Hydrus

By RebyBnn

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Sono passate delle decadi da quando i dragonieri sono caduti, lasciando la regione di Hydrus nelle mani di Ev... More

· Premessa ·
· Personaggi ·
· Mappe ·
Prologo
Prima parte
I: Pioggia
II: Come neve
III: Principio di tempesta
IV: Il consiglio
V: Rose nere
VI: Anime nobili
VII: Il volere degli dèi
VIII: Idee pericolose
IX: Tentazione
X: Colloquio notturno
XI: Conseguenze
XII: Arrivi
XIII: La cerimonia
XIV: La scelta
XV: Libertà
XVI: Tradimento
XVII: In cammino
XVIII: Spicchi di cielo
XIX: Rivelazioni
XX: A Nord
XXI: A Sud
XXII: L'indomabile
XXIII: Pericoli
XXIV: Fumi di ricordi
XXV: Vendetta
XXVI: Occhio azzurro
Seconda parte
XXVII: Due anni dopo
XXVIII: Lacrime di rabbia
XXX: Il maledetto degli dèi
XXXI: Le isole
XXXII: Dar inizio alle danze
XXXIII: Cospirazione
XXXIV: Partita a carte
XXXV: Non fidarsi
XXXVI: I due alleati
XXXVII: Fuggire
XXXVIII: Mantenere la calma
XXXIX: L'assalto
XL: Premonizioni
XLI: Sogni infranti
XLII: Soffioni
XLIII: Foglie di tasso
XLIV: Piano d'attacco
XLV: Addii
XVLI: A cuore aperto
XLVII: Cambiare pelle
XLVIII: Purificazione
XLIX: Il tempo dell'attesa
L: Feluss
LI: Antichi sospetti
LII: Follia
XLIII: La piazza del mercato
LIV: Un'ultima speranza
LV: Oscurità
Epilogo
· Postfazione, ringraziamenti e quel che resta ·
Grafiche e fanart
· Angolo avvisi ·

XXIX: Fedeltà

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By RebyBnn

"Sei proprio certo di non volermi seguire a Saat?"

Winloas sospirò e lanciò uno sguardo in tralice a Nives, seduta al suo fianco con le braccia conserte e un'espressione preoccupata dipinta sul volto arrossato dal vento. Tornò a concentrarsi sulla pipa tenuta in mano, girandosela tra le dita e sentendo scorrere sotto i polpastrelli gli intarsi decorativi.

"Sai che è mio dovere rimanere a Centrum Norr" le rispose a malincuore, caricando l'oggetto. "Sono ancora il tuo reggente, in fin dei conti, e non sarebbe saggio lasciare la città solo in mano al Consiglio fino al tuo ritorno..."

La ragazza lo guardò con fare supplichevole, lasciando oscillare i piedi nel vuoto. "Ti prego..." mormorò. "Io ho bisogno di te."

Winloas distolse lo sguardo e accese la pipa, per poi portarla alle labbra. Si mise a fumare in silenzio, con lo sguardo perso sulla città che gli si stendeva davanti, i cui comignoli facevano contrasto con un cielo talmente azzurro da far venire le vertigini; in lontananza, ai confini dell'orizzonte, riusciva anche a scorgere il mare e, se solo chiudeva gli occhi, gli sembrava addirittura di udirne il perenne scrosciare. Odiava rompere una simile pace col borbottio di quella conversazione che non avrebbe mai voluto affrontare – i rari spicchi di fragilità di Nives erano ancora un suo punto debole.

Era rimasto sorpreso nel vederla corrergli incontro appena era smontato dal drago, più che altro perché non si sarebbe mai aspettato che alla fanciulla interessassero delle informazioni immediate sull'avamposto a sud; era bastato il tempo necessario per sedersi sul cornicione della torre coi piedi a penzoloni, però, per comprendere che a lei non interessava affatto sapere dell'accampamento.

"Per favore."

L'uomo sospirò ancora una volta. "Mi pare strano un simile bisogno, visto come ti sei impuntata con Verkað" replicò, con gli occhi ancora ammaliati dall'ombra dell'oceano. "Non credo tu abbia bisogno dell'aiuto di nessuno."

"Mi ritieni infantile?" chiese lei a bruciapelo.

"Avventata." Winloas indicò con la pipa un drago che si era appena alzato in volo, librandosi da una torre vicina. "Non è come volare, dove puoi spingerti fin dove desideri."

Notò con la coda dell'occhio Nives sporgersi in avanti col busto, in modo tale da osservare meglio l'animale, oscillando sopra il vuoto. "Attenta" le disse, invitandola a tornare indietro. "È il drago del figlio maggiore della casata degli Stramm, nel caso ti interessi."

"Sotto questa luce le scaglie sono di un viola meraviglioso" replicò lei, sorda alla leggera allusione. "Come mai è diretto verso il Nord?"

"Tra qualche giorno i futuri cavalieri partiranno alla ricerca dei loro draghi e Magnus è stato incaricato di avvertire gli uomini a Sjodr. Domani sarà già di ritorno." Winloas seguì l'animale che scivolava sopra la pianura con grazia. "Per la cronaca, lui sarebbe un ottimo partito."

Nives fece una smorfia, lanciandogli un'occhiata esasperata che, però, non trattenne l'uomo dal continuare il discorso. "Non è certo di alto lignaggio come Peeke, ma rimane un giovane sveglio e prestante" disse, riportando la pipa alle labbra. "Sarebbe saggio cercare un uomo a cui unirti, non trovi? Non solo il Consiglio, ma anche il popolo sarebbe felice di avere un nuovo re."

"Non sono regina da nemmeno una luna e già volete legarmi le mani!" esclamò lei, per poi strappargli la pipa dalla bocca. Se la girò tra le dita, e l'uomo temette che stesse valutando di lanciarla nel vuoto.

"Sarebbe una scelta più saggia che legarsi a Cain e alla sua corte" replicò cauto, tenendola sott'occhio. "Con la tua proposta sei riuscita a far nascere un accordo tra me e il Consiglio che mai avrei immaginato di vivere."

"Se non ci foste stati tu e Peeke, però..."

Winloas scosse il capo e riafferrò la pipa. "Penso tu abbia diritto a una possibilità" sottolineò, grattandosi la barba. "Ma sono anche convinto che Cain non si farà mai convincere dalle tue proposte. Potrebbe fartene lui, ma non sarebbe nulla di buono."

"Quindi hai spinto il Consiglio ad approvare la mia decisione solo perché sei convinto non possa farcela?" La ragazza si alzò di scatto, guardandolo con gli occhi coperti da una patina di rabbia cieca che avrebbe messo in soggezione quasi tutti.

Quasi, appunto.

"Non ringhiare come un drago e siediti." Winloas batté con la mano sul cornicione, invitandola a prestare attenzione. "Hai bisogno di alleati, lo comprendo, ma non dovresti rivolgerti a Cain, né lasciargli libertà d'azione. Ti ho aiutato per un altro motivo."

Nives rimase immobile, in silenziosa attesa.

Trattenendo un sospiro stanco, Winloas svuotò la cenere rimasta nella pipa e la mise in tasca, per poi alzarsi e avvicinarsi a lei. Nonostante la sua testardaggine la facesse apparire enorme, piantata davanti a lui con un cipiglio arrabbiato dipinto sul viso, la superava di una spanna abbondante.

"Dovresti cercare alleati diversi, uomini lontani da Cain e dalle sue idee" concluse, incrociando le braccia al petto. "Regnanti dell'Oltre, soprattutto."

Nives abbassò lo sguardo, deglutendo. "E Ta... Mano Rossa?" chiese, evitando il contatto visivo.

Winloas le alzò la testa con due dita, delicato a dispetto delle apparenze, e la invitò a guardarlo negli occhi. "Non sarebbe la mia prima scelta" rispose, evitando di esprimere a parole il pensiero che gli ronzava in testa. "E neanche l'ultima."

L'occhiata ferita che gli rivolse l'altra gli strinse il cuore. Non era mai riuscito a comprendere cosa fosse accaduto nei giorni precedenti alla caduta di Myrer, né quale fosse la natura del legame che aveva sviluppato col figlio del Governatore, ma i piccoli segnali che talvolta la fanciulla mandava inconsapevolmente – il nome di Mano Rossa pronunciato quasi con deferenza, il rifiutarsi di parlare di un futuro matrimonio, o ancora il fatto che bevesse i racconti delle imprese del generale sul confine – lo preoccupavano; era ancora troppo giovane, in fondo, e si era cullata a lungo nel frammento di un sogno d'amore mai nato. Era suo dovere tenerla coi piedi a terra, allontanandola da qualsiasi fantasticheria pericolosa.

"Ha fatto cose terribili" mormorò, provando a farla ragionare.

Nives scosse la testa, allontanandosi. "Non teme Everett e tanto mi basta per considerarlo un buon alleato."

"Folle" precisò però lui. "Non alleato, ma folle. Anche Cain è intimorito da Everett, poiché sa che sarebbe una pazzia non esserlo."

L'altra rimase a capo chino e Winloas, per un attimo, desiderò poterle leggere la mente, così da capire cosa l'agitasse e consigliarla al meglio; l'avrebbe guidata, evitandole le sofferenze e gli errori a cui stava andando incontro. Eppure, sapeva fin troppo bene che non avrebbe mai potuto far nulla di simile, se non alleviare i suoi timori.

"C'è un piccolo appiglio di cui tener conto" le disse, spezzando il silenzio. "Cain è intimorito dai dragonieri, altrimenti non avrebbe lasciato scorrazzare per Centrum Norr tutte le sue piccole spie."

Nives gli rivolse un sorriso triste e poi indirizzò lo sguardo alla pianura incontaminata. "Mio padre una volta mi disse che il tiranno odia i dragonieri perché sono stati in grado di domare le due più grandi forze di questa terra: i draghi e il gelo. Probabilmente vale anche per Cain."

"Allora sfrutta il suo consiglio." Winloas le prese le spalle. "Intimoriscilo, così come tutti gli uomini a cui vorrai chiedere aiuto, ma non usare la paura come fine. Usala come mezzo per ottenere rispetto, perché solo quando non ti vedranno più come una ragazzina potrai dire che non ti tradiranno mai."

"Difficile, visto che mi seguiranno solo due cavalieri" replicò lei, stringendo le labbra in una smorfia. "Non lo definirei un apparato regale."

Winloas, però, le mostrò un sorriso furbo. "Saranno due persone di cui potrai fidarti in quel covo di serpi che è Saat. Oltretutto, potresti ricrederti su Magnus e Peeke."

"Spero di poterlo fare già domani" replicò lei, asciutta. "Temo comunque che due contro un'intera corte siano pochi. Non conosci nessuno che possa aiutarmi quando sarò lì?"

L'uomo rifletté per un attimo, i capelli scompigliati da una brezza leggera, capace di portare con sé l'odore salmastro del mare. "Ci sarebbe una persona" disse, grattandosi la barba con fare pensoso. "Calypso, la regina dei coral. I draghi del Sud hanno riferito ai loro fratelli che ti ammira e sarebbe disposta a scendere con te in battaglia, se solo non fosse così vecchia."

"Solo tre..." sussurrò lei, lo sguardo perso a seguire i volteggi di un nuovo animale in partenza, alzatosi in volo con un ruggito. "Solo tre in un covo di serpi."

"No, Nives" replicò Winloas. "Addirittura tre."

Nives smontò da Zaekr, mettendo piede sulla sabbia rossa dell'arena affollata da altri draghi. Durante l'estate gli animali preferivano popolare l'ambiente esterno, o ancora andare a rifugiarsi in qualche tana nascosta tra le montagne, al posto di rimanere rinchiusi nelle viscere della costruzione, e la ragazza, col passare degli anni, aveva iniziato ad apprezzare quel luogo come pochi altri a Centrum Norr – le lasciava sul cuore un senso di protezione, quasi si trovasse davvero a casa.

"Sei davvero decisa a parlare ai tuoi cavalieri?" le chiese Zaekr, mentre un ragazzotto si affannava vicino a lui per togliergli la sella.

Nives gli mise una mano sul muso, annuendo. "Ho solo bisogno di capire se mi saranno fedeli, oppure se seguiranno il Consiglio."

"Non dovresti preoccupartene."

La ragazza scrollò le spalle, non sapendo come rispondere al compagno. In effetti, simili pensieri di fedeltà erano futili in confronto alla prospettiva di ciò che l'attendeva a Saat, ma aveva bisogno di sentirsi certa di qualcosa. Non sapeva cosa sarebbe accaduto alla corte di Cain, né se Mano Rossa si ricordasse ancora di lei e fosse disposto a mantenere un'antica e tacita promessa. Trovare un punto fermo nel primogenito degli Stramm e l'erede dei Treue le era parsa un'ottima idea, anche se al contempo venale.

"Mia signora, c'è altro che posso fare per voi?" le chiese il ragazzotto che, nel frattempo, aveva finito con Zaekr. "Volete faccia chiamare una carrozza per riportarvi a palazzo?"

"No, vi ringrazio." Nives si girò verso di lui, sorridendogli. "Vorrei sapere, piuttosto, dove..."

"Eccone uno."

A Nives morirono le parole in bocca, mentre nella mente veniva proiettato ciò che stava vedendo Zaekr: Peeke che, tutto spettinato e con le labbra piegate in una smorfia confusa, smontava dal compagno, che a sua volta aveva piegato il muso verso di loro.

"Niente" disse al giovane ancora in attesa, riscuotendosi. "Non ho bisogno di alcunché."

L'altro, abituato al comportamento sibillino dei dragonieri, si limitò a un inchino e a un saluto sottovoce a cui Nives rispose con un cenno del capo, già intenta a dirigersi verso Peeke. Prestando poco ascolto ai sussurri di Zaekr – "Pazienza, mia compagna, devi avere più pazienza" –, si diresse verso il cavaliere a passo di marcia, rispondendo con gesti e sorrisi leggeri agli omaggi degli altri uomini presenti nell'arena.

"Mia regina, non mi sarei mai aspettato di vedervi qui oggi" esordì Peeke appena fu a portata di voce.

"Avevo bisogno di parlarvi" rispose lei, fermandosi vicino alla coppia formata dal dragoniere e il compagno. Fece scorrere lo sguardo sulle scaglie dorate dell'animale, seguendo la morbida curva del corpo longilineo fino al piccolo muso sul quale spuntavano come rocce taglienti un paio di corna nere.

"Potrei chiedervi di cosa?"

Nives riportò l'attenzione sul giovane dopo aver distolto l'attenzione dagli occhi neri del drago, intenti a studiarla con altrettanta curiosità. "Avrei bisogno di conferire anche col primogenito degli Stramm, a dire il vero" rispose, per nulla sorpresa dalla scintilla di comprensione che si era accesa nello sguardo dell'altro.

"Avete avuto dei ripensamenti sulla spedizione a Saat?" le chiese, diretto come sempre. "Sappiate che, nonostante le parole del Consiglio, sono convinto che un simile viaggio possa essere utile."

"Sono convinta anch'io della sua utilità." Nives fece un passo verso di lui, guardandolo senza alcun timore e ricevendo, in tutta risposta, uno sguardo tagliente. Per un attimo le ricordò come le si fosse rivolto il giorno in cui l'aveva scoperta all'accampamento dei dragonieri, tanto che si trovò ad abbassare gli occhi come una ragazzina colta in fallo.

"Allora prego non sia nulla di grave" commentò l'altro, e Nives riuscì a sentire l'ironia che ne animava le parole. "Volete attendere qui Magnus, oppure preferite ritirarvi in un luogo più tranquillo?"

Nives fece per rispondere che desiderava rimanere all'aperto, ma un nuovo avvertimento da parte di Zaekr, acciambellatosi sulla sabbia, la ammutolì.

"Sta atterrando" le annunciò asciutto. "Placa il tuo cuore e abbi pazienza."

"Temo non sia necessaria una mia risposta" disse lei, inclinando la testa. "Sta arrivando."

Peeke le rivolse uno dei suoi rari sorrisi divertiti, prima di portare lo sguardo verso il cielo dove brillava una scaglia violacea che, lenta, stava planando verso il basso. Anche Nives si soffermò a guardare la discesa di Magnus, come sempre ammaliata dalla bellezza della sua compagna: non avrebbe potuto descriverla in altro modo se non ruvida, visto il rincorrersi delle scaglie rialzate su tutto il corpo e di una lunga cresta puntuta che risaliva dall'estremità della coda fino in cima al muso, dividendosi in due piccole corna affilate. Le ali presentavano la stessa struttura, tanto da apparire di gran lunga più solide di quelle degli altri draghi.

Zaekr ridacchiò tra i suoi pensieri. "Avresti dovuto vedere i miei compagni ai tempi della ribellione."

Nives sorrise appena, mentre Magnus guidava la compagna nell'atterraggio, convincendola a posarsi vicino a loro con un ultimo e poderoso fremere delle ali che sollevò parte della sabbia e la costrinse a coprirsi il viso.

"Perdonatelo, mia signora" le mormorò Peeke, solleticandole l'orecchio col fiato caldo. "Magnus non è mai stato un grande esempio di delicatezza in volo."

"E tu di rispetto" pensò, mordendosi la lingua. Si girò verso di lui con aria adirata e lo scoprì fin troppo vicino a lei, tanto che alcuni dei suoi capelli rimasero impigliati nella corta barba dell'altro, pari a fili rossi nel nero più scuro.

Nives scattò all'indietro, infastidita, mentre Magnus si avvicinava a loro con aria spaesata. "Mia regina" esordì quest'ultimo, inchinandosi. "Sono lieto di vederla qui. Avete fatto un buon volo col vostro compagno?"

"Troppo corto per i miei gusti, ma sempre meraviglioso" rispose lei, scoprendosi a sorridere senza alcuno sforzo. "In ogni caso, dovrei conferire con voi."

Nell'udire simili parole Magnus arrossì a tal punto che il volto glabro e coperto da efelidi finì per accordarsi al colore dei capelli e, imbarazzato, distolse lo sguardo. Nonostante d'aspetto apparisse più massiccio dell'altro, d'atteggiamento era così diverso da Peeke che Nives non poté fare a meno di chiedersi cosa legasse i due cavalieri, nonché per quale motivo il Consiglio li avesse voluti al suo fianco.

"Direi che è bene ritirarsi in un luogo più tranquillo" disse Peeke. "Se per voi non rappresenta un problema, farei strada" aggiunse, rivolgendosi a lei.

Nives annuì e, dopo un attimo di esitazione, si affiancò al cavaliere, mentre Magnus li seguiva di un paio di passi indietro; si girò un'ultima volta verso Zaekr, speranzosa di ricevere un ultimo suggerimento, ma il drago si limitò a osservarla mentre spariva tra le ombre dell'arena.

"Dèi, aiutatemi" pensò, camminando tra i corridoi male illuminati. All'improvviso, l'idea di conferire coi dragonieri le parve ridicola, tanto da trovarsi a pensare a possibili sfarfallii di parole da rifilare ai due per poi tornare a palazzo il più in fetta possibile.

Ogni intento di fuga, però, morì quando Peeke aprì la porta di un piccolo studio, invitandola a entrare e ad accomodarsi sulla poltrona incassata tra due librerie ricolme di volumi.

"È stato allestito da mio nonno" disse il giovane, interpretando lo sguardo curioso rivoltole da Nives. "Un piccolo frammento dei beni dei Treue."

Lei annuì, mentre i cavalieri si accomodavano in punti diversi: Peeke si sedette sulla scrivania all'altro lato della stanza, intrecciando le mani sulle ginocchia, mentre Magnus si appoggiò timido a una piccola vetrina dove erano esposte alcune spade dalle impugnature decorate. Entrambi portarono subito lo sguardo su di lei, in attesa.

Nives socchiuse la bocca, sentendo premere sulle corde vocali infinite parole e formule cortesi che non sarebbe mai stata in grado di usare. Aveva bisogno solo di qualche certezza.

"Sarò molto schietta" disse, dopo essersi inumidita le labbra. "Quasi scortese, se me lo permettete."

I due annuirono, senza alcuna ombra di divertimento o sorpresa sul viso, tanto che Nives si lasciò sfuggire le successive parole senza più alcun timore.

"Siete con me o col Consiglio, miei cavalieri? A Saat sarete degli alleati fidati, oppure un peso pronto a trascinarmi a fondo?"

Peeke sbuffò divertito. "Con voi, sempre con voi" le rispose, incatenando lo sguardo al suo senza distoglierlo. "Vi sono stato d'appoggio quando avete avanzato la vostra proposta, ricordate?"

Nives lo ignorò e si voltò verso Magnus, che la squadrava sottecchi.

"Con voi" disse anche lui, stringendosi nelle spalle ampie. "Come potrebbe essere altrimenti?"

"E sareste disposti a giurarlo?"

Nonostante l'occhiata sorpresa rifilatale da entrambi, Nives non si mostrò incerta. Stava per avventurarsi in un covo di serpi con solo loro al suo fianco, visto che né Calypso, né Mano Rossa potevano essere inseriti alla cieca nel conto, e aveva la necessità di saperli fedeli, qualunque cosa accadesse o dicesse. Non poteva mostrarsi fragile davanti a Cain.

"Lo possiamo giurare sui nostri draghi" disse Magnus, prendendo coraggio. Si staccò dalla vetrina e la raggiunse con pochi passi, per poi inginocchiarsi davanti a lei. "Non dovreste dubitare di noi."

"Il mio amico ha ragione" aggiunse Peeke, avvicinandosi a loro. "C'è troppa temperanza nel Consiglio, una prudenza difficile da abbracciare del tutto."

Nives notò un leggero tentennamento, ma alla fine anche l'altro imitò il compagno, posizionandosi davanti a lei in ginocchio. "Non dovete avere alcun timore: saremo al vostro fianco."

La giovane osservò i lineamenti di entrambi, distesi da una sincerità e sicurezza che le placarono il cuore; per la prima volta dopo ore sentì sue le parole con cui Winloas l'aveva congedata il giorno precedente.

"Non solo due, ma addirittura due."

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