Capitolo 9

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Il sole splendeva alto in cielo, irradiando la piccola cittadina di Allenstown. La temperatura era attorno ai cinque gradi, eppure Danny era in maglietta e pantaloncini, intento ad accelerare lungo il viale alberato che lo avrebbe, presto, condotto alla zona della stazione di polizia. Da lì sarebbe tornato indietro verso il bed and breakfast, per prepararsi ad andare a scuola. Si fermò quando raggiunse la centrale, ansimando per la corsa. Si asciugò il sudore sulla fronte e si appoggiò momentaneamente a un palo della luce. Aveva deciso di forzare la sua attività fisica da un paio di mattine. Farlo lo aiutava a non pensare a tutto il suo mondo che stava, rapidamente, mutando.
Notò del movimento davanti alla stazione di polizia, poi arrivarono due macchine insieme e scesero diverse persone di corsa. Una di esse era suo fratello, e sembrava abbastanza crucciato. Danny avanzò di qualche passo, con l'intento di intercettarlo, quando una mano gli toccò la spalla. Si voltò, sbuffando sonoramente.
«Andiamo, sei ancora arrabbiato per quella storia?» domandò Brent, sorridendogli. Danny serrò la mandibola. Non poteva essere arrabbiato col proprio amico più di tanto, ma sì, ancora ce l'aveva con lui.
«Indovina» rispose, incrociando le braccia. Il fatto al quale si riferiva Brent era quello della sua presunta scomparsa. Quella mattina, infatti, era semplicemente andato a fare colazione con la sua ex, che l'aveva contattato all'ultimo. Gli era morto il cellulare e aveva dimenticato le chiavi nella toppa. Danny si era preso uno spavento pazzesco e l'aveva cercato ovunque con Jack, per poi scoprire che era in un bar di Allenstown a flirtare con una poco di buono.
«Ti ho chiesto scusa in tutte le lingue che conosco» commentò a quel punto. Danny lo guardò da testa a piedi, constatando quanto stesse bene nel suo canonico abbigliamento da corsa mattutina.
«Ho pensato le cose peggiori in assoluto. E, per colpa tua, ho fatto... niente, lascia stare» ribatté, voltandosi di scatto. Non gli aveva ancora detto di Stefan. Principalmente, aveva paura che Brent lo giudicasse. Sapeva che era il suo migliore amico, ma Danny quella notte aveva commesso un grande errore. Da quel momento, non aveva mai smesso di pensare al biondo, alle sue labbra morbide, al suo odore, al suo dolce tocco...
«Cosa hai fatto?» domandò Brent, spostandosi per tornare a guardare l'amico. Danny procedette lungo la propria strada, seguito a ruota dall'altro.
«Nulla. È una storia lunga e noiosa» glissò. Brent gli diede una spintarella.
«Danny Myers, non ti conosco forse da quando eravamo due inutili e annoiati bambini? Pensi di potermi mentire o omettere qualche dettaglio della tua vita?» chiese. Danny annuì, cercando sempre di non guardarlo. Non sarebbe riuscito a evitare di dirgli quanto era successo se l'avesse fissato dritto negli occhi.
«Assolutamente sì» asserì. Ma l'amico non voleva saperne, così lo spinse più forte, obbligandolo a finire addosso a un albero. Lì, lo voltò e lo guardò in faccia.
«Danny, ti prego. Mi dispiace che tu ti sia spaventato, non era mia intenzione. Ma ti prego, perdonami. Non voglio continuare a sentirmi così perché noi non parliamo» disse sinceramente. Danny sospirò, guardando a terra.
«Ti odio. Certo che ti perdono, stupido coglione» concesse, sferrandogli un amichevole pugno sul braccio. Brent sorrise.
«E ora, dimmi ciò che mi tenevi nascosto» lo spronò. Danny aprì la bocca un paio di volte, senza trovare il fiato necessario per confessare l'arcano segreto all'amico, poi si decise a cantare.
«Sono andato a letto con Stefan» sussurrò. Brent lo guardò di sbieco, poi scoppiò a ridere, piegandosi sulle ginocchia e contagiando Danny, che lo imitò poco dopo.
«No aspetta, dici sul serio?» si assicurò, asciugandosi il volto. Danny annuì, tornando improvvisamente serio.
«Ma è una cosa bellissima. Come mai sembri... triste?» cercò di capire.
«Perché mi ha chiarito che "ciò che succede nella villa di North Hampton, resta nella villa di North Hampton"» rispose, citando le parole esatte di Stefan.
«Magari ha solo bisogno di tempo per capire cosa vuole. Non deprimerti da subito, cerca di dare tempo al tempo. Ma, parlando di dettagli, come è stato?» indagò. Danny arrossì, spostandosi e tornando sulla strada.
«Cazzo, mai fatto del sesso tanto eccitante in vita mia. Non che abbia molti paragoni possibili, ma ciò che è successo per ben tre volte durante quella notte, non penso che sia qualcosa che riuscirei a ottenere da una ragazza» spiegò.
«Ma, esattamente, chi dei due è stato sopra?» domandò poi. Danny si voltò e spalancò gli occhi, facendo scoppiare a ridere l'amico.
«Non te lo dirò mai» decise a quel punto, accelerando il passo. Brent fece la stessa cosa, rimanendogli costantemente accanto.
«E dai, non fare il timido» lo invitò. Danny contrasse qualsiasi muscolo facciale potesse contrarre, poi chiuse gli occhi.
«Insomma, l'abbiamo fatto tre volte. Abbiamo provato di tutto. E non avrai ulteriori dettagli» confidò, mentre Brent continuava a sorridere divertito.
«Incredibile. Stefan Perkins, quel Stefan Perkins, dominato da Danny Myers» commentò.
«Brent Howe!» gridò Danny, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno avesse sentito le parole dell'amico. I due scoppiarono ancora a ridere, quindi continuarono a correre sul loro solito percorso. Nonostante i discorsi imbarazzanti, Danny era decisamente contento di essere tornato a parlare con Brent.

Il Tempo di una SigarettaWhere stories live. Discover now