Beautiful Pain

By SogniInfranti02

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Questa è la storia di Hayden, una ragazza che nella sua vita non ha mai visto la felicità, che ha sempre viss... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitoli NON Censurati
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
"Beautiful Pain"
Capitolo 25
CHALLENGE
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Q & A
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
SONO TORNATA
Epilogo
Ringraziamenti
STORIA NUOVA

Capitolo 24

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By SogniInfranti02

Devi morire un po' di volte,
prima di iniziare a vivere davvero.
-Charles Bukowski

Kyle's Pov

Mancavano pochi minuti all'ora prestabilita, e tra poco la morettina, ovvero la mia Hay, avrebbe fatto la sua entrata dal porta del locale "Smokey Pub".
Ero agitato. Mi stavano sudando le mani e il battito cardiaco era ormai andato, da quanto batteva forte il mio muscolo, anche detto cuore. Lo avrebbe potuto sentire pure Lizzy, che in questo momento si trovava dietro al bancone a sistemare le cose per la serata in arrivo.

Sarebbe stata la prima volta in cui avrei rivisto la morettina, sapendo realmente chi è, e che cosa è stata per me nel mio oscuro passato.
Avevo fottutamente paura.
Soprattutto perché non era una semplice ragazza, ma era la mia piccola Hay, e avevo paura di sbagliare qualcosa o, anche, solo scoprire che le ricerche fatte e le informazioni scritte sul documento, datomi da Diego, erano del tutto false.

Ricordo perfettamente le parole riportate su quei fogli che, facente parte di un vecchio giornale, dopo averli letti svariate volte, per essere sicuro che non facesse tutto parte di un sogno, della mia immaginazione, oramai mi tormentavano e si ripetevano continuamente nella mia testa.

"Una ragazzina di nome Hayden Eveleen Johnson, è stata ritrovata nel giorno 3 novembre del 2012, dopo quasi un anno intero dalla sua scomparsa, in mezzo ad un bosco ferita da due proiettili, che, fortunatamente, non hanno trapassato organi vitali. Vicino al suo corpo pieno di sangue, si trovava la figura di un uomo sulla mezza età, che, appena ha sentito gli spari, ha provato a scappare, fallendo grazie agli agenti che sono riusciti a prenderlo. Insieme a lui, pure sua moglie è stata accusata di rapimento e violenza fisica e mentale su un minore.
Avevano rinchiuso la povera ragazza dentro una casa in mezzo ai boschi, dove Loro vivevano, e quando è stata trovata il suo corpo era pieno di lividi e tagli profondi.
Ma ricorriamo tutta la storia di questo terribile accaduto, successo alla, oggi, diciasettenne Hayden.

Dopo la morte di entrambi i genitori, avvenuta il 15 novembre del 2011, la ragazza era stata data in affidamento a sua nonna, Anne- Rose Johnson, deceduta il 27 agosto 2012 per un improvviso infarto. Poco dopo, non si sappiamo ancora bene il giorno preciso, la ragazza mentre tornava da scuola a piedi, è stata affiancata da un furgone bianco, che poi si è rivelato l'automezzo con il quale, i rapinatori, sono riusciti a prendere la ragazza.

Non mi ricordo bene come abbiano fatto a rapirmi, ricordo solo, e lo farò per sempre, purtroppo, che mentre ero lì dentro non sentivo più la felicità, la libertà di vivere la mia vita come una normale adolescente, ma solo dolore. Se voi non li incriminerete per un reato del quale avete prove certe, allora dimosterete che in questo paese non esiste la giustizia, che per voi la sofferenza di una persona innocente, di una ragazza di 16-17 anni , non conta niente!
Cari giurati, voi non siete stati strappati via dell'unica persona al mondo che vi era rimasta, che poi quando sono uscita ho scoperto che era deceduta due mesi prima per un infarto. Non le ho potuto dire addio, non l'ho potuta salutare come si deve in una cerimonia, chiamatasi funerale.
Voi non avete provato quello straziante dolore tutti i santi giorni, per un anno intero.
Non avete sentito le urla dell'unica persona che lì dentro riusciva a farmi dimenticare dell'orrore che stavo vivendo.
Voi non siete stati frustrati, violentati, lacerati, picchiati a sangue per un anno intero, senza un'imminente motivo! Senza sapere il perché di tutto questo odio, di tutta questa sofferenza...》

Sono queste le parole che la nostra piccola guerriera, Hayden Johnson, ha detto ai giurati, quando ha notato che essi fossero dalla parte dei cattivi.
Le parole della ragazza hanno colpito dritto nel cuore dei giurati, che sentendo queste parole così pure e 'da adulta', hanno capito che i due imputati, non erano per niente innocenti e, che, per colpa Loro, la ragazza, oltre ad aver subito gravi problemi a livello fisico, con lesioni e cicatrici sparse per tutto il corpo, anche a livello mentale ha subito dei danni.

《Le parole di quelle ragazza hanno fatto uscire le lacrime al giudice. Erano così profonde, intense e piene di dolore. Sembravano dette da un adulto che nella vita aveva già visto troppo per continuare a vivere, ma invece erano dette da una ragazza di 17 anni, che in quel posto sembrava che aveva passato le pene dell'Inferno e che avesse visto in carne ed ossa Lucifero.》
Ha detto un giudice ad uno dei nostri giornalisti, confermando la teoria che quello che, Hayden Eveleen Johnson, ha passato dentro quella casa, non se lo potrà mai immaginare nessuno e nessuno mai saprà come abbia fatto a sopravvivere, tra dolore e pianti, per un anno intero.

Probabilmente con Lei c'era qualcuno, ma di questo, purtroppo nessuno ne ha prove certe, apparte le teorie, che potrebbero essere fondate o far parte della sua immaginazione, della vittima. Molti studi ritengono che una persona, quando è in solitudine da troppo tempo, inizia a crearsi degli amici immaginari e questi sono dovuti, forse, anche dalla situazione che ha vissuto. I due imputati hanno giurato nel nome della giustizia che non c'era nessun'altra persona, all'infuori di Hayden, dentro quella casa.
Ma è la verità questa che dicono, oppure ha ragione la vittima, Hayden?
Purtroppo questo non lo sapremo mai.

Mi era bastato leggere quell'articolo di giornale, scritto da un giornalista qualunque, per rendermi conto che era la morettina la Mia Hay.
Come lo sapevo? Semplice.
Prima di leggere le informazioni, portatemi da Diego, avevo letto il messaggio inviatomi da la morettina, con su scritto le sue informazioni personali importanti per ottenere il lavoro, e all' inizio di esso c'era scritto
" Nome e cognome:
Hayden Eveleen Johnson"

Ora ero sicuro che fosse lei.
A Diego io non avevo chiesto informazioni riguardanti la morettina, ma riguardo la mia Hay, e finalmente, dopo un bel po' di tempo che le cercavamo, era riuscito a trovare questo articolo di giornale, probabilmente scovandolo in quotidiani di, più o meno, cinque anni fa.
Aveva fatto un buon lavoro e, ora, grazie a lui, sapevo chi era la mia piccola.

All'inizio non ero sicuro di potermi fidare di lui e delle sue informazioni, dato che aveva detto quella parola, quel nome che solo quattro persone conoscevano, all'infuori di me, ma poi, avevo capito che non erano dati falsi perché i conti tornavano tutti e quindi la mia incertezza sulla sua lealtà era sparita.
Non aveva senso aiutarmi, se lavorava per quei due psicopatici.
Non aveva senso ricavare vere informazioni per il proprio nemico. L'unica spiegazione era che lui fosse veramente leale e che finalmente sapevo chi era quella persona, che nel periodo più buio della mia intera esistenza, era stata la mia àncora, la mia salvezza.

Forse ho fatto male a dirle di venire a lavorare in questo locale già da subito.
Forse avrei dovuto aspettare un po' di tempo, in modo che assimilassi al meglio questa informazione, anche se dentro di me sapevo che non ci sarei mai riuscito.
Mentre scrivevo il contenuto di quel messaggio, ovvero che era stata presa a lavorare e che poteva iniziare già da subito, non pensavo alle conseguenze e neanche al fatto che, l'averlo chiesto al mio capo, fosse tutta una bugia, ma appena sarebbe tornato, ovvero tra pochi giorni, glielo avrei sicuramente detto e, ovviamente, lo avrei obbligato a non licenziarla ricattandolo in qualche modo.
Lo avrei potuto ricattare, per esempio, con le corse clandestine: se lui non l'avesse tenuta come barrista, io e Richard saremmo andati a fare le corse da qualche altro locale, facendogli diminuire i clienti e, a sua volta, gli incassi. Sapeva pure lui, che ormai la gente veniva a vedere le corse clandestine solo per me e il mio amico, ma soprattutto per me, e per vedere come stracciavamo gli altri concorrenti, facendogli capire che quel territorio era il nostro.
Poi venivano una moltitudine di donne, sempre per vedere solo me, ormai Richard era occupato con la biondina e le ragazze lo sapevano, anche se molte continuavano a portarselo a letto lo stesso, ma bastava una sfuriata di Elisabeth e si allontanavano all'instante.
Quella ragazza faceva paura con la sua logorrea.

Ero perso nei pensieri quando sentì la porta d'entrata del locale aprirsi e chiudersi pochi attimi dopo, facendomi tornare con in piedi per terra.
Alzai lo sguardo e fu lì che la vidi fare la sua entrata.

Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Davanti a me avevo la mia Hay, che mi aveva accompagnato nei momenti bui e mi aveva sempre risollevato l'umore, sia quando eravamo dentro quell'Inferno, sia dopo. Era sempre stata nei miei pensieri, lei con il suo bellissimo sorriso a farmi ricordare che qualcosa di bello era capitato in quel periodo, nella mia vita.
Fu in quel momento che la vidi salutare Lizzy e farle un sorriso un po' teso, ma sincero, e si, era proprio il sorriso della mia piccola. Così perfetto e smagliante, con una nota di sincerità in ognuno dei quali faceva.
Come avevo fatto a non riconoscerla?

Come avevo fatto a non rendermi conto che quegli occhi erano proprio i suoi, così semplici e profondi, con all'interno il suo mondo nascosto.
Come avevo fatto a non rendermi conto che quel sorriso, fosse il suo e fosse pure la ragione della mia felicità.
Come facevo a non rendermi ancora conto che quella fosse la mia piccola, che fosse proprio davanti ai miei occhi.
Forse l'avrei dovuta abbracciare, l'avrei dovuta stringere come facevo in passato, le avrei dovuto sussurrare all'orecchio che io ero lì e che non me ne sarei più andato via.

E adesso che ce l'avevo davanti, mi rendevo veramente conto di quanto mi fosse mancata.

Quanto mi sei mancata, Hay.

*****

Hayden's Pov

Appena si erano fatte le otto, ero corsa fuori di casa per cercare di arrivare, almeno il primo giorno di lavoro, in orario.
Mi ero messa dei semplici jeans neri e una t-shirt dell' Hard Rock, ripensando al fatto che tanto lo "Smokey Pub" aveva delle divise, se considerarle tali era lecito, visto che si trattava di un paio di shorts neri e di una magliettina corta bordeaux, con dietro essa scritto in bianco la parola "Staff", così non dovevo sprecare tempo per trovare vestiti decenti per lavorare in un locale in periferia di notte.

Prima di partire ero riuscita, pure, ad informare Elisabeth di questo mio nuovo lavoro, visto che era tornata da poco, dopo essere stata tutto il giorno insieme a Richard, ovvero il suo ragazzo.
Mi faceva ancora strano pensare a loro due fidanzati, soprattutto perché sapevo come era la mia amica, passionale ma non da relazioni serie, e mi sembrava che per Richard fosse lo stesso, un ragazzo da "vieni a letto con me, ma il giorno dopo non fatti trovare in esso", ma a quanto pareva, non era affatto così e mi rendeva felice il fatto che la mia amica lo fosse.
In realtà ero felice soprattutto, perché, Richard occupava la maggior parte del suo tempo libero, così non mi poteva fare le sue solite lunghe prediche sul divertirsi, fare shopping e vivere felicemente questi anni della nostra vita, che lei definiva
"bellissimi e pieni di uomini".

Appena le avevo detto che avrei iniziato fin da subito, aveva iniziato a fare le sue lunghe raccomandazioni sul comportarmi per bene e appena era arrivata "all'usare precauzioni quando dovevo sfogarmi sessualmente con Kyle", avevo preso le chiavi ed ero scappata fuori di casa, non salutandola nemmeno.
Avevo presi un taxi e dopo un'interminabile tempo, ero finalmente arrivata davanti allo "Smokey Pub".

Dire che ero agitata era un'eufemismo: tremavo quasi per la paura.
Ci ero entrata una sola volta durante l'apertura del locale, e avevo notato che era sempre pieno di gente poco raccomandabile e pusher che, per non andare a spacciare la loro merce in locali posti più in città e con più probabilità si essere acciuffati dalla polizia, venivano qua a vendere la droga.
Non sapevo se sarei riuscita a gestire, pure, tutta la gente che veniva in questo posto, anche se cin una mano fa qualche altra barrista.
Nel mio vecchio lavoro eravamo tre barristi e camerieri a serata e non ce la facevamo a servire tutti in tempo, e ,lì, i clienti erano la metà di quelli che ci furono l'altra volta qua dentro.
Avevo paura anche per colpa di quella Allyson, la quale ero sicura che fra un po' ci viveva in posti come questi, avevo paura perché avevo dei sospetti su di lei e sul fatto che potesse essere un persona mandata da Loro.
Avevo paura perché sapevo che in mezzo a quella gente ci sarebbe potuto stare uno di Loro o uno dei Loro scagnozzi, e avrebbero potuto prendermi in mezza a tutta quella confusione, senza che nessuno se ne accorgesse.

Varcai la porta con ancora un leggero tremore, ma appena vidi una ragazza, Lizzy, salutarmi e sorridermi, mi tranquillizzai e ricambiai. Quasi mi ero dimenticata della sua presenza in questo locale e del fatto che lavorasse qui, ma ora che me lo ero ricordata la tensione si era quasi del tutto disciolta, consapevole del fatto che, almeno una persona simpatica in questo posto, esisteva.

《 Benvenuta allo Smokey Pub!》 Mi disse con entusiasmo Lizzy.
"Grazie" pensai ma alla fine come ringraziamento le feci solo un'altro piccolo sorriso. Sembrava che oggi la mia bocca non volesse collaborare con il cervello.
Lasciai stare e, una volta che vidi Lizzy tornare al suo lavoro iniziale, ovvero sistemare i bicchieri e gli alcolici per la serata, girai lo sguardo incontrando quello del mio attuale capo, Kyle.

Era così...diverso. Mi guardava con un'intensità tale da farlo sembrare uno stupratore seriale.
L'azzurro era ancora più profondo e scuro, e adesso si che sembrava possedere un mare infinito dentro ad essi.
Ci guardammo per quelle che sembrarono ore, ma che noi non sentivamo, perché in questo momento sembrava che esistessimo solo noi in un mondo tutto nostro.
Occhi marroni in occhi azzurri, terra e mare, due opposti che in questo momento sembrava che non si volessero lasciare andare.

Eravamo così persi l'uno nell'altra, che da fuori potevamo pure sembrare degli stupidi, ma a noi questo non importava, e ancora non capivo il perché.
Ci guardavamo come se da un momento all'altro saremmo riusciti a leggere negli occhi dell'altro, tutto quello che di più sacro custodiva in sé stesso, però nei suoi riuscivo a vedere solo una cosa, la mia figura riflessa.

《 Emh...Scusate se interrompo il vostro momento fatto di cuori e fiori, ma il locale dovrebbe aprire a breve e, tu, Hayden non sei ancora vestita.》
Ci risvegliò dal nostro momento di 'fissazione' Lizzy.
《 Si, hai ragione.》 Le dissi un po' imbarazzata per quel che era appena successo e che aveva detto.
《 Seguimi. Ti mostro lo spogliatoio e ti consegno la tua divisa, che più o meno, ti dovrebbe stare bene, visto che la ragazza precedente di fisico era abbastanza simile a te.》 Detto questo Lizzy si avviò verso un lungo corridoio dietro una porta, e io, dopo un po' la seguì, senza rivolgere nemmeno un'occhiata in direzione di Kyle.

Dopo avermi mostrato lo spogliatoio e avermi consegnato la divisa, Lizzy si dileguò, dicendomi che doveva finire di sistemare le ultime cose prima dell'apertura e che dovevo cercare di fare in più in fretta possibile, perché le serviva subito una mano a fare delle cose, non andando però nello specifico.
Appena finì di vestirmi, mi guardai a l'unico specchio presente in quella stanza e feci una faccia disgustata.
In poche parole sembravo veramente una ragazza che dove andare a lavorare sulla tangenziale.
La maglietta era veramente troppo corta e scollata e i pantaloncini era già tanto che arrivassero a coprire mezzo culo.
Non volevo andare a lamentarmi per questo fatto perché sapevo che non avrebbero cambiato le divise per via delle lamentele fatte da una ragazza che aveva appena iniziato a lavorare in quel posto, ma al contrario avrebbero cambiato me, sostituendomi con qualcun'altra, mentre le divise sarebbero rimaste uguali, perciò accettai il fatto di doverla indossare per forza.

Prima di uscire da quel posto, però cercai di sistemare i pantaloncini e la maglietta in modo che coprissero, almeno un minimo di ciò che dovevano coprire.
Aprì la porta e uscì da quella stanza, e mentre mi dirigevo verso la sala principale, continuavo a cercare di tirare giù, ma al tempo stesso su, quello straccio di magliettina.
Ad un certo punto andai a sbattere con qualcosa, e per poco non caddi.
Se non fosse stato per due braccia forti, in questo momento il mio culo sarebbe per terra.
Alzai lo sguardo verso il mio salvatore e mi ritrovai davanti quello che sembrava la reincarnazione di un Dio greco, con occhi e capelli castani, e carnagione abbronzata.

《Scusami.》 Mi disse, per poi fare uno di quei sorrisi che farebbero sciogliere pure il ghiaccio in Groenlandia.
Cercai di ricompormi il più possibile, dopo aver fatto quel pensiero, e mi staccai dalle sue possenti braccia.
《 Scusami tu...Ero un po' distratta. Comunque ora devo andare, grazie per avermi salvata dalle grinfie del pavimento.》 Gli dissi, cercando di sfuggire da questa imbarazzantissima situazione.
Lo sentì fare un breve risata e, appena provai a scappare da lui, mi prese per un braccio e mi chiese:《 Come ti chiami?》
Feci un grande sospiro e risposi in fretta, ancora girata di spalle, non volendo rimanere un secondo di più in questo corridoio.
《Hayden.》 Gli dissi cercando di liberarmi, ma lui fece più pressione e disse:

Piacere, Hayden. Io mi chiamo Diego.》

♡♡♡♡
Ehyyy,
ebbene eccomi ritornata con un nuivo capitolo.
In questa parte Kyle ci spiega meglio come ha fatto a scoprire che la sua morettina, fosse anche la sua Hay.
Mentre Hayden deve affrontare il suo primo giorno di lavoro, ma fa un incontro....
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Commentate le vostre idee.

SE IL CAPITOLO VI È PIACIUTO E VOLETE CHE CONTINUI LA STORIA LASCIATE UNA STELLINA E/O COMMENTATE PER FARMI SAPERE CHE VI PIACE.

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