Capitolo XXIV

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Capitolo XXIV

Come si richiuse la portiera alle spalle la macchian prese a sfrecciare in mezzo al traffico, schivando macchine su macchine.
I ragazzi vennero sballottati di qua e di là ma gli unici che ne sembravano in qualche modo immuni o abituati erano i due più grandi. La ragazza dai capelli biondi e il ragazzo dagli occhi rossi.
La ragazza dai capelli blu si appoggiò al sedile anteriore aggrappandosi però a quello posteriore con una mano cercando di restare più ferma.
Zeno aveva già vomitato dentro il sacchetto vuoto che si era portato in caso di necessità
- Sono due anni che ti alleni- fece il biondo guardando la ragazza dagli occhi bicolore tentare di restare ferma sorridendo - E non riesci ancora a non stare ferma in una macchina.
- Scusa Sagitter- fece lei ironicamente cercando di non seguire l’esempio dell’amico - Ma come avete detto.
- Mi fai sentire vecchio se mi dai del voi - fece lui borbottando.
Lei annuì riprendendo - Come hai detto io sono solo due anni che mi alleno mentre te sono quattordici anni- disse lei cercando di fare il conto sulle dita pentendosene subito dopo.
Lo sguardo dell’altro si fece serio.
Tornò a guardare davanti a sé declinando ogni scusa della ragazza con un cenno di mano dicendo che non era niente.
Arrivarono dopo poco davanti ad una collina.
Scesero tutti dalla macchina pagando ognuno il viaggio.
Quando fu il turno di Micene, mentre gli altri erano già andati avanti, fece per dare le dracme necessarie ma loro non ne vollero sapere.
- Non capita tutti i giorni di trasportare un cavaliere d’oro. Non vogliamo i tuoi soldi.
Lui annuì e fece per andarsene mollandoli però sul finestrino aperto.
Quando era ormai a pochi passi di distanza dal resto del gruppo gli arrivò qualcosa contro la testa.
Si massaggiò il capo mentre si chinava a raccogliere le dracme che aveva lascia to sul finestrino.
Fece per tornare a rendergliele ma la macchina era già sparita.
Sorrise leggermente squotendo la testa.
- Che succede?- urlò la ragazza che li aveva accompagnati.
Tutti spostarono lo sguardo sulla collina trovando davanti a loro una scena che non piaceva a nessuno.
Un gruppo di più di venti guerrieri in armatura stavano combattendo contro il nulla apparentemente.
- Cercando d buttare giù la barriera- urlò lei correndo a dare una mano.
Gli altri el corsero dietro intuendo la gravità della situazione per il Campo.
- State indietro- urlò qualcuno ma non lo ascolatarono.
Il più grande afferrò per un braccio la ragazza gli occhi che scitillavano di rosso.
- Tienili lontani da qui. Loro non devono vederre ciò che sta per succedere hai capito?- fece lui accennando con lo sguardo al gruppo di semidei che si erano radunati davanti alla barriera.
- Ma che cosa pensate di fare si può sapere?- sbottò lei - Sono almeno una ventina e voi siete in quattro.
Lui sorrise lasciando la presa.
- Fai come ti ho detto Annabhet- fece lui ricordando il nome della ragazza.
Lei strinse i pugni ma dovette ammettere che in effetti forse aveva ragione.
Quei ragazzi sembravano essere già abbastanza esperti e visto ciò che sapevano fare.
Scosse la testa scacciando quei pensieri avviandosi verso l’entrata del Campo facendo cenno agli altri di seguirla che la guardarono dubbiosi.
Lo sguardo dei tre ragazzi rimasti si spostò velocemente verso le figure in piedi difronte a loro.
Quelli partirono all’attacco lasciandoli un attimo stupiti.
Schivarono colpi su colpi, restituendone altrettanti.
Il cavaliere d’oro era circondato su tutti i fronti attaccato continuamente.
Gli altri tre decisamente meno.
Un colpo improvvisamente potente ne spazzò via una decina facendo sussultare i tre ragazzi più giovani.
Quelli arretrarondo di qualche passo restando immobili.
Erano tutti e tre senza armatura. La ragazza non ce l’aveva nemmeno.
Arretravano lentamente incalzati dagli avversari.
Nessuno sembrava volesse riprendere ad attaccare in quel momento. Era come se ci fosse qualcosa che li stesse fermando.
- Ahia- esclamò una voce femminile, mentre una figura dai capelli blu ruzzolava giù per un tratto del pendio della collina dopo essere inciampata.
- Helena?- chiamò Zeno deconcentrandosi ritrovandosi poco dopo a terra. Uno degli avversari aveva trovato il momento ideale per attaccare.
Non sarebbe finita bene per loro.
Magari c’era una possibilità che il cavaiere d’oro non venisse ferito troppoe che riuscisse a salvarsi ma per farlo avrebbe dovuto ritirarsi in quel momento. E decisamente lui non si sarebbe ritirato non in quel momento.
Gli altri due erano con le spalle al muro o meglio alla barrira.
Erano già passati dieci minuti da quando erano arrivati su quella collina e gli avversari sembravano duplicarsi invece che diminuire.
Poi videro il portale.
Il portale che aveva portato tutti quei cavalieri lì in quel posto.
Un esplosione fortissima partì colpendo in pieno il centro della voraggine richiudendola.
Quelli che stavano uscendo in quel momento vennero rimbalzati all’indietro.
Ma non si poteva assolutamente dire che fossero pochi.
Per di più quelli combattevano senza pietà mentre i quattro appena arrivati cercavano solo di riscacciarli all’indietro.
Quindi non c’era gara.
- Dobbiamo fare qualcosa- fece una voce alle loro spalle facendo voltare i tre.
- Ce l’hai fatta- fece Kosmos guardando la ragazza dei capelli blu reggendosi un braccio sanguinante.
- Sto bene comunque- fece lei.
- D’accordo Helena.
- Non dureremo più di altri tre minuti- fece il cavaliere d’oro guardandola attentamente cercando di capire a che cosa stesse pensando.
- Lo so Sagitter- fece lei non riuscendo a dare le tu al ragazzo che aveva salvato Atena.
- Ho un’idea. Uno tanto è meglio di tre- aggiunse quando lei capì la sua idea.
- No non esiste. Ioria andrebbe su tutte le furie.
- E’ il mio fratellino capirebbe.
- Non credo proprio.
- E’ la mia scelta Helena. Convici Zeno e Kosmos ad allontanarsi con una qualsiasi scusa.
Lei annuì un po’ contrariata.
La ragazza rimase un attimo a parlare con i due poi sorrise complice.
Quelli si allontanarono ma dopo poco agguantarono il cavaliere da dietro trascinandolo dentro il Campo Mezzosangue.
Lui non fece nemmeno in tempo a protestare perché si ritrovò sommerso da un gruppo di ragazzi in maglietta arancione.
- Che cosa vuole fare?- domandò il ragazzo cercando di capire le intenzioni della ragazza.
Loro non risposero.
- E’ impazzita?- fece lui cercando di liberarsi dal gruppo che li aveva circondati confusi.
- Vuole suicidarsi?
- No vuole evitare che ti suicidi tu- fece Zeno secco.
Dopo poco riuscì ad allontanarsi, risalendo la collina dalla parte opposta velocemente.
Arrivò appena in tempo per sentire un botto, uno scoppio provenire dalla cima vicino alla punta della collina del Campo Mezzosangue.
Accelerò.
Arrivò davanti all’albero di Talia giusto in tempo per vedere una figura esile cadere a terra scomposta.
Si avvicinò trovando una scena orribile.
Non c’era più nessuno in piedi ma sembrava che nessuno fosse morto almeno non in quel momento fra i cavalieri.
Erano stati sbalzati a qualche metro di distanza disposti a semiderchio.
Sollevò senza troppa fatica la ragazza portandola fino a dentro il Campo, subito agguantata velocemente da dei ragazzi con dei camici bianchi.
Dopo poco scomparve fra le folla senza lasciare più vedere niente a nessuno dei tre ragazzi in piedi sulla cima della collina.


I Cavalieri dello Zodiaco - La figlia dello ZodiacoWhere stories live. Discover now