Capitolo 27

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«Sai come si usano quelli?» domandò Liam, indicando i vari strumenti nella cabina di guida della barca che Danny aveva noleggiato. Questi alzò le spalle.
«Ma sì, cosa ci vorrà mai? Sarà come guidare un'auto, no?» rispose quindi. Liam sorrise, alzando le mani e allontanandosi di qualche passo.
«Allora il timone a lei, capitano» lo invitò. Dovevano uscire dal porto, così tentò di mettere in pratica i fondamentali che aveva imparato tramite quegli utilissimi tutorial su YouTube. Toccò un paio di pulsanti, mosse la leva per direzionare la barca e questa cominciò a muoversi in avanti. Si sentì un genio per qualche momento, poi tornò a concentrarsi sull'uscita dal porto. Mosse il timone per far sì di rientrare nel percorso segnalato dalle boe e, pochi minuti dopo, i due ragazzi erano diretti verso il nulla, la bellissima distesa d'acqua che era l'oceano atlantico.
«Visto? Malfidente» si vantò con Liam. Questi annuì.
«Perfetto, ora imposta il pilota automatico così possiamo rilassarci» propose. Danny sbuffò.
«Lo stavo appunto per fare. Quale pulsante credi che sia?» domandò, cercando di analizzare tutti i disegni sui bottoni presenti in quella cabina. Liam sorrise.
«Non è un pulsante. Devi dargli una rotta e lui la segue, altrimenti dove pensi che ti porterà?» spiegò. Danny lo guardò di sbieco, poi osservò lo schermo dove erano proiettate le carte nautiche e tentò di comprenderne il senso. Non era come guardare Google Maps, purtroppo. C'erano segni verdi su sfondo azzurro, e un lampeggiante bianco che supponeva fossero loro.
«Come gli dico di fare un giretto, secondo te?» tentò. Liam alzò le spalle, dirigendosi verso l'uscita della cabina.
«Non lo so, ingegnati» lo schernì, voltandosi e uscendo sul ponte. Danny corrugò la fronte, guardandolo male, poi tornò ad armeggiare con quell'aggeggio infernale. Non aveva idea di come utilizzarlo, e sui tutorial di YouTube non vi era nulla a riguardo. Impiegò almeno dieci minuti a smanettarvici su, poi si convinse di essere riuscito a impostare il pilota automatico, in virtù di un messaggio lampeggiante nella parte alta dello schermo. Soddisfatto di sé stesso, anche se poco conscio della loro direzione, uscì dalla cabina e si stiracchiò. Era quasi sera, e il tramonto sarebbe stato bellissimo visto dall'oceano. «Sei riuscito nella missione?»
«Penso di sì, altrimenti non ci staremmo muovendo, immagino» suppose. Liam scosse il capo, entrando in cabina e osservando lo schermo, poi uscì nuovamente sul ponte.
«In qualche modo ce l'hai fatta, sono sorpreso» commentò. Danny sorrise, prendendosi un momento per osservare l'amico in quel paesaggio fantastico: indossava una maglietta a maniche corte bianca, che risaltava i suoi bicipiti accennati, e un costume di quelli simil-pantaloncini giallo. I suoi capelli biondi erano mossi dal vento, e non aveva il suo classico cappellino col quale era abituato a vederlo. Gli occhi azzurri erano dello stesso colore dell'oceano, sia nella loro parte più trasparente che in quella più scura e profonda, il segno delle sue sofferenze smussato dalla brillantezza che aveva in quel momento. Era felice di essere lì, e si vedeva.
«Prima che faccia buio, vogliamo fermarci e fare un bagno?» propose. Liam alzò le sopracciglia e lo guardò di sbieco.
«Sai che siamo in pieno oceano? Io non ho problemi, l'acqua è casa mia. Ma tu, non è che mi affoghi?» si assicurò. Danny sospirò. Effettivamente, non era un nuotatore provetto. Però, nei suoi ingenui piani, vi era anche il bagno, quindi alzò le spalle.
«Se così fosse, diciamo che sarebbe destino» tentò. Liam scosse il capo, poi si voltò e si diresse verso l'interno della barca. Dopo qualche secondo, uscì con una ciambella arancione.
«Ecco la soluzione» disse. Danny scoppiò a ridere.
«Spero che tu non sia serio» commentò. Liam incrociò le braccia, guardandolo da testa a piedi.
«O con questa, o non scendiamo» minacciò. L'altro sospirò, pronto ad arrendersi. Alla fine, per quanto imbarazzante, era la soluzione più sicura.
«Andata» acconsentì, entrando in cabina e schiacciando qualche pulsante a caso sullo schermo per arrestare la barca. Dopo qualche secondo, questa rallentò progressivamente sino a fermarsi, quindi il giovane si tolse la maglietta ed uscì sul ponte. Si trovò davanti Liam che, a petto nudo, gli porgeva il salvagente. Lo afferrò, quindi scosse il capo ancora, sentendosi tremendamente ridicolo. A quel punto, vide il biondo gettarsi in acqua con una grazia incredibile. Si tuffò perfettamente, entrando in acqua col corpo quasi dritto. Se fosse stato un giudice olimpionico, gli avrebbe decisamente dato dieci per l'esecuzione. Danny contò mentalmente fino a cinque, poi si lanciò, evitando di cercare di imitare l'altro. Fece il classico "tuffo a bomba", che produsse schizzi d'acqua ovunque. A quel punto, si aggrappò al salvagente e lo tenne stretto.
«Dovevi indossarlo» commentò il biondo, riemergendo e tastandosi i capelli per evitare che gli coprissero gli occhi. Sembravano più lunghi quando erano bagnati, forse perché al loro stato naturale erano abbastanza mossi da farli apparire più corti.
«Può essere un buon compromesso il fatto che io lo afferri costantemente?» tentò. L'altro sospirò, annuendo.
«Te lo concedo» rispose, stendendosi sulla schiena. Danny osservò il panorama, rendendosi conto solo allora di quanto fosse fantastico. L'acqua sembrava scura ma, in realtà, era cristallina. Era il fondale a essere scuro, e si vedeva perfettamente da dentro l'acqua. Alcuni pesci nuotavano liberamente vicino a loro, mentre il sole era prossimo a tramontare. Attorno ai due ragazzi, vi era il nulla più assoluto. Erano così piccoli rispetto alla grandezza dell'oceano, da fare quasi paura, ma al contempo, erano abbastanza l'uno per l'altro, o almeno Danny lo pensava. Così, passarono in acqua un tempo che gli parve infinito, parlando poco e rilassandosi in compagnia. Fu Liam a salire per primo sulla scala, poi diede una mano a Danny nel seguirlo. Non appena furono nuovamente sulla barca, si coprirono con degli asciugamani e si diressero sottocoperta. La cabina dove avrebbero dormito non era molto grande, e vi era un unico letto matrimoniale.
«Non farti strane idee, era l'unica barca che sono riuscito a noleggiare» avvertì Danny. Liam sorrise, asciugandosi i capelli e lanciandosi sul materasso.
«Sei tu quello che mi ha aggredito, l'altra sera» rispose, riferendosi al famoso episodio del bacio.
«Aggredito è un po' brutale, non trovi?» replicò, appoggiandosi alla parete.
«Magari mi hai portato qui per violentarmi, ammazzarmi e buttare il mio corpo in mare» suppose, ironicamente, il biondo. Danny scosse il capo, si voltò e uscì sul ponte. Cominciava a fare un po' freddo, soprattutto dal momento che era ancora in costume. Fece qualche passo, poi si fermò e rimase senza fiato. Il tramonto era splendido: il cielo si era tinto di rosso e, tutt'attorno a loro, l'acqua sembrava, improvvisamente, riflettere quel colore. Il connubio tra lo scuro della notte in arrivo e quella tonalità accesa era fantastico, un'emozione unica. Si sedette sul ponte, appoggiando la schiena alla parete esterna della cabina. «Impressionante.»
«Bellissimo, vero?» commentò, voltandosi verso Liam che, appena arrivato alle sue spalle, si sedette accanto a lui. Aveva indossato una felpa, ma la teneva aperta e, ancora una volta, Danny notò i muscoli dell'altro e i segni delle violenze del padre su di essi.
«Stupendo. Tieni» fece poi, porgendogli una giacca. Danny sorrise, afferrandola e indossandola subito. Era stato gentile a prendergliela.
«Grazie. Vedi, è per questo che ti ho portato qui. Non ho idea di come guiderò la barca indietro, ma penso che, anche solo per questo tramonto, ne sia assolutamente valsa la pena» spiegò.
«Ti aiuterò io a tornare indietro. Me la cavo con le barche, il mare è la mia seconda casa» lo tranquillizzò il biondo.
«L'altro giorno, mi hai detto che quel bacio ti è piaciuto. Cosa vuol dire?» indagò. Liam distolse lo sguardo dal tramonto per incontrare le pupille di Danny.
«Che lo rifarei. Insomma, se una cosa ti piace, significa che merita di essere vissuta una seconda volta, giusto?» chiarì.
«Più o meno. Ci sono cose che, seppur belle, fa molto male rivivere» rispose, pensando a Stefan. Alla fine, il loro rapporto era complicato, ma non si poteva certo dire che ciò che avevano avuto non fosse stato bello. Almeno, dal punto di vista di Danny.
«Ti va di parlare di lui?» domandò. Danny si voltò, tornando a osservare il tramonto che si stava consumando davanti ai loro occhi.
«Credo di aver provato dei sentimenti importanti, anche se alcune cose mi rendo conto che erano solo enfatizzate dal momento. Il sesso era... spettacolare. Ma, alla fine, possiamo dire che era solo quello. Per lui sono stato un passatempo, ma non posso recriminargli nulla: mi aveva avvertito, mi aveva detto che non ci sarebbe stato nessun coinvolgimento. Io ho scelto di stare a quel gioco, mi sono fatto male, ma ora sto bene» raccontò.
«La vita è fatta anche di queste esperienze. Anzi, paradossalmente, insegnano molto più queste cose, che i rapporti semplici e lineari. Tra qualche anno, ripenserai a quello che è successo accanto al tuo compagno, e ne riderete assieme» commentò. Danny deglutì, sorridendo.
«A proposito, le posizioni per quel ruolo sono aperte. Se fossi interessato, sarei lieto di esaminare il tuo curriculum» scherzò. Liam sospirò.
«Sai, mi piacerebbe. Tu sei un ragazzo... splendido. Sul serio, sei veramente pazzesco. Ma io... ho diversi problemi, e non sarebbe corretto da parte mia rovinarti» rispose, però, il biondo. Danny tornò a guardarlo, notando che Liam lo fissava attentamente. E, nei suoi occhi, vide quei lividi. Non erano solo sul corpo, ma anche sull'anima del ragazzo. Qualcosa lo attanagliava, e una vita di sofferenza lo aveva segnato, ma si vedeva un piccolo spiraglio. Forse, Liam aveva lasciato una porta aperta. Forse, quello era il momento giusto per Danny di entrarci.
«Liam, vorrei aiutarti. So che ne hai passate tante, che ti fidi a fatica e che ciò che dici è sincero. Ma io voglio esserci, e te lo giuro, non ti abbandonerei mai. Fai sì che io sia la tua spalla, un porto sicuro» ribatté. Liam sorrise amaramente, continuando ad abbagliarlo con suo sguardo di una profondità disarmante.
«Ma che persona sarei a trascinarti nel mio mondo, fatto di violenza, ricatti e abusi?» chiese, con un filo di voce. Danny appoggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo leggermente gli occhi e inspirando profondamente. Sentiva il suo odore, ed era veramente una sensazione inimmaginabile.
«Sono io a trascinarti nel mio. So che sei una persona forte, so che non hai bisogno di essere salvato. Ma io non ti propongo questo, né di trascinarmi a fondo. Ti propongo di risalire, insieme. Di cambiare le cose, di vivere un'altra vita. E lo so, è difficile accettare. Alla fine, mi conosci da pochi mesi, e già siamo qui a parlare di questo. Ma io sono dell'idea che l'attimo vada sempre colto, e questo è l'attimo giusto. Fammi entrare, Liam. Non te ne pentirai» disse quindi. Il braccio del biondo si mosse e gli circondò il corpo, sino ad afferrare la spalla e stringerla. Lo premette a sé, accarezzandolo dolcemente sul braccio.
«Forse posso... cioè, forse possiamo provarci» decise. Danny si alzò col busto e lo guardò, notando solo allora che le lacrime gli rigavano il volto.
«Stai bene?» domandò. L'altro alzò le spalle.
«Nessuno mi aveva mai dato tanto quanto mi stai dando tu. È solo... strano» rispose. Danny posò la mano sul suo viso, passando il dito sulle sue lacrime e asciugandole.
«Strano bello, o strano brutto?» cercò di capire, facendolo sorridere. Poi, improvvisamente, si mosse, avvicinandosi repentinamente al moro. Lo fissò per una frazione di secondo negli occhi, prima di posare le labbra sulle sue. E, in un momento, il tramonto scomparve, come anche la barca, il mare, e qualsiasi altra cosa. Erano rimasti solo loro due, in mezzo al nulla più assoluto. E quel bacio fu impareggiabile. Uno di quei contatti così veri e sinceri da rendere, quasi, insensata qualsiasi altra cosa delle loro vite. In un momento, loro furono una cosa sola. E mai avrebbero dimenticato quella sensazione incredibile.

Il Tempo di una SigarettaWhere stories live. Discover now