Trilogia con Sergio Ramos

Bởi Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... Xem Thêm

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
Capitolo 1.13
Capitolo 1.14
Capitolo 1.15
Capitolo 1.16
Capitolo 1.17
Capitolo 1.18
Capitolo 1.19
Capitolo 1.20
Capitolo 1.21
Capitolo 1.22
Capitolo 1.23
Capitolo 1.24
Capitolo 1.25
Capitolo 1.26
Capitolo 1.27
Capitolo 1.28
Capitolo 1.29
Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
Capitolo 1.32
Capitolo 1.33
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Capitolo 1.35
Capitolo 1.36
Capitolo 1.37
Capitolo 1.38
Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
Capitolo 2.03
Capitolo 2.04
Capitolo 2.05
Capitolo 2.06
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Capitolo 2.10
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Capitolo 2.15
Capitolo 2.16
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Capitolo 2.23
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Capitolo 2.25
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Capitolo 2.27
Capitolo 2.28
Capitolo 2.29
Capitolo 2.30
Capitolo 2.31
Capitolo 2.32
Capitolo 2.33
Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
Capitolo 3.03
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Capitolo 3.28
Capitolo 3.29
Capitolo 3.30
Capitolo 3.31
Capitolo 3.32
Capitolo 3.33
Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 3.26

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Bởi Corneliahale94

Paqui ritornò con i bambini un'ora e mezza dopo, aprendo la porta di casa con le chiavi e notando, nel parcheggio, una macchina dall'aria familiare. Victoria era già arrivata? Sola con Sergio a casa?

C'era qualcosa di strano. Quando si erano sentite, Victoria sembrava non volesse nemmeno sentire per sbaglio il suo nome ed ora era già lì con lui nella loro casa?

Aprì la porta, curiosa di sapere se si erano già uccisi tirandosi dietro piatti e bicchieri ma quando entrò non trovò nessuno.

Sofia e Andrés corsero al piano di sopra a posare i loro nuovi giocattoli, felici, attendendo l'arrivo della loro mamma mentre Paqui continuava a guardarsi intorno, perplessa.

"Sergio??" chiamò guardando in cucina.

Poco dopo suo figlio comparve sulla soglia della camera degli ospiti, con espressione alquanto strana.

"Ma dov'eri?"

"Stavo..." si schiarì la voce "..sistemando.."

"Victoria è qui?" domandò, sempre più dubbiosa.

Victoria in quel momento aprì la porta del bagno infondo al corridoio, con la stessa espressione di Sergio. Paqui capì subito che doveva essere successo qualcosa durante la sua assenza e non sapeva se gioirne o preoccuparsi.

"Oh! Victoria!" sorrise "Che piacere vederti!! Come stai??" fece senza pensarci troppo.

Victoria sorpassò Sergio senza nemmeno sfiorarlo e arrivò da Paqui, abbracciandola.

"Ciao Paqui! Tutto bene..e tu?"

"Bene, sono venuta a salvare i tuoi bambini dal disordine colossale!"

"Non preoccuparti, oggi li porto via.."

"Oggi?? E stasera?!"

Victoria ci pensò. "Oh, non posso disturbarti oltre..chiamerò la baby sitter.."

"Oh non se ne parla!! I bambini stanno qui con la nonna! Non preoccuparti, tanto io devo andare via domani...tanto vale che rimanga con loro mentre voi vi divertite..."

Sergio e Victoria si guardarono un momento, lei era sfuggente, lui sembrava essere stato in un mondo parallelo e poi tornato sulla terra.

Paqui conosceva quell'espressione sul viso di suo figlio, era successo qualcosa che aveva mescolato le carte in tavola nuovamente. In che modo però, non riusciva a capirlo.

"Sei..sicura?" domandò Victoria.

"Ma certo! Dove vai di bello stasera?"

"Oh, in giro con...." si fermò "...amici." si corresse "Qui a Madrid comunque. Se ci sono problemi non esitare a chiamarmi."

"Certo! E tu Sergio dove vai?"

"In giro con...." guardò Victoria "...amici. Qui a Madrid."

Paqui li guardò entrambi.

"Siete sicuri di stare bene, sì?"

I due guardarono intorno, cercando di sviare la domanda.

"Ok..io non faccio domande però non mi sembrate molto tranquilli..."

Il silenzio venne interrotto dalle urla entusiaste di Sofia e Andrés che, scesi al piano terra, si erano accorti dell'arrivo della mamma.

"Mamma!!!!!" esclamò sorridendo Sofia abbracciandola.

"Amori miei!!! Mi siete mancati!!!" esclamò felice concentrandosi su di loro.

"Papà l'aveva detto che mamma tornava!!" fece Andrés sorridendo a Victoria.

La ragazza si fece un momento seria e guardò Sergio lì vicino. "Già...guardate cosa mi ha dato per voi zia Ines!" fece cambiando discorso, aprendo la borsa per dare loro un po' di regali.

"Accidenti!!! Questa sì che è la notizia del secolo!!" esclamò Ines in diretta web cam, il pomeriggio stesso, con la cugina.

Victoria le aveva raccontato cos'era successo con Sergio, in ogni minimo particolare; Ines aveva analizzato la situazione entusiasta della piega che aveva preso quella storia.

"Non esagerare Ines, è di una gravità assurda" fece Victoria, sempre più scura in volto.

"Scusa cosa c'è di strano? Hai fatto l'amore con tuo marito...prima non lo facevi?" fece, semplicemente.

Victoria scosse il capo. "Non è così semplice! Io ho delle pratiche di divorzio in corso, sto aspettando che lui firmi, noi..non possiamo stare insieme, lui mi ha tradito, non è mio marito nel modo in cui intendi tu."

Ines ci pensò. "Beh, le pratiche le puoi anche annullare, pensi davvero che Sergio le firmerà dopo ciò che è successo?"

"Mi aveva detto che lo avrebbe fatto."

"Quando? Prima che accadesse tutto ciò..."

"Beh ad ogni modo io non posso tornare indietro ok? Non posso permettere di...di..."

"Di essere felice! Perché è questo che saresti e tu hai paura!" esclamò Ines.

Victoria la guardò un momento dallo schermo. "Non è questo è che..."

"Victoria!! Andiamo! Chi vuoi prendere in giro? Javier non ti entusiasma per niente, quando vedi Sergio invece finisci o per baciarlo o per andarci a letto! Un motivo ci dev'essere!"

Victoria scosse il capo, mentre Ines parlava, come se non volesse sentire la verità che stava dicendo la cugina. "Ma non vi siete detti nulla, dopo?" le domandò.

Victoria fece di no con la testa. "Io sono uscita rapidamente e lui...è rimasto lì. Nessuno dei due sapeva cosa dire infondo..cosa vuoi dire in una situazione del genere?"

Ines si morse un labbro, pensandoci. "Di parlargli non se ne parla vero?"

"No. Non per il momento."

"Però gli vuoi parlare vero? Insomma volete discutere di..."

"Non si ripeterà più. Sebbene io sia stata felice in quel momento, sebbene io volessi quanto lui fare l'amore in quel modo....non si può ripetere."

"Siete due teste di marmo,eh?"

Victoria scrollò le spalle. "Ti chiamo a mezzanotte per gli auguri ok? Ora vado a prepararmi.."

"Sì pure io, dai un bacio ai miei nipotini e uno anche a mio cognato se ti capita a tiro..." scherzò facendogli l'occhiolino.

Victoria si mise a ridere scuotendo il capo: Ines era irrecuperabile. Chiuse la conversazione appena in tempo per sentire il campanello della porta suonare.

Javier era arrivato prima del previsto, portandole un enorme mazzo di rose rosse.

"Tutte rosse stavolta?" sorrise Victoria.

"Eh sì, non avevano rose bianche purtroppo!"

"Beh è bellissimo lo stesso" fece dandogli un bacio per ringraziarlo.

"Mi cambio e andiamo ok?"

"Sì. Fai con calma. Abbiamo tutto il tempo del mondo.." fece sorridendo, sedendosi tranquillo sul divano.

Victoria lo guardò un momento, subito ritornò con la mente all'incontro con Sergio del pomeriggio. Si voltò e provando a non pensarci andò in camera a prepararsi.

"Raùl, sei un rincoglionito!!!" esclamò Gonzalo camminando stretto nel giubbotto.

Il gruppo di amici del Real si era ritrovato per lo spettacolo dei fuochi d'artificio alla Puerta de Alcalà, con un freddo glaciale che attanagliava Madrid. Il loro amico Raùl aveva tuttavia leggermente sbagliato "Porta" visto che lo spettacolo dei fuochi d'artificio era a Puerta del Sol e non alla Puerta de Alcalà.

Avevano girato invano cercando un taxi che lavorasse la notte di San Silvestro e alla fine avevano dovuto raggiungerla a piedi, camminando nel freddo.

Gonzalo che più di tutti lo soffriva, non faceva altro che insultare il suo amico Albiol.

"Ragazzi non avevo visto che era il volantino dell'anno scorso!!!" protestò cercando di giustificarsi.

"Sei fortunato che hai una bambina e che non vogliamo lasciarla senza padre, altrimenti a quest'ora era già morto!!" protestò di nuovo l'argentino tremante mentre camminava vicino a Sergio.

Il difensore si mise a ridere. "Gonzalo hai finito di tremare? Non sei mica al Polo Nord!"

"Oh senti andaluso, se tu hai sempre caldo non è colpa mia!? Io sono argentino, da me c'è sempre il sole e la neve non sappiamo neanche cosa sia!" ribatté.

Sergio si mise a ridere. "Sembri un pinguino però" ridacchiò assieme agli altri.

"Guardate ragazzi ce l'abbia fatta!" fece Chori indicando la piazza.

Puerta del Sol era illuminata a giorno mentre una squadra montava i fuochi d'artificio per la fine della serata. Bancherelle di ogni tipo si stagliavano davanti alla porta, gremita di gente che chiacchierava, si scaldava con qualche bicchiere d'alcol attendendo l'arrivo della mezzanotte. La televisione era già collegata e qualcuno, vedendoli arrivare, li aveva riconosciuti assediandoli con foto e autografi.

"Oh, che bello anche alla fine dell'anno!" sospirò Iker vicino a Sergio.

"E dai" sorrise Gonzalo "Se finiamo l'anno firmando autografi, li firmiamo tutto l'anno! Porta bene!" fece entusiasta, posando per l'ennesima foto.

Lasciati i fans, il gruppo cominciò a farsi spazio tra la folla, salutando qui e lì vecchie conoscenze. Fecero un giro per le bancherelle, fermandosi a guardare cosa vendessero, le luminarie, gli strani oggetti di Natale come cappelli di Babbo Natale e cerchielli con corna da renna.

"Sergio, la prossima partita tieni fermi i capelli con questo!" fece Gonzalo ridendo, dandogliene uno.

"Oh sì! Magari mi presti il tuo?!" rispose Sergio ripassandoglielo.

Ad un tratto, camminando, si fermarono di fronte ad una bancherella particolare. Una signora, vestita con un lungo abito rosso con sonagli dorati, era seduta di fronte un banchetto, all'interno di un gabbiotto di legno. Il cartello fuori diceva: Profezia per il nuovo anno, scopri il tuo futuro!.

Sergio si soffermò a guardarla, non sapeva perché ma l'aveva come colpito, c'era qualcosa in quella bancherella e in quella donna soprattutto che lo incuriosiva. Fermò i suoi amici e tutti si misero a guardarla, incuriositi. "Volete una previsione prima che suonino i rintocchi?" domandò la signora, sorridendo.

"Cosa fa? Legge la mano o la sfera di cristallo?" domandò Gonzalo, affascinato come un bambino.

"La mano. Con la sfera di cristallo si vede solo il proprio riflesso." rispose.

Sembrava parlasse seriamente, non sembrava quelle chiromanti da strapazzo che si credevano in grado di fare miracoli. Sergio rimase in silenzio, vicino all'amico, e notò come la signora lo guardasse in modo strano.

Gonzalo, entusiasta, si sedette al banchetto. "Sergio dopo tocca a te eh!!" esclamò.

"Sì anche io voglio provare!" continuò Raùl entusiasta. "Sono curioso! Tu Iker?"

Iker, il più scettico del gruppo, si affiancò a Sergio scuotendo il capo. "Io non ci credo a queste cose, fate voi..." sorrise "Io vado alla bancherella più avanti.."

Sergio fece per seguirlo ma poi rimase. Infondo era sempre libero di crederci oppure no.

Venne il suo turno, dopo Gonzalo. Non ci aveva mai creduto alla magia né alle profezie, però era come se quella donna lo stesse aspettando come se non vedesse l'ora di dirle cosa vedeva in lui, nella sua mano.

"Mano destra prego." disse aprendo la sua.

Sergio gliela porse, guardandola leggermente preoccupato. Quando cominciò a seguire con l'indice le linee della sua mano, non sembrò più sicuro di aver fatto la scelta giusta volendo sapere il futuro.

Ad ogni modo non poteva tirarsi indietro così attese paziente. Sembrava una visita dal medico - non finiva mai e nessuno gli spiegava cosa ci fosse di tanto strano.

"Sei...incompleto." cominciò la donna. Sergio la guardò negli occhi mentre lei era concentrata sul palmo della sua mano. "..Ti manca una parte. E' come un disegno cancellato a metà."

Sergio ci pensò: infondo era vero. Magari lo diceva a tutti, magari era solo una coincidenza.

"E poi che altro vede?"

"Beh, vedo che ha molto successo. Raggiunge sempre ciò che vuole. E' molto...ambito."

Sergio sorrise. "Credo che sia la linea del..lavoro. Io sono un.."

"..Calciatore. Lo so." Sergio si impressionò, rimanendo in silenzio mentre la donna riprendeva a parlare. "Dunque, per quanto riguarda la vita...ha due bellissimi bambini vero?"

Sergio annuì, cominciando a spaventarsi un po'. "Sì..un maschio e una femmina."

"Eccoli qui" fece indicando una linea che non aveva mai notato che si diramava verso l'alto del suo palmo. "E poi c'è questa incompletezza...e c'è questo grande amore...è così grande che è difficile da gestire..ma questo, caro, è il presente." fece sorridendogli. Lo guardò negli occhi.

"Non sono sicuro di sapere il futuro se mi parla così però..." confessò sincero.

"Eppure sei venuto qui per questo, il tuo istinto ti ha spinto qui perciò...è giusto che tu lo sappia. La tua mano non è mai stata più chiara. Dovrai lottare, dovrai lottare perché c'è un disegno da completare, c'è un'anima gemella che devi avere accanto per completare il tuo corso."

"E come faccio?"

"Ascolta il tuo cuore. Ascoltalo sempre, non lasciare che in amore interferisca la ragione perché fa solo danni. E questo non lo leggo nella tua mano."

Sergio la ascoltò rapito. "Il mio disegno alla fine verrà completato oppure sarà fatica inutile?"

"La forza dei ricordi ti aiuterà. E il tuo disegno....sei tu che devi completarlo, non te lo posso dire io."

Sergio si guardò intorno, sospirando. "Beh grazie della previsione, molto chiara devo dire.." fece alzandosi dal banchetto.

La signora si mise a ridere. "Te lo dico senza che mi paghi per la mia previsione, c'è qualcosa di importante qui, un arrivo..una partenza...e un nuovo arrivo."

Sergio corrugò la fronte prima di uscire. "Una partenza? Un arrivo?"

"Completa il disegno." gli disse,prima di lasciarlo andare.

Inquietato e con la testa piena di pensieri ritornò con gli altri.

"Allora che ti ha detto!?" domandarono curiosi gli amici.

"Mi ha detto di...completare un disegno."

"Ah sì?! Beh, prendi la matita e comincia!" sorrise Raùl.

"Chori, ti devo dire una cosa.." fece all'improvviso Gonzalo voltandosi verso l'amico.

"Cosa?" fece sorridendo Raùl.

"Sei un rincoglionito!!" ripeté mentre tutti scoppiavano a ridere.

Dire che si stava gelando era dire poco. Quell'ultima notte dell'anno sembrava fare più freddo di tutto il resto dei giorni. Cercava di scaldarsi con il té caldo alle mele offertole dalla bancherella lì vicina, ma la sua sensazione non era propriamente legata al freddo. Aveva uno strano presentimento, come se stesse per succedere qualcosa. Aveva deciso di lasciarsi alle spalle dolore e sofferenza, di cominciare l'anno nuovo al massimo della positività, cercando ad essere felice, determinata ad esserlo per il resto della sua vita con i suoi bambini e con Javier, tuttavia in quel momento tutto ciò che le veniva in mente era il solito pensiero.

"Faccio un giro così mi scaldo ok? Torno subito" disse a Javier prima di muoversi lasciarlo lì con i suoi amici e camminare per le bancherelle tra la gente.

Si avvicinò ad una buffa bancherella di palle di neve di vetro, e poi ad una con un venditore vestito da Babbo Natale con tanto di barba. Osservò le luci, si riempì gli occhi di stelle colorate e luminarie scintillanti finché, all'improvviso, qualcuno non la urtò.

Victoria si svegliò da quel "sogno", voltandosi. Era una donna, con un caffé in mano.

Si guardarono, lei sembrò quasi riconoscerla dall'espressione che aveva fatto.

"Mi scusi" disse Victoria non sapendo che altro dire.

"Eccoti! Tu completi il disegno!" le sorrise. Prima che Victoria potesse realizzare cosa le stesse dicendo quella era già sparita nella folla, quasi fosse frutto della sua immaginazione.

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