• Capitolo XI •

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Quella mattina Skyler si svegliò sapendo esattamente cosa fare. Era una sensazione poco comune per una come lei. Ma tutto le sembrava chiaro adesso. Il suo destino, il suo futuro, il suo compito, la sua missione. Il cielo continuava ad essere cupo, è vero, ma quel giorno, alzando il naso all'insù, mentre si recava al bar, non le sembrò di sentirsi soffocare. Doveva solo resistere per tre mesi, nulla di più, aiutare la Resistenza e contribuire così alla disfatta di quel folle sistema. E ce l'avrebbe fatta, era questo che continuava a ripetersi, osservando i volti incupiti dentro i cigolanti vagoni della metro.
Entrò a passo sicuro dentro al locale, infilando il grembiule che Connor le lasciava sempre appeso all'ingresso. Con uno strofinaccio umido, spolverò i pomelli e gli scaffali, per poi dedicarsi alla lucidatura del malconcio e scricchiolante parquet scuro.
Il vecchio uscì dallo stanzino e si mise seduto in uno dei tavolini, davanti la tv.
"Perché guardi sempre questa roba?..." gli fece Skyler, strizzando lo strofinaccio, zuppo d'acqua sporca, dentro ad un secchio.
"Cosa dovrei guardare?!" rispose lui, continuando a rimanere incollato al piccolo schermo.
"Non so... qualcosa di diverso da un notiziario!"
Connor si voltò ad osservarla, "Ragazza, questo è l'unico canale ad essere trasmesso. Ti credevo più informata."
Arrestò, allora, le faccende "...Che storia è questa?!"
L'uomo accavallò le gambe sul tavolo, con fare abbastanza goffo "Ad Osmium non esiste quello che voi siete abituati a chiamare intrattenimento... L'unica rete che i cittadini possono guardare è quella governativa, che perlopiù trasmette le notizie del giorno e, solo in casi eccezionali, i comunicati in diretta di Mr. Peace."
La ragazza si asciugò le mani sul grembiule, poggiandosi al bancone "E a voi sta bene così?!"
"E chi l'ha mai detto?!... Ma quando vivi da più di trent'anni in questo posto, non puoi che farci l'abitudine." sancì, lui.
Skyler, allora, ci pensò su "Beh, prima che mi prenda una pallottola in testa... ci sono altre cose che dovrei sapere?"
Connor sbuffò, "Certo. La musica è bandita... l'arte... la letteratura!"
La ragazza sgranò gli occhi.
"Insomma, ragazza... per farla breve, tutto ciò che potrebbe suscitare..."
"...Sentimenti." proseguì Skyler.
L'uomo accese un sigaro, "Credevo che questo te lo avessero spiegato i balancers..."
"Ci sono troppe cose che evitano di dire, mi sa."
Skyler si tolse il grembiule e andò a sedersi accanto al vecchio, "A proposito di balancers... che mi sai dire di quel ragazzo che era qui l'altro giorno..."
"Parli di Blake?" chiese lui, mentre si gustava con soddisfazione il sigaro.
"...Sì, Blake. Anche lui è un balancer, giusto?"
"Da tanti anni, ormai, sì..."
Si mise comoda sulla sedia un po' traballante.
"Ma perché mi chiedi di lui... Cosa vuoi sapere, ragazza?"
"Niente di particolare... è solo che, beh, sembra un tipo... particolare."
Connor sorrise, "Oh, Blake è sempre stato un tipo particolare... Lo conosco da quando era un bambino, sai?"
Skyler corrugò la fronte, "Quindi è da molto tempo che è qui."
"Credo che i suoi genitori siano morti quando era ancora in fasce. Una vera disgrazia. Ma è un ragazzo forte e si è rimboccato le maniche." il vecchio spense il sigaro contro il tavolo, soffocando il fumo.
"...Lui te ne parla, ogni tanto?..." continuava a indagare, la ragazza.
"Niente ricorda e niente vuole sapere. E credo sia giusto così. Non trovi, Anderson?" Connor la scrutò.
Skyler deglutì, annuendo silenziosamente all'uomo.
"Vedi, ragazza, il concetto di famiglia, qui, è del tutto inesistente... È una cosa che capirai col tempo. Non esistono legami, non esiste nulla. E, può sembrare orribile da dire, ma per certi aspetti è meglio così."
La ragazza strinse i denti, "Non vedo come possa mai essere meglio così, onestamente."
Il vecchio si alzò, tirando in su i pantaloni "Mio padre era un operaio e tornava a casa ubriaco, così aveva la brillante idea di picchiarmi... Mia madre, invece, era troppo impegnata a farsi il vicino di casa per accorgersene. Fidati, ragazzina, certe volte è meglio che le cose vadano così." si allontanò, lasciando Skyler perplessa più che mai.
"Non si possono rinnegare i propri valori, solo per autoconvincersi che è giusto ciò che avviene su questo pianeta." commentò, lei.
Connor si voltò, "Fra due... forse tre anni, ti dimenticherai della tua famiglia. Ricorderai solo certi episodi, certe tracce del tuo passato, ma nulla più ti legherà a loro. Il reset-41 prenderà la tua testa, si impossesserà della tua memoria e, a quel punto, ti renderai conto che forse è meglio guardare avanti, piuttosto che rimpiangere un fantasma che è stato e che non potrà più essere."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora