Trials And Tribulations - Tra...

Per LetMySpiritFly94

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''A Smooth Sea Never Made A Skilled Sailor.'' Buona Lettura :) Més

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50 (parte 1)
Capitolo 50 (parte 2)
Grazie.
Capitolo 50 (parte 3)
Capitolo 50 (parte 4)
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Questo non è un Capitolo.
Capitolo 81
Capitolo 82

Epilogo

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Per LetMySpiritFly94

Camila era seduta alla scrivania nel suo studio, i suoi occhi fissi per la concentrazione sullo schermo del computer davanti a lei, le dita bloccate sopra la tastiera, pronte a digitare ma ferme, sospese in aria per la mancanza di ispirazione.

Guardò il punto di inserzione lampeggiare nel centro della pagina bianca del documento che aveva aperto, la linea verticale appariva e spariva nello stesso punto ogni secondo.

"Ugh." Si lamentò lasciandosi cadere sullo schienale della sedia portando le mani dietro alla testa. "Non dovrebbe essere così difficile." Ammise a sé stessa mentre si dondolava sulla sedia aiutandosi con i piedi.

SI guardò intorno alla stanza e sospirò come i suoi occhi si spostavano dal soffitto al pavimento per finire poi sulle pareti coperte di scaffali con libri che aveva raccolto negli anni. Camila socchiuse gli occhi nel tentativo di leggere i titoli da dov'era seduta, la sua vista non era più quella di una volta anche con gli occhiali che erano appoggiati sul naso. Realizzando che probabilmente era futile continuare dalla sua attuale posizione, Camila si sporse in avanti e si alzò dalla sedia a fatica, una mano appoggiata sul bordo della scrivania per aiutarsi, l'altra sulla sua pancia gonfia protettivamente.

"Cristo." Disse una volta in piedi, la mano che aveva usato per appoggiarsi alla scrivania si spostò dietro alla schiena che stava protestando per il cambio di posizione.

Si avvicinò con difficoltò allo scaffale più vicino, la sua mano appoggiata ancora sul suo addome che si mosse leggermente sotto le sue dita, più si ingrandiva e più diventava ingombrante.

"Vediamo.." Disse mentre faceva passare il dito sul dorso dei libri sullo scaffale davanti a lei. "Grandi Speranze, Piccole Donne, Il conte di Montecristo, I Miserabili, Macbeth.."

Quando Camila raggiunse la fine della fila spostò la sua attenzione allo scaffale di sotto, il suo dieto ripeté di nuovo il processo nella direzione opposta.

"Il buio oltre la siepe, Il giovane Holden, 100 anni di Solitudine, Comma 22, L'amore ai tempi del colera.." Continuò, considerando ogni titolo e pensando se gli autori avessero fatto fatica a dare un nome alle loro opere proprio come stava accadendo a lei. "Il cacciatore di aquiloni, Storia di una ladra di libri, Come l'acqua per gli elefanti.." Continuò; fermandosi solo quando arrivò davanti a un vecchio quaderno senza titolo sul dorso.

Si accigliò e usò l'indice per estrarlo.

"Che cos'è?" Disse a bassa voce rigirandolo tra le mani e studiando l'esterno della copertina in cerca di indizi, l'esterno non aveva scritte o segni di quello che poteva contenere l'interno.

Camila aprì la prima pagina e con sguardo stupito notò la calligrafia incasinata.

"Allora la mia terapista mi ha raccomandato di scrivere ogni tanto ora che sono tornata a scuola..non so, mi sembra stupido, scrivere su carta quello che penso."
"Non ci credo che l'abbia tenuto." Disse Camila come chiuse di nuovo il quaderno. "Che idiota sentimentale." Rise prima di tornare alla scrivania, nella sua mente faceva fatica a comprendere perché sua moglie non avesse semplicemente buttato il diario durante il trasloco dall'appartamento che condividevano alla nuova casa circa tre anni prima.

Posò il libro sulla robusta scrivania di quercia prima di sedersi sulla sedia, le sue braccia posate su di essa mentre si aiutava, la grandezza della sua pancia rendeva difficile il piegarsi per potersi sedere normalmente. Camila studiò il libro dalla sua posizione una volta seduta comodamente, i suoi occhi si spostarono lungo gli angoli rovinati della copertina nera mentre la mente tornava indietro nel tempo a quando aveva scritto le parole contenute in esso. L'angolo della bocca di Camila si alzò in un sorriso come scosse la testa divertita mentre ricordava una particolare conversazione che aveva avuto con Lauren riguardo a quel diario.

"I pensieri incompleti di una pazza." Digitò facendo una faccia vedendo quelle parole scritte in nero sullo schermo bianco davanti a lei.

"Grazie a Dio non ho in mente di tenere questo." Disse a sottovoce leggendolo ancora una volta prima di aggiungere di proposito un punto per enfasi.

Camila sapeva che non avrebbe usato questo titolo; dopo tutto era ridicola. Però l'idea che il suo ultimo libro appena finito non avesse un titolo, soprattutto dopo aver passato gli ultimi diciotto mesi a scriverlo, non le stava bene. Preferiva vedere un titolo temporaneo piuttosto che il nulla e per ora era il migliore che era riuscita a pensare, 'storia' era stato fino ad ora il peggiore. Stava seriamente decidendo se cancellare o no quello che aveva scritto quando sentì il suo cellulare suonare. Camila prese il telefono da dov'era posto sulla scrivania e sorrise quando vide il nome di Lauren.

"Hey." Rispose Camila felice appoggiandosi con la schiena sulla sedia.

"Hey." Disse Lauren sospirando.

"Che succede?" Chiese Camila portandosi in avanti mettendo i gomiti sulla scrivania preoccupata. "Va tutto bene?"

"Ascolta Camz, so che è il nostro anniversario e so che abbiamo prenotato il ristorante.. ma non credo di riuscire ad uscire dal lavoro in tempo." Disse con rimorso. "Mi dispiace davvero.."

"Non preoccuparti." La rassicurò Camila prima che avesse la possibilità di spiegarsi, sapendo che Lauren non sarebbe mai rimasta al lavoro se non fosse qualcosa di davvero importante. "Allora..mangeremo qui quando tornerai. Ordinerò qualcosa.."

"Mi dispiace davvero." Si scusò di nuovo. "So che non vedevi l'ora di uscire."

"Lauren va bene. Davvero." Disse Camila appoggiando di nuovo la schiena alla sedia. "Sono quasi felice di rimanere a casa.."

"Davvero?" La interruppe Lauren sorpresa.

"Si." Disse Camila appoggiando una mano sulla pancia come sentì un altro piccolo calcio dal suo interno. "Non credo che sarei stata in grado di uscire. MI sento esausta e questo bambino non si sta comportando benissimo oggi."

"Sta ancora scalciando?" Chiese Lauren felice.

Sembrava così felice dalla notizia che Camila poteva facilmente vederla sorridere attraverso il telefono e non riuscì a trattenere il sorriso sul suo stesso viso.

"Ha scalciato così tanto che mi sono quasi convinta che stia cercando di scappare." Le disse Camila ridendo a sua volta.

"Perché vorrebbe scappare?" Chiese Lauren scherzando. "Personalmente io sfrutterei al massimo ogni opportunità di essere dentro di te."
"Oh mio Dio." Esclamò Camila al telefono, spalancando la bocca per quello che aveva sentito. "Non ci posso credere che tu l'abbia appena detto!"
"Cosa?" Chiese Lauren fingendo di essere innocente.

"Sai benissimo cosa!" La riprese Camila. "Spero che lì non ci siano pazienti che hanno ascoltato questa conversazione."

"No." Disse Lauren sembrando pentita rendendosi conto di dov'era. "Sono nell'ufficio da sola al momento. Pensavo di sistemare alcune cartelle visto che ho del tempo libero ma presto dovrò tornare in reparto."

"C'entra qualcosa la ragazzina?" Chiese Camila alla moglie. "Come si chiama? Stephanie?"

"Si." Rispose Lauren sospirando di nuovo. "I dottori hanno deciso di dire proprio stasera a lei e ai suoi zii che l'intervento non è riuscito e che non sarà più in grado di camminare. Lo faranno dopo aver finito la loro lista delle operazioni della giornata..probabilmente intorno alle sei..io..penso che sarebbe meglio essere presente quando accadrà."
"Per i suoi zii o per lei?" Chiese Camila.

"Entrambi." Rispose Lauren prima di aggiungere. "però in particolare per lei."
"Beh, prenditi il tuo tempo ok?" La incoraggiò Camila. "Non correre per colpa mia. Non vado da nessuna parte e tu hai lavorato con lei dal giorno dell'incidente. Si fida di te Lauren e sono sicura che apprezzerà il fatto che tu ci sia. Sai sempre esattamente cosa dire e lei avrà bisogno di essere rassicurata più di ogni altra cosa."

"Perché sei così fantastica?" Chiese Lauren a Camila, veramente toccata dalla comprensione della moglie.

"Non lo sono." Rispose Camila modestamente. "So solo quanto tu mi avessi confortato quando le cose sembravano andare in frantumi. Non so dove sarei oggi se non fosse stato per il tuo supporto quindi non posso essere egoista oggi, non importa quanto io possa volerlo. Quella famiglia si merita di avere quel conforto dopo tutto quello che hanno passato.." Si interruppe a metà della frase per girarsi sulla sedia verso la porta dello studio dopo aver sentito il rumore ovattato di passi.

"Mamma." Disse la piccola bambina strofinandosi gli occhi assonnati mentre con l'altra mano teneva l'orsacchiotto che Dinah le aveva regalato per Natale.

"Ciao piccola." Disse Camila sorridendo teneramente alla vista della figlia. "Tutto bene?" le chiese abbassando la voce e coprendo lo speaker del telefono con la mano per un momento.

"Ho sete." Disse facendo un passo nella stanza prima di avvicinarsi a dove Camila era seduta.

"Ok." Disse Camila sporgendosi in avanti per arrivare al livello della bambina. "Un secondo e ti porto da bere, va bene?" Assicurò alla bambina poggiando una mano sulla spalla della bambina.

La piccola annuì strofinandosi gli occhi stanchi mentre Camila le sorrideva dolcemente.

"Camz?" La voce di Lauren poteva essere sentita dall'altra parte del telefono. "Camz ci sei?"

Camila alzò il telefono all'orecchio di nuovo per rispondere, riportando l'attenzione alla dona dall'altra parte della linea.

"Mi dispiace." Si scusò Camila mentre la figlia avvolgeva le piccole braccia introno alle sue ginocchia. "Daniela si è appena svegliata." Le disse mentre accarezzava i capelli della figlia con la punta delle dita.

"È la mamma?" Chiese la bambina alzando gli occhi verso Camila.

"Si piccola, è la mamma. Vuoi salutarla?" Chiese Camila.

La ragazza più piccola annuì sorridendo e stese la mano per prendere il telefono.

"Però solo per un minuto va bene?" Le disse Camila. "Mamma è ancora al lavoro."
"Ok." Disse Daniela lasciando cadere l'orsacchiotto per poter tenere saldamente il telefono tra le mani.

Camila si alzò dalla sedia e con attenzione alzò la figlia per farla sedere al suo posto.

"Ciao mamma." Disse la bambina mentre sul viso aveva un sorriso enorme.

"Ciao tesoro." Rispose Lauren. "Come stai?"

"Ho un po' sonno." Disse Daniela.

"Hai sonno?" Chiese Lauren dolcemente. "Magari dovresti andare a fare un riposino."

"L'ho appena fatto." Rispose Daniela sbadigliando.

"Davvero?" Disse Lauren fingendo di essere sorpresa.

"Si." Confermò Daniele. "Mamma mi ha letto una storia."
"Beh, è perché mamma ama le storie." Disse Lauren.

"Anche io." Disse Daniela appoggiandosi allo schienale della sedia prima di alzare lo sguardo verso Camila che la stava osservando sorridendo. "Mamma è brava a raccontare le storie."

"Mamma è la migliore." Disse Lauren.

"Quando torni a casa.?" Chiese la più piccola.

"Non presto tesoro." Rispose Lauren con amore. "Devo stare ancora un po' al lavoro ma tornerò il prima possibile, ok?"

"Ok." Rispose Daniela semplicemente facendo un'espressione pensierosa. "Adesso devo andare." Disse a Lauren dopo un secondo, alzando lo sguardo verso Camila non volendo finire nei guai per aver parlato troppo.

"Ok, fai la brava per mamma va bene?" Disse Lauren incoraggiando la figlia.

"Va bene." Promise Daniela. "Ti voglio bene mamma."

"Ti voglio bene." Rispose Lauren.

"Ciao." Disse Daniela prima di dare di nuovo il telefono a Camila.

"Hey." Disse Camila alzando il telefono all'orecchio come Daniela scese dalla sedia per riprendere l'orsacchiotto, uscendo rapidamente dallo studio. "Dovrei andare."

"Anche io." Rispose Lauren.

"Cancello la prenotazione al ristorante." Disse Camila mentre seguiva la figlia in cucina e la guardava salire sulla sedia davanti al bancone.

"Vuoi che chiamo Dinah?"

"No, stai lavorando. La chiamo io." Rispose Camila.

"Sarà devastata a sapere che non dovrà fare la babysitter." Rise Lauren.

"Lo supererà." Rispose Camila. "Sabato porterò Daniela allo zoo con Karla quindi sarà più che compensata per il tempo perso."

"Mi dispiace davvero." Si scusò di nuovo Lauren. "Mi farò perdonare. Promesso."

"Lauren, tu stai per dire ad una ragazzina di undici anni, che ha appena perso i genitori in un incidente stradale, che non potrà più camminare. Credo di riuscire in cuor mio a perdonarti per essere in ritardo per colpa di questo. Non hai bisogno di farti perdonare."

"Sicura?" Chiese Lauren poco convinta.

"Si, sicura." Disse Camila dolcemente, la sua voce tradiva l'ammirazione che aveva per sua moglie e il lavoro che aveva fatto.

"Proverò ad essere a casa appena posso." Disse Lauren.

"Ti aspetto." La rassicurò Camila.

"Va bene, allora ci vediamo presto." Disse Lauren riluttante a dover chiudere la chiamata.

"Ciao amore." Rispose Camila incoraggiando la moglie a chiudere la chiamata. "Ti amo."

"Ti amo anche io." Disse Lauren prima di chiudere.

Camila lasciò che il segnale acustico della fine della chiamata suonasse nel suo orecchio per un momento e sospirò prima di abbassare il telefono.

"Allora." Disse appoggiando il telefono sul piano della cucina prima di sedersi sullo sgabello dall'altra parte del bancone rispetto alla figlia. "Cosa vuoi da bere?" Chiese alla bambina.

"Latte." Rispose Daniela appoggiando i gomiti sulla superficie di marmo sorridendo.

"Latte huh?" Disse Camila; il suo tono giocoso. "Sicura di essere grande abbastanza per berlo?" Chiese imitando la postura della figlia incontrando i suoi occhi verdi.

"Mamma, ho tre anni." Disse Daniela ridendo.

"Oh, quindi hai tre anni?" Chiese Camila sorridendo. "Immagino voglia dire che tu sia abbastanza grande per avere anche dei biscotti con il latte, non è vero?"

Daniela annuì entusiasta e Camila le sorrise spostando una ciocca di capelli dagli occhi della figlia. La piccolina toccò con il dito la cicatrice sulla fronte di Camila e in risposta lei arricciò il naso.

"Puoi prendere uno dei miei biscotti." Disse Daniela e Camila si sporse per baciarla sulla fronte.

"Grazie." Disse Camila alzandosi per prendere il latte e i biscotti.

Camila mise qualche biscotto in un piatto e versò un piccolo bicchiere di latte, li portò verso il bancone e li mise davanti alla figlia.

"Cosa vuoi fare per il resto del pomeriggio?" Chiese Camila mentre guardava la figlia che prendeva il bicchiere. "Vuoi guardare un film?" Chiese mentre la bimba beveva un sorso di latte, il liquido le lasciò un leggero segno bianco sul labbro superiore.

"Possiamo invece giocare a fare finta?" Chiese.

Camila prese un biscotto dal piatto e lo immerse nel latte nel bicchiere della figlia. Prese un morso e Daniela seguì l'esempio della madre facendo però cadere l'intero biscotto nel bicchiere. Camila immerse la mano in esso per recuperarlo prima che si disintegrasse completamente porgendolo poi di nuovo a Daniela che lo divorò in due morso.

"Oggi cosa saremo?" Chiese Camila spingendo il piatto di biscotti verso la figlia così che potesse raggiungerli più facilmente.

"Unicorni e draghi." Rispose semplicemente.

"Tesoro abbiamo giocato a questo anche ieri." Disse Camila sorridendo.

"Però è il mio preferito." Le disse Daniela prendendo un morso di un altro biscotto.

"Perché?" Chiese Camila intrigata.

"Tu fai sempre finta di fare un drago e a me piacciono i draghi." Rispose la bambina prima di bere un sorso di latte. "Sei un bravo drago mamma."

Camila sorrise al complimento prima di spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Daniela.

"Aspetta..ma..mamma è al lavoro." Disse la bimba di 3 anni; la sua faccia divenne pensierosa mentre considerava quello che Lauren le aveva detto al telefono. Quindi..forse è meglio se giochiamo a unicorni e draghi dopo." Disse. "Mamma fa sempre finta di essere l'unicorno, ma non c'è adesso..quindi..non ne abbiamo uno." Finì incontrando gli occhi nocciola della madre.

"Perché non fai tu l'unicorno?" Suggerì Camila.

"Non posso fare l'unicorno perché mamma mi ha detto che sono un drago." Disse Daniela.

"Però tu non sei solo un drago." Disse Camila prendendo l'ormai vuoto piatto e il bicchiere per portarli al lavandino. "Sei entrambi."

"Entrambi?" Chiese la più piccola confusa.

"Si." Confermò Camila tornando verso lo sgabello dopo aver lasciato le cose nel lavandino. "Sei in parte drago e in parte unicorno quindi.." Disse sporgendosi in avanti. "Puoi essere qualsiasi cosa tu voglia."

"Ok." Disse Daniela felice scendendo dallo sgabello per correre intorno al bancone e prendere la mano di Camila, tirandola sorridendo. "Io farò l'unicorno e tu farai il drago."

"Va bene." Disse Camila permettendo che la figlia la guidasse fuori dalla cucina per giocare.

Quattro ore dopo, quando il drago fu ormai stanco dalle numerose avventure e del nascondersi in una caverna costruita con coperte nell'angolo del salotto, il telefono di casa suonò dal corridoio. Camila sporse la testa dal fortino improvvisato per andare a rispondere, solo per poi scoprire che era stata battuta sul tempo da una Daniela molto più agile.

"Ciao mamma!" Sentì la voce di Daniela che esclamava dall'altra parte del muro che separava la sala dal corridoio.

Camila gattonò fuori dal nascondiglio e si alzò con difficoltà, una mano appoggiata istintivamente sulla pancia mentre appoggiava l'altra sul divano per fare leva così da potersi alzare.

"Sono decisamente troppo incinta per questo genere di cose." Mormorò incamminandosi lentamente fuori dalla stanza per raggiungere la figlia.

"È mamma!" Gridò la bambina quando vide Camila.

Stava saltellando su e giù dalla felicità, il telefono tenuto sull'orecchio con entrambe le mani.

"Vuole parlare con te!" Disse Daniela porgendo il telefono verso Camila. "Ha detto che sta tornando a casa."

"Grazie." Disse Camila prendendo il telefono per portarlo all'orecchio. "Hey." Disse, i suoi occhi si abbassarono su Daniela che la stava osservando con un enorme sorriso, evidentemente felice di vedere Lauren.

"Hey tesoro." Disse Lauren. "Perché non hai risposto al cellulare?"

"È in cucina e non l'ho sentito." Le disse sinceramente. "Io e Daniela stavamo giocando a unicorni e draghi in salotto.."

"Cosa? Senza di me?" Chiese Lauren facendo finta di essere offesa. "Chi era l'unicorno?"

"Daniela." Le disse Camila.

"Daniela di solito è il drago." Disse Lauren ridendo.

"Si beh tu non c'eri e lei è tanto drago quanto unicorno." Le ricordò Camila. "È così che volevi, ricordi? Non è questa la ragione per cui sono io quella che soffre di caviglie gonfie e dolori alla schiena in questo momento e non tu?"

"Lo volevamo entrambi così tesoro." Disse Lauren. "Inoltre, sai che farei volentieri a cambio con te ma sfortunatamente non hai un fratello, ne tanto meno uno così fantastico da voler essere donatore per noi."

"L'unica volta in vita mia in cui ho desiderato avere un fratello invece di una sorella fu quando stavo per partorire Daniela." Rise Camila. "È inoltre l'unica volta in cui ho odiato Chris.."

"Zio Chris?" Chiese Daniela riuscendo a capire il nome ma non il contesto della conversazione.

"Si piccola.." Disse Camila posando una mano sopra la testa di Daniela.

"Glielo ricorderò la prossima volta che lo vedo." Rise Lauren prima di continuare. "Senti piccola, la ragione per cui ho chiamato è che sto tornando dall'ospedale e non dovrei metterci molto prima di essere a casa." Disse Lauren cambiando argomento sulla ragione per cui aveva chiamato.

"Stai bene?" Chiese Camila sentendo il tono nascosto nella voce di Lauren. "Com'è andata?" Chiese mentre accarezzava i capelli della figlia.

"È stato orribile come puoi immaginare." Rispose Lauren sinceramente, sospirando. "È sconvolta. Credo ci vorrà un po' prima che possa pensare alla riabilitazione di nuovo ma voglio che provi a spostarsi sulla sedia a rotelle il prima possibile. Prima riuscirà a mettersi sopra e a scendere dalla sedia meglio sarà e avrà inoltre più indipendenza. Spero che la aiuterà ad andare avanti.." Si interruppe perché la voce le si bloccò in gola.

"Mi dispiace." Disse Camila sinceramente sapendo quanto Lauren aveva a cuore i suoi pazienti. "Posso fare qualcosa?" Chiese.

"No, però grazie." Le disse apprezzando l'offerta.

"Quindi..stai guidando adesso?" Chiese nervosamente, collegando il fatto la ragione per cui la paziente di Lauren era stata coinvolta nell'incidente era risultato dal fatto che il padre stesse parlando al cellulare.

"Non ti preoccupare sto usando il Blietooth." La rassicurò Lauren immediatamente capendo le preoccupazioni di Camila.

"Oh bene." Sospirò Camila sollevata. "Vuoi che ti preparo un bagno o qualcos'altro per quando torni? Potrebbe aiutarti a rilassarti vista la giornata stressante."

"Beh, questo dipende.." Disse Lauren.

"Da cosa?" Chiese Camila senza capire l'insinuazione.

"Se ci sarai tu o meno ad aspettarmi nella vasca." Rispose Lauren e Camila rise.

"Fidati, tu non vuoi fare il bagno con me in questo momento. Sono tipo una balena spiaggiata."
"Credo che dovrei essere io quella che deve giudicarlo, non credi?"

"Va bene Capitano Achab, ma poi non dire che non ti avevo avvisata." Scherzò.

"Moby Dick, giusto?" Chiese Lauren.

"Corretto." Disse Camila abbassando lo sguardo a Daniela che la stava ancora fissando, chiaramente persa nella conversazione. "Quindi, quanto ci metterai ad arrivare qui?"

"Non molto." Rispose Lauren appena prima di sentire un leggero colpo in direzione della porta.

Camila sorrise e si incamminò verso di essa, con la mano libera si spostò sulla la maniglia ma si fermò a qualche centimetro da essa.

"Aspetta un momento, non hai le chiavi?" Scherzò Camila e potè sentire Lauren ridere dall'altra parte.

"Le ho perse." Le disse.

"Questo non è un mio problema però." Disse Camila. "Dovresti essere più attenta.."

"Oh andiamo, fammi entrare." La interruppe Lauren. "Ho avuto una pessima giornata e ti ho portato qualcosa." Disse Lauren, il tono graffiante della sua voce tentava la moglie.

"È qualcosa di bello?" Chiese abboccando all'amo.

"Credo che sia abbastanza bello..ma..potrei sempre darlo a qualcun altro se non ti interessa."

"Perché non lo fai scivolare sotto la porta e io deciderò se vale o no abbastanza per farti entrare." Suggerì Camila.

"Non credo che possa passare sotto la porta." Disse Lauren.

"Ok, aspetta un momento che devo discutere con la mia coinquilina." Disse Camila a Lauren prima di girarsi verso Daniela incontrando i suoi occhi. "Cosa ne pensi Daniela? Dovremmo far entrare mamma?" Chiese con fare cospiratorio e Daniela annuì sorridendo a trentadue denti.

Camila abbassò la maniglia e aprì la porta alla risposta della figlia, il suo viso si illuminò come vide Lauren con un cucciolo di golden retriever che si muoveva intorno ai suoi piedi.

"Guarda mamma! È un cucciolo!" Esclamò Daniela correndo verso il cane per accarezzarlo.

"Buon sesto anniversario." Disse Lauren alla moglie come abbassò il telefono dall'orecchio per metterlo in tasca.

Camila fece un passo verso Lauren e la baciò prima di stringerla in un abbraccio imbarazzante, il suo addome gonfio creava qualche difficoltà.

"Non riesco a crederci che siamo sposate da sei anni." Disse Camila incredula lasciando andare Lauren mentre Daniela si sedeva a terra per accarezzare il cucciolo ai piedi della madre.

"SI, beh io non riesco a credere che siamo insieme da sedici anni." Disse Lauren. "Sai..senza contare quei diciotto mesi." Aggiunse riferendosi alla loro separazione durante il secondo anno di college.

"Non riesco a crederci che tu mi abbia preso un altro cucciolo." Disse Camila abbaassando lo sguardo verso il cucciolo che stava leccando il viso alla figlia.

Lauren diede a Camila il collare così che potesse prendere in braccio la figlia.

"Sei davvero uscita adesso per prenderlo o..cosa?" Chiese la donna dagli occhi scuri divertita.

"Tecnicamente, l'avevo affidato a Normani per prendersene cura." Disse Lauren alzando Daaniela al cielo prima di baciarla sulla guancia salutandola, la bambina si sistemò sui fianchi della madre prima di avvolgere le braccia intorno al suo collo felice. "Mi sono fermata al suo appartamento mentre tornavo a casa per prenderlo. So quanto ti manca Jasper.."

"Lauren.." Disse Camila ma Lauren la interruppe prima che potesse iniziare ad obbiettare.

"So che non volevi prendere un altro cane dopo che lui è morto perché avevamo appena avuto Daniela ma..lei adesso è grande e.."

"Pensi davvero che questa sia una buona idea?" Disse Camila facendo la voce della ragione. "Voglio dire, lo amo già." Disse abbassandosi così che potesse prendere in braccio il cucciolo. "È un regalo fantastico ma, abbiamo già questo piccolo mostro che corre in giro per la casa e ne sta per arrivare un altro. Non credi che siamo già abbastanza impegnate?"

"Tu non sei un piccolo mostro non è vero?" Chiese Lauren alla bambina nelle sue braccia che stava già scuotendo la testa in risposta. "Tu lo vuoi tenere, vero?"

"Ti preeeego." Implorò Daniela facendo gli occhioni verso Camila che stava scuotendo la testa per la tattica di Lauren.

"Questo non è giusto." Si lamentò Camila facendo un passo in casa con il cane in braccio.

Lauren la seguì con Daniela ancora in braccio e chiuse la porta dietro di lei con il piede.

"Ora sai esattamente cosa ho dovuto sopportare tutti questi anni che siamo state insieme."

Camila la guardò male prima di appoggiare il telefono sul tavolino in corridoio.

"Immagino che se dovessimo tenerlo dovremmo dargli un nome." Disse Camila; segretamente felice di cedere al volere della moglie e della figlia.

Lauren fece l'occhiolino a Camila e le sorrise.

"Cosa ne pensi Daniela?" Chiese Camila avvicinando il cucciolo alla bambina così che potesse accarezzarlo delicatamente. "Come dovremmo chiamarlo?"

"Possiamo chiamarlo Buddy?" Chiese e Camila incontrò lo sguardo di Lauren.

"Buddy mi sembra un gran bel nome." Disse Lauren e Camila annuì con la testa.

"Allora Buddy sia." Disse Camila sorridendo prima di avvicinarsi per baciare Lauren sulle labbra. "Grazie." Disse. "Lo adoro."

"Sapevo ti sarebbe piaciuto." Rispose Lauren spostando la figlia per poter baciare di nuovo Camila.

Quando si separarono Lauren notò un enorme sorriso sul viso di Daniela.

"Cos'hai da sorridere?" Chiese Lauren.

"Niente." Rispose Daniela sorridendo ancora mentre guardava i genitori.

"Niente?" Disse Lauren facendo il solletico sulla pancia della bambina facendola muovere nelle sue braccia nel tentativo di scappare.

Lauren abbassò Daniela sul pavimento e lei scappò via rapidamente, spingendo Lauren a seguirla, Camila le osservò mentre sparivano nella stanza di Daniela. Scosse la testa, con la mano accarezzava ancora il cucciolo che teneva in braccio.

"Ho uno strano presentimento che tu sarai l'ultimo dei miei problemi." Disse al cucciolo.

Un ora dopo quando Buddy si fu ormai abituato alla sua nuova casa, Daniela fu messa a letto e sia Lauren che Camila si erano godute un bicchiere di vino con del cibo d'asporto dal loro ristorante preferito, le due donne rimasero sedute sul divano. Camila era sdraiata sulla schiena con la testa sulle gambe di Lauren, la musica che suonava in sottofondo dalle casse riempiva la stanza. Lauren stava guardando sua moglie, con le dita le accarezzava delicatamente la cicatrice che era ancora visibile sulla fronte, l'abitudine non era passata nonostante tutti gli anni passati insieme.

"Sono felice che non siamo uscite stasera." Disse Lauren.

"Anche io." Disse Camila accarezzando il braccio di Lauren.

Lauren smise di accarezzare la piccola imperfezione che aveva sulla fronte per postare la mano sulla pancia di Camila, sorridendo quando sentì il bambino scalciare.

"Magari il bambino sta cercando di scappare." Rise sporgendosi per baciare delicatamente la pancia di Camila. "Assomiglia definitivamente a te se è così impaziente."

"Non sono impaziente." Si lamentò Camila.

"Ti prego." Disse Lauren alzando gli occhi al cielo. "Daniela era appena un giorno in ritardo e tu stavi già facendo qualsiasi cosa per indurre il travaglio."

"Non vedevo l'ora!" Ammise. "Fammi causa, ok? Non potevo farci niente. L'avevo già incubata per nove mesi. Voglio dire, cosa aspettava?"

"Non ne ho idea." Confessò. "Io non vedevo l'ora di incontrarti." Disse accarezzando di nuovo la cicatrice di Camila.

Camila prese la mano della moglie nella sua, il piccolo punto e virgola tatuato all'interno del suo polso provava una distrazione dalle cicatrici dovute all'auto-lesionismo nellaa sua adolescenza. Camila aveva scelto quel disegno per due raagioni; la prima era perché amava la letteratura ma, ancora più importante, era perché le ricordava che quando poteva finire la sua vita, come un autore può finire una frase, non l'ha fatto. Aveva preso la decisione di non farlo e aveva deciso di continuare, come l'autore.

"Sai, ho trovato il mio diario oggi." Disse Camila a Lauren dopo il velato riferimento al passato. "Non sapevo l'avessi tenuto."

"Significa troppo per me per buttarlo." Disse Lauren sinceramente, mentre tracciava il tatuaggio sul polso di Camila. "Lo leggo ancora ogni tanto quando mi sento nostalgica."

"Nostalgica? Dei 'bei vecchi giorni'?" Chiese Camila sorridendo.

"Sai cosa voglio dire Camz." Disse la donna dagli occhi verdi alzando gli occhi al cielo. "È stato il nostro inizio e credo che sia bello ricordare dove abbiamo iniziato. Mi aiuta a ricordare quanta strada abbiamo fatto da allora."
"Beh in futuro non dovrai limitarti a leggere quello." Disse Camila.

"Stai davvero dicendo quello che penso tu stia dicendo?" Chiese Lauren mentre un enorme sorriso le appariva sul volto.

"L'ho finalmente finito." Disse Camila facendo fatica ad alzarsi.

Lauren aiutò la moglie a mettersi in piedi e Camila incontrò i suoi occhi verdi prima di continuare.

"Volevo che fosse il tuo regalo di anniversario." Le disse. "Pensavo fosse poetico, sai, visto che l'abbiamo scritto insieme e tutto."

"Tu l'hai scritto." Disse Lauren. "Io non posso prendermi il merito di questo."

"Potrebbero anche essere le mie parole Lauren ma un sacco di quello che c'è dentro sono tuoi ricordi, non miei." Ammise Camila. "Io faccio fatica a ricordarne molti, soprattutto all'inizio di tutto. Avevo bisogno del tuo aiuto per riempire gli spazi per me."

"In effetti hai sempre voluto che lo scrivessimo insieme." Disse Lauren sorridendo.

"Vuoi vederlo?" Chiese Camila.

Aveva tenuto il manoscritto finale nascosto fino ad adesso, non volendo che la moglie lo vedesse o leggesse quello che avevo scritto prima che fosse completato e perfetto.

"Ovviamente." Rispose Lauren come Camila si alzò e sporse la mano così che la donna dagli occhi verdi.

Lauren fece come silenziosamente le era stato chiesto e prese la mano di Camila. La moglie la guidò verso lo studio e la fece sedere sulla sedia prima di spostare il mouse per accendere il computer.

"I pensieri incompleti di una pazza? Davvero Camz?" Rise Lauren leggendo il titolo sulla pagina.

"È un tutolo che funziona." Disse Camila divertita dalla reazione di Lauren. "Non credo che tu possa pensare ad un titolo migliore."
Lauren studiò l'anello sul suo dito e si ricordò le parole incise al suo interno.

"Un mare calmo non ha mai creato marinai esperti?" Disse, ma lo sguardo sul suo viso mentre lo diceva era abbastanza a convincere Camila che a Lauren non piaceva il suggerimento tanto quanto a lei. "Niente, lascia perdere." Disse la donna dagli occhi verdi agitando la mano davanti a lei prima di far scorrere le pagine davanti a lei, cercando qualche tipo di ispirazione.

SI fermò quando una parte del testo attirò la sua attenzione, era una conversazione che aveva avuto con sua madre che Camila aveva riscritto sulla pagina, sentì le lacrime arrivarle agli occhi al ricordo della donna che aveva perso.

"Dove stai leggendo?" Chiese Camila notando gli occhi umidi della moglie.

"Questo pezzo." Disse Lauren indicando lo schermo.

"La vita è così Lauren. È una serie di prove e tormenti. Ne supererai uno solo per scoprire che dovrai affrontarne un altro. Le persone si ammalano, le cose brutte accadono, è inevitabile, ma se continui ad aspettare che arrivino delle difficoltà, se continui a preoccuparti..che tipo di vita pensi di avere? Non ti godrai mai le cose positive; non le apprezzerai mai davvero se continui ad aspettare il peggio."

Camila avvolse un braccio intorno al collo di Lauren per consolarla dopo aver visto il contenuto della pagina e Lauren posò una mano su di esso.

"Me lo ricordo." Disse Lauren. "Ero arrabbiata con lei perché mi aveva impedito di vederti..ma quello che aveva detto era giusto."

"Quindi a cosa stai pensando?" Chiese Camila stringendo Lauren nelle sua braccia.

"Penso che il nostro terzo anno di superiori è stato pieno di alti e bassi." Disse Lauren alzando lo sguardo verso la moglie. "Quindi, penso che dovresti chiamare il tuo libro come qualcosa che rappresenti questo."
"Tipo?" Chiese Camila leggendo le parole di Clara ancora una volta.

"Trials and Tribulations." Rispose Lauren.

Camila guardò lo schermo per un momento e si sporse su Lauren per tornare alla prima pagina, cancellò il titolo precedente e lo sostituì il vecchio con quello appena trovato. Ci pensò per un momento ma poi sorrise soddisfatta.

"Trials and Tribulations." Disse con ammirazione. "Credo che sia il titolo perfetto."

Camila ridusse lo spazio tra il titolo e il nome dell'autore e Lauren rise, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano come lo vide.

"Mi piace lo pseudonimo." Rise, i suoi occhi ancora umidi ma apprezzando comunque la distrazione dai pensieri della madre.

"C.L. Cameron?" Chiese Camila e Lauren annuì.

"Camila, Lauren, Camren, giusto?" Chiese Lauren.

"Si." Confermò Camila.

"Dinah impazzirà per questa cosa."
"A dire la verità è stata sua l'idea." Disse Camila alla moglie.

"Perché la cosa non mi sorprende?" Disse Lauren prima di scorrere le pagine fino ad arrivare ai ringraziamenti. "Dallas lo sa che hai incluso anche lei in questo?" Chiese dopo aver letto il riconoscimento che Camila aveva dato alla professoressa.

"Gliel'ho fatto vedere settimana scorsa quando l'ho incontrata per pranzo." Rispose Camila.

"Lo sa che tutto questa piccola impresa è colpa sua vero?" Disse Lauren alla moglie. "Ha continuato a farti pressioni per scrivere.."

"Si, ma..sei tu quella che mi ha veramente ispirato." Disse Camila.

Lauren sorrise a Camila e le strinse la mano prima di riportare l'attenzione allo schermo. Guardò il documento, il suo cuore saltò di gioia ai ricordi che uscivano da quelle pagine, le lacrime tornarono nei suoi occhi alla vista di entrambi i loro nomi sparsi ovunque in bianco e nero.

"Non hai cambiato nessuno dei nomi." Disse Lauren, la sua voce piena di emozione. "Pensavo avessi detto che avresti cambiato.."

"Si beh, una persona saggia una volta mi ha detto di non far passare il mio lavoro come finzione." Rispose Camila asciugando gli occhi di Lauren con il pollice prima di prendere il mouse per tornare alla pagina dove le parole 'Basato su una storia vera' erano scritte. "Voglio che persone credano in amore come il nostro." Disse. "Voglio che le persone credano che un giorno troveranno qualcuno che le faccia sentire come tu mi fai sentire. Voglio che credano nel lieto fine e capiscano l'importanza della perseveranza. Non voglio che perdano la speranza. Voglio che realizzino che possono perdere qualcosa di così incredibile se lo fanno. Voglio che leggano la nostra storia e capiscano che alla fine tutto migliore. Ogni storia ha centinaia di lieti fini al suo interno Lauren. È solo che certe volte l'autore continua a scrivere finchè non ne può avere altri, finchè c'è solo una fine possibile."

"Non ci credo davvero." Disse Lauren. "Non più almeno. Ora tu credi che ogni storia abbia un lieto fine. Tu credi solo che certe volte non è sempre possibile vederlo."
"Si." Disse Camila. "Però tu no. Tu hai sempre detto che la morte è la fine della storia di tutti."

"Allora tu cosa pensi che sia la morte?" Chiese Lauren intrigata.

"Credo che probabilmente sia l'inizio di un altro capitolo." Rispose Camila. "Mi piace pensare che è solo una storia che nessuna persona in vita abbia ancora avuto l'opportunità di leggere."

"Penso che sarebbe incredibile se fosse vero." Disse Lauren in risposta.

"Credo che alla fine un giorno penserai anche tu che sia così." Disse Camila.

"Forse." Disse Lauren prima di scorrere fino all'ultima pagina del documento.

"È qui che hai deciso di finire? Dopo il nostro anno di superiori?" Disse Lauren sorridendo. "E il college?"

"Vuoi dire l'era del sesso, droga e rock and roll?" Chiese alla moglie alzando un sopracciglio. "Quella è tutta un'altra storia, una che preferirei non ricordare al momento." Disse indicando lo schermo del computer. "Mi ci è voluto molto per accettare di rivivere questa tempesta di emozioni. Non credo che potrei gestire il dover tornare al casino che è stata la tua missione di auto-distruzione piena di alcool."

"Hey, alla fine ne sono uscita." Le ricordò Lauren.

"Si, dopo un'orrenda rottura e cosa? Un milione di storie di una notte dopo?" Rise Camila ora molto più tranquilla di parlare di quello che era successo allora.

"Non erano un milione." Disse Lauren. "Inoltre, era solo sesso. Non è che provassi qualcosa per quelle persone..a differenza tua.."

"Non fare la gelosa." Disse la donna dagli occhi marroni sorridendo. "Sei stata tu a rompere con me, ricordi?"

"Non ho idea di cosa avessi in mente, ok?" Disse Lauren. "Ero una cazzo di idiota."

"Su questa cosa non ho da ridire." Disse Camila. "Sai che non tenevo a loro tanto quanto tenevo a te però." Disse sinceramente posando una mano sulla testa di Lauren prima di baciarla in fronte. "Ho solo amato una persona in vita mia Lauren, è stata e sempre sarai tu."

Lauren si alzò e strinse Camila tra le sue braccia.

"Ti amo." Dichiarò Lauren baciandola. "Grazie per averlo scritto." Disse baciandola di nuovo per poi incontrare i suoi occhi scuri. "So quanto tu abbia lavorato sodo e non vedo l'ora di leggerlo come si deve. È davvero un bellissimo regalo di anniversario."

"Lo puoi leggere quando vuoi." Le disse Camila. "ma, non lo manderò all'editore fino a settimana prossima quindi ci vorrà un po' prima che tu possa avere la copia stampata."

"Beh quando sarà pubblicato ne comprerò decisamente una copia." Le disse Lauren. "Voglio avere la prima edizione firmata. Probabilmente varrà un sacco di soldi un giorno."

"Ne dubito." Rise Camila prima di aprire il cassetto della scrivania per prendere un bigliettino. "Buon anniversario." Disse porgendolo a Lauren.

"Un altro fatto a mano?" Chiese prima di aprire il bigliettino.

"È tradizione." Disse Camila sorridendo.

Lauren prese il bigliettino e sorrise quando vide due anelli incatenati disegnati a mano con scritto sopra "Buon Anniversario", scritto da Camila con la sua ancora pessima calligrafia.

"Conviene che mi sieda?" Chiese Lauren sapendo quanto fossero lunghi i precedenti biglietti che la moglie le aveva scritto, non importava che fossero per l'anniversario, il compleanno, San Valentino o Natale.

"No; questa volta no." Rispose Camila mentre Lauren apriva il bigliettino per leggere quello che c'era scritto al suo interno.

"Ti amo."

Lauren sorrise alla vista di quella breve scritta, alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Camila.

"Tutto qui? Solo due parole.."

"Tra tutte le cose cose che ti ho sempre detto o scritto queste sono le uniche due parole più importanti di tutte."

Lauren sentì le lacrime formarsi nei suoi occhi alle parole di Camila e realizzò che dopo tutti questi anni erano ancora in grado di farla commuovere, che sua moglie potesse prendere un pensiero così semplice e trasformarlo nel sentimento più poetico. Il dono di Camila con le parole era qualcosa che non poteva essere insegnato. Era istintivo. Le sue parole arrivavano da qualcosa di profondo dentro di lei. Non le pianificava, uscivano naturali.

Le parole di Camila erano naturalmente belle.

Come lei.

Ispiravano.

Proprio come lei.

Le parole di Camila erano tutto per Lauren.

Proprio come lo era lei..

-----------------

Doveva piovere.

Ma non era così.

I cieli dovevano essere grigi e il tempo nero, come il suo umore.

Ma non era così.

Invece il sole splendeva in un cielo senza nuvole e l'aria era tiepida e invitante sulla pelle mentre stava in piedi sul portico della casa al mare che condividevano. I suoi occhi erano fissi sull'oceano davanti a lei, ammiravano la vista e il modo in cui le onde calme toccavano la spiaggia. Poteva sentire gli uccelli cantare nel cielo e le ricordava di ogni volta in cui erano rimaste sedute in quel punto preciso a guardare il giorno diventare notte. Questa era la casa che avevano costruito insieme e dove erano cresciuti i loro figli, dove avevano condiviso il loro amore per la spiaggia e la sensazione della sabbia calda sotto i piedi.

Quindi no, il tempo non era uguale all'umore di Lauren alla fine. Infatti non era per nulla vicino alla rappresentazione di come si sentiva. Però, nonostante tutto, Lauren pensò che, viste le circostanze, era quasi un perfetto tributo a sua moglie perché Camila, beh, le avrebbe amato una giornata bella come questa.

"Mamma." Una voce profonda e piena d'amore risuonò dietro Lauren. "La macchina è qui." Le disse mentre appoggiava una mano sulla sua spalla. "Ci sta aspettando fuori."

"Ok Luke." Disse Lauren stringendo ancora più forte al petto il libro che teneva tra le mani. "Arrivo tra un momento."

"Daniela ha chiamato." Disse con voce triste. "Lei arriverò direttamente alla chiesa con Paul e i bambini." Disse a sua madre.

"Lauren finalmente si girò verso il figlio e incontrò i suoi occhi color nocciola, il colore le ricordò quelli di cui si era innamorata anni fa.

"Va bene." Disse.

"È uno dei libri di mamma?" Chiese notando l'oggetto.

"Si." Rispose Lauren porgendoglielo. "È stato il suo primo."

"Non l'ho mai letto questo." Disse. "Ha sempre detto che non era appropriato per me o Daniela."

"Probabilmente aveva ragione." Rise Lauren ricordandosi alcune parti.

"Mi ricordo che quando eravamo piccoli le piaceva leggerci storie." Commentò osservando la copertina usurata prima di restituirlo a Lauren.

"Amava leggervi le storie." Rispose, perché era la verità.

Una delle cose che Camila aveva amato di più sull'essere una mamma era vedere il modo in cui il viso dei suoi figli si illuminava di meraviglia per le storie che raccontava, il modo in cui le loro espressioni cambiavano in base a quello che stava succedendo nella favola, il modo in cui ridevano quando succedeva qualcosa di divertente o la abbracciavano quando erano spaventati. Era esattamente la stessa cosa che provava Lauren quando si sedeva e guardava Camila leggere.

"I suoi racconti erano sempre i più belli." Disse Luke a bassa voce.

Lauren annuì con la testa e Luke si sporse per baciarla sulla guancia, spostando una ciocca di lunghi capelli grigi dal viso per poterlo fare.

"Ti aspetto fuori." Disse, dandole del tempo per prepararsi.

"Grazie." Disse.

Luke la baciò di nuovo delicatamente sulla fronte prima di tornare in casa per lasciarla sola ancora una volta.

Una volta che vide che il figlio era andato via, Lauren cedette al piccolo singhiozzo che stava disperatamente cercando di sopprimere e portò le mani sul viso per coprirsi la bocca, come se si vergognasse che fosse uscito dalle sue labbra. Sapeva che questo giorno sarebbe arrivato, lo sapevano entrambe, ma comunque non alleggeriva il peso sul suo petto o la devastazione nel suo cuore. Non rendeva la sua perdita più facile da sopportare perché la realtà era che Camila se n'era andata e ora era da sola, senza l'unica persona che era in grado di confortarla da una disperazione di questa grandezza.

Camila stava dormendo quando è successo. Si è addormentata sulla sua sedia sul portico e non si è più svegliata. Lauren non poteva che esserne grata. L'ultima cosa che voleva fosse la consapevolezza che Camila aveva sofferto perché, nonostante le loro battute, lei non aveva mai perso lucidità e Lauren non poteva sopportare l'idea che Camila sapesse quello che stava accadendo nel momento del suo ultimo respiro.

I dottori dissero che il suo cuore aveva ceduto. Che i due attacchi di cuore di cui aveva sofferto in passato avessero l'avessero danneggiato troppo. Nessuno capiva che adesso, senza Camila, il suo cuore era quasi nello stesso stato.

Camila aveva sempre detto che il suo cuore avrebbe ceduto alla fine. Aveva avuto così tanti problemi nel corso degli anni che aveva sempre incoraggiato Lauren a scommettere dei soldi così per poter fare su un bel gruzzolo per una bella vacanza in un posto caldo ed esotico, un posto con le spiagge bianche e mari cristallini. Camila non sapeva che Lauren non voleva andare in un posto del genere senza di lei.

Lauren si ricordò il primo attacco di cuore di Camila quando aveva solo quarant'anni. Si ricordava di essere così preoccupata per sua moglie che faceva fatica a funzionare ma Camila era sopravvissuta. Lauren riuscì a sorridere come si ricordò con chiarezza il sorriso sul viso di Camila quando entrò nella stanza di ospedale e la trovò viva.

"Non credevi davvero di poterti sbarazzare di me così facilmente, vero?" Chiese con tono stanco e Lauren era scoppiata a piangere sul posto.

Il secondo attacco di cuore aveva colpito Camila con più forza. Era più anziana, sessantacinque, ma nonostante l'avesse messa ko per qualche settimana, era riuscita a sopravvivere anche a quello, il suo cuore era decisamente più debole ma batteva comunque, combatteva come aveva sempre fatto, come lei aveva sempre fatto.

Camila era sempre stata una guerriera, al picco della sua forza, anche se molte volte non lo credeva. Aveva combattuto per ottantanove anni ma, alla fine, tutti arrivano al limite e Camila aveva ceduto.

Lauren si ricordò che dopo il secondo attacco di cuore, o in realtà, la terza volta che aveva sfiorato la morte, Camila le aveva detto che magari avrebbe fatto qualcosa di imprevedibile, che magari avrebbe sorpreso Lauren un'ultima volta e morire in modo strano tipo soffocata da un'aletta di pollo. Lauren quella volta aveva riso, non era stata in grado di trattenere la risata, lo sguardo fiero che aveva Camila sul viso dopo la sua pessima battuta l'aveva fatta ridere ancora di più.

Ora però non rideva perché Camila non c'era più e i suoi scherzi che una volta la facevano ridere fino a farle venire mal di pancia erano cessati, non li avrebbe più sentiti.

Lauren spostò l'attenzione sul libro nelle sue mani, i suoi occhi si spostarono lungo la copertina per un momento prima di aprirlo, le sue dita tracciarono le parole al suo interno.

Camila era riuscita a scrivere diversi libri dopo questo. Infatti ne aveva scritti quasi quattordici in totale. Il primo però sarebbe sempre stato il preferito di Lauren. Era dove tutto era iniziato; dove tutto era cambiato. Il primo libro di Camila era la storia che aveva dettato l'inizio del resto delle loro vite insieme e, indipendentemente da tutto quello che succederà, sarà sempre il più importante. Senza questa storia non ce ne sarebbero state altre. Senza questa storia Lauren non si troverebbe dov'è adesso, mentre disperatamente cercava di farsi venire in mente abbastanza speciali per descrivere sua moglie e quanto fosse incredibile.

Camila si era sempre preoccupata di quello che si sarebbe lasciata alle spalle una volta andata. Aveva sempre avuto questa paura irrazionale di venire dimenticata, il segno che avrebbe lasciato sul mondo non sarebbe stato abbastanza grande per avere un impatto. Se solo potesse vedere il vuoto che la sua morte aveva lasciato nella vita della sua famiglia e nei suoi amici allora saprebbe il grande impatto che aveva avuto, come il suo amore aveva lasciato un segno sul mondo che sarebbe continuato anche nelle generazioni successive della sua famiglia. Presto avrebbe dovuto raggiungere gli altri in chiesa, quattro generazione della sua famiglia unite insieme sotto un tetto per dire addio ad un angelo.

Lauren guardò il libro aperto nelle sue mani e si ricordò vivamente l'esperienza che c'era scritta nella pagina davanti a lei. Era stato prima del ballo d'inverno, quando lei e Camila erano rimaste sedute sul letto nella casa di Normani e avevano parlato tutta la notte di tutto e niente. Quella è stata la notte in cui Lauren aveva detto per la prima volta a Camila che considerava l'idea di diventare una scrittrice, allora non poteva sapere l'ironia delle sue parole, perché allora non sapeva del dono di Camila con le parole, non sapeva nemmeno che Camila l'avrebbe ispirata a seguire una strada completamente diversa.

"Mamma." Disse Luke di nuovo, suo figlio era tornato a cercarla. "Stai bene?"

Voleva dire no, ma non poteva. Non poteva perché si ricordava un'alta conversazione che aveva avuto con Camila quella notte, una che avevano ripetuto una serie di volte durante il corso della loro vita insieme. Si ricordò come aveva detto a Camila che credeva che la morte fosse la fine della storia di tutti noi; si ricordò di come Camila rifiutava questa idea, come credeva che la morte non fosse la fine della propria storia ma l'inizio di una che doveva essere ancora scritta. Camila credeva ci fosse qualcosa dopo la morte. Credeva che se ami qualcuno allora nemmeno la morte può divedervi. Agli occhi di Camila, la morte era una transizione che tutti dovevano affrontare prima o poi. Camila credeva che quando quelli a cui tieni fanno quel viaggio allora è inevitabile che tu li riveda di nuovo.

Dopo tutti gli anni passati insieme, Camila era riuscita a convincere Lauren di questo.

"Si." Rispose Lauren girandosi verso il figlio e sorridendogli al conforto che prese da questa consapevolezza.

Abbassò di nuovo lo sguardo sul libro nelle sue mani e lo aprì all'ultima pagina, lì trovò un foglio di carta piegato nascosto con il suo nome scritto sopra.

Luke chiuse la distanza tra di loro e prese il libro dalle sue mani così che potesse aprirlo, dietro le spalle della madre lesse anche lui la lettera.

"Lauren,

Sto scrivendo questa nella speranza che tu non inizi una gita nel viale dei ricordi troppo presto perché la mia intenzione è che tu lo trovi solo dopo la mia morte. Ho scommesso che magari avresti voluto rivedere dov'era iniziato tutto e se stai leggendo questo allora sono felice di aver avuto ragione. È bello sapere che cerchi ancora conforto nelle mie parole, anche se non ho mai veramente capito il motivo per cui le apprezzavi così tanto.

Se me ne sono andata allora vuol dire che il mio cuore ha ceduto, non ho mai pensato che un'aletta di pollo potesse essere responsabile per la mia dipartita ma la risata che ti ha fatto uscire dalle labbra allora ne è valsa la pena che lo dicessi.

Lauren, ti prego ricordati della promessa che mi hai fatto una volta. Dissi che avresti raccontato alle persone di me un giorno e io voglio che tu la mantenga adesso. Non essere triste che me ne sono andata, non pensare ai nostri ricordi con dolore ma con felicità. Ricordati che io non me ne sono mai veramente andata, non finché mi tieni nel tuo cuore. Se non c'è altro che ti ricordi allora ricordati questo. Io esisto ancora perché ci sei tu e questa separazione prima o poi sparirà.

Goditi il tempo che hai ancora con la nostra famiglia e non ti preoccupare se pensi di non essere abbastanza forte per sopravvivere il resto di questo viaggio senza di me perché lo sei, sei forte. Questa è solo un'altra tempesta Lauren e tu ormai sei un'esperta a navigarle.

Non so dove finirò adesso ma so che ovunque sia sarà bellissimo, perché la bellezza è nell'occhio di chi vede e tu mi hai insegnato a vedere la bellezza in tutto.

Ricordati che ti amo Lauren e non vedo l'ora di vederti di nuovo, di iniziare un'altra storia migliore dell'ultima.

Un mare calmo non ha mai creato navigatori esperti vero? Allora il mare non è rimasto calmo per molto. Spesso tornava ad essere turbolento. Il mare può non essere sempre stato idilliaco nel nostro viaggio ma è stata una gran bella avventura e io sono grata che siamo state in grado di affrontarla insieme.

Non ti tratterrò ancora molto Lauren perché so quanto io possa dilungarmi. Voglio solo dire un'ultima cosa: stavo leggendo questa storia prima di scrivere questa lettera e ho pensato di finire con le ultime parole che ti ho detto dopo il nostro primo incontro nel corridoio.

Quindi, 'Ciao Lauren..magari ci vediamo in giro.'"

Luke avvolse le braccia intorno alle spalle della madre e lei nascose il viso contro il suo petto, smise di combattere le lacrime ma decise di cavalcare quest'onda come il marinaio esperto che era diventata. Lui la guidò verso la casa e insieme si diressero verso la macchina dove Luke la aiutò ad entrare. Lui rimase accanto a lei durante tutto il tragitto verso la chiesa, la sua mano sopra quella della madre mentre il libro di Camila rimaneva aperto nell'altra.

Lauren sapeva cosa avrebbe detto su Camila, nel profondo pensava di averlo sempre saputo.

C'erano così tante incredibili parole che Lauren poteva dire di sua moglie, ma nessuna di esse sarebbe mai stata in grado di arrivare al livello dell'eloquente elogio che lei avrebbe ricevuto se i ruoli fossero stati invertiti.

Lauren sapeva esattamente quello che avrebbe detto ed era così semplice che fu sorpresa di non esserci arrivata prima.

Avrebbe detto a tutti la verità, perché alla fine era tutto quello che aveva.

La verità era che quando aveva incontrato Camila per la prima volta era una ragazza rovinata, che voleva solo gettare la sua vita e sottomettersi alla morte per scappare da sè stessa e dalla sua mente tortuosa. La verità era che Camila non era più quella ragazza da molto tempo e Lauren si ricordava chiaramente la notte, dopo il ballo, quando è sparita per sempre, quando hanno visto il sole sorgere sulla spiaggia e hanno fatto delle predizioni per gli anni successivi.

" 3. Non lasceremo che il mondo ci divida"

E non lo permisero.

Ma più di tutto, Camila non lo permise.

Camila non permise mai al mondo di farla cadere. Invece prese la propria vita tra le mani e visse al meglio. Assaporò ogni possibile minuto e affrontò ogni prova con una sicurezza che aveva sviluppato lungo il corso di quel primo anno in cui erano insieme.

Camila aveva vissuto.

Aveva vissuto ogni secondo di ogni singolo giorno e non aveva mai lasciato che il mondo la facesse crollare.

L'aveva conquistato.

E Lauren avrebbe detto a chiunque avesse voluto sentire questa unica, singola verità.

"Mamma, siamo arrivati." Disse Luke togliendo Lauren dai suoi pensieri.

Lui era in piedi fuori dalla macchina che le porgeva la mano.

"Ok." Disse guardando la chiesa per un istante prima di leggere l'ultimo paragrafo del libro di Camila.

Quando finì, Lauren chiuse il libro e uscì dalla macchina, suo figlio avvolse le braccia intorno alle sue spalle di nuovo in supporto, il libro ancora fermo nelle sue mani mentre le parole di Camila echeggiavano nella sua testa:

"Le storie d'amore sono interessanti. Molto spesso non si focalizzano su due protagonisti che si trovano tra sei miliardi di persone, c'è solo una singola persona con cui si immaginerebbero di passare il resto della vita. Camila sapeva senza ombra di dubbio che il suo terzo anno di liceo era stato l'inizio di un'incredibile storia d'amore. Infatti è stata la più grande storia d'amore perché era la sua. Era la storia dell'amore tra due ragazze, che il destino aveva deciso di unire nell'occhio della tempesta. Era una storia dell'amore di una famiglia, che ha fatto sacrifici e compromessi gli uni per gli altri che non avevano bisogno di ringraziamenti. Era la storia sull'amore tra amici, che erano rimasti accanto pronti ad affrontare tutto, buono e brutto. Alla fine però, era la storia dell'amore che una ragazza aveva trovato per sé stessa. Era una storia d'amore in ogni senso e questo la rendeva incredibile."

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