• Capitolo XXII •

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Buongiorno, cari lettori! Avviate il video qui sopra arrivati al secondo spaccato del capitolo e... buona lettura!

Il giorno dopo l'aria era più serena ed, insieme, anche lo stato d'animo di Skyler. Iniziava ad imparare a gestire gli effetti che il nuovo dosaggio le procurava e, contro ogni previsione, spesso riusciva anche a sopraffarli. Era incredibile come riuscisse a resistere, con tutta sé stessa, alla completa resa dettata dal reset-41. Non l'avrebbe mai data del tutto vinta a quel farmaco, si sarebbe gettata dal sedicesimo piano del suo appartamento piuttosto. Ma, nonostante la sua radicata testardaggine che sin da bambina l'aveva contraddistinta, non poteva far finta di nulla, non poteva ignorare il fatto che i suoi stati umorali fossero nettamente mutati durante quell'ultimo periodo. Non riusciva più a sentire entusiasmo, né compassione e, spesso, reagiva in maniera talmente cinica da non riconoscersi, nei momenti di maggiore lucidità. Aveva incontrato Alan la sera prima e ci era finita, nuovamente, a letto. Ma era stato tutto diverso, non aveva sentito passione, nemmeno eccitazione e, quando il ragazzo aveva finito, lei si era semplicemente girata dall'altra parte del materasso, pensando alle parole di Mr. Peace che, la mattina stessa, aveva sentito. Alan gli aveva chiesto più volte se ce l'avesse con lui, se il sesso non l'avesse soddisfatta. Ma, in realtà, non c'era nulla, ormai, che la soddisfacesse e farglielo capire sarebbe stato più complicato del previsto. Nessuno poteva davvero comprenderla, nessuno viveva la sua stessa condizione, nessuno doveva quotidianamente lottare con un dosaggio che avrebbe steso persino un cavallo. Nessuno.
Erano questi i pensieri che la facevano muovere freneticamente sul lettino della sua stanza. Osservò il soffitto e decise che era tempo di alzarsi. Si vestì con le prime cose che trovò gettate in giro, ma non le andava di fare colazione. Aveva la mattinata libera, Connor l'avrebbe aspettata il pomeriggio per dare una pulita al locale e prepararsi per la serata promozionale, ma non aveva comunque idea di cosa fare per trascorrere il tempo. Fortunatamente, il suo auricolare squillò: era Alan.
"Hey, come stai?" le chiese.
"Tutto bene, perché?"
"Ieri mi sei sembrata strana... quasi assente."
"Credo sia abbastanza normale, non credi?" rispose lei, guardandosi allo specchio.
"È solo che... preferirei saltassi la dose quando decidiamo di vederci."
Skyler alzò il sopracciglio, "Alan... non posso rischiare così tanto. Il mio tutor potrebbe venire a controllarmi in qualsiasi momento."
"Il mio passa ogni mercoledì sera. Non capisco perché quel tipo venga a trovarti così spesso."
La ragazza si bagnò le labbra, "Credo che sia perché sono abbastanza difficile da gestire."
Un deciso toc toc interruppe la conversazione.
"Merda! È lui... dobbiamo chiudere!" sussurrò agitata, lei.
"E ti pareva..." commentò, scocciato, il ragazzo.
Skyler, allora, disattivò l'auricolare, posandolo sul comodino, e corse ad aprire.
Blake la guardò per un attimo in silenzio, quasi imbarazzato.
"Oh, ma guarda chi si rivede..." esordì Skyler, "È preoccupante essere felice di riaverti nelle vesti di mio tutor?" concluse, ironica.
"Solo un po'..." rispose lui, accennando un sorriso "...Stavi uscendo?" chiese, squadrandola.
"Mattinata libera. Entra..."
La ragazza si scansò, permettendogli il passaggio dentro casa.
"Come ti senti, oggi?" le fece il ragazzo, girandosi verso di lei.
"Inizio ad adattarmi... diciamo." deglutì, portando i capelli dietro le orecchie.
"Ma io non ti ho chiesto questo..." riprese lui, "Io voglio sapere come ti senti."
Se c'era una cosa che Skyler non riusciva a spiegarsi di quel balancer, era come, a volte, sembrasse davvero l'unico a conoscerla veramente e, soprattutto, l'unico a cui importasse qualcosa.
Tentennò, "...Temo di stare diventando un robot. Non riesco a provare piacere per nulla... né stimoli. Ammetto di sentirmi più energica ultimamente, è come se avessi voglia di fare fare ed ancora fare. Anche Connor se n'è accorto, tanto da prendere in considerazione un aumento."
Blake la ascoltava, attento "E non pensi sia positivo?"
La ragazza ci riflettè su, "Penso sia... innaturale." affermò.
B-273 si lasciò scappare una smorfia, "Cos'è naturale, Skyler? Cos'è, se non il semplicemente adattarsi all'ambiente che ci circonda? Siamo ad Osmium... e ciò che percepisci rientra esattamente nella natura di noi tutti."
"E, allora, perché continuo a sentirmi fuori posto?"
Il ragazzo distolse lo sguardo, facendo qualche passo in direzione della finestra "Ci sentiamo tutti sempre un po' fuori posto..." deglutì e fece un profondo respiro.
"Posso farti una domanda?" intervenne, allora, lei "...Ogni tanto ripensi alla tua famiglia?"
Blake la guardò, percorrendo i suoi occhi "Non saprei nemmeno che facce dover ricordare. Non li ho mai conosciuti."
"E non vorresti averlo fatto?" proseguì, a bassa voce.
"Sinceramente?... No. Non voglio legami. E non c'entra nulla il fatto di vivere qui..."
"Che intendi dire?" Skyler reclinò leggermente la testa.
"Intendo dire che, probabilmente, anche se fossi vissuto sulla Terra... non avrei voluto alcun tipo di legame."
"Queste sono cazzate..." esordì lei, istintivamente "Come puoi dire una cosa così crudele?!"
"La tua umanità mi spaventa." mozzò, serrato, Blake.
La ragazza rimase inizialmente perplessa ad osservarlo, "Cosa... cosa intendi? Io non capisco."
Sfilò il cappotto, ripiegandolo con cura "Quando vengo qui, non metto alla prova te... ma me stesso. Tu sei... tu sei così... trasparente. A volte penso che potrei riuscire a vedere persino i tuoi organi interni."
"È questo a spaventarti?..." gli disse, con un filo di fiato.
"No..." rispose, guardando il pavimento "...Ciò che mi spaventa è l'impressione che anche tu riesca a fare lo stesso con me."
Gli occhi di Skyler si fecero visibilmente lucidi ed uno strano senso di colpa le si trafisse al petto.
"Non era mia intenzione farti dire cose che non vuoi, Blake..." riprese, cercando di trattenere le lacrime.
"Non è colpa tua..." rispose lui, sospirando.
"Sì, invece. Ti faccio domande che non dovrei fare..."
"SMETTILA DI ESSERE COSÌ BUONA CON ME!" le urlò, di getto.
Si riprese, ritornando in sé "...Fa l'iniezione, adesso." disse, senza più guardarla.
La ragazza buttò giù un boccone amaro, rimanendo in silenzio, e si somministrò il reset-41.
Blake la scrutò fare, osservando l'ago che le perforava la pelle.
"Adesso vado... proseguo il giro di controllo." concluse, procedendo verso la porta.
"Ti troverò stasera, al bar?" riuscì a dire lei.
Blake serrò la mandibola, "...No, non credo che verrò. Ci si vede, Skyler."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora