Capitolo XXI

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Capitolo XXI

- Senti, abbiamo trovato delle cose strane nella tua borsa- sussurrò la ragazzo al giovane, quando quello sgattaiolò nella casa dei gemelli a riprendersela.
Saltò su all’improvviso, voltandosi di scatto.
- Che cosa?- domandò quello, guardandola stupito.
- Già. Questa ti dice niente?- domandò lei, facendo ondeggiare la spada, facendola poi ritornare il ciondolo di un braccialetto.
- D’accordo Helena. SI può sapere che csa vuoi da me.
- Voglio capire le tue intenzioni contro questo posto contro i cavalieri dello zodiaco- fece lei gelandolo sul posto.
- Hai riparato la mia collana, sigillandomi di nuovo in questa strana gabbia mentale che ogni tanto mi attanaglia.
- Pensavo di farti una favore- si giustificò lui.
- Guarda che tanto non ci casco, non sono cieca come loro- disse lei, avvicinandosi e puntandogli un dito contro.
- Non so di che cosa tu stia parlando- mentì lui, arretrando leggermente.
Lei si fermò, sbuffando, ritirando il dito che aveva preso a brillare.
Voltò le spalle e se ne andò, sospettosa.
- Zeno, dobbiamo parlare- disse lei, afferrandolo frettolosamente per un braccio, trascinadoselo dietro.
- Che cosa succede?- domandò lui, seguendola.
- Devo dirti una cosa- tagliò corto lei, guardandosi attorno un paio di volte, spingendolo poi dietro un angolo della grande stanza, controllando che non vi fosse nessuno, tornando a guardarlo.
Il suo sguardo era serio, ma lasciava trasparire una grossa confusione.
Lui annuì, preparandosi ad ascolatrla.
- Senti, ti ricordi Kosmos, no? Quello nuovo?- lui annuì, non capendo dove volesse andare a parare l’amica.
- Ti ricordi che cosa ti avevo detto sul suo conto?- lui annuì.
- Ora ne sono sempre più convinta. Era alle riunioni di Ecate.
- E tu come fai a saperlo Helena?
- Non ha importanza ora Zeno- fece lei squotendo la testa.
Lui annuì.
- Quindi che cosa intendi fare?
- C’è- fece lei ma si trattenne dal continuare la frase, bloccata quasi subito da una voce.
Si alzarono, avvicinandosi al luogo da dove proveniva la voce.
La casa di Mur dell’Ariete era piena di persone.
- Che cosa succede?- domandò preoccupata la ragazza, guardando il cavaliere del leone.
Quello non rispose, allungando un dito verso un punto davanti a loro.
Lei riuscì a sgusciare fra gli altri cavalieri d’oro, trovandosi davanti un ragazzo di neanche diciotto anni, ritto in piedi come una statua serio.
Avevo i capelli biondi ma gli occhi erano quelli che spiccavano di più. Erano rossi, rosso fuoco. E brillavano. Ma non sembravano malvagi.
- E voi chi siete?- domandò lei, facendo poi scorrere lo sguardo sull’armatura dorata del ragazzo, le ali dorate spalancate.
- Non è possibile, no?- fece lei, stupia, voltandosi a guardare il suo maestro, che teneva gli occhi bassi chini verso i suoi piedi, evitando di incrociare lo sguardo di chiunque.
- Sentite. Mi avete sempre detto che il cavaliere del Sagittario era morto anni fa. Adesso non potete credere davvero che Micene sia vivo. E poi ha solo diciotto anni.
- E’ giusto così Helena- fece il ragazzo, facendola scattare all’indietro, spaventata.
- Helena credi a me?- domandò guardandola seriamente il ragazzo dai capelli blu.
- Perché?- fece lei, senza neanche rispondere alla domanda.
- Perché io Gemini dei gemelli garantisco per Micene del Sagittario- disse, guardandola negli occhi.
I quel momento a lei parve di vedere per la prima volta negli occhi del suo maestro una nota di rimpianto e tristezza.
Lei annuì fidandosi del suo maestro.
Non si avvicinò però al ragazzo in armatura dorata, resando vicina al resto del gruppo.
Poi una voce dietro di lei prese la parola.
- Com’è possibile?
- Ioria non lo so- rispose lui, guardando il fratello negli occhi.
- E’ arrivato un ragazzo due anni fa. Forse tre non ricordo tanto bene. Mi ha guardato un po’ negli occhi poi mia ha preso per mano e prima che potessi dire anche solo qualcos’altro mi sono ritrovato fuori dall’enorme distesa dove mi trovavo.
- Credevo che- fece Gemini bloccato subito con gli occhi dall’altro.
- No Gemini volevo aspettare te.
- Me?- domandò lui stupito - Perché? E’ colpa mia se eri lì.
- No Gemini. Ho visto che cosa è successo sai? Cioè questo ragazzo negli ultimi anni veniva a raccontarmi che cosa stava succedendo.
Lui annuì confuso.
Il vento soffiava feroce ma nessuno sembrava farvi granché caso.
- Scusate avrei una domanda- disse dubbiosa la ragazza, facendoli voltare tutti.
Alcuni sussultarono essendosi totalmente dimenticati della presenza dei tre giovani.
Lui annuì.
- Per caso questo ragazzo aveva i capelli e gli occhi neri?- lui annuì - E una lunga spada nera sul fianco?- lui annuì - Un’aura di morte attorno?- domandò rabbrividendo.
Lui annuì guardandola negli occhi.
- Si chiama Nico Di Angelo. L’ho visto qualche anno fa in un viaggio a Venezia.
- Metteva paura- fece l’altro annuendo.
- Sentite potreste rendere anche noi partecipi di questa storia?- domandò Zeno avvicinandosi.
- Vedete questo è successo qualche anno fa. Non sono tornato qui subit perché dovevo riambientarmi. Però così ho potuto sentire delle voci e vedere questo campo. Non so se è vero o se è così però ho visto e sentito di questi semidei addestrati in questo campo a Long Island.
- Che altro?- domandò il fratello serio.
- Io non so molto bene che cosa stia succedendo- fece per incominciare lui ma venne interrotto dalla ragazza.
- Ma io sì-tutti gli occhi si voltaroo verso di lei.
- C’è questo campo in America. Vicino a New York. Come diceva il cavaliere del Sagittario a Long Island. Si chiama Campo Mezzosangue. Ci sono molti semidei greci. Ce n’è uno per quelli romani verso San Francisco. Si chiama Campo Giove credo.
Loro annuirono confusi.
- Tu come fai a saperlo?
- Ho visto tante cose viaggiando- disse lei nascondendo la verità.
Solo due rimasero dubbiosi.
Rimasero lì ancora un po’ tutti a parlare fino a che non calò il sole.
- Noi tre dobbiamo parlare Helena- disse il suo maestro facendola sospirare.
- D’accordo Gemini di che cosa?- domandò poi guardandolo.
- Del Campo e di tua nonna- disse facendo scintillare gli occhi.
- A proposito tu non ne sembravi colpito o stupito.
Il ragazzo si accorse dell’errore fatto. Per sua fortuna non c’era più nessuno in quel punto tranne lui Helena e Micene.
- Tua madre- si arrese lui. Non disse altro sull’argomento mentre lei annuiva.
- Stavo pensando che potrei infiltrarmi. Forse conosco anche qualcuno che è già al Campo d’estate.
- Chi?- domandò il cavaliere del sagittario.
- Kosmos.
Loro annuirono.
- Potremmo portarvi là al Campo. C’è un grande parco nel centro di New York.
La ragazza annuì molto più sollevata di non dover prendere un aereo.
- Vado a cercare Kosmos- fece lei sorridendo lasciando i due lì a parlare da soli.
Il ragazzo dai capelli blu sorrise, squotendo la testa a occhi chiusi.
- Avevo ragione quindi?- domandò Micene accennando con gli occhi al punto dov’era sparita la ragazza, mentre l’altro annuiva, non sapendo che altro fare per far capire all’altro che aveva ragione.



I Cavalieri dello Zodiaco - La figlia dello ZodiacoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora