• Capitolo LVIII •

987 57 6
                                    

Blake avanzò nella sala.
"È davvero un onore conoscerla." disse il colonnello Benson, accennando un inchino che il balancer trovò tanto inadeguato quanto inutile.
Il ragazzo rimase immobile a guardarlo con distacco.
"Blake, credimi. Te ne avrei parlato." esordì Mr. Peace, rimanendo seduto all'imperiosa scrivania, "La visita del colonnello non era affatto attesa."
"E me ne scuso ancora infinitamente, signore." rispose subito l'uomo, "Ma la situazione è estremamente... gravosa."
"Quanto gravosa?" intervenne, serio, Blake.
"Profondamente, signore. I ribelli sono riusciti a bloccare quasi metà città. Ad ogni nuova alba conquistano sempre più roccaforti e il crimine è all'ordine del giorno."
"Come sta reagendo la popolazione?" continuò lui, sotto allo sguardo impressionato di Mr. Peace.
"È in stallo. Totalmente confusa, signore. Da un lato la propaganda reazionista dei rivoltosi, dall'altra i filmati e i comunicati provenienti da questa metropoli."
"E i cittadini sono rigorosamente monitorati nell'assunzione del reset-41?"
"Sì, certamente."
"Perfetto. Allora faccia rilasciare dal suo ministro un comunicato in cui, nella giornata di domani, sarà bandita la somministrazione del farmaco. Nessuno dovrà categoricamente farne uso."
Mr. Peace stirò il collo, fortemente incredulo ma, al contempo, incuriosito da quella strategia.
"Ma... ma signore." tentennò l'uomo, in difficoltà "Mi rincresce oppormi di fronte a una sua richiesta, ma... tutto ciò è folle. La città sarebbe totalmente fuori controllo e..."
"Lei sa quali sono i primi sintomi dovuti a un improvviso arresto dell'assunzione di reset-41, colonnello Benson?" lo interrogò, serrato, B-273.
L'uomo balbettò qualcosa alla rinfusa, con la bocca semiaperta.
"Glielo illustro brevemente io." risolse, con estrema calma, lui.
Il colonnello guardò disarmato Mr. Peace.
"Lo lasci parlare." intervenne l'anziano, quasi affascinato.
"Le prime due ore sono asintomatiche e ti lasciano quasi pensare che non farai mai più uso di quei flaconi. Superato questo primo step, però, inizia il declino: dapprima mal di testa e forti crampi agli arti inferiori, poi spasmi muscolari, allucinazioni e perdita di coscienza. Abbini tutto questo a un contesto di bombe incendiare, sparatorie e urla provenienti dalla strada: a quella gente sembrerà di essere improvvisamente catapultata all'interno di un vero e proprio conflitto mondiale. Saranno vulnerabili, sofferenti, terrorizzati come non mai... e invocheranno aiuto."
Avanzò di qualche passo verso l'uomo, "E a chi crede lo chiederanno a quel punto, colonnello Benson? Ai rivoltosi e alle loro fottute bombe... o a noi?"
Lo squadrò intensamente, poi ritornò lontano "Il reset-41 è come una droga." aggiunse, ripensando alle parole di Skyler proprio quella mattina, "Non potrebbero mai fare a meno di noi. Questo governo è tutto ciò che hanno."
L'anziano annuì, lasciando trasparire un sorriso orgoglioso.
"Ha sentito cosa le ha appena detto?" disse poi, rivolgendosi al colonnello, "Ebbene, vada a riferire tutto al ministero. Non c'è tempo da perdere. Rimarremo in contatto nelle prossime 72 ore per eventuali aggiornamenti."
L'uomo, un po' stordito, si inchinò un'ultima volta, congedandosi compostamente.

"Signore, le chiedo di perdonarmi se sono risultato eccessivamente irriverente, ma le assicuro che sono certo di quello che dico." disse mortificato il ragazzo, ormai rimasto solo insieme a Mr. Peace.
L'anziano sorrise, "Oh, ma non devi affatto scusarti." rispose, "Hai avuto un'intuizione acuta e brillante, Blake. Ammetto che non ci avrei mai pensato. Ogni giorno che passa mi rendi orgoglioso, ragazzo. Affidarti le future redini di questo pianeta è stata la scelta migliore che potessi fare."
"Le sue parole mi lusingano, signore." rispose Blake, sentendo dentro di sé di non meritarle affatto.
Avanzò di qualche passo verso la scrivania, "Se mi permette, a tal proposito vorrei recarmi in prima persona a Parabellum. Il colonnello affermava che la popolazione inizia a sentirsi dimenticata e una mia visita ufficiale alzerebbe senz'altro la loro fiducia verso il nostro governo."

Mr. Peace sembrò pensarci su, "Sì, mi sembra un'ottima mossa. Ma sarai scortato dai corpi di sicurezza del 31C."

"Signore, due uomini basteranno..."
"Insisto." tagliò corto l'anziano, "Quella città è cambiata molto negli ultimi mesi. E tu sei il mio diamante più raro. Non posso permettere che quella insulsa gentaglia attenti alla tua incolumità."
Il giovane rimase in silenzio e buttò giù l'idea di dover camminare per le strade di quella città circondato da una pomposa schiera di militari ingobbiti dentro le loro divise pesanti d'assalto. Pensò che questo non avrebbe di certo facilitato il tentativo di lanciare un messaggio disteso che esortasse alla fiducia verso il governo centrale. Ma per quella mattina si era già concesso fin troppe libertà decisionali e scelse di assecondare l'anziano.
Accennò, allora, un rispettoso saluto e ruotò le spalle, con la testa già immersa sui prossimi impegni della giornata ma, poco prima di abbandonare la sala, Mr. Peace schiarì la voce.
"Oh, Blake!" disse, come se fosse appena stato folgorato da un'idea geniale, "Sai per caso che fine ha fatto quella whiner di cui ti occupavi...? Ehm, oh santo cielo, come si chiamava... W-1022!"
Udendo quel nome, il ragazzo, ancora di spalle, chiuse istintivamente gli occhi e strinse il pugno, lasciando che la tensione soffocasse dentro, senza lasciarne traccia fuori.
"È diventata una citizen come tutti gli altri miei assegnati, signore." rispose con pacatezza, rivolgendosi nuovamente verso l'anziano.
"Oh, bene." disse lui, con un impercettibile ghigno, "Quindi è riuscita, in fine, a superare il programma d'inserimento."
"Brillantemente, signore."
"Perché ricordo che avesse creato non pochi problemi..." proseguì Mr. Peace, insidioso "Sono stati necessari tre diversi tentativi di dosaggio del farmaco prima di trovare quello che la... domasse."
Blake deglutì, "Ammetto sia stato un caso alquanto singolare, signore. Ma, come ho già detto, il soggetto ha risposto adeguatamente alle successive terapie."
L'anziano portò una mano al mento e ruotò leggermente sulla sedia, "E adesso cosa fa?"
Il giovane allungò il collo, "Non so rispondere a questa domanda, signore. Come ben sa, una volta diventati citizen, decade ogni sorta di responsabilità da parte nostra."
"Beh, ma ricordo che quando monitoravamo gli spostamenti dei vari moduli, tu risultavi spesso nello stesso raggio d'azione di quella whiner." aggiunse Mr. Peace.
Un breve silenzio distanziò i due.
"Era, appunto, un caso più arduo rispetto agli altri miei assegnati e meritava maggiore lavoro." concluse il balancer, serio in volto.

Mr. Peace abozzò un sorrisino, come velatamente divertito da quello scambio cordiale di botta e risposta.
"Vorrei che tu la rintracciassi, Blake. Perché verrà anche lei, insieme a te, a Parabellum."
Il giovane serrò la mandibola, mentre un tonfo riecheggiò in petto "Ma questo... questo non è possibile, signore." rispose, incredulo "Nessun cittadino di Osmium City può venire a conoscenza dell'esistenza di Parabellum."
"Oh si, questo è vero." replicò lui, con leggerezza "Ma lei è un'eccezione, del resto. E per le eccezioni si fanno eccezioni, a volte." sorrise.
"Posso chiederle il motivo?"
"Ma certo Blake!" esclamò quasi entusiasta, "Devi farmi tutte le domande che ti frullano in testa, mio caro ragazzo."
Poggiò i gomiti sul tavolo in marmo intarsiato, "Mentre prima parlavi, esponendo la tua strategia, mi è venuta alla mente un'idea ancor più impattante."
"Impattante?" ripeté, perplesso, Blake.
"Esattamente. Io voglio che la tua visita a Parabellum non resti solo un veloce passaggio fatto in sordina, ma un vero e proprio evento spettacolare! Voglio che sia una cerimonia, voglio che diventi una giornata iconica. Verrà predisposta una enorme pedana in cui tu sfilerai indossando la migliore uniforme mai vista finora e ci saranno fuochi, schiere di soldati al tuo seguito e una marcia trionfale che scandirà ogni tuo singolo passo!"
L'eccitazione di Mr. Peace quasi schizzava via dalle orbite, in netto contrasto al senso di nausea e capogiro che il ragazzo iniziava a provare.
"Signore, con tutto il rispetto..." tentennò, "Ma forse si rischierebbe di spettacolizzare troppo la cosa."
"Ed è questo il nostro obiettivo!" aizzò, subito, l'anziano "Dovrà essere un bellissimo spettacolo, Blake. Farò installare dei mega schermi nella piazza dove si terrà la cerimonia, i cittadini saranno chiamati tutti a partecipare all'evento e, chi non potrà assistere dal vivo, ti vedrà sullo schermo dei propri televisori, in collegamento diretto."

Il giovane riuscì a controllare la mimica facciale e ad attenersi al consenso di quelle parole.
"E la citizen? Che ruolo ha in tutto questo?"
"Beh, lei sarà protagonista tanto quanto te, Blake." rispose Mr. Peace, "Le verrà preparato un discorso da dire durante la cerimonia. Dovrà rivolgersi a tutta la popolazione di Parabellum e convincerli a non desistere, a battersi per la Causa e a denunciare ogni forma di rivolta dell'ala reazionaria."
A Blake sembrava di essere finito in un incubo grottesco e inverosimile.
Corrugò la fronte, "Perché vuole affidarle un tale incarico?"
"Perché quella citizen ha qualcosa di diverso dagli altri, ragazzo. Credo che te ne sia accorto anche tu, mi sbaglio?" domandò, portando in avanti il petto.
"Niente che non sia stato corretto, signore." replicò.
"È proprio questo il motivo per cui voglio che sia lei a diventare il volto della nostra Causa, per tale evento."
Il respiro del ragazzo incominciò a diventare più contratto.
"Chi meglio di una belva selvaggia e ribelle che viene infine addomesticata e ammaestrata fino a diventare un fedele animale da compagnia, può dare l'esempio di come il nostro sistema sia l'unico e il solo modo possibile di condurre un'esistenza efficiente e adeguata?"
Per la prima volta, quelle parole risuonarono fastidiose alle orecchie di Blake. Sentir paragonare Skyler, la sua Skyler, a una docile bestiolina istruita gli fece quasi ribollire il sangue. Ma si trattava di Mr. Peace, il suo mondo, la sua unica fede. E questo non doveva dimenticarlo.
Strinse i pugni, riuscendo a reprimere l'irrazionale rabbia per dare spazio alla sua solita compostezza.
"Dammi solo un paio di giorni, Blake. Mi basteranno per organizzare nel minimo dettaglio le cose, sai bene che nutro un debole per le cerimonie in grande stile. Fatto ciò, potrete partire in direzione di Parabellum."
Il ragazzo annuí lentamente.
"Ebbene, se questa è la sua volontà, signore... io la seguirò."

L'anziano, così, lasciò finalmente libero il giovane di congedarsi, il quale abbandonò la sala, seppur con molto meno entusiasmo adesso.
Digitò, allora, un numero sul tastierino posto accanto al bicchiere mezzo pieno di cognac e attese che il suo auricolare agganciasse la linea.
"Sì, sono Mr. Peace." disse, con spiccata fierezza, "L'aspetto fra venti minuti nel mio ufficio per brindare insieme a un lieto evento: ho trovato finalmente il modo per sbarazzarmi di quella mocciosa."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora