Capitolo X

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Capitolo X

- Zeno- chiamò lei, una volta arrivata davanti alla casa dell’Acquario.
Dopo pochi minuti una testa di capelli corvini spuntò da dietro la porta, gli occhi assonnati.
- Che c’è sta volta?- domandò lui, sbadigliando.
- Vieni- disse, prendendolo per la manica della felpa e trascinandoselo dietro per tutte le case dello zodiaco fino ad arrivare alla casa dei gemelli.
- Si può sapre che succede?- domnandò, stropicciandosi gli occhi stanchi.
- Innanzi tutto tieni questo- disse, ficcandogli in mano malamente l’orologio.
- Ah, ecco d’vera finito.
- Sì, tieni- disse lei, prendendolo però di nuovo per la manica senza dargli nemmeno il tempo di infilarsi l’orologio.
- Guarda- disse lei, spingendolo verso la porta aperta, dove si trovava il cavaliere dei gemelli chino ad aiutare il ragazzo, aiutato a sua volta da Mur dell’Ariete.
- E che cosa c’è di strano?
- Lui- disse semplicemente lei, gli occhi leggermente lucidi - E’ colpa sua. E’ per colpa sua se sono dovuta andare via dalla Grecia- disse lei, asciugandosi un occhio, cercando di non afre trapelare la rabbia che provava in quel momento però sopra ogni cosa.
- E allora?
- E allora come ti sentiresti se da un giorno con l’atro dovessi cambiare paese?
L’altro non rispose, limitandosi a reater in silenzio.
- Ecco, appunto- disse lei, avvicinandosi a passo di marcia verso la porta socchiusa della sua stanza.
- Si può sapere che succede?- dmandò una voce quando la sentì passare.
- Niente- rispose semplicemente lei, tirando dritto, chiudendo la porta con la sedia.
Qualcuno bussò alla porta, leggermente, con le nocche.
Lei non diede segno di aver sentito.
- Helena- chiamò una voce, subito riconosciuta.
- Che cos’è che succede?- lei non rispose, aprendo la finestra e sedendosi a gambe incrociate sul davazale.
La porta si aprì lentamente, di qualche centimetro.
Due occhi blu fecero capolino dallo spiraglio aperto.
- Posso entrare- lei annuì, capendo che anche se avesse detto altrimenti la conversazione sarebbe stata solo rimandata.
- Senti, non so che cosa si successo, ma ho la netta impressione che sia una cosa che c’entra con la Grecia.
Lei scosse la testa, mentendo.
- Helena, che cos’è successo, veramente?- domandò, preoccupato dall’inusuale silenzio della ragazza.
Lei non rispose ancora.
- Preferisco non dirlo- disse alla fine, scendendo dal davanzale, mentre qualcosa sulla schiena prendeva a brillare debolmente.
Quello uscì dalla stanza, rassegnato al fatto che quando la ragazza sarebbe stata in grado di parlarne lo avrebbe fatto.
Lei si passò una mano sul simbolo dei gemelli inciso sul fermaglio, tirando fuori l’immagine che le aveva dato sua madre.
Vi passò sopra il dito affusolato, tracciando poi il simbolo dei gemelli sopra ai due, poi solo sopra la figura di suo padre.
C’era una cosa che non aveva detto a nessuno, ossia che sua madre l’aveva conosciuta Ecate, eccome se l’aveva conosciuta.
E questo era anche uno dei principali motivi per cui voleva tornare assolutamente in Grecia.
Una luce dorata prese a brillare debolmente sopra l’immagine dei due, fino a sollevarsi, componendo uno strano simbolo, che però lei vide solo per un istante prima che scomparisse e lei con essa.
La fotografia ricadde poco dopo per terra, il simbolo inciso sul retro in piccolo, dotato solo pochi secondi prima, che brillava ancora debolmente.

I Cavalieri dello Zodiaco - La figlia dello ZodiacoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt