• Capitolo XLV •

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"Ti va una barretta?"
Skyler poggiò il bacino contro il bancone della cucina, osservando Peter, seduto sullo sgabello.
Il ragazzino teneva sulle gambe Black che da minuti, ormai, gli leccava il palmo della mano.
Osservava con attenzione la sala ben arredata, i tendaggi lunghi, il lucido mobilio e, senza nemmeno dare ascolto alla ragazza, abbozzò un atteggiamento interrogativo.
"Quanto ti pagano per poterti permettere un posto del genere?"
Lo aveva portato proprio lì, a casa di Blake. Sapeva che quella scelta si sarebbe potuta rivelare una pessima idea, ma valeva la pena rischiare. Di certo, aveva pensato, non c'era posto più sicuro, per loro, in cui rifugiarsi: il balancer aveva ammonito aspramente i suoi colleghi durante l'ultima irruzione, del tutto fuori luogo; nessun estraneo avrebbe più messo piede lì dentro e questo era un motivo sufficiente per convincerla verso quella direzione.
Skyler strinse la bocca, "Te l'ho già spiegato... sei un ragazzino troppo curioso."
Così dicendo, chiuse il frigo e portò i capelli dietro l'orecchio, "...Sei felice?"
Peter riprese ad accarezzare il cagnolino, poi sorrise "Sì... credevo che ti fossi dimenticata di me."
"E invece ti sbagliavi." rispose, ricambiando con uno sguardo complice.
Si avvicinò di qualche passo a lui, assumendo un tono più serio, "Adesso non hai più nulla da temere, ci sarò io al tuo fianco. Non ti mollo, sai?"
Peter salì con indice e medio fino alle orecchie di Black, continuando a guardare in basso, "Non mi piaceva la vita in accademia..."
Quell'ultima parola accese una spia d'allarme nei pensieri di Skyler, che reclinò leggermente la testa, "...Come l'hai chiamata?"
"L'accademia!" ribadì il ragazzino, con leggerezza.
"Non capisco..." bagnò le labbra e si portò sua stessa altezza, piegando appena le gambe, "Peter, non si trattava di una scuola per orfani?!"
"Beh, sì. Ci facevano studiare..." disse lui, stranito "...ma la maggior parte del tempo la passavano a prepararci."
"Prepararvi a cosa...?!" insistette, corrugando la fronte.
Peter la osservò confusamente, rendendosi conto che non avesse realmente idea del luogo da cui lo aveva tirato fuori.
"A diventare balancers." rispose allora, con un tono di voce che lasciava intendere una certa ovvietà.

Skyler sentì le sue braccia perdere improvvisamente energia e una sensazione di rabbia e amarezza risalì dallo stomaco.
Blake le aveva nascosto la verità e questo le faceva male. Ma, del resto, non si sentiva in diritto nemmeno di provare un certo dispiacere: lei gli aveva mentito su cose ben più importanti, più grandi anche di sé stessa.
E così, Peter sarebbe stato indirizzato alla stessa vita che aveva condannato B-273 a quell'inferno rigido e ubbidiente, insieme a tanti altri giovani ignari del futuro che li avrebbe attesi. L'immagine dell'esplosione, allora, le donò improvvisamente una sensazione ancora più appagante, l'estrema soddisfazione di aver annientato molto più di quella che aveva pensato essere nient'altro che una semplice scuola.
Deglutì ed osservò il ragazzino, immaginando quali severi trattamenti avesse potuto subire durante tutti quei mesi e sentendosi ancora più in colpa per non aver aperto gli occhi prima.
"Pensavo lo sapessi..." proseguì Peter, con voce fioca, "Mi hai detto che è stata la Resistenza a mandarti per salvarci..."
"Shh..." gli fece subito lei, imponendo un dito davanti, "Ti ho detto di non nominare MAI quella parola in questa città. Tutte le cose che ti ho rivelato devono rimanere un segreto tra me e te. Intesi?!"
"Sì ma... anche io voglio scendere laggiù... fammi vedere quel posto, ti prego... anche solo per una volta!" replicò, con entusiasmo misto ad ingenuità.
Ma, prima che Skyler potesse prendere fiato, dei rumori al di là della porta arrivarono fino al suo orecchio.
Spalancò gli occhi, non aspettandosi affatto che Blake potesse fare ritorno così presto.
"Ascoltami, Peter!" lo esortò, sussurrando e afferrandogli la faccia tra le mani, "Quanto prima ti farò vedere il Sottosuolo... ma adesso acqua in bocca! Qualsiasi cosa tu veda... ricorda che io sono qui per proteggerti, okay?!"
Il ragazzino sembrò non capire a cosa potesse riferirsi e si limitò ad annuirle, senza nascondere un certo timore nell'attesa di vedere aprire il portellone.

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora