscito prima quell'uomo e quella donna.

Allora era lui...

Bene.

La ragazza mi sorride e bussa.

«Avanti» si sente una voce bassa e controllata dall'altra parte della porta, la apre.

«Signor Payne, lei è la signorina Grey, è qui per il colloquio da assistente personale»
Lui mi scruta da capo a piedi ed alza un sopracciglio, poi mi fa un cenno con la mano verso la sedia di fronte a lui ed uno con la testa alla receptionist.
Lei esce ed io mi siedo.

È davvero un bell'uomo dal vivo, in foto non rende.
Indossa un completo blu notte e una cravatta dello stesso colore, sotto ha una camicia bianca.
I capelli sono perfetti, la mascella è definita alla perfezione, gli occhi sono piccoli ma ha uno sguardo intenso che lo sento bruciare sulla mia pelle.

È seduto sulla sua sedia e mi fissa.
Sta giocando con una pallina strizzandola.

«Allora signorina Grey ha già avuto esperienze lavorative in questo ambito?»
Mi sporgo in avanti per mettere in risalto la scollatura.
«In realtà no, ho appena finito gli studi all'università, mi sono laureata in lettere e in scienze della comunicazione, credo di poterle essere molto utile, sono molto efficiente e sono pronta a eseguire ogni suo ordine e di aiutarla a soddisfare ogni suo bisogno»

Lui ha distolto lo sguardo da me e lo ha puntato fuori dalla finestra.
Ha portato la mano sotto al suo mento e ha corrucciato la fronte, è così bello...

No.

«Bene molto bene, le faremo sapere»
«Quindi non mi prenderete?»
«Non ho detto questo» risposta lo sguardo nei miei occhi.

«Ma è quello che significa»
«Io non amo usare i soliti clichè»
«Lei è un cliché» borbotto tra me e me.
Ma le sue sopracciglia si uniscono ancora di più quindi credo mi abbia sentito.
Cazzo.

«Mi spieghi»
«Non intendevo quello»
«Sono curioso»
Rilassa il viso e si sporge sulla scrivania appoggiandoci i gomiti e unendo le mani.

«Beh» inizio a giocare nervosamente con l'orlo della gonna.
«Tranquilla non la mangio»
«Lei è un ragazzo giovane, ricco, con un impero, bello, ma si fa le proprie dipendenti, è misterioso sulla sua vita privata, e...»
Quella a corrucciare la fronte sono io adesso «Mi scusi ma perché ride?»
«Mi piaci, sei assunta»

Solo per questo?

«Sono assunta?»
«Si, ti voglio»

«Sono assunta»
«Si signorina Grey lei è assunta, sarà la mia assistente personale, ad ogni ora la potrei chiamare e lei deve lasciare ogni cosa stia facendo per venire da me, io sono la priorità, il resto sono sciocchezze»
«Anche durante la notte?»
«Si, potrei aver voglia di cinese di notte e mandare lei, quindi si tenga pronta»

«Altre cose che dovrei fare?»
«Partire con me se ho riunioni fuori città, accompagnarmi a cene con persone importanti, prende appunti quando le parlo»
«Mi scusi ha ragione»
«Stia calma, non deve farlo sempre»
«Altro?»

Alza lo sguardo e si prende un po' di tempo per pensare.

«Dovrai coprirmi con Maya quando sarò in 'riunione'»
«Riunione significa che la sta tradendo?»
«Non dipingermi come un mostro»
«Lei mi dà del tu, posso farlo anche io?»
«Si, sennò dopo sembriamo due vecchi»

«Sai sei davvero una bella ragazza, fidanzata?»
«Si dal liceo»
«Capito»

Mi fa la radiografia di nuovo poi si alza e lo faccio anche io.
Si avvicina alla porta e lo seguo.
Mi sembra di dover fare tutto quello che fa lui.

«Bene Grey, domani, ore 8:00, puntuale»
«Non vedo l'ora signor Payne»

Mi giro per uscire e quando apro la porta Payne mi prende l'avambraccio e mi gira.
«Posso fare una cosa che sto morendo dalla voglia di fare da quando ti ho vista?»
«Cosa?»

Avvicina una mano al mio viso, accarezza la guancia.
Sposta lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca, si morde il labbro inferiore.

«Vorrebbe baciarmi?»
«Da impazzire»

Non è la solita storia d'amore // Liam Payne Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora