Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

27.4K 831 35

"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
Capitolo 1.13
Capitolo 1.14
Capitolo 1.15
Capitolo 1.16
Capitolo 1.17
Capitolo 1.18
Capitolo 1.19
Capitolo 1.20
Capitolo 1.21
Capitolo 1.22
Capitolo 1.23
Capitolo 1.24
Capitolo 1.25
Capitolo 1.26
Capitolo 1.27
Capitolo 1.28
Capitolo 1.29
Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
Capitolo 1.32
Capitolo 1.33
Capitolo 1.34
Capitolo 1.35
Capitolo 1.36
Capitolo 1.37
Capitolo 1.38
Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
Capitolo 2.03
Capitolo 2.04
Capitolo 2.05
Capitolo 2.06
Capitolo 2.07
Capitolo 2.08
Capitolo 2.09
Capitolo 2.10
Capitolo 2.11
Capitolo 2.12
Capitolo 2.13
Capitolo 2.14
Capitolo 2.15
Capitolo 2.16
Capitolo 2.17
Capitolo 2.18
Capitolo 2.19
Capitolo 2.20
Capitolo 2.21
Capitolo 2.22
Capitolo 2.23
Capitolo 2.24
Capitolo 2.25
Capitolo 2.26
Capitolo 2.27
Capitolo 2.28
Capitolo 2.29
Capitolo 2.30
Capitolo 2.31
Capitolo 2.32
Capitolo 2.33
Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
Capitolo 3.03
Capitolo 3.04
Capitolo 3.05
Capitolo 3.06
Capitolo 3.07
Capitolo 3.08
Capitolo 3.09
Capitolo 3.10
Capitolo 3.11
Capitolo 3.12
Capitolo 3.13
Capitolo 3.14
Capitolo 3.15
Capitolo 3.16
Capitolo 3.17
Capitolo 3.19
Capitolo 3.20
Capitolo 3.21
Capitolo 3.22
Capitolo 3.23
Capitolo 3.24
Capitolo 3.25
Capitolo 3.26
Capitolo 3.27
Capitolo 3.28
Capitolo 3.29
Capitolo 3.30
Capitolo 3.31
Capitolo 3.32
Capitolo 3.33
Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 3.18

148 5 0
By Corneliahale94

Ines preparava la valigia prima di ripartire per Barcellona dopo quei pochi giorni passati a Madrid da Victoria.

Rivolgeva a mala pena la parola alla cugina e Victoria, dopo aver pianto per una notte intera, si era ripromessa di non piangere mai più indossando così la maschera più fredda che poteva indossare.

"Hai preso tutto?" le domandò.

Ines, che le maschere non era capace di metterle, si voltò di scatto.

"Controllo se per caso il tuo cervello è in valigia perchè sembra che in testa tu non ce l'abbia." sbottò, nervosa.

Victoria sospirò. Capiva Ines, non voleva vederla soffrire e il divorzio per lei era la cosa che avrebbe fatto peggio. Victoria però era convinta del contrario e indietro non si poteva più tornare. Sergio avrebbe firmato le carte, lei le avrebbe portate a Monica e tutto sarebbe finito.

Finito per ricominciare - come aveva deciso Victoria. Ricominciare da capo con i suoi bambini.

"Ines non puoi trattarmi così! Devi rispettare la mia decisione!"

"Non è una decisione, è una cazzata. Io non rispetto le cazzate. Dico che sono cazzate." ribatté.

Victoria sospirò. "Senti qualsiasi cosa tu pensi che sia, ho fatto la mia scelta. E non torno indietro."

"Perché lo fai? Per vendicarti?"

"Vendicarmi?"

"Con Sergio." proseguì "Ti vuoi vendicare con lui e per questo lo fai soffrire come lui ha fatto soffrire te?"

"Ines sai meglio di me che è una cosa che va ben oltre ripicche infantili"

"No invece! Questa è una ripicca infantile!! Vuoi ferirlo? Bacia un altro, fallo ingelosire, scopati Javier se è questo che vuoi ma non allontanarti dal tuo unico vero amore perchè sai benissimo che è questo per te e lo sarà sempre, Javier o non Javier!"

"Ma che c'entra Javier?!?" esplose arrabbiata Victoria "Io non voglio ferirlo! Questa è l'unica soluzione! Dimentichi forse che mi ha tradito con la sua ex mentre io ero a Londra?! E chissà con quante altre visto che l'ho saputo dai giornali!! Visto che mi ha mentito, visto che non me l'ha detto, visto che..." urlò arrabbiata ripercorrendo quelle settimane da incubo.

"Io non dimentico cosa ti ha fatto, ma non ripagarlo con la stessa moneta! O addirittura peggio! Con il divorzio! Sbagli, e lo sai. Tu non lo vuoi" la incalzò Ines avvicinandosi.

"Sì che lo voglio! Io non voglio più essere legata in nessun modo ad un uomo che non mi ama!!"

"Ma come fai a dire che non ti ama, eh?! Come fai?! Lui si ucciderebbe per te! Anche se ti ha tradita, anche se ti ha ferita..."

"Non puoi difenderlo!! Ines tu dovresti capirlo meglio di me!"

"Cesc ti ha baciata ed è tornato da me, non è andato via, non ha chiesto il divorzio! E' tornato da me, mi ha dimostrato che anche se ha sbagliato si può ricominciare e guarda..ora non c'è nulla che potrebbe rompere il nostro legame!"

"Sai lo credevo anche io fino a quando avevo un marito che sembrava perfetto. Adesso che mi ha tradita ci credo di meno!"

"Sai che ti dico?! Fai quel che vuoi, divorzia, risposati, fai altri tre figli ma te ne accorgerai quando sarai con un altro e lui non sarà Sergio. Non sarà quello che vorrai. Vedrai."

Prese il trolley e andò in salotto dove l'attendevano i bambini.

Victoria la seguì fino all'ingresso senza dire nulla, sentiva che nelle parole di Ines c'era soltanto la verità.

"Divorzio. Accidenti." la faccia di Miriam, la sorella di Sergio, era davvero impressionata.

Sedeva sul divano, vicino a suo fratello, e continuava a guardare le carte che Sergio aveva posato sul tavolo.

Lui stava lì, ancora incredulo, a fissarle senza pensare a nulla.

"Che intenzioni hai ora?" gli chiese.

Sergio scrollò le spalle. "Domani riprendo gli allenamenti."

"Riguardo al divorzio dico."

Scrollò di nuovo le spalle. "Quando ho un po' di tempo li firmo e glieli ridò."

"Scusa????" esclamò saltando sul divano.

"Che devo fare? Lei vuole rifarsi una vita e..forse devo rifarmela pure io." sospirò.

"E ti arrendi così? Accidenti fratellino, hai lasciato le palle in campo?" domandò, con la sua solita indole irriverente.

Sergio odiava quando faceva così. Socchiuse gli occhi, guardandola.

"Miriam..." sibilò come un serpente a sonagli arrabbiato.

"E' inutile che dici Miriam con quel tono" lo imitò la ragazza "Tu sei matto a lasciare che le cose ti scivolino addosso! Non vedi che Victoria lo fa apposta?"

"Apposta cosa? Divorziare?" domandò, credendo non fosse la risposta alla domanda.

"Ovvio! E' una provocazione! Infondo vuole vedere se sei disposto a lottare per lei."

"Non sta giocando. La conosco. Fa sul serio. Vuole il divorzio, è giusto, infondo..."

"Infondo un corno, fratellino!" lo interruppe Miriam innervosita. "Tu DEVI lottare. E a questo proposito, visto che Monica Romiro è una mia grande amica..." prese il cellulare.

Sergio capì cosa voleva fare ma non riuscì a fermarla. Monica aveva già risposto.

Provò a dimenarsi, cercando di raggiungere il telefono e chiudere la conversazione ma Miriam amava fare di testa sua e il più delle volte ci riusciva sempre.

"Monica ciao tesoro, ascolta...la pratica che riguarda mio fratello e sua moglie...la puoi perdere da qualche parte? Come dici? Ah sì..sì...sì...eh sì un vero cretino" fece guardando verso Sergio che provava ancora a interromperla "Ok..allora facciamo così..grazie...perfetto..grazie sei un tesoro, a presto!"

Riappese guardando soddisfatta il fratello.

Sergio con gli occhi socchiusi avrebbe voluto strangolarla.

"Maledetta..."

"Oh oh mi ringrazierai tra qualche mese! La pratica sparisce per qualche mese, tu datti da fare Romeo" fece con un sorriso sarcastico "riconquista la tua Giulietta prima che la pratica salti magicamente fuori e sia troppo tardi."

Sergio sbuffò, buttando la testa indietro sul divano - ormai inerme.

"Miriam, quando imparerai a farti gli affari tuoi?"

"Se mio fratello è un deficiente, qualcuno dovrà pur aiutarlo! Ringraziami! Ti ho prolungato il tempo di azione.."

"Ma quale tempo di azione! Come vuole divorziare da me adesso, lo vorrà anche tra due mesi!"

"Io sono convinta che lei tornerà sui suoi passi. Ma tu devi reagire."

"Non so se ne ho la forza."

"Bene allora lascia che qualcuno te la porti via." sbottò, impaziente.

Sergio socchiuse gli occhi, forse era giusto così. Forse Miriam aveva ragione, doveva lottare doveva provarci altrimenti avrebbe vissuto con l'eterno dubbio di riuscirci o meno. Magari l'avrebbe riconquistata anche se aveva i suoi seri dubbi.

"Anche se volessi riconquistarla, come faccio? Lei non si fida più di me."

"Fai vedere che di te si può fidare ancora. Che la ami non hai bisogno di dimostrarlo, basta vedere come ti sei ridotto in queste settimane...lei lo sa solo che è una donna ferita che non ti darà mai la soddisfazione di dirtelo. A meno che tu non riesca a trovare la chiave del suo cuore, che per il momento hai perso o meglio hai volutamente perso" si corresse "quando hai deciso di ubriacarti e andare a letto con quella Amaia.." non le era mai piaciuta, tra tutte le donne di suo fratello, era sicuramente la più antipatica.

Sergio sentì il cuore gelarsi quando pronunciò quel nome. Fortunatamente lei non gli dava problemi, si era volatilizzata dopo quella sera e sembrava non essere nemmeno rimasta a Madrid ma tornata a Barcellona.

Si alzò, si sistemò i jeans e la camicia e guardò negli occhi la sorella. "Ritroviamo la chiave allora. O almeno, ci proviamo."

"Oh così ti voglio SerSer!" sorrise abbracciandolo.

Sergio socchiuse gli occhi,infastidito. Odiava quando lo chiamavano così. E Miriam lo faceva sempre quando voleva punzecchiarlo.

"Come scusa?"

"SerSer" fece dandogli un pizzicotto sulla guancia.

Sergio scosse il capo, indietreggiando infastidito. "Ti ho detto cento volte di non chiamarmi SerSer né di darmi pizzicotti!"

"Oh scusa, se ti rovino il bel faccino come fai a conquistare tutte le donne del pianeta?!" lo schernì andando verso l'uscita.

"Ciao Miriam è stato bello" fece cacciandola fuori spingendola per una spalla.

Tra loro funzionava sempre così, si punzecchiavano, si davano fastidio, litigavano per finta, si insultavano affettuosamente e poi uno finiva per cacciare fuori di casa l'altro ridendo. Si volevano bene e infondo Sergio si sentiva perso senza di lei e senza suo fratello Reneé, i suoi due punti di riferimento in quell'uragano di situazioni complicate.

Victoria era di fronte al computer, intenta a ricopiare degli appunti per il prossimo articolo di giornale. Il reportage di Londra era stato un successo, le copie erano andate a ruba e aveva ricevuto moltissimi complimenti. Quella sera, mentre i bambini erano da sua madre per il fine settimana, lei aveva trovato il tempo per finire di lavorare nel silenzio della sua casa. Quell'appartamento al quale ancora non si era abituata nonostante il tempo passato lì dentro, era vuoto e le faceva gelare il sangue. Non voleva nemmeno ricordare il motivo per cui era tornata dopo anni e anni a vivere lì, da sola, con due bambini. I suoi bambini. I bambini suoi e di Sergio che ottenuto il divorzio sarebbero diventati pacchi postali. Voleva veramente questo? Voleva farlo solamente soffrire con una ripicca del genere, come diceva Ines? La discussione con lei prima della sua partenza le aveva messo in testa un sacco di problemi.

Concentrati Vicky, concentrati. - pensò tra sé e sé tornando sul foglio bianco di Word di fronte a sé.

Ad un tratto dalla barra principale si sollevò una finestra che richiamava l'attenzione su una mail ricevuta.

Aprì la casella di posta e lesse. Era di un indirizzo email non salvato in rubrica. Strano.

Ciao Victoria!

Spero di non disturbarti so che sei piena di lavoro - come noi d'altronde perciò ti capisco bene! Volevo solo sapere come stavi, da quella sera in cui ci siamo visti speravo di ricevere tue notizie invece sono riuscito solamente a sapere del grande successo del reportage. A proposito, l'ho letto tutt'ad un fiato, bellissimo complimenti.

Mi chiedevo se ti andava una mattina di queste di prendere un caffé con me al bar vicino alla redazione del tuo giornale, visto che io lavoro in zona. Ti va? Fammi sapere il mio numero ce l'hai, la mia mail..pure. A presto, con affetto, Javier..

Javier.

Javier.

Javier.

Quel nome risuonò nella sua testa come un rombo improvviso. Si morse un labbro ci pensò. Javier. Si ricordò della rosa bianca, delle sue parole, del suo modo gentile e lusinghiero di trattarla.

Poi i suoi occhi si posarono rapidamente sulla fede all'anulare sinistro. Se la tolse, la rigirò tra le mani e sospirò ancora. All'interno della fede, l'incisione. La data del matrimonio che ricordava come se fosse ieri e poi una scritta. Invece del solito nome del consorte, avevano deciso di scrivere una frase simbolo del loro amore. Il paradiso per me sei tu.

Chiude gli occhi. Il cuore le si fermò un momento, mancando un battito. Il sangue sembrò non scorrerle più nelle vene. Dimenticarlo? Divorziare? Ricominciare a vivere, provare a ricominciare a vivere, a sorridere, per il bene dei suoi bambini? Senza di lui? Con lui?

Guardò di nuovo la mail, la rilesse e prese la sua decisione, con un sospirò che sembrò gelare l'aria.

Rispose alla mail e la inviò senza rileggerla, abbassò lo schermo del computer portatile e i suoi occhi si posarono su una foto l'unica che aveva deciso di tenere a casa con gli altri soprammobili.

Era una foto della sua famiglia, di ciò che era la sua famiglia. A Siviglia, durante la Fiera di Aprile - grande avvenimento caratteristico di Siviglia, l'anno prima.

Si ricordò quel momento come fosse ieri. Anche quello. Come ogni ricordo legato a Sergio.

Un brivido la avvolse mentre la mente tornava indietro........

Feria de Abril. Sevilla. Un anno prima.

"Ma ce n'è uno che parla Castigliano qui?!" si lamentò Victoria. Non aveva problemi a comprendere il modo di pronunciare le parole degli andalusi, abituata com'era a sentir parlare Sergio. Ogni tanto anche lei parlava con quell'intonazione con quel modo che molti spagnoli non apprezzavano. Faceva parte di Sergio tuttavia, ed era una cosa che sempre aveva adorato di suo marito, quel modo di parlare particolare che lo rendeva unico in mezzo a molti madrileni con una pronuncia impeccabile.

Sofia, ad esempio, parlava esattamente come suo padre, abituata a sentire quell'accento diverso da quello della mamma. Anche Andrés cominciando a parlare pronunciava da perfetto piccolo andaluso e a Victoria si scioglieva il cuore quando lo sentiva dire certe parole esattamente come le diceva Sergio.

Quel pomeriggio,tutta la famiglia era andata alla fiera di Aprile, grande attrazione per tutta la Spagna caratteristica e piena di folclore. Victoria teneva per mano Sofia che curiosa si aggirava per le bancherelle volendo tutti i peluche che vedeva, mentre Andrés nel passeggino spinto da Sergio, sembrava essere attirato dal rumore delle nacchere e del flamenco. "Oh, abbiamo un altro Signor Flamenco" sospirò Victoria guardando il figlio e i suoi occhi sognanti. Ormai si era arresa e non si lamentava più del flamenco che Sergio ascoltava dovunque, a casa, in macchina, con l'i-pod.

"Andrés sì che ne capisce di musica! E' mio figlio infondo" sorrise orgoglioso Sergio guardando estasiato anche lui lo spettacolo di flamenco.

Victoria gli si affiancò. "Andrés sta ascoltando la musica, tu stai guardando le ballerine. Che è diverso. Smettila." fece, gelosa come sempre.

Sergio si voltò, mostrandogli uno dei suoi sorrisi che potevano sciogliere il ghiaccio. Victoria non resisteva. Non aveva mai resistito. Il ragazzo si avvicinò, prendendogli il viso con la mano e tirandola a sé. Le diede uno dei baci dolci che usava per farsi perdonare qualcosa ma Victoria lo lasciò fare, ricambiandolo. Prima che la reazione diventasse pericolosa - come succedeva quasi sempre da quando stavano insieme - si staccò seguendo con gli occhi Sofia che si era fermata di fronte l'ennesima bancherella di peluche. Era felice, non era mai stata così felice. La sua famiglia, il suo cuore, il suo amore per Sergio. Tutto la faceva sentire viva. Una sensazione irripetibile.

"Facciamo una foto?" domandò Sergio prendendo la macchinetta digitale dalla custodia.

"Sì!!! Foto!!!" esclamarono in coro i bambini.

"Alle ballerine?!" domandò Victoria perplessa.

"Oh beh anche, così me l'attacco in camera. No. A noi quattro" fece entusiasta.

Victoria ci pensò. "Ok, facciamo questa foto... ma per quanto riguarda quella delle ballerine..."

Sergio si mise a ridere poi la guardò negli occhi "Ti amo". Cinque semplici lettere che gli diceva sempre quando si metteva a scherzare, gliele diceva sempre perchè si erano ripromessi di dirselo in ogni minuto, in ogni istante della loro vita, per sempre. Perchè così doveva essere, perchè non c'era altro modo per esprimere questo grande sentimento che dirselo in ogni istante.

"Fortunatamente per te anche io" rispose Victoria dandogli un bacio sul collo.

Si misero in posa, passando la macchinetta fotografica ad un gentile passante.

"Sorridete bambini.." sorrise Victoria avvicinandosi a Sofia.

Tre...due...uno...il flash scattò la foto e Victoria tornò alla realtà, nel silenzio del suo appartamento, dove tutto era svanito come una nuvola di fumo, dissolto nell'aria, nella solitudine.

Continue Reading

You'll Also Like

289K 10.1K 74
Chiara e Kumo li osservavano da lontano "Quei due si completano" parlò il ragazzo "Hanno uno un pezzo di anima dell'altro" continuò la bionda "già...
41K 2.4K 22
«Non potremmo essere più distanti l'uno dall'altra, lo dicono persino i nostri nomi.» Targergin's story cover by @hellmccann
2.9K 176 23
Amy ha una passione più grande di lei, quella della MotoGP. Allegra e molto social, fa dei video relativi al mondo delle corse. Viene notata da un nu...
118K 6.5K 104
quando incontri la persona giusta poi è così difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.