"Sul serio?!"
La voce di Nathan riecheggia per tutto il pub. Ho mandato in buca la terza palla di fila, e lo sto praticamente stracciando, nonostante i miei piedi stiano soffrendo peggio di due prigionieri di guerra. Non metterò mai più i tacchi in vita mia, lo prometto.
"Te l'ho detto che sono brava"
"Questo non è essere bravi, questo è culo spudorato"
"Dubiti delle mie capacità?"
Nathan mi lancia un'occhiataccia da cui riesco a capire quanto stia rosicando. Devo dire che il fatto che mi abbia portata a giocare a biliardo in un pub con cena ai nachos inclusa ha contribuito a smaltire la tensione, almeno per ora. Anche perché sta perdendo miseramente.
Raddrizzo la stecca e mi preparo per colpire di nuovo, ma metto troppa forza nel tiro e sbaglio di poco. Te meriti, così impari a fare la figa.
Nathan, agguerrito, si prepara a tirare e per pura fortuna riesce a mettere una palla in buca.
"Hai cantato vittoria troppo presto"
"Tu dici?"
"Vediamo... A me mancano tre palline, a te solo due. Vuoi rendere il gioco più interessante?"
"Se vuoi giocare dei soldi sappi che sono troppo povera per assumermi certi rischi"
"Niente del genere. Pensavo più a una scommessa non materiale"
"Sarebbe?"
"È semplice. Se tu vinci sceglierai la penitenza per me. Se vinco io..."
"Non succederà"
"Ti conviene, so essere molto crudele"
"Uuh, paura"
Il gioco si fa più interessante, e mano a mano che giochiamo io e Nathan ci ritroviamo in un testa a testa per decidere chi deciderà che cosa. Abbiamo una palla a testa e anche se non lo so a vedere, sto sudando freddo.
Mi preparo per colpire l'ultima palla. Cerco di dosare la forza alla massima precisione, e infine faccio il mio tiro. La palla entra in buca diretta e io mi sento stranamente più leggera.
"Evvai! Chiamatemi regina delle pall.."
Non riesco neanche a finire di esultare che la sorte incombe sul mio destino come un'incudine. Rimango a bocca aperta e per poco non mi si smorza il respiro.
Biglia bianca in buca.
Nathan mi osserva con uno sguardo perfido e io sento già l'inizio della fine. Tira fuori la biglia bianca e me la fa vedere come una specie di trofeo. Stronzo.
Posiziona la biglia esattamente parallela all'ultima palla. Tira.
Buca.
Merda, ha vinto veramente.
"Oh cazzo" sbuffo, morendomi la lingua. Laura honoris causa alla mia coglionaggine nel fare scommesse idiote. Sono probabilmente nei pasticci.
"Bene, Regina delle Palle, ti tocca pagare il debito" mi canzona il ragazzo dopo essere passati dalla cassa a pagare ed essere usciti.
La mia faccia si stringe in una smorfia di fastidio.
"E va bene. Spara. Niente sesso non consensuale però"
"Beh non erano stati messi dei limiti in teoria..."
Gli mollo un buffetto sulla spalla e lui scoppia a ridere.
"Dovresti vedere la tua faccia... Comunque sarà molto più semplice di così"
"Cioè?"
"Dovrai ammettere che ti piaccio ad alta voce"
Di colpo mi si secca la gola e inizio a sudare roba all'odore di costine alla griglia.
"Ma perché?!"
"Perché questo appuntamento è andato alla grande, per cui voglio sentirmelo dire"
"L'appuntamento non è ancora finito per la cronaca"
"Sono le regole della scommessa. Dillo. "
"Non fa un po' caldo qui?!?"
"Eleonore, muoviti"
"E va bene, va bene... Nathan Bennet... Tu mi piaci" sospiro rassegnata e con la voce un po' tremolante.
Non faccio in tempo a dire nient'altro che le sue labbra raggiungono le mie. La sua lingua si insinua piano piano e la ritrovo a danzare con la mia, mentre il mio corpo freme contro il suo.
Quando ci stacchiamo mi sembra di essere appena scesa da un ottovolante. Ho il petto che probabilmente sta per esplodere, e mi arriva talmente poco sangue al cervello che decido di aprire la mia maledetta boccaccia.
"Beh si è fatto tardi, andiamo?!" squittisco male. Accidenti, sempre 'ste figure. Lui ti ha appena baciato e tu gli chiedi di andare a casa?! Sei cretina?!
"Ehm... Ho fatto qualcosa di male?" mi chiede Nathan, stranito.
No, scusami tesoro, è che qui dentro al cranio abbiamo un quartier generale di SpongeBob cerebrolesi, ecco cosa.
"No, è solo che ecco... Dovrei svegliarmi presto domani, e poi ho un po' di cose da fare, con mio zio ecco.."
Nathan mi rivolge un'occhiata di rimprovero.
"C'è qualcosa che non va. Avanti, sputa il rospo"
"No, davvero, non è colpa tua.."
"Eleonore. Parla. Ora"
Sbuffo sonoramente. Perché la mia faccia di culo non funziona con lui?!
"È che non voglio correre troppo, insomma.. Sono qui da un paio di mesi, il mio primo bacio è finito sul giornalino, il mio primo preliminare è stato su un divano dopo una simil-rissa, insomma non che sia il fulcro della mia vita, ma.."
Nathan sgrana gli occhi.
"Feeerma, ferma, ferma, momento... Il tuo primo bacio è stato il nostro?! "
Arrossisco violentemente.
"Beh, si"
"Sul serio? Neanche un bacio a stampo.. Qualcosa.."
Faccio di no con la testa, mordendomi il labbro inferiore. Ecco, adesso che ho espresso tutte le mie paranoie mentali scapperà a gambe levate.
"E io poi... Sul divano...Accidenti, ma perché non mi hai detto niente?!"
"E che avrei dovuto dirti scusa? Mi dispiace tanto per tuo padre, ah a proposito, nel caso volessi scopare o rimorchiare sappi che sono vergine e che non ho mai baciato nessuno"
"So che suona assurdo come l'hai detta, ma sono cose che vanno dette, se no uno come fa a saperlo?! Se non ti va lo devi dire, accidenti a te"
"Beh non è che proprio non mi andasse..."
"Sei proprio una persona strana tu. Avrei detto di tutto, ma non pensavo fossi vergine"
Aggrotto la fronte.
"E questo cosa dovrebbe significare?"
"Beh, sai com'è, hai un viso particolare, atteggiamenti particolari... Non proprio di una vergine ecco"
"Mi stai dicendo che ho la faccia da porca?" domando, sollevando un sopracciglio e spalancano la bocca con indignazione.
"Non è proprio quello che intendevo..."
Me lo levo di dosso e salgo in macchina.
"Aspetta El!"
"Se volevi solo una faccia porca potevi pagarti una escort, deficiente!"
Nathan sale in macchina e continua a parlare: "Non è questo che volevo dire! Accidenti! È che..."
Lo vedo far scrocchiare le dita nervosamente. Non sarà che.. È in ansia anche lui?!
"È che non credevo che una ragazza bella come te non avesse mai trovato nessuno disposto a prendersi cura di lei"
Cala uno strano silenzio, in cui si sente solo il rumore della macchina che parte e sfreccia per le vie della città. Arriviamo a casa ancora nella fase di mutismo e io sto continuando ancora a riflettere sulle parole di Nathan.
"Beh, che facciamo? La possibilità è andata, ora spetta a te"
Aspetto qualche secondo prima di rispondere.
"Forse non mi dispiace"
"Che cosa?"
"Che tu ti prenda cura di me"
Senza che se lo aspetti gli schiocco un bacio fulmineo ma sentito, e poi scappo fuori dalla macchina. Rientro in casa velocemente, dopodiché mi lancio sul divano stile balena arenata.
Ragazzi, che serata.