Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
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Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
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Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
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Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
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Capitolo 2.02
Capitolo 2.03
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Capitolo 2.31
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Capitolo 3.01
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Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 3.29

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By Corneliahale94

"Questa?"

"No!"

"Questa?"

"Mmmm..No!"

"E questo?"

"Iker! Spero che i giocattoli li compri tua moglie a Nicolàs poverino!! Altrimenti non voglio sapere come stia crescendo..." protestò Sergio all'ennesimo tentativo di Iker di fare presto.

Erano al negozio di giocattoli da almeno un'ora, Sergio stava accuratamente scegliendo un regalo per il compleanno di sua nipote Daniela che avrebbero festeggiato dopo pochi giorni. Iker aveva deciso di accompagnarlo finito gli allenamenti e così, mentre si aggiravano tra peluche e bambole, Sergio aveva anche avuto modo di raccontare all'amico portiere gli ultimi risvolti con Victoria...e con Jasmine.

"Tornando a questioni serie, mentre tu fai l'esperto pediatra, che cosa pensi di fare con Victoria?"

"Cosa penso di fare, cosa?" domandò Sergio concentrandosi sui giocattoli di fronte a lui.

"Beh perché non firmi i documenti se è questo che vuole? So che è doloroso ma.."

"Io non mi abbasso a firmare degli stupidi documenti" fece solenne Sergio camminando accanto all'amico "Lei non vuole veramente il divorzio. Lo fa solo per farmi soffrire."

"E tu non hai fatto uguale l'ultima volta?"

"No. Io ho ribadito le mie ragioni."

"Le hai rinfacciato di essere andata con un altro quando tu hai fatto lo stesso..." soggiunse Iker corrugando la fronte.

Sergio sbuffò. Perché doveva essere tutto così tremendamente complicato?

"Io non voglio divorziare. E lei neanche."

"Ma se lei..."

"Iker! Conosco mia moglie...e poi lei mi sembra felice con quello sfigato in doppio petto, cosa le cambia divorziare o no?"

Iker sospirò. "Beh e tu con Jasmine allora??" lo incalzò l'amico.

"E' diverso. Jasmine è....è..." ci pensò bene senza che gli venisse in mente come completare la frase.

"Un giocattolo. Proprio come questi" fece indicando le bambole confezionate di fronte a loro.

Sergio guardò l'amico, mordendosi un labbro.

"Non è un giocattolo è esattamente ciò che Javier è per Victoria."

"Ma perché vi volete far del male a vicenda? Siete davvero due teste di marmo.."

Sergio scrollò il capo. "Io la mia parte l'ho fatta. A Capodanno lei ha chiuso definitivamente la porta, ha scelto di stare con quello dopo tutto quello che era successo. Mi ha messo da parte, io che sono suo marito nonché il padre dei suoi figli, ha rinunciato a me per stare con quello che è ovviamente un sostituto..."

"Tu l'hai tradita!" contestò Iker, a onor del vero.

"Si poteva recuperare! Io non l'ho fatto con intenzione è stato uno stramaledetto errore!" ribatté.

"E le conseguenze di quell'errore sono queste. Victoria non te l'avrebbe mai perdonato, tu lo sapevi e sei andato con quella..."

Sergio fece per rispondere ma all'improvviso, qualcuno lo urtò da dietro spingendolo leggermente in avanti.

Sergio si voltò, perplesso, Iker alzò gli occhi socchiudendoli un momento.

"Oh, scusate! Non vi avevo visto" fece una voce maschile.

Sergio si voltò del tutto, guardandolo negli occhi: non ci poteva credere - di fronte a lui c'era Javier.

I due si guardarono, Javier non aveva la minima idea di chi fosse Sergio, mentre lui...lui lo conosceva eccome.

"Si figuri" fece Iker, riconoscendo anche lui il compagno di Victoria.

Sergio era immobile, come paralizzato lì davanti, era la prima volta che i due si incontravano e si parlavano.

"Ma...voi non siete....avete un'aria familiare..non siete.."

Sergio abbassò gli occhi e Iker - capendo che se non avesse parlato si sarebbe ritrovato Javier con la faccia spaccata - sorrise prendendo la parola.

"Sì, giochiamo in Nazionale...."

"Esatto!! Io non seguo il calcio perciò non vi conosco però ai Mondiali...ahh che emozione! Ho scritto anche un articolo su di voi.."

Iker fece rispondere, ma Sergio lo interruppe notando un particolare. "Cos'è?" domandò inclinando il capo, indicando una scatola che Javier aveva tra le mani.

"Oh, è un regalo per il figlio della mia compagna."

In quel momento, il gelo calò nel negozio di giocattoli, come se non ci fosse più nessuno tranne loro. Sergio rimase immobile, Iker li guardò entrambi - uno di fronte all'altro - pensando rapidamente ad un modo per allontanarli prima che il carattere "latino" di Sergio prendesse il sopravvento sul povero Javier troppo magro e piccolo per difendersi.

"Ah, fantastico...andiamo Sergio!!" fece tirandolo per un braccio.

Sergio però era di pietra, irremovibile. Javier parlava senza rendersi conto che il figlio a cui si riferiva era Andrés, il figlio di Sergio.

"Posso chiedervi una cosa, così...secondo voi potrebbe piacere ad un bambino?" fece mostrandogli una pista completa di automobili.

Sergio la guardò. "No." disse, categorico.

Iker sgranò gli occhi mentre Javier lo guardava con sguardo perplesso. "Ah, ecco perché pensavo che il bambino..."

"Ai bambini piace il calcio." fece di nuovo Sergio, con espressione gelida mentre Iker provava ad allontanarlo verso la cassa, invano. "L'ha mandato la sua "compagna" a comprare il regalo?"

Javier corrugò la fronte, perplesso. "Ecco no..era..una sorpresa. Vede, ne ha due, un maschio e una femmina. Sono adorabili, gli voglio davvero bene come se fossero miei...."

Sergio scambiò un'occhiata con Iker, ancora due secondi e non avrebbe più avuto la faccia se il portiere non fosse intervenuto.

"Ah, bene! Allora auguri sono convinto che gli piaceranno le macchinine, è stato un piacere arrivederci..." tirò Sergio riuscendo a staccarlo da lì fino alle casse, pagato il regalo per Daniela riprese a trascinarlo fino alla macchina.

Sergio era un fiume in piena.

"Lo hai visto?!?!?!" esclamò "Hai visto la sua faccia!?!? I figli della mia compagna ma dove vai?!?! I miei figli! MIEI! Li ho fatti io!!" protestò scalpitante.

Iker cercò a calmarlo, spingendolo contro la sua Audi.

"Smettila Sergio! Sei in un parcheggio per bambini non in campo! Sfogati stasera alla partita ok?!"

"Giuro che lo ammazzo, se esce lo ammazzo! Lo prendo con la macchina, come i birilli e ci passo sopra in retromarcia!!!" protestò, arrabbiato.

Iker lo fermò per le spalle. "Ramos!!!"

Sergio si calmò, inspirando. "Giuro che se lo vedo.."

"Sali in macchina, vai a casa e ci vediamo stasera ok?"

Sergio si guardò intorno, poi aprì la portiera e sedendosi in macchina si allacciò la cintura abbandonando la testa sul sedile.

"Devo ammettere che questa è la miglior pizza che abbia mai mangiato a Madrid!" sorrise Javier, dopo aver finito di mangiare.

Victoria chiuse i cartoni vuoti e sorrise. "Hai visto? Il pizzaiolo qui all'angolo è il migliore! Ormai ho l'abbonamento!"

"Dovrò farlo anche io questo abbonamento.." sorrise.

Victoria si voltò, accendendo la televisione.

"Oh, vediamo cosa fanno stasera..." fece, buttandosi sazia sul divano. Fece zapping con il telecomando finchè Javier non notò sullo schermo le immagini dell'inizio del secondo tempo di una partita del Real Madrid.

In una prima inquadratura, Javier riconobbe quell'uomo al negozio di giocattoli.

"Lui! L'ho incontrato stamattina!"

Victoria, in preda ad una solita crisi d'ansia, si voltò sgranando gli occhi. "Tu...tu cosa?" balbettò incredula.

"Sì! Proprio quello lì che hanno inquadrato! E il suo amico..un ragazzo moro..con gli occhi scuri.."

"Iker" disse tra sé e sé Victoria pensando al motivo per cui i due si erano incontrati.

Victoria non aveva mai parlato a Javier di Sergio, Javier sapeva solo che suo marito era un calciatore ma non aveva mai specificato quale.

E ora si era ritrovata con Javier entusiasta di aver visto suo marito e averlo riconosciuto in tv.

"Che ti ha detto?" chiese perplessa e preoccupata visto che, al contrario, Sergio sapeva bene chi fosse.

"Oh nulla. Stavamo parlando del regalo di Andrés.."

Victoria sentì la pressione scendere e il suo cuore agitarsi nel petto. Javier aveva parlato a Sergio di suo figlio senza saperlo. Poteva immaginare la faccia di Sergio mentre Javier raccontava ignaro.

In sottofondo intanto, la partita commentata alla televisione continuava...il Real vinceva due a uno.

"Aveva un atteggiamento un po' freddo però...non so.."

Victoria sgranò gli occhi, fingendo indifferenza. "Ah beh sai come sono i calciatori...sono tutti così...così..." prima che Javier potesse domandargli altro, i due vennero interrotti da un urlo disumano alla tv.

"Ha fatto gol?" domandò Javier voltandosi.

Victoria si voltò corrugando la fronte - quello non era un urlo da gol.

Alzò il volume, la telecamera inquadrava da vicino il gruppo di medici del Real accorsi intorno a qualcuno.

Victoria sentì la mani iniziare a sudarle e il cuore in palpitazione. "Che succede?" si avvicinò anche Javier.

"Attenzione" fece il cronista in tv mentre i due ascoltavano in silenzio "Pare che sia a terra Sergio Ramos..."

"Accidenti! Speriamo non si sia.."

Victoria si incollò al televisore, con un brutto presentimento. Odiava quei momenti, odiava quando cadeva e non si rialzava subito, odiava quando non poteva essere lì. Non fu più in grado di controllarsi, al diavolo l'indifferenza, suo marito era a terra e sembrava non reagire.

Sgranò gli occhi sempre più vicina al televisore con un nodo allo stomaco.

"Sì, confermiamo che Sergio Ramos pare essersi fatto male...è a terra e non risponde agli stimoli....attenzione...attenzione si muove...escludiamo che abbia perso i sensi.."

Victoria appoggiò una mano alla televisione mentre Javier la guardava seduto sul divano, perplesso da quell'agitazione forse un po' troppo esagerata.

La osservò in silenzio mentre la ragazza sembrava sull'orlo di una crisi di panico.

La telecamera staccò di nuovo su Sergio, con gli occhi aperti, per terra sul campo. Il medico vicino alla sua caviglia.

"Si è fatto male alla caviglia...attenzione...è sangue quello sulla maglietta!??!"

Victoria sgranò gli occhi, proprio all'altezza dello stemma del Real, sul cuore, la maglietta bianca era intrisa di sangue.

"Sta sanguinando...Sergio Ramos si rialza...pare che il giocatore avversario sia entrato all'altezza del petto con i tacchetti di ferro della scarpa...espulso l'avversario Sergio Ramos abbandona il campo sorretto dai medici e dal massaggiatore..." commentò velocemente il cronista.

Victoria si sentì il cuore stretto in una morsa. Scattò in piedi.

"Potresti stare con i bambini?! Altrimenti sali al piano di sopra, la signora Margherita tiene i bambini..." disse con espressione assente.

Cominciava a sentire la testa girare rapidamente, come se la pressione scendesse e risalisse improvvisamente nel suo corpo.

Infilò le scarpe, la giacca, prese le chiavi dell'auto.

"Dove stai andando?!" domandò Javier perplesso.

"Ti spiegherò..io..io devo andare.."

"Victoria ma...dove?? Non capisco cosa..??"

"I bambini stanno dormendo se si svegliano digli che sono andata a prendere una cosa...che torno presto."

Javier la seguì fino alla porta. "Aspetta Victoria! Victoria..che succede?? Me lo vuoi dire?! Dove vai a quest'ora!?" domandò ancora, ma Victoria non rispose...era già praticamente in strada, nel parcheggio.

Aprì da distante la sua macchina, salì rapidamente, chiuse la portiera e sgommò fuori dal parcheggio.

Sergio...Sergio...Sergio.... ripeteva nella sua testa. L'immagine di lui sanguinante che usciva dal campo l'aveva sconvolta, accelerò rapidamente sfrecciando per la strada stranamente vuota, seguì il suo istinto, era a casa non l'avevano di certo portato all'ospedale.

Pochi minuti dopo, arrivò di fronte a casa sua. Il cancello era aperto, una macchina nera l'aveva affiancata abbagliandola per un momento. Victoria scese rapidamente e incrociò lo sguardo di Miriam.

"Miriam!! Miriam!!" esclamò agitata. Miriam la guardò, perplessa e sorpresa di trovarla lì davanti.

"Che ci fai qui?"

"Ho visto la partita...come stai sai qualcosa?? Eri lì??" disse agitata.

"Mi hanno chiamato, io ero fuori e non la stava guardando.." fece lei, camminando rapidamente verso l'ingresso. Poco dopo sulla soglia di casa era comparso Reneé, presente al Bernabeu che aveva scortato il fratello a casa.

"Reneé!" esclamarono in coro le due ragazze "Che è successo!?" proseguì Victoria col fiatone per l'ansia.

"Si è slogato una caviglia e...ha perso molto sangue per via del colpo al torace.."

"Si è fatto tanto male?! Dov'é?!" domandò ancora Miriam preoccupato.

Reneé si scansò per farle passare mentre Victoria non riusciva nemmeno ad ascoltare la spiegazione della dinamica dei fatti da parte del fratello di Sergio.

Camminò rapidamente per quella casa, la sua casa, fino ad arrivare alla stanza degli ospiti. Quella stessa stanza dove l'ultima volta si erano amati.

In quel momento, lui era lì, disteso su quello stesso letto, una benda gli cingeva il torace scoperto, due medici del Real lì vicino riconobbero Victoria e le sorrisero un momento.

Uno dei due gli stava misurando la pressione. Sergio aveva gli occhi aperti, ma non sembrava cosciente.

Victoria si inginocchiò vicino a lui. Gli prese la mano, fredda. In quel momento, scoppiò a piangere.

"E' cosciente vero?" fece guardandolo negli occhi. I due medici si guardarono.

"Ha perso molto sangue è sotto shock da disidratazione."

Sergio girò gli occhi verso Victoria e sembrò riconoscerla subito nonostante lo stato confusionale.

"Victoria..." mormorò provando a muoversi. Il dolore però lo bloccò subito, lancinante.

"Non si deve muovere!!" esclamò un medico dei due "Stia fermo signor Ramos altrimenti non riusciamo a metterle la benda.." appoggiarono un enorme cerotto bianco rettangolare sulla ferita ripulita dal sangue.

Victoria non gli lasciò mai la mano.

"Ora deve riposare per riprendersi."

"E la caviglia?" domandò Reneé comparendo sull'uscio della porta.

"La caviglia ha ricevuto solo un brutto colpo. Due giorni e cammina di nuovo. E' la ferita che deve stare a riposo."

"Quanto tempo?"

"Una settimana."

Victoria si voltò guardandolo di nuovo negli occhi. Notò che la stava fissando, immobile. Le stringeva la mano che stava ritornando lentamente ad essere calda. Victoria intrecciò le dita con quelle del ragazzo, proprio come aveva fatto durante il loro ultimo incontro in quella camera.

Ma questa volta la sua presa era più nervosa.

"Non ti agitare" sussurrò all'improvviso Sergio, a fatica.

"E tu non parlare...riposati e basta." fece lei a bassa voce di nuovo accarezzandogli la fronte.

"Stavi...guardando..la partita?" mormorò ancora.

"Sì. Giusto in tempo per vedere te che venivi ammazzato dall'avversario."

"Però non hanno fatto gol." sorrise un momento.

Victoria prima rimase seria poi allargò anche lei un sorriso. "Sì, avete vinto tre a uno." sorrise Miriam sedendosi vicino a lui.

"Tre?? E chi?" domandò curioso.

"Mi dicono...Higuaìn."

"Maledetto Gonzalo, quel gol era mio!" scherzò a bassa voce, cercando di mettersi meglio sul letto.

Victoria si sedette accanto a lui. "Sergio! Ha detto di non muoverti!"

"La caviglia..." si lamentò spostando il piede lentamente.

"E neanche la caviglia! Stai fermo!"

In quel momento, la guardò negli occhi come non aveva mai fatto in quei mesi.

"Volevo solo...farti spazio."

Victoria non gli lasciò la mano, fissandolo. "Spazio? Ma io ci sto qui."

"No, qui, vicino a me" disse appoggiando la mano libera sullo spazio libero del letto.

Miriam e Reneé si guardarono e allargarono un sorriso. Victoria non poteva dirgli di no, non in quella situazione.

"Potete andare" fece ai due fratelli "Non preoccupatevi, andate a calmare vostra madre che conoscendola sarà arrivata a Madrid a piedi, ci sto io qui." sorrise.

Sergio non rispose, osservandoli solo in piedi di fronte alla porta.

"Effettivamente..mamma sta chiamando da ore" fece Miriam con il cellulare in mano "Sei sicura di farcela a rimanere?"

"Certo! I bambini sono con...." si bloccò "..la signora del piano di sopra. E stanno dormendo da un pezzo. Domani torno a casa e non si accorgeranno di nulla."

"Grazie" fece Miriam abbracciandola.

"Figurati, non posso fare altro." sorrise Victoria ricambiando l'abbraccio. I due uscirono assieme ai dottori e Victoria rimase da sola. Tornò da Sergio che sembrava essersi tranquillizzato; all'improvviso, la testa iniziò a girarle vorticosamente, e una sensazione strana iniziò a farsi strada dentro di lei.

Si appoggiò allo stipite della porta per un attimo inspirando. Una sensazione che le sembrava di aver già vissuto. Era sicuramente la tensione accumulata in quegli attimi di paura.

"Tutto bene?" chiese Sergio accorgendosene.

"Sì sì" fece lei per non farlo preoccupare. "Ora dormi" gli disse.

"Starai qui con me?" chiese lui, quasi preoccupato. A Victoria parve di rivedere Andrés nei suoi occhi da bambino.

"Certo amore. Certo." fece lei, senza quasi rendersi conto di come l'avesse chiamato. Le sembrò così naturale da non potersi correggere.

Sergio sorrise. "Grazie."

"E di cosa?" gli prese di nuovo la mano e si distese vicino a lui coprendosi con il piumino.

In quel letto poté di nuovo sentire i brividi di quella notte che sembrava tanto lontana....in realtà era passato solamente un mese e qualche giorno.

Sergio si addormentò poco dopo, chiudendo gli occhi come un bambino appena nato. Victoria lo guardò, senza riuscire a chiuderli. All'improvviso il cellulare le vibrò in tasca. Era Javier.

Non so cosa sia successo, ma non preoccuparti. I bambini sono a letto che dormono tranquilli e io rimango qui fino a domani. Ti amo.

Victoria si soffermò su quelle ultime parole. "Ti amo", Javier glielo diceva sempre sfruttava ogni occasione per dirglielo ma lei...lei non aveva mai risposto. Forse perchè non se la sentiva o forse perchè non era lo stesso.

Guardò Sergio, già addormentato si avvicinò e appoggiò delicatamente le labbra sopra le sue.

Il ragazzo si svegliò rapidamente, ricambiando quel bacio appoggiando una mano dietro la testa della ragazza.

Victoria inspirò, quasi si togliesse un peso dallo stomaco. Si guardarono per un momento, non si dissero nulla. Quel bacio era....un bacio. Un bacio dei loro. Non aveva bisogno di spiegazioni, almeno, non quella notte.

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