Capitolo XI

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Capitolo XI

- Scusa- fece una figur alta muscolosa e robusta, senza il più minimo accenno di gentilezza.
- Hai percaso sentito ciò che ti ho etto?
- Certamente- fece quello, girandosi, trovando davanti a sé due occhi calmi e pacati.
- Zeno, piacere- disse porgendogli la mano, che l’altro non strinse.
- Kosmos- disse quello, incrociando le braccia al petto.
- Per caso hai visto una ragazza dai capelli blu e gli occhi bicolore?- domandò il corvino, cercando di restare impassibile.
- Sì, stamattina, quando sono arrivato- disse quello, facendo finta di non conoscerla.
- Sì, sai per caso dov’è? Cioè, se l’hai più vista.
- No.
- D’accordo, grazie.
Se ne andò, insoddisfatto, andando a cercare il maestro dell’amica.
- Scusate, per caso hai visto Helena?- domandò, arrivanogli alle spallee cogliendolo di sorpresa.
- No, speravo tu l’avessi vista. E’ da stamattina che è sparita. i questi tempi è meglio non abbassare troppo la guardia, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.
Entro lentamente nella stanza, trovando la finestra ancora aperta.
Si affacciò, non trovando nulla di preoccupante.
Tirò un sospiro di sollievò chinandosi poi a raccogliere un’immagine e sorridendo fra sé e sé.
La osservò meglio, girandola, trovando il segno zodiacale inciso sopra anche leggermente caldo al tatto e brillante alla vista.
Si ritirò in piedi, passandovi il dito sopra, come attratto da qualche cosa, ma fermandosi n tempo, capedno che cosa fosse successo alla ragazza.
Scossa la testa, cercando di scacciare quei pensieri. Pensare che il fatto che era su figlia potesse averla messa in pericolo lo faceva sentire terrbilmente in colpa.
Ripensò all’energia sprigionata da quella fotografia, ma che stava piano piano svanendo, come risucchiata da un qualche portale.
Venne colpito da un’idea improvvisa.
- Zeno- richiamò indietro il ragazzo, che si bloccò sul posto, fermandosi e voltandosi all’indietro, tornando sui suoi passi ad osservare il maestro della sua amica.
- Io ora come ora non posso lasciare incustodita questa casa, ma, se ti senti pronto, ti chiederei di prepararti a partire- disse lui, quasi bisbigliando.
Lui lo fissò sbalordito, non capedno che cosa stesse succedendo.
- Forse so dove si potrebbe trovare Helena- disse lui e a quella frase il ragazzo scattò, sommergendo l’altro di domande, che vennero però tutte fermate con una mano.
- Fermo.- disse, la mano ancora levata come ad intimargli di tacere.
- Non sarà così semplice come pensi.
Lui annuì, ascoltando con attenzione le parole dell’altro.
- Questo è l’indirizzo- disse dopo pochi minuti in cui gli aveva spiegato parte dei suoi ragionamenti.
Gli passò un foglietto, con su scritto in bella calligrafia una frase in greco antico.
- Ma io non la so legere- si lamentò quello.
- Oh, giusto, è vero. Scusa, tieni questo- disse, passandogliene uno con su solo il nome della via scritto faticosamente con le lettere italiane e le parole in itailiano.
- Grazie, così va meglio- disse lui, sorridendo.
- Il numero undici- disse semplicemente l’altro - Fai attenzione però, mi raccomando- disse guardandolo serio negli occhi chiari.
Lui annuì, poi si voltò, andandosene.
- Zeno, aspetta- lo richiamò in dietro dopo pochi istanti, con un’idea in mente.
- Io non posso stare via il tempo necessario per trovarla e convincerla a tornare, anche perché non credo che mi ascoltarebbe, ma tu sì, solo che non sai come andarci, no?- domandò, emntre l’altro imbarazzato annuiva.
- Tu pensa solo a convincerla, ti ci porto io se vuoi- disse, sicuro.
Lui, sgranando gli occhi, annuì convinto.
- Bene, domani mattina davanti alla casa dell’Ariete- detto questo voltò i tacchi e se ne andò a cercare un modo per stare via meno tempo possibile, senza perdersi in brutti ricordi.
Il resto della giornata passò in fretta, così come la notte, fra un incubo e l’altro, in cui la protagonista era sempre Helena.
Non era ancora sorto il sole e la luna brillava ancora in cielo quando si trovarono davanti alla prima casa.
- Pronto?- domandò, serio.
- Sì- annuì lui, mentre l’altro lo prendeva per un braccio, spiccando poi un salto e lanciandosi a tutta velocità verso la meta.
Atterrarono dopo poco tempo in un campo vuoto, abbandonato da qualche anno, le sterpaglie ben visibili anche al buoio.
DOpo poco il loro atterraggio del campo non ne restò quasi più nulla, solo una macchia incenerita a forma di cerchio.
- Eccoti- disse, indicandogli pi una casa dal tetto blu a picco sul mare - La casa è quella- detto questo scomparve così cm’era arrivato, lasciandolo lì da solo, con solo quello strano biglietto in mano.








I Cavalieri dello Zodiaco - La figlia dello ZodiacoDär berättelser lever. Upptäck nu