Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

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Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 3.20

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By Corneliahale94

Victoria aveva chiamato Ines via webcam, cercando di mettersi in contatto con lei dopo giorni di assenza e silenzio.

Le mancava e dopo ciò che era successo tre giorni prima con Sergio, aveva bisogno di parlare con lei, estremo bisogno.

Le aveva raccontato tutto, fino a quell'avvenimento che aveva completamente ribaltato il tavolo, mescolando le carte di nuovo alla rinfusa.

Si erano baciati, dopo tanto tempo, come non avevano mai fatto prima. Non era stato uno a baciare l'altro, si erano baciati, uno aveva baciato l'altro fondendo di nuovo le loro anime insieme.

Victoria aveva provato a rivivere quelle emozioni raccontandole a Ines, che era sempre seria in volto e imbronciata. Non le aveva perdonato la decisione di divorziare da Sergio, che in quel momento si aggiungeva ai tasselli confusi nel cervello di Victoria.

Confusione. Ecco cosa aveva portato quel bacio. Come se non ce ne fosse stata abbastanza già.

Dopo quella discussione, lasciare tutte le brutte parole alle spalle e unirsi in un bacio era stato uno shock per entrambi. Victoria era stata trasportata da un fiume in piena di emozioni da una parte all'altra, sbattendo come un animale in gabbia che provava a volare via. Non era riuscita a rimanere concentrata sulla sua rabbia, la sua parte innamorata aveva prevalso baciandolo con passione e disperazione tramutata in passione e amore. Quel bacio era stato dolce, intenso, forte, violento. Tutto insieme. Tutto ciò che si poteva ottenere dall'incontro tra un tornado e un vulcano.

Aveva raccontato tutto a Ines che l'aveva ascoltata, confessando il bacio aveva visto una scintilla negli occhi di Ines che sembrava essersi ripresa dall'oscurità della sua arrabbiatura nei confronti della cugina.

"E' successo altro?" domandò, curiosa.

Victoria si morse un labbro.

"No. Ci siamo staccati, o meglio, io l'ho spinto via."

Ines inarcò un sopracciglio, Victoria capì cosa stesse pensando ma andò avanti a parlare.

"Ci siamo guardati e...gli ho chiesto di andare via. Lui è indietreggiato verso la porta e...se n'è andato. Ha chiuso la porta e se n'è andato."

"Perchè non è successo altro?" chiese Ines scuotendo il capo.

"Che faccio Ines?" protestò Victoria "Ci vado a letto dopo tutto quello che è successo?"

"Per esempio!" disse scrollando le spalle. "E' evidente che sotto quella montagna di segatura che riempie il vostro cervello c'è ancora del sentimento. E che sentimento. Da come me l'hai descritto sembra che abbia ancora un grande potere su entrambi. E' ovvio che Sergio ti ami ancora, ed è ovvio che tu lo ami ancora."

"Non si dimenticano anni di matrimonio così, in un mese."

"Già, spiegalo a Javier che mi sa che non l'ha capito!"

"Oh, che c'entra Javier adesso?!" sbuffò Victoria.

"C'entra perché...sta cercando di conquistarti."

"No, è solo un amico..gentile."

"Oh sì certo, prima tu, poi i tuoi bambini, ora che ha visto che non porti più la fede e che stai divorziando farà di tutto per entrare nella tua vita.." commentò, scuotendo il capo delusa.

Victoria ci pensò. "E se fosse destino?"

"Cioè?"

"Voglio dire, se quel bacio con Sergio fosse la fine di un capitolo e l'inizio di un altro? Con Javier? Un..addio."

"Un addio?" fece Ines tornando subito seria "Come fai a dire addio a Sergio? A SERGIO!" ripeté, cominciando a innervosirsi.

Victoria sospirò. "So che tu fai il tifo per lui ma..non c'è niente per cui fare il tifo."

"Io non faccio il tifo per lui, io penso che tu stia sbagliando e siccome ti voglio bene e per me sei una sorella, te lo dico. Stai sbagliando. Di grosso. Quel bacio non rappresenta un addio ma l'amore che ancora provate uno e per l'altro. E' palese. Se fossi così arrabbiata non lo avresti baciato, non lo avresti lasciato fare. Se una parte di te non lo volesse perdonare lo avresti cacciato fuori prima che ti baciasse e invece...ti sei lasciata baciare e sei qui scossa a raccontarmelo. Non ti lascia indifferente, non può lasciarti indifferente, è tuo marito, avete due bambini, non puoi dire "gli dico addio con un bacio e arrivederci", queste cose te le dico perché le so, le ho provate..ricordi?" fece Ines, tutto ad un fiato, quasi stesse ragionando da sola.

Dall'altra parte dello schermo, Victoria sentiva che ogni parola di Ines era un ago infilato nel braccio, un dolore sottile ma acuto che le penetrava fino al midollo, fino al cuore che a stento batteva ancora.

Sospirò. "Sto solo cercando..la luce infondo al tunnel" fece, sconsolata, Victoria.

Ines la guardò negli occhi attraverso lo schermo. "E la troverai. Ma devi ragionare."

"Ad ogni modo qualcuno dall'alto ti ha ascoltato"

"Perché?"

"Il mio avvocato mi ha chiamato dicendo che la pratica di divorzio è stata perduta. Vai te a sapere come."

"Vedi?!" sorrise Ines "QUESTO è un segno!" fece.

Victoria sospirò. "Beh ad ogni modo io non torno indietro. Lui mi ha tradito e io voglio separarmi da lui. Sono arrabbiata e ferita."

"Ti passerà."

"No."

"Sì. Per me ti è già passata."

"No. Non lo è."

"Te ne accorgerai quando sarà il momento." sorrise, fiduciosa Ines.

Victoria roteò gli occhi. "Comunque se ti può interessare, stasera vado a cena con Javier."

"Di nuovo?"

"Non ci sono mai andata!"

"Oh certo, sei andata a prendere i bambini con lui.. ora manca la cena.." fece, sarcastica.

"Ma perché ti sta tanto antipatico? Che ti ha fatto? Se lo conoscessi capiresti che.."

"Che voi due non c'entrate niente. Grazie, l'ho già capito."

Victoria scosse il capo. Ines aveva la testa più dura di lei - si vedeva proprio che erano parenti.

"Bene ora ti lascio, preferisco evitare le tue frecciatine pro-Sergio."

"Viva l'amore sorella!" rispose sorridendole prima di chiudere la conversazione.

Victoria spense il computer rimanendo a guardare lo schermo nero di fronte a sé.

Ripensò improvvisamente a quel bacio, alla forza di quel bacio e a cosa le aveva lasciato dentro. Abbassò gli occhi, sentiva ancora addosso le sue labbra, il suo profumo, le sue mani, mentre era lì stretta contro il muro, con il cuore che batteva di nuovo.

"Che hai oggi Sergio?!" domandò perplesso Xabi avvicinandosi al difensore.

Sergio correva da una parte all'altra del campo, prendendo e passando tutti i palloni che arrivavano da tutte le parti. Sembrava avesse assunto qualche sostanza stupefacente.

"Troppa caffeina?!" domandò Iker in porta, che difficilmente riusciva a parare le cannonate che l'amico tirava in porta senza fermarsi.

"Troppa droga ve lo dico io!!" commentò Higuaìn comparendo alle spalle.

Sergio si arrestò, col fiatone, riposandosi un momento.

Da quando aveva baciato Victoria, tre giorni prima, aveva sentito dentro di sé la spinta per iniziare un nuovo capitolo della sua vita, con un atteggiamento totalmente diverso. In quel bacio aveva sentito tutta la sua nostalgia e tutta la sua voglia di baciarlo, e questo era stata la chiave che aveva fatto scattare in Sergio l'idea che lo amasse ancora, come se non fosse successo niente.

Lui, dal canto suo, la amava con tutto se stesso, e avrebbe pagato qualsiasi cifra per poter tornare indietro e non ripetere quel terribile errore.

"Temete la competizione?!" fece ai compagni con sguardo complice.

"Ma proprio per nulla" fece Cristiano passandoli vicino con la palla e calciando un rigore magistrale nella porta di Iker.

"Hey non vale! Ero distratto!!" esclamò il portiere indicando il portoghese che esultava come in Champions League di fronte agli spalti di Valdebebas vuoti.

"Male Casillas!" esclamò Mourinho comparendo accanto ai ragazzi dopo un'attenta osservazione di tutti a bordo campo. "Mai distrarsi anche se si chiacchiera invece di lavorare...." fece guardando gli altri vicino a lui.

"No ci stavamo solo chiedendo che sostanza abbia assunto Ramos" fece Higuaìn guardando l'amico.

Mourinho si avvicinò al difensore, guardandolo negli occhi. "Nessuna droga. Sta solo scaricando la tensione in campo. E fa bene. Più è arrabbiato e più siamo determinati." osservò con voce ferma.

Sergio si voltò verso Higuaìn e gli fece una linguaccia.

"Smettetela di fare i bambini" tuonò di nuovo il mister questa volta più determinato. "Abbiamo una partita importante perciò...a lavorare!" riprese il leggendario fischietto in mano e li richiamò all'ordine.

I giocatori scattarono sull'attenti avvicinandosi uno all'altro.

"Ramos, Higuaìn andate a dare una botta in testa a Ronaldo che sta ancora girando per lo stadio vuoto esultando" disse prima che i due scattassero a fermare l'amico portoghese impazzito.

"Casillas, col preparatore, Xabi per l'amor di dio tu sei l'unico sano, richiama i compagni e digli che si mettano a correre invece di contare le seggioline degli spalti!!!" esclamò guardando il crocchio di altri compagni impegnati effettivamente a fare calcoli strani con le seggioline della curva sud.

Xabi sospirò e scuotendo il capo e andò verso di loro per richiamarli all'ordine.

"Scene di ordinaria follia" commentò Mourinho verso il capitano dei Blancos.

"Vero Mister, però infondo non saremmo noi se non fossimo così...no?"

"Che filosofico Casillas!" commentò ironico. Poi si avvicinò abbassando la voce. "Tieni d'occhio Ramos." disse, e si misero entrambi a guardarlo ridere con i compagni a distanza.

"Sì Mister" rispose pronto Iker.

"Sta rendendo bene anche se è sotto tensione per ciò che gli sta succedendo..."

"L'hai sentito anche lei?"

"Le voci corrono. Soprattutto qui. Mi va bene che sia così reattivo ma non vorrei che questo portasse ad un crollo emotivo..non in mezzo alla Liga."

"Non lo farà, Sergio è forte Mister. Risolverà tutto."

"Lo spero, siete due dei miei migliori gioielli in vetrina." commentò prima di lasciare Iker e tornare a parlare con i tecnici a bordo campo.

Iker guardò Sergio da lontano un altro momento, poi si concentrò sull'allenamento.

Il ristorante di specialità catalane scelto da Javier per la serata con Victoria era posto all'ultimo piano di un grande edificio la cui vista era favolosa.

Victoria aveva fissato le luci delle case di tutta Madrid visibili dalla grande vetrata che circondava il ristorante per quasi metà serata; chiacchierava con Javier certo, ma la sua testa era altrove. Nemmeno il lavoro né l'appuntamento con lui era riuscito a farle dimenticare ciò che era successo con Sergio era come un fantasma dal quale probabilmente non si sarebbe mai liberata.

"Ti vedo pensierosa" si accorse ad un certo punto Javier, mentre tagliava la sua ottima carne alla griglia.

Victoria lo guardò negli occhi, sorridendogli. "Oh no, stavo guardando le luci di Madrid" mentì "E' bellissima la vista qui."

"Questo ristorante me l'ha consigliato un collega. E' favoloso. E io adoro le specialità catalane, le avevi mai mangiate?"

"No, Ines ogni tanto ne cucina alcune però..non avevo mai mangiato così bene. E' davvero un posto molto bello." sorrise.

"E' molto bella anche la compagnia" fece Javier sorridendole allusivo.

Victoria arrossì rapidamente guardando il suo piatto. Non era abituata a tutti quei complimenti, in verità non era mai stata una che adorava sciogliersi per i complimenti, gliene bastavano pochi e sinceri - come quelli che le faceva...... Smettila. Smettila di pensarci. Sei qui con l'uomo più affascinante di Madrid, simpatico e affabile, e tu pensi a Sergio? Un bastardo che ti ha tradito? Smettila. - la voce dentro la sua testa interruppe i suoi pensieri prima che naufragassero come una nave dopo la tempesta.

"Allora per Natale cosa hai deciso? Ormai si avvicina.."

"Oh la vigilia sono con i bambini da mia madre, a Natale i bambini sono con..mio marito." fece, avvertendo un brivido nel dirlo, il solito brivido a cui era ormai abituata.

"E tu sei sola?"

"Pensavo di andare a Barcellona da mia cugina.."

"Ah, beh possiamo andarci insieme tanto io ci devo andare a Natale!"

"Davvero?" fece sorpresa.

"Sì, ho delle cose da sbrigare prima dell'anno nuovo e mi hanno fissato una riunione l'antivigilia. Passo a Barcellona tutte le feste, torno a Madrid per Capodanno."

"Oh beh se non hai nessuno con cui passarlo, possiamo trovarci" sorrise Victoria.

"Finalmente conoscerò Ines di cui sento tanto parlare!" fece entusiasta.

Victoria si fece un tratto seria. Già immaginava la reazione di Ines vedendo entrare in casa sua Javier che odiava per qualche inspiegabile motivo.

"Lasciamene parlare con Ines e poi ti faccio sapere.."

Javier annuì. "Non potevo lasciarti da sola a Natale" fece, sorridendo.

"Oh ma non sono da sola! Sono con la mia seconda famiglia!" rispose Victoria finendo il suo bicchiere di vino.

Finita la cena, passeggiarono nei dintorni del locale fino ad arrivare alla macchina.

Victoria camminava accanto a lui, stretta nel cappotto per proteggersi dal freddo dell'inizio di Dicembre.

Già Dicembre, già Natale. Mai avrebbe pensato - a Londra - di dover passare il Natale da un'altra parte che non fosse casa sua, quella di La Moraleja, quella sua e di Sergio, dei loro bambini.

Sospirò, malinconica, mentre Javier chiacchierava per conto suo di qualcosa che Victoria non stava ascoltando. Si fermarono di fronte alla macchina di Javier, la "macchina magica" che non aveva troppo entusiasmato i bambini.

Si voltò guardandosi attorno per un momento e notò subito con la coda dell'occhio la macchina vicino a quella del giornalista. Nemmeno a farlo di proposito, era un Audi bianca. Quella Audi bianca. Il modello uguale a quello di Sergio.

Un altro segno del destino? La mente di Victoria viaggiò di nuovo ritornando a quel giorno e a quel bacio. Ines aveva ragione, non era decisamente un addio.

"Victoria?" domandò Javier "Mi stai ascoltando?"

"Sì sì" fece lei tornando alla realtà.

"Mi sembri distratta di nuovo.." commentò, perplesso "Sei sicura di stare bene?"

"Certo. Sto benissimo" fece sorridendo Victoria. "Andiamo?" fece.

In quel momento, prima che potesse raggiungere la portiera della macchina ed entrarvi, Javier la fermò prendendole il viso con le mani, la trasse a sé e la baciò.

Victoria si fermò, paralizzata da quel bacio totalmente inaspettato. Non seppe per quale motivo non si staccò subito e lo lasciò fare. Probabilmente perché, realizzò subito che non stava provando assolutamente nulla. Un freddo gelo dentro di sé, totalmente decisamente diverso da ciò che aveva provato baciando Sergio.

Era normale, forse col tempo ci avrebbe fatto l'abitudine, era solamente strano baciare un altro che non fosse Sergio. Sergio, Sergio, perché baciando un altro uomo non riusciva a pensare a qualcos'altro? O a qualcun altro? Javier si staccò poco dopo guardando Victoria negli occhi. La ragazza arrossì, nascosta dalla sua frangetta sugli occhi, e camminò verso la portiera come se nulla fosse successo. La verità era che non le aveva lasciato nient'altro dentro di sé che la sensazione di vuoto che provava da mesi.

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