Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
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Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
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Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
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Capitolo 1.15
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Capitolo 1.30
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Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
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Capitolo 2.03
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Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 3.13

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By Corneliahale94

Quando la mattina Victoria arrivò in ufficio si trovò davanti un enorme mazzo di rose rosse. Saranno state più di cinquanta e in mezzo a tutte le rose rosse, campeggiava una bellissima rosa bianca.

Le guardò, perplessa. "E queste?" domandò a Marisol lì vicino.

"Il fioraio l'ha portato oggi...un enorme mazzo di rose...e c'è pure un biglietto..secondo me qualcuno vuole farsi perdonare..." fece allusiva.

Victoria si morse un labbro, Sergio non le aveva mai regalato così tante rose a dire il vero forse non gliele aveva mai regalate. Victoria non era una di quelle persone a cui i fiori facevano impazzire anzi, preferiva i cioccolatini o una semplice frase scritta su un foglietto. Ad ogni caso la sorpresa era più che gradita, ancora di più quando lesse il foglietto bianco che campeggiava vicino alla rosa bianca.

Tutte queste rose rosse....e quella bianca sei tu.

Non si firmava. Victoria sorrise. Era Sergio, sicuramente. Non aveva idea di chi potesse essere altrimenti.

Prese il cellulare e compose rapidamente il numero di Sergio: guardò l'ora, avrebbe dovuto essere ancora in camera prima di finire gli allenamenti per la partita che avrebbe giocato la sera.

Due squilli...tra squilli....non rispondeva.

Probabilmente Del Bosque aveva deciso di iniziare l'ultima sessione di allenamento prima del previsto. Riappese, sospirando, con il cuore ancora in gola dall'emozione di quel gesto sincero.

Tutte le sue paranoie, tutte le sue incertezze erano svanite nel nulla alla vista di quel mazzo di fiori.

Scrisse un messaggio prima di spostare i fiori in acqua e mettersi al lavoro.

Sei un amore. Perfetto come sempre. E io ti amo.

Sei un amore. Perfetto come sempre. E io ti amo.

Sergio corrugò la fronte. Il messaggio di sua moglie era arrivato dal nulla, qualche ora prima, mentre Sergio era in palestra con i compagni.

Inutile dire come ogni volta che si parlava di Victoria o anche solo la pensava, il suo cuore iniziava a palpitare. Il suo "segreto" lo stava divorando dall'interno, senza lasciargli il tempo di pensare né di concentrarsi su altro. Persino la musica, inseparabile compagna di vita, non riusciva a sgomberare la mente piena di pensieri.

"Chi è?" chiese il suo amico Fernando, avvicinandosi al compagno di squadra.

Sergio gli sorrise. "Oh, Victoria." fece, rimettendosi il telefono in tasca.

"Come sta? Non era qui in Inghilterra?"

"Sì! Infatti...la prossima settimana è l'ultima...poi torna in Spagna." quella frase gli si spezzò in gola quando si rese conto che se Victoria sarebbe tornata in Spagna sarebbero stati gli ultimi attimi di calma e serenità prima della tempesta che inevitabilmente si sarebbe scatenata.

"Ah fantastico, verrà stasera alla partita?" chiese, curioso.

"No. Non penso. Deve..lavorare."

"Ser, va tutto bene?" chiese, inclinando il capo notando che il suo amico era più scuro in volto del normale. Il suo sorriso luminoso si era spento in quei giorni di ritiro come se fosse successo qualcosa.

"Sì...." mentì sforzando un sorriso.

"Ser...." lo richiamò Fernando, che lo conosceva talmente bene da capire subito cosa lo affliggesse. Un po' come Victoria, o Iker.

"Forse sono un po'...nei casini con Victoria."

"Che è successo?" disse approfittando della pausa di allenamento per continuare a parlare.

"Te la ricordi Amaia?" gli bastò fare questa domanda perché il calciatore del Liverpool capisse subito di cosa stava parlando e cosa fosse successo. Si ricordava di Amaia perché quando stava con Sergio una sera ci aveva provato anche con lui. Se la ricordava perché sua moglie, Olalla, quasi l'ammazzava nel parcheggio della discoteca. E se la ricordava anche perché era di una bellezza straordinaria, nonostante tutto.

"Sergio!!!" sbuffò con aria di rimprovero.

"Non è colpa mia! Insomma sì è colpa mia ma..adesso sono nei casini. Victoria mi uccide."

"Ma come hai potuto con la moglie che hai, andare a letto con un'altra?" protestò sbuffando.

"Tecnicamente non era volontario....tecnicamente..."

"Tecnicamente" precisò "tu l'hai tradita con un'altra...e non eri nemmeno ubriaco cosa ancora più grave!"

"Aggiungici pure che la stampa mi ha fotografato con lei, fuori dal bar dove siamo stati prima di...."

"Fantastico Ramos! Sei nei casini totali!!!" esclamò Fernando scrollando le spalle. "Forse però puoi ancora rimediare."

"Devo dirglielo" lo interruppe il sivigliano finendo la frase "Lo so. Ma non posso."

"Come non puoi?! DEVI!"

"No, non posso..davvero..è tutto così difficile, come glielo dico? E poi ci sono i bambini e..."

"A questo non ci hai pensato mentre ti scopavi la tua amichetta?!" disse alzandosi dalla panca dove stavano seduti.

"Non è la mia amichetta Fer! È stato...un colossale errore e lei lo sa."

"E quando ne parlerà ai giornali?" lo incalzò l'amico per farlo ragionare.

Sergio si appoggiò al muro, sbuffando. "Questa volta è davvero finita."

"Se non fai niente sì, ma se glielo dici forse...."

"Se glielo dico mi uccide. Se non glielo dico mi uccide lo stesso. Tanto vale non dirglielo."

"Tanto vale dirglielo!" corresse Fernando.

"Tanto vale allenarsi!!!!" tuonò una voce da dietro di loro,interrompendoli. "Torres e compagnia, avanti sul campo! Qui non si perde tempo!" esclamò Del Bosque sempre più teso nonostante fosse un'amichevole.

"Sì mister!" dissero in coro uscendo dalla palestra e raggiungendo gli altri nel campo.

Dopo una stressante giornata di lavoro su quel reportage che ormai era quasi finito, Victoria rientrò all'appartamento portando con sé le rose.

Tutti, sui mezzi pubblici, avevano notato la bellezza di quel mazzo e la particolarità di quella rosa bianca che brillava tra le altre. Victoria non smetteva di fissarla: era lei, era quella rosa bianca tra tutte le rose rosse - un significato così profondo dolce e simbolico.

Non vedeva l'ora di tornare a casa, dalla sua famiglia, da Sergio, dal suo unico grande amore. Esisteva solo lui, e per lui esisteva solo lei, come aveva potuto anche minimamente pensare che l'avesse tradita con un'altra? Marisol aveva ragione. Sergio era troppo innamorato per poterlo fare.

Aprì la porta, posò le rose in un vaso, e si avviò verso la cucina.

Jamie leggeva un po' di quotidiani dimenticati nel porta giornali da chissà quante settimane.

Sfogliava una rivista di gossip.

"Che leggi?" chiese curiosa avvicinandosi.

"Oh nulla....gossip spagnolo."

"Oh, è Hola?" domandò.

"Sì. Vuoi leggere? Tanto per metà faccio fatica a capire cosa c'è scritto.."

Victoria si sedette accanto a lui, iniziò a sfogliarlo. Cristiano Ronaldo, Victoria Beckham, un po' di vallette fidanzate con qualche importante regista o presentatore o uomo di spettacolo... arrivò verso la fine del giornale, sfogliando le pagine rapidamente quando all'improvviso con la coda dell'occhio notò un nome familiare in una pagina.

Tornò indietro e le pagine che gli si aprirono davanti la lasciarono alquanto interdetta.

Nuovo amore per Sergio Ramos? - Il calciatore si diverte con una bionda di sua conoscenza mentre la moglie è a Londra per lavoro.

Sgranò gli occhi, osservò le foto. L'Audi di Sergio, una bionda in macchina con lui, e ancora, lei e lui sulla soglia di un bar in centro a Madrid di cui non aveva mai sentito nominare.

All'improvviso iniziò a mancarle il fiato, e il cuore quasi le faceva male nel petto.

Lesse l'articolo intorno alle due foto rubate.

Il calciatore del Real Madrid, Sergio Ramos, di certo non si annoia mentre la moglie, la giornalista Victoria Sanz, è a Londra per lavoro. Proprio adesso che, con due bambini e una moglie, la stampa spagnola aveva smesso di definirlo un latin lover, Sergio ci ricasca con una sua vecchia conoscenza. La bionda nella foto è Amaia Salamanca, sua ex, tornata a Madrid per posare come modella in una campagna pubblicitaria, le foto risalgono alla notte di sabato scorso, quando il numero 4 dei Blancos, finito di giocare durante una partita di Liga BBVA, ha deciso di andare a bere qualcosa con la sua amica in onore dei vecchi tempi. I nostri obbiettivi li hanno seguiti fino ad un bar che il giocatore era solito frequentare - come ci dice la nostra fonte - con Amaia. I due si sono trattenuti lì fino a tarda notte e poi, aggiunge la nostra testimone, si sono diretti nell'albergo dove Amaia sembra alloggiare, insieme. Sergio non l'ha solo accompagnata perché il responsabile dell'accoglienza all'albergo ci ha confermato che il signor Ramos è uscito solo la mattina dopo dall'hotel tornando a casa dai suoi bambini con la sua Audi. In tutto questo, cosa ne penserà Victoria ignara nella fredda Inghilterra?.

Rilesse l'articolo due volte poi di scatto scansò la sedia saltando in piedi. Realizzò cosa c'era scritto, quanto fosse successo, le foto, realizzò il motivo per cui lui era così distante. Amaia. La sua immagine in quella campagna pubblicitaria le rimbombò nella testa, di fronte agli occhi, come un incubo. Faceva ancora fatica a respirare.

"Che c'é? Ti senti bene?" domandò preoccupato Jamie, sentendola sobbalzare così.

Victoria non disse nulla, paralizzata dalle sue paure che riaffioravano tutte in una volta dopo aver letto quell'articolo. La stampa, le foto, Amaia - e ancora e ancora e ancora nella sua testa, un pensiero dietro l'altro.

"Jamie" disse con la voce tagliata dal pianto "dimmi che c'è un modo per arrivare in Scozia adesso."

Jamie sgranò gli occhi ma senza fare domande, le spiegò come fare. Victoria preparò la borsa e uscì di casa lasciando sul tavolo il giornale aperto alla pagina che l'aveva sconvolta.

Dopo circa due ore di viaggio, la corriera di fermò in centro a Glasgow. Le porte si aprirono, Victoria, nascosta dietro gli occhiali da sole, faceva fatica persino a camminare da quanta ansia avesse dentro.

Lo stomaco annodato, il groppo in gola, le lacrime che bruciavano come lava incandescente sul viso. Non poteva essere vero. Non poteva ritrovarsi in quell'inferno di nuovo. Non dopo tutto, non dopo i suoi figli, non dopo che Sergio l'aveva guardata negli occhi dicendole che l'amava.

Era un sogno, un brutto sogno dal quale si sarebbe presto svegliata. O forse no.

Trovò l'albergo poco distante dalla fermata, dove i ragazzi della nazionale si erano ritirati prima della partita. Gli allenamenti erano finiti da un pezzo e Victoria aveva bisogno di parlare con Sergio per sapere tutta la verità, per non bruciare tra le fiamme della rabbia e della paura che sembravano scioglierla lentamente.

Spinse la porta a vetro, entrò e si avvicinò alla reception.

"Buongiorno, posso aiutarla?" sorrise una hostess.

Victoria, con espressione vuota, la guardò.

"Buongiorno, io sto cercando...la camera di Sergio Ramos. Nazionale Spagnola di Calcio."

La hostess corrugò la fronte controllando sul computer. "Ehm..non c'è..."

"Provi con Bambi." disse Victoria.

Bambi era il nome in codice che usava Sergio per prenotare le stanze d'albergo. Ogni giocatore aveva il nome del protagonista di un cartone animato in modo da sviare paparazzi e fotografi in qualsiasi situazione.

La signorina sorrise. "Lei è?"

"La moglie." disse e in quel momento sentì come se il suo cuore si fosse aperto, come una crepa sul muro che lo avrebbe inevitabilmente sgretolato in mille pezzi.

"Bambi Pluto e Robin Hood. Stanza 430. L'ascensore è di là." spiegò.

Victoria rispose con un sorriso e salì in ascensore fino al quarto piano.

L'ansia lentamente si stava trasformando in rabbia. Il nodo dentro di lei era sempre più spesso, i pensieri si facevano sempre più pesanti e girava vorticosi nella sua testa.

Bussò con forza, poco dopo, qualcuno aprì. Era Cesc.

"Victoria?!" domandò perplesso.

"Cesc, ciao. Dov'è Sergio?"

"E'.. qui perché?"

"Devo parlargli." disse, seria.

Cesc notò la sua espressione, i suoi occhi che erano diventati di ghiaccio e la fece passare senza domande. "Esci, ti prego" disse, dandogli le spalle.

Cesc sospirò, aveva capito cosa fosse successo. Chiuse la porta e uscì in corridoio.

Rimasta sola, Victora camminò lungo il corridoio e arrivò di fronte al letto di Sergio.

Il ragazzo aveva le sue enormi cuffie da musica sulle orecchie e scriveva qualcosa nel suo i-phone.

Alzò gli occhi e trovandosela davanti trasalì levandosi le cuffie.

"Oddio!!! Che ci fai qui?!" esclamò, preoccupato.

"Amaia Salamanca?!?! Amaia Salamanca?!?!?!?" esplose, furente, colpendolo con un cuscino.

Sergio sgranò gli occhi - la stampa, l'articolo. Lo sapeva. In qualche modo l'aveva saputo ed ora era letteralmente fregato. Non era pronto per uno scontro, non era pronto per litigare né voleva litigare. Non pensava che la fine fosse così vicina. Victoria era furiosa, i suoi occhi chiari erano diventati di ghiaccio, quasi fossero totalmente bianchi. Quasi non fosse lei a parlare.

"Victoria!! Victoria fammi spiegare non è come..."

"Oh non ci provare!! Non dirmi che non è come penso!! Chi è?! Perché? Perché eri con lei?!?! Perchè non me l'hai detto?! PERCHE'!??" esclamò sempre più arrabbiata.

Sergio ci pensò, cercando rapidamente una soluzione. Ma la verità era che non c'era via d'uscita.

"L'ho rivista" disse "quando sono uscito la sera con Iker e gli altri, poi lei è venuta alla partita, mi ha chiesto se andavamo a bere qualcosa ed io ho accettato..." spiegò.

Victoria lo ascoltò e ad ogni particolare che aggiungeva il suo cuore cominciava a diventare friabile come sassi sgretolati. Si stava spezzando, di nuovo, e questa volta, per sempre. Smise di respirare trattenendo il fiato.

"E poi l'alcol e...noi..io non mi sono reso conto che..."

"Ci sei andato a letto!?!?" fece con un filo di voce.

Sergio non rispose, guardandola solamente negli occhi. Risposta che equivaleva ad un sì.

Victoria indietreggiò, toccando il muro con la mano, cercando di non svenire per lo shock. Non poteva crederci, non poteva essere vero, non poteva essere la realtà. Sergio, e quella, l'aveva tradita, era andato con lei, senza dirglielo, senza dirle assolutamente nulla, come se fosse una cosa normale che lei non avrebbe mai dovuto sapere.

Il suo cuore sparì nel petto, lasciando il posto ad una voragine nera che lentamente la stava risucchiando. Lasciò cadere a terra il cuscino che teneva tra le mani.

"Ci sei..andato...a...letto..." balbettò a bassa voce quasi parlasse da sola. "Non è vero..non è vero..." le lacrime iniziarono a scendere rapidamente sul suo viso, come piccole gocce di fuoco. "...non è vero..dimmi che non è vero dimmi che non l'hai fatto...."

"Victoria...amore io......" si avvicinò cercando di toccarla sulla guancia. Victoria si scansò schifata, incenerendolo con lo sguardo.

"NON - MI - TOCCARE. Mi fai schifo. Io....io ti odio."

Quella frase lo fece indietreggiare, senza mai staccare gli occhi dalla moglie che era diventata impassibile.

"E' finita Sergio. E' finita."

"Victoria........aspetta......" fece Sergio con l'ultimo filo di voce che gli rimaneva in gola. Troppo tardi, la porta si era già chiusa con un tonfo simile all'esplosione del suo cuore nel petto.

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