• Capitolo LIII •

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"È tutta colpa mia..." continuava a ripetere Skyler, abbandonata sul divano con lo sguardo perso.
Blake camminava avanti e indietro lungo tutto il perimetro del salotto, "C'è qualcosa che non quadra."
"Avrei dovuto proteggerlo, invece l'ho solo allontanato da me... e adesso... adesso chissà dove sarà!" portò le mani al viso.
Il balancer osservò fuori dalla grande finestra, serio, "Non può vagare da solo. Lo avrebbero già fermato." disse tra sé e sé, "Deve essere con qualcuno..."
L'auricolare della ragazza, d'improvviso, iniziò a suonare.
"Rispondi." le disse lui, quasi già consapevole che sarebbe successo.
Skyler guardò titubante il dispositivo, prima di premere sul tasto di attivazione.
Portò lentamente l'auricolare al lobo destro.

"Non te la prendere, Skyler." la voce di Magda risuonò sul trasmettitore, "Non era tra i piani iniziali."
La giovane sbattè compulsivamente le palpebre e fissò Blake che la scrutava nel tentativo di capire cosa stesse accadendo.

"Ma sono stata costretta a farlo. Alan è proprio un idiota. Del resto... lo sai bene anche tu. È diventato un peso, qui. Ci mette solo nei guai. Sono felice che presto Blake lo farà fuori. A proposito... lui è lì con te, vero?"

Skyler deglutì, in silenzio, continuando a guardare il balancer.

"Allora è proprio vero che lo ami..."

"Lui dov'è." smorzò, poi, netta.

"Chi? Peter? Oh, è indaffarato. Ma sta benone, anzi... direi alla grande. Per adesso."

"Fatemelo sentire. Ora."

"È un vero peccato, Skyler. Ma per adesso non può. Credimi, ci sono così tanti stimoli quaggiù che l'ultima cosa a cui viene da pensare è certamente mettersi a comunicare con questi aggeggi."

Gli occhi della giovane si fecero lucidi.
"Sono loro, non è così?" intervenne Blake, avvicinandosi.

"Oh, ma quella è senza dubbio la voce del nostro balancer. Passamelo, cara. È con lui che voglio parlare."

Esitò, rimanendo immobile.

"Tranquilla... non dirò nulla su di te." proseguì la donna, con tono malizioso, "Non voglio complicare ulteriormente le cose."

Skyler, allora, stirò il collo verso Blake che da minuti la osservava impaziente.
"Vuole parlare con te."
Non fece nemmeno in tempo a completare la frase che, in un lampo, il giovane le strappò l'auricolare, portandola all'orecchio.
"Chi cazzo siete."

Una risata composta seguì le sue parole, "È un onore poter parlare finalmente con te. Sono sicura che molti vorrebbero essere al mio posto in questo momento."

"Oh, no. Vi assicuro che nessuno vorrebbe prendere il vostro posto." replicò, deciso. "Io vi troverò. State certi che, prima o tardi, riuscirò a capire chi siete e dove vi nascondete."

"È proprio di questo che volevo parlarti, ragazzo." disse Magda, cogliendo la palla al balzo, "Innanzitutto lascia che io mi scusi per l'antipatico incontro con Alan. Ti assicuro che non siamo avvezzi ad agire con maniere così volgari."

"Cosa volete da me. Come osate provocarmi."

"In secondo luogo..." proseguì lei, senza scomporsi "...credo che la situazione attuale sia ben chiara a tutti. Noi abbiamo il ragazzino. So che non nutri alcun legame nei confronti di Peter... lui stesso ti detesta. Però so anche che, invece, è forte e pungente il sentimento che ti unisce alla ragazza."

Blake accennò un sorriso inquieto, "E così mi spiate... immagino vi diverta molto."

"Beh, vedi... noi non vogliamo problemi. E sono sicura che non li voglia nemmeno tu. Quindi converrai con me che sarebbe davvero antipatico mettere in giro la voce di una tua presunta relazione con una citizen qualunque."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora