OSMIUM - Il pianeta senza amo...

By LasciaCheTiRacconti

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[IN PAUSA] [Vincitrice WATTYS 2019 Categoria FANTASCIENZA] C'è solo una regola ad OSMIUM: non provare Amore... More

{PERSONAGGI}
{INTERVISTA}
{AESTHETICS}
{WATTYS 2019!}
{TRAILER 1}
{TRAILER 2}
• Introduzione •
• Capitolo I •
• Capitolo II •
• Capitolo III •
• Capitolo IV •
• Capitolo V •
• Capitolo VI •
• Capitolo VII •
• Capitolo VIII •
• Capitolo IX •
• Capitolo X •
• Capitolo XI •
• Capitolo XII •
• Capitolo XIII •
• Capitolo XIV •
• Capitolo XV •
• Capitolo XVI •
• Capitolo XVII •
• Capitolo XVIII •
• Capitolo XIX •
• Capitolo XX •
• Capitolo XXI •
• Capitolo XXII •
• Capitolo XXIII •
• Capitolo XXIV •
• Capitolo XXV •
• Capitolo XXVI •
• Capitolo XXVII •
• Capitolo XXVIII •
• Capitolo XXIX •
• Capitolo XXX •
• Capitolo XXXI •
• Capitolo XXXII •
• Capitolo XXXIII •
• Capitolo XXXIV •
• Capitolo XXXV •
• Capitolo XXXVI •
• Capitolo XXXVII •
• Capitolo XXXVIII •
• Capitolo XXXIX •
• Capitolo XL •
• Capitolo XLI •
• Capitolo XLII •
• Capitolo XLIV •
• Capitolo XLV •
{I'M BACK + 20 PUNTI DA TENERE A MENTE!}
• Capitolo XLVI •
• Capitolo XLVII •
• Capitolo XLVIII •
• Capitolo XLIX •
• Capitolo L •
• Capitolo LI •
• Capitolo LII •
• Capitolo LIII •
• Capitolo LIV •
• Capitolo LV •
• Capitolo LVI •
{INTERMEZZO}
• Capitolo LVII •
• Capitolo LVIII •
• Capitolo LIX •
• Capitolo LX •
• Capitolo LXI •
• Capitolo LXII •
• Capitolo LXIII •
• Capitolo LXIV •
• Capitolo LXV •
• Capitolo LXVI •
• Capitolo LXVII •
• Capitolo LXVIII •
• Capitolo LXIX •
• Capitolo LXX •
• Capitolo LXXI •
• Capitolo LXXII •
• Capitolo LXXIII •
• Capitolo LXXIV •
• Capitolo LXXV •
• Capitolo LXXVI •
• Capitolo LXXVII •
• Capitolo LXXVIII •
• Capitolo LXXIX •
• Capitolo LXXX •
• Capitolo LXXXI •
• Capitolo LXXXII •
• Capitolo LXXXIII •
• Capitolo LXXXIV •
• Capitolo LXXXV •
• Capitolo LXXXVI •
• Capitolo LXXXVII •
• Capitolo LXXXVIII •
• Capitolo LXXXIX •
• Capitolo XC •
• Capitolo XCI •
• Capitolo XCII •
• Capitolo XCIII •
{TRAILER 3 - Atto finale}
• Capitolo XCIV •
• Capitolo XCV •
• Capitolo XCVI •
• Capitolo XCVII •
AVVISO
DARK ALLIANCE

• Capitolo XLIII •

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By LasciaCheTiRacconti

Avviate il video qui sopra arrivati al SECONDO spaccato del capitolo. Buona lettura!

Centoventinove passi.
Era di centoventinove passi la distanza che separava l'inizio dell'isolato alla scalinata del grattacielo in cui abitava Blake. Li aveva contati un giorno, uno di quelli in cui non si hanno troppi grilli per la testa, quando hai tempo per tutto e tempo per nulla.
Osservava dalla finestra il viale in ordine, con le aiuole ben potate, i marciapiedi lisci e puliti, e pensava che, di tutti quei centoventinove passi, non ne vedeva percorrere nemmeno uno a Skyler. La luna dominava in cielo già da parecchie ore e il suo orologio da polso aveva segnato da pochi minuti le ventitré. Ma di quella ragazza nulla, non ne sapeva nulla oramai dalla mattinata. Era un atteggiamento crudele, si ripeteva, camminando avanti e indietro lungo il salotto, che difficilmente sarebbe riuscito a perdonarle. Perché quella nottata, per lui, non era affatto una qualunque e ordinaria nottata: era l'ultima sera che avrebbe vissuto nelle vesti di balancer, l'ultima prima di iniziare una nuova vita, prima di caricare sulle spalle una ben più grossa responsabilità.
Diventare uno dei bracci destri di Mr. Peace. Il solo immaginarlo, tre mesi prima, gli avrebbe provocato un intenso brivido lungo le braccia fino a raddrizzargli la schiena e ad impettirlo di fronte a quelle invitanti fantasie di successo. Eppure, ora che ci rifletteva, il primordiale entusiasmo era svanito via come nebbia sulla valle, per lasciare spazio ad una sensazione di disorientamento e timore. Sì, forse aveva paura. Forse, d'un tratto, sentiva di non esser più pronto a quel salto nel vuoto o, forse, quel senso di soffocante disagio dipendeva proprio dalla consapevolezza di essere giunto alla svolta e di esserci arrivato esclusivamente per propria volontà. Qualunque fosse il motivo di quel dubbio che gli si era innestato nel cervello, Skyler non c'era e, con tutta probabilità, non si sarebbe fatta viva. Come poteva trattarlo così indegnamente? Con che coraggio avrebbe dovuto guardarlo in faccia? Lui, lui che le aveva concesso il privilegio più bramato in quel maledetto pianeta. Lui che le aveva concesso la Vita, nel suo significato più puro. Perché lo stava abbandonando? Perché proprio quella notte?
Aveva bisogno di lei, riusciva a percepirne l'esigenza. Necessitava di quella presenza e, allo stesso tempo, la odiava perché ormai completamente dipendente.
Il cagnolino osservava i movimenti compulsivi del suo padrone, che continuava da ore in un insistente passeggio lungo tutto il perimetro della stanza. Le sue orecchie si drizzarono quando sentì un rumore familiare provenire dal pianerottolo.
Blake, allora, ruotò di scatto il bacino verso la porta d'ingresso. Era Skyler che, sommessamente, aveva finalmente fatto rientro.
Il balancer la guardò procedere lentamente dentro l'appartamento e strinse la mandibola, abbandonando in fretta il salotto e fiondandosi sul corridoio.
La ragazza assistette a quella reazione, capendone immediatamente i motivi, e lo seguì fino in camera.

"Sei arrabbiato e posso comprenderlo."
"Dove cazzo sei stata. È da stamattina che cerco di contattarti." esordì, impulsivo.
"A lavor..."
"PUTTANATE!" interruppe immediatamente Blake, alzando animatamente il tono.
Si passò una mano fra i capelli, voltandosi verso la giovane, "Ti ho cercata al locale, questo pomeriggio. Non c'eri. Connor mi ha detto del tuo licenziamento."
A quelle parole, Skyler scostò lo sguardo: non si era mai sentita più stupida di così.
"Dove sei stata." ribadì, cercando di mantenere i nervi saldi.
"...In giro. Senza una meta precisa, se proprio vuoi saperlo." rispose lei.
Non sapeva come avrebbe potuto sostenere quella conversazione. Si era convinta di entrare in quella casa, trovandolo già a letto, concentrato in quella che sarebbe stata l'impegnativa giornata seguente. Invece lui era lì, in piedi, e l'aveva attesa per interminabili ore. Era lì che aspettava sue spiegazioni, risposte sincere che lei non avrebbe potuto dargli.
"Volevo staccare la spina per un po' di ore." proseguì, senza guardarlo in viso, "E non pretendo che tu lo capisca."
A Blake scappò una mezza risata carica di rancore, "Sei il soggetto più egoista che io abbia mai conosciuto. Hai persino superato me."
La ragazza corrugò la fronte, "Credimi, vorrei tanto concedermi il lusso di esserlo. Tu non hai idea della guerra che ho dentro."
Il balancer, allora, stese il braccio sinistro verso il comodino, buttando giù la lampada in resina bianca. A volte aveva l'impressione di manifestare più empatia di Skyler, nonostante il suo essere totalmente inesperto in ambito di sensazioni, sentimenti.
Si era sempre preoccupato per lei, si era fatto carico dei suoi sfoghi e aveva soddisfatto le sue esigenze, mettendo da parte i suoi stessi ideali, rendendo più che discutibile la sua condotta, la sua credibilità agli occhi di tutta Osmium. Eppure, in certi momenti, era come se a lei importasse più tutelare sè stessa anziché porsi l'interrogativo di come potesse sentirsi lui.
Ansimava vistosamente, in preda a questi pensieri che gli formicolavano sulle tempie, mentre la ragazza, muta, guardava i cocci della lampadina sulla moquette.
"Hai mai pensato, anche per un solo fottuto secondo, che forse mi sarebbe stato d'aiuto il tuo supporto, oggi?" le chiese, riprendendo il controllo dei respiri.
"L'unica cosa che penso è che dovresti calmarti." disse, subito, lei.
"Vaffanculo..." Blake la scansò in malo modo, tornando nella sala principale.
Skyler gli andò dietro, per l'ennesima volta, in un inseguimento scostante e compulsivo.
"Posso buttare giù l'intero appartamento, se voglio!" urlò lui, battendo una mano sul petto e rovesciando qualche piatto dalla mensola della cucina.
"Allora fa pure!" infiammò lei, allargando le braccia.

Quell'ultima provocazione fu la scintilla che fece appiccare definitivamente il fuoco.
I due giovani iniziarono a lanciare qualsiasi cosa capitasse fra le loro mani, dai più piccoli soprammobili fino agli arredi che riempivano l'ampio spazio. Il cucciolo fuggì via dal salotto e andò a rifugiarsi sotto il letto, spaventato e infastidito per i forti rumori provocati.
"Ma sì! Distruggi tutto!" gli diceva Skyler, dando calci al divano, "Forse è l'unica cosa che ti riesce bene!!!"

Il balancer continuava a fissarla, inferocito, ed ogni sedia o vaso che gettava sul parquet era uno schiaffo che avrebbe voluto avere il coraggio di darle, per tutte quelle volte in cui si era sentito come preso in giro, per tutte quelle volte in cui Skyler aveva dato per scontato il suo amore.
"Ho stravolto il mio mondo per dare spazio a te!" le ripeteva, mentre il frastuono aumentava, "E tu sparisci per un giorno intero... PERCHÉ VOLEVI STACCARE LA SPINA!"
Il caos si accumulava sul pavimento.
"Parli senza sapere un cazzo!" rispondeva a tono lei, lanciando verso il balancer i cuscini del sofà.
Il ragazzo li parava senza troppa difficoltà, afferrandoli e lasciando che cadessero ai piedi, "E allora spiegamelo!!! DIMMI COSA DOVREI SAPERE!"
"Basterebbe che facessi uno sforzo per capire il mio atteggiamento, brutto idiota!" rispose, lasciando perdere l'ultimo guanciale rimasto sul divano e voltando le spalle.
Blake le andò subito incontro, facendola ruotare energeticamente verso di lui, "Non rivolgerti così a me." ammonì, afferrandole un polso.
"Se vuoi colpirmi, fallo forte. Perché non so se voglio arrivare a domani." disse, occhi fissi sul balancer e tempesta dentro al petto.
"È questo il punto, non è vero?"
Skyler deglutì, rimanendo in silenzio.
"E cosa ti fa pensare che io, invece, possa vivere serenamente tutto questo?!" proseguì, portandola più vicina a sé.
"E allora non farlo, cazzo! NON DIVENTARE UNO DI LORO! PERCHÉ PUOI DIRE TUTTO CIÒ CHE VUOI... MA TU NON SEI COME QUELLA GENTE!" gli gridò, isterica, scagliando dei colpi violenti contro il suo torace.
Fece per staccarsi, ma Blake cercò di trattenerla a sé, per farla calmare.
"No, lasciami."
La giovane si scansò, allontanandosi dal ragazzo e ritornando al bancone dell'area adibita a cucina.

***

Avviate il video ;)

Minuti di silenzio occuparono il volume di spazio che separava i due ragazzi. Blake, vicino alla grande finestra panoramica, infilò le mani dentro le tasche dei suoi pantaloni, osservando il casino che avevano generato in pochi minuti di cieca furia. Una poltrona giaceva a terra, ribaltata. Frammenti di plastica e vetro ricoprivano il tappeto, scricchiolando sotto le suole, e il lampadario centrale ondeggiava pericolosamente, a causa del trambusto da pochi istanti terminato.
Skyler, dall'altra parte della sala, grattava con le unghie sul ruvido marmo grigio della mensola, trattenendo il pianto.

Sento l'amore, sento l'amore...

Erano arrabbiati, avvelenati di quell'amaro sapore che il sistema malato lasciava in bocca, ogni qualvolta si rendevano conto in che situazione fossero finiti.
Il balancer tirò fuori le mani dai taschini e strinse i pugni, dirigendosi in un lampo verso Skyler.
La prese dalla vita, spingendola contro il bancone, non senza incontrare la sua resistenza. La ragazza provò a respingerlo, applicando coi palmi una certa pressione sul petto, ma sapeva che l'effetto sarebbe stato pressoché nullo.
"Io ti odio, Blake... ti odio." gli disse, continuando ad esercitare forza.
"No, non mi odi." rispose lui, a voce bassa, "Ma lo vorresti tanto."
"Non credere di saper entrare sempre nella mia testa..." replicò Skyler.
"Io penso di riuscire a farlo, invece..." le prese le braccia, bloccando quei movimenti di difesa, e gliele portò dietro la schiena, "E so che in questo momento non vuoi realmente spingermi via."
La ragazza arricciò il naso, mentre B-273 dirigeva le labbra sul suo collo, con estrema meticolosità.
"Io non farò mai parte della fazione a cui appartieni. Preferirei morire piuttosto che passare al vostro lato." disse, sussurrando e tremando di rabbia.
"Questo lo so già." rispose, sfiorando la pelle con la punta del naso.
La ragazza si mosse in uno scatto vigoroso, immediatamente stoppato dalla forza del balancer, "Le cose potranno solo che peggiorare da domani." sibilò, iniziando a cedere a quei leggeri tocchi.
"Forse. Ma l'unica cosa che so... è che non è ancora domani."
Le strappò, allora, un bacio arrogante, senza permesso, che le procurò una forte scossa elettrica lungo tutta la colonna vertebrale.

A quel punto la giovane lo strattonò, staccandosi da quelle labbra calde, accoglienti, per dirigersi di corsa dentro la camera.
Chiuse la porta dietro di sé, lasciandolo fuori. Blake incominciò a bussare, ordinandole fermamente di farlo entrare, ma Skyler continuava a urlare di no, che non lo avrebbe fatto, che lo detestava, perché detestabile era la scelta di accettare quel nuovo incarico.
"Dovresti rimanere fedele a me! Non a Mr. Peace!!!" gridava, spalle al muro, rivolta verso la porta chiusa.
I pugni di B-273 iniziarono a sbattere contro il legno rivestito di bianca vernice, producendo rumori sordi che rimbombavano dentro la camera da letto.
"TU NON SAI NULLA DELL'AMORE! DEL SACRIFICIO!" urlò ancora lei, con tutta l'anima, mentre le lacrime fluivano lungo le gote.
Riuscì a sfondare la porta, che si spalancò violenta davanti alla ragazza.
"Ripetilo un'altra volta..." disse Blake, andandole incontro.
"Tu non sai nulla dell'amore."

Sentirò le lacrime che si asciugano...

Le prese il viso fra le mani, premendole la nuca contro la parete.
"ANCORA UNA VOLTA."
Skyler digrignò i denti, "NON SAI NULLA DELL'AMORE."
A quel punto, un nuovo bacio esplose tra i due giovani. Un bacio, stavolta reciprocamente cercato, voluto, desiderato.
La ragazza portò in alto le braccia, strisciandole sull'intonaco e lasciando che il balancer la prendesse di peso, in modo che le sue gambe agganciassero il bacino di B-273. La tensione di quel lungo ed infinito bacio rese rigidi anche i loro corpi e i movimenti, adesso impacciati e irruenti. Il quadricipite di Blake cedette o, forse, volle cedere, facendoli crollare in giù, lungo il muro, fino a toccare la moquette, morbida quanto rassicurante.
E fu proprio lì che fecero l'amore, consumando quella violenta passione sul pavimento di un'asettica camera d'appartamento, tra i gemiti e il sudore di una storia che era nata lungo il confine del bene e del male.

Oh, sto solo tenendo duro per stanotte...
solo per stanotte...
solo per stanotte...

***

L'alba del nuovo giorno era giunta, illuminando ogni spazio di cielo.
Skyler fissava, oramai da parecchi minuti, il balancer che, sdraiato accanto, dormiva profondamente riverso sulla neutra tappezzeria.
Era il momento di agire: bisognava completare il primo step del piano.
Osservò, ancora una volta, il minuscolo congegno mortale che doveva trapiantargli sottopelle e chiuse, per poche frazioni di secondo, le palpebre.
"Mi dispiace..." sibilò, tra sé e sé, mentre un'abbondante lacrima scendeva giù dall'angolo del suo occhio destro, "Mi dispiace tanto..."

***

Ore 10.07 del medesimo giorno.

Il boato di una potente esplosione risuonò in un'eco, attraversando l'intera città.

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