If you don't know l.h.

By Lollasmiao

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" E a quelle parole mi rendo conto che è ricominciato tutto, che tutti i misteri che aleggiavano intorno a Lu... More

I 'Involuzioni'
II 'Rimpatriate'
III 'Disordine'
IV 'Miller'
V 'Perchè?'
VI 'Il nostro posto speciale'
VII 'Andiamo a casa mia'
VIII 'Cattive notizie'
IX 'Che problemi hai?'
XI 'Cosa diavolo sta succedendo?'
XII 'Numero zero'
XIII 'Sconosciuto'
XIV 'Numero indefinito'
XV 'E Whitby sia'
XVI 'Empatia'
XVII 'Cambiamenti'
XVIII 'Benvenuta all'inferno'
XIX 'Diciannove anni'
XX 'Buon Compleanno'
XXI 'Il primo dell'anno'
XXII 'Occhi a me'
XXIII 'Che si mangia per cena?'
XXIV 'Da oggi, sarà diverso"
XXV 'Ciao Jenna'
XXVI "Mezze promesse"
XXVII 'Non credo di saperlo gestire'
XXVIII "Ribaltare le situazioni"
XXIX 'Direzione York'
XXX 'If you don't know'
XXXI "Beside you"
Epilogo
EXTRA Che se poi ci pensi il tempo è relativo
EXTRA - Molti anni dopo

X 'Station Rd, York YO24 1AB'

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By Lollasmiao

Mi alzo stiracchiandomi. Mi sono addormentata sul pavimento freddo di quella che dovrebbe essere la camera di Lucas, ma che in realtà assomiglia per lo più alla mia concezione di inferno. Il che mi destabilizza in una maniera impressionante. E che mi ha fatto venire il torcicollo, ma quelli sono dettagli.

Devo fare assolutamente mente locale. Però prima devo andare in bagno. Necessito di sciacquarmi la faccia e magari chiamare Cassandra. 

Però prima di tutto questo devo capire che ore sono. Osservo il mio orologio nero che ne ha viste tante, forse troppe. 

-Cosa?!- grido sentendo la mia voce rimbombare nella stanza scarna. Sono le sette e trenta del mattino. Ho dormito così tanto?! Ho dormito sul pavimento di una stanza che assomiglia ad un cimitero?!

-Oh cazzo.- grido presa dal panico. Prendo il mio telefono che non so con quale forza di inerzia sia ancora carico. Ho di nuovo dieci chiamate perse. 

Cosa cazzo mi invento 'sta volta? Non posso crederci di aver dormito qui dentro. E' assurdo.

Okay, respiriamo. Non devo dare nessuna giustificazione del mio comportamento a nessuno. Sono una ragazza libera che sceglie di non dormire a casa. Tutto normale se non fosse per il fatto che oltre Cassandra, non ho amici. L'unica soluzione è dire che mi sono addormentata in biblioteca. No. Pessima bugia. Okay, dirò che sono uscita presto per andare a correre. 

'Fanculo. Non mi interessa cosa dire agli altri, mi interessa capire cosa gli altri mi stanno dicendo. Il biglietto del treno è lì, ancora sul pavimento. Insieme a quella che dovrebbe essere una lettera minatoria. 

Brutta stronza, appena la vedo giuro che glielo faccio mangiare. 

Sei sicura che l'abbia scritta Jenna?

Coscienza, stai in silenzio. Sono strettamente convinta che sia lei. Altrimenti chi diavolo può essere? 

Cerco di calmarmi, anche se, io e la rabbia non abbiamo un buon rapporto. In realtà con niente e con nessuno ho buon rapporto.

Devo trovarlo. Devo capire perchè se ne è andato. Vado in bagno stupendomi del fatto che ci siano ancora i sanitari, libero tutta la mia vescica e mi sento fottutamente a disagio. L'unica persona che può aiutarmi è Cassandra. Devo coinvolgerla e dirle la verità. 

Odio chiedere aiuto alle persone, ma sta volta lo necessito. Digito lentamente il numero di Cass, aspettando che risponda. Il problema non è lei, è quel maledetto del suo ragazzo. E' lui che è il problema. Lui ha qualcosa di strano. E solo Cass può darmene conferma.

-Pronto?- la voce impastata di Cass mi fa uscire dal mio stato di trance.

-Devo chiederti un favore.- rispondo velocemente.

-Alice?- borbotta confusa. -Perchè mi chiami se sei nell'altra stanza?- 

-Non sono a casa.- sospiro. -Devi vestirti e venire qui.- rispondo in tono cantilenante. Un giorno di questi credo che mi ucciderà per via del mio comportamento. Ma non è questo il giorno.

-Qui dove? Scusa hai dormito di nuovo fuori casa?!- quasi grida.

-Ti spiego appena arrivi, hai dieci minuti per essere qui.- borbotto mentre mi lavo le mani. 

Che schifo esce l'acqua marrone! Ma dove diavolo siamo nei miei peggiori incubi?!

-Dove sei?!- sento il fruscio delle coperte e qualche borbottio.

-A casa di Lucas, ti mando l'indirizzo e no. Non portare Calum.- bisbiglio fissando il mio riflesso stanco allo specchio. Odio questi capelli così corti, mi fanno sembrare fottutamente diversa. 

-Ma che diavolo..- 

-Cassandra, hai poco tempo.- attacco e le mando l'indirizzo su whatsapp. 

L'efficacia di internet mi stupisce sempre. Se solo ci fosse un'app per trovarlo sarebbe tutto più facile. Potrei brevettarla e chiamarla 'Trova quello psicopatico e vivi meglio'. Si, è un'ottima idea. 

Fisso il bagno. Per un attimo mi ricordo della lista e dell'ossessione di nascondere le cose in luoghi poco indicati e consoni. Apro l'armadietto sotto al lavabo e lo fisso confusa. Mi accuccio sulle piastrelle fredde e mi rendo conto di essere una psicopatica con un disturbo ossessivo compulsivo. Credo che Lucas sia il mio disturbo più grande. Le mie mani si muovono da sole, sperando con tutta me stessa di non trovare più stupide incisioni o fogliettini. 

Trovo un flacone semi vuoto di pasticche. Faccio una smorfia cercando di capire a cosa diavolo servano. Leggo la piccola etichetta e sono ancor più confusa di prima. Okay, non curano l'emicrania o il mal di stomaco. Quindi.. A cosa diavolo servono? Cass fa biologia, insomma potrebbe capirlo. Medicina, biologia, è la stessa cosa dai. C'è scritto.. Beta che?! Che diavolo sono?!

Apro il flacone con mani tremanti, credo che se qualcuno veda la scena dall'esterno si spaventi. Sono seduta sul pavimento, con in mano delle pillole a fissare il nulla. 

Wow, sempre meglio. 

Scuoto la testa e fisso il tappo, per un nano secondo ho sperato con tutta me stessa, che ci fosse scritto qualcosa. Invece non c'è niente, se non un odore sgradevole. 

Analisi del sangue. Pasticche.

Non starà mica morendo?! 

Resto ferma immobile, il pensiero si fa sempre più vivo nella mia testa.

No. Calmiamoci. Non sta morendo, quelle potevano essere delle semplici analisi del sangue e queste pillole potrebbero essere di chiunque. Magari nemmeno sue, le tipiche medicine che tutti hanno dentro casa. Quelle del 'non si sa mai'. Si. E' così. 

Il rumore del telefono mi fa sussultare, le pillole mi cadono come sabbia sparpagliandosi sulle mattonelle chiare. 

Le lascio perdere e prendo il telefono, Cass mi sta chiedendo da dove entrare. Quasi corro per arrivare in cucina, la luce del cielo illumina la casa vuota. Esco sul giardino sul retro e fisso la staccionata.

-Cass!- bisbiglio sentendomi un'idiota.

-Da dove diavolo entro?!- 

-Scavalca!- quasi grido.

-Sei impazzita?!- 

-Ti sarò debitrice a vita!- la invoglio.

-Ti odio.- la sento borbottare. Dopo minuti di imprecazioni e sospiri, la riccia scavalca agilmente.

-Hai fatto sport nella vita? Sei sempre così atletica.- sorrido vedendola. 

E' in pigiama, con i capelli arruffati e le converse. 

-Trovamela un'amica come me che corre per qualsiasi cosa le chiedi.- mette il broncio.

-Vieni.- la trascino non curante delle sue domande dentro casa, è arrivato il momento di spiegarle tutto. 

Saliamo le scale e sento l'aria farsi più grave, quando entra nella camera di Lucas aggrotta le sopracciglia.

-Cosa diavolo è successo qui dentro?- bisbiglia stringendomi la mano.

-Ho incontrato una signora fottutamente inquietante che mi ha detto che sono tre mesi che la casa è in vendita.- annuncio come se nulla fosse.

-Tre mesi?!- resta a bocca aperta.

-Si ma questa è la cosa meno inquietante, anzi.. E' la più normale.- alzo le spalle. Mi segue mentre cammino verso l'angolo dove ho dormito. Mi sento una barbona.

-Siediti.- sussurro indicandole il pavimento, fa come le ho detto e mi fissa.

-Ho aperto tutte le lettere.- annuncio piano.

-Okay.- annuisce.

-E sono tutte molto..- mi fermo cercando la parola. -Confuse.- 

-Questo l'avevo capito.- annuisce ancora.

-Ed ho trovato una chiave, così ho deciso di seguire il mio istinto da stalker e venire qui.- prendo il mio zaino e lo apro, le passo velocemente il biglietto del treno e la pseudo lettera.

La legge lentamente aggrottando le sopracciglia. 

-E' la cosa più inquietante che abbia mai letto.- sussurra.

-Per di più, ho stretto una grande amicizia con il fratello di Jenna.- mi mordo il labbro. Forse amicizia non è il termine giusto, ma è una mezza verità.

-Che cosa? Tutto questo nell'arco di una settimana?!- grida.

-Bhè mi annoiavo.- alzo le spalle.

-E cosa ti ha detto? Insomma.. Il fratello di Jenna!- grida quasi schifata.

-Sono andata a casa sua, ho dormito nella camera della sorella e ho trovato una cosa.- sospiro tirata.

-Ma io dov'ero in tutto questo?!- borbotta.

-Con il tuo Calum.- alzo gli occhi al cielo. -Qui arriva la parte interessante.- 

-Credo di essermi persa.- 

-Ho trovato delle analisi del sangue con il contenuto cancellato, delle pasticche in bagno e una frase che mi invogliava ad andare avanti.- riprendo fiato. -Ora Cassandra, come la mettiamo?- 

La vedo riflettere attentamente, continua a leggere il biglietto e aggrotta le sopracciglia.

Dopo minuti interminabili di silenzio glaciale, apre bocca.

-Sono due le cose, o ti sta prendendo in giro, cosa molto probabile, o si è cacciato in guaio più grande di lui, cosa ancor più probabile.- 

-Si fin qui c'ero arrivata da sola.- rispondo stizzita.

-Fammi finire.- mi ammonisce. -Hai scoperto altro?- chiede pizzicandosi il ponte del naso. Posso sentire gli ingranaggi del suo cervello, elaborare velocemente teorie. 

-Recentemente mi ha chiamato, più volte, un numero sconosciuto. E' di una cabina telefonica, credo.- 

-Bene.- annuisce. -Ho un'idea.- 

-Quale sarebbe?- mi sento stupida. 

-Devi partire per Londra.- 

-Cosa?!- chiedo confusa.

-Lui verrà da te. Quando vedrà che non stai facendo niente, che sei sparita.. Lui verrà da te.- 

-Ma anche adesso sa che non sto facendo niente, Cass. Insomma non ha una microspia che vede quello che faccio. E' questo il problema. Lui non sa che io lo sto cercando.- sputo ormai stanca.

-Lui non lo sa perchè non stai facendo abbastanza. Hai sempre trovato un modo per stargli un passo avanti ma non questa volta.- sussurra pensierosa.

-Cosa dovrei fare?- 

-Mi sento molto potente. Alice Lancaster che chiede il mio aiuto.- ridacchia.

-Ti sembra il momento di ridere?!- sputo tagliente.

-Eccola la mia amica del cuore.- sorride dolcemente. -Comunque ti ricordi quando pensavamo che fosse Ashton l'anello debole della catena?- cambia argomento.

-E alla fine era Lucas?- rispondo ovvia.

-No. Credo che ne lui e ne Ashton lo fossero. Credo che sia Calum.- sussurra.

-Calum?- resto in silenzio. -Perchè non ci ho pensato prima!- mi alzo velocemente. 

-Ash alla fine è innocuo, non si è mai fatto coinvolgere. Michael.. Bhè sappiamo entrambe come è finita tra loro. L'unico che ha continuato ad avere un rapporto con lui, è proprio Calum.- spiega velocemente.

-Stai accusando il tuo ragazzo? Cioè, sono d'accordo. Anche perchè è decisamente molto ambiguo negli ultimi tempi.- annuisco alle mie parole e mi ricordo del biglietto che mi ha dato Tyler. Qualcuno che ti sta vicino sa quello che vuoi sapere. 

-E' un presentimento. Insomma mi sembra strano che nessuno dei due si sia più sentito.- alza le spalle.

Aggrotto le sopracciglia quando sento il mio telefono squillare. Guardo Cass che è più confusa di me. La gola mi si secca e lo afferro velocemente. Accetto la chiamata e metto in viva voce. Cass si avvicina e fissiamo spaventate le schermo. La situazione si fa sempre più agghiacciante. 

-Parla.- mima la riccia. 

-Pronto?- domando tesa. Il cuore batte troppo velocemente, la mano che regge il telefono trema. 

-Per accettare la chiamata, prema uno. Per rifiutare prema cancelletto.- la voce metallica e pre registrata mi mette i brividi. Le dita di Cass si muovono veloci, sul numero uno.

-Pronto?- domando ancora. 

-Station Rd, York YO24 1AB.- 

-Che?!- urliamo in coro io e Cassandra.

-Station Rd, York YO24 1AB.- replica la voce  metallica.

Cass mi guarda.

-E' la stazione del treno.- le spiego velocemente. -Credo che dobbiamo andare lì, se non ricordo male c'è una cabina telefonica all'entrata della stazione.-

Cass annuisce. Anche se, oggettivamente non c'è nulla per cui annuire. Non c'è una spiegazione logica, un perchè. Ci sono solo teorie e parole lasciate casualmente al vento. 

-Okay, ci vediamo lì.- rispondo velocemente e vedo la linea cadere. Ho veramente detto ad una voce pre registrata 'ci vediamo li?'. 

Prendo il mio zaino e afferro tutte le cose sparse nella stanza. Corriamo al piano di sotto.

-E se fosse un pazzo maniaco che vuole ucciderci?!- grida Cass con il fiatone mentre arriviamo in cucina. Spengo velocemente le luci e usciamo in giardino.

-Alla stazione del treno? Seria Cass?- la riprendo mentre scavalchiamo. Cerco di non cadere nei cespugli, ma ovviamente sarebbe troppo scontato riuscire nel mio intento.

Cass scoppia a ridere e la fulmino con lo sguardo.

-Credi che lui sia li?- mi domanda mentre corriamo per la strada.

-No, non credo. Corri, sono venti minuti a piedi da qui alla stazione.- interrompo il discorso e corriamo velocemente. Siamo due ragazze in pigiama che corrono per le vie trafficate di York. Divertente.

Dopo minuti di camminata veloce, si non ce la faccio a correre per venti minuti, intravedo l'entrata della stazione.

-Menomale che ho scelto di dormire con la maglietta di Calum e con i pantaloncini della tuta.- borbotta la riccia mentre si guarda intorno. 

-Dai, l'ultima volta che siamo uscite in pigiama è stata divertente.- rido cercando di mascherare la tensione.

-Si dovevamo solo buttare la spazzatura e non so come ci siamo ritrovate vicino alla Cattedrale.- scuote la testa.

Si è un aneddoto divertente, ci siamo perse per la città. Dovevamo semplicemente buttare i rifiuti e ci siamo ritrovate a fare il giro panoramico della città. 

Entriamo nella stazione del treno guardandoci attorno. E' piena di gente e non sono nemmeno le dieci di mattina. Persone con i bagagli ci tagliano la strada e mi fanno venir voglia di gridare. 

Camminiamo facendo lo slalom tra i gruppi chiassosi di persone fin quando non intravedo la cabina telefonica. Trascino Cass che mantiene il passo. 

-Non c'è nessuno.- sussurro lentamente.

Cass si guarda intorno mentre entro dentro al piccolo abitacolo.

-Ali..- sussurra Cass. La intravedo, è di spalle che fissa i binari del treno.

Esco velocemente e la raggiungo.

-Ti chiama dalla cabina telefonica che è davanti..-

-Al treno che porta a Londra.- finisco la frase per lei.

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