Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
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Capitolo 1.06
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Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 1.32

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By Corneliahale94

La sveglia del cellulare di Victoria suonò a tutto volume alle sette e mezzo di mattina.

Victoria che ancora dormiva sperò di sognare ma purtroppo era tutto vero. La sveglia, la mattina, il reportage. Aprì un occhio, poi un altro e fece per allungare un braccio per spegnere quello strazio di cellulare rumoroso.

Quando si mosse per arrivare al comodino si bloccò senza riuscire a muovere il braccio. Si ricordava di essersi addormentata più vicino al comodino di quella posizione.

Corrugò la fronte, perplessa provando a capire dove stesse dormendo. E dove fosse Sergio, soprattutto.

Voltò la testa leggermente notando che era girata su un fianco dando le spalle al ragazzo. Portò una mano dietro di lei allungandola verso Sergio e il suo palmo subito incontrò i suoi addominali, appena dietro la sua schiena. Allora realizzò.

Sergio aveva un braccio attorno alla sua vita e Victoria aveva dormito con la testa appoggiata all'altro braccio del ragazzo disteso lungo i cuscini.

Appena Sergio sentì la mano di Victoria sui suoi addominali, sopra la maglietta, sorrise.

"Vedo che non hai perso l'abitudine" commentò.

Victoria in quel momento sobbalzò sciogliendo qualsiasi possibile abbraccio, saltando seduta sul letto.

Sergio aprì gli occhi di colpo, stiracchiandosi e sbadigliando.

"Che fai? Sei impazzita?! Di prima mattina ti verrà un colpo davvero prima o poi!"

"Oddio" disse Victoria arrivando finalmente a spegnere la sveglia.

Il ragazzo aprì completamente gli occhi perplesso. "Perché sei così spaventata?"

"Hai visto come..cioè..abbiamo noi..."

"Scusami non me ne sono accorto. Sai che io mi muovo di notte."

Victoria corrugò la fronte. Come aveva fatto a dormire così abbracciata a lui? Come aveva potuto il suo cuore guidarla nel sonno profondo ancora tra le sue braccia?

"Non è colpa tua. O almeno mi auguro."

"Certo perchè io volevo abbracciarti stanotte sai com'è non avendo un orsacchiotto!" esclamò lui.

Victoria sospirò. "Sei nervoso di prima mattina? Neanche tu hai perso le abitudini vedo.."

Sergio sbuffò. "Non mi è piaciuto il risveglio così brusco. Sii più dolce..."

"La prossima volta che dormiremo così farò in modo di non svegliarti" ribatté lei.

"Ci sarà una prossima volta?" sorrise curioso Sergio.

Victoria lo guardò un attimo. Aveva capito perché si comportava così.

"A te non dispiaceva dormire così!! Ma...!!!" disse colpendolo con un cuscino.

Sergio si mise a ridere parando il colpo con le mani. Buttò il cuscino per terra sorridendo.

"Scusami ma a quale uomo dispiace dormire così con una come te?"

"Una come me?! Hey!! E' della tua ex che stai parlando! Un po' di rispetto!"

Il ragazzo si fece serio per un momento, il termine "ex" non lo entusiasmava, ma non poteva evitarlo.

"Ok dai mi alzo, vado a farmi licenziare da Del Bosque poi faccio le valige e torno a Madrid a rimpiangere la mia carriera sportiva... " sospirò sollevandosi dal letto.

"Io chiamo la reception intanto..così ci liberano! Mi manca l'aria..." disse Victoria prendendo il telefono. Attese qualche secondo, si spiegò in inglese. Non passarono neanche cinque minuti e la porta venne subito aperta con grandi scuse.

"Non sappiamo chi ha bloccato la porta ma era chiusa dall'esterno." spiegò il cameriere.

Victoria sorrise. "Non c'è problema, grazie ugualmente."

"Spero stiate bene."

I due si guardarono. "Certo" fece Sergio sorridendo. "Mai stato meglio."

Victoria lo spinse fuori, nel corridoio.

Sergio si mise a ridere. "E dai scherzavo! Mamma mia come sei permalosa!!"

Victoria sbuffò. "Esci Ramos, esci! Non hai la camminata mattutina?"

"Sto andando sto andando...tanto Del Bosque altro che camminata! Mi fa correre quello!!"

"Farebbe bene così ti schiarisci le idee e i tuoi ormoni si danno una calmata!!" protestò lei a braccia conserte sulla porta della stanza.

"I miei ormoni non hanno niente che non vanno. I tuoi piuttosto..." la provocò scuotendo il capo.

"Ramos!!!!" tuonò Del Bosque da infondo il corridoio.

Victoria rimase lì a vedere di che morte sarebbero morti entrambi, ma successe qualcosa di strano.

"A camminare con gli altri! Il solito ritardatario!!" protestò.

Sergio corrugò la fronte. "Ecco io...mi dispiace per.."

"Ti risparmi un giro di campo extra solo perchè ieri sera eri nella tua stanza da bravo bambino! E adesso vai avanti!!"

Sergio guardò Victoria, perplessa. Del Bosque non sapeva nulla? Com'era possibile non si fosse accorto?

Sorvolarono. La fortuna era dalla loro parte.

"Sanz ancora in pigiama? Spero che se lo sia tenuto addosso stanotte..." disse il mister rivolto a Victoria, guardando però Sergio.

Il ragazzo si mise a ridere. "Mister!! Che domande!! So quali sono le regole!"

Entrò in stanza a cambiarsi per la passeggiata, mentre Del Bosque tornava al piano terra brontolando.

Victoria rimase a guardare la porta di Sergio, poco più avanti, poi voltando lo sguardo vide qualcuno alla fine della scala. Era Iker.

Si guardarono. Lui le sorrise.

Victoria ci pensò un momento e poi, d'improvviso, realizzò.

"Sei stato tu?" disse sorpresa guardandolo.

Iker non rispose e si voltò con sguardo allusivo, scendendo le scale e raggiungendo gli altri.

Finita la camminata mattutina, la nazionale rientrò in albergo radunandosi nella hall. Il tempo di qualche foto e di qualche autografo con gli ospiti increduli dell'albergo prima che lo staff li richiamasse al pullman. La direzione questa volta era la sede della federazione calcistica austriaca dove si sarebbe tenuta la conferenza stampa pre-partita e una solenne cerimonia di ricevimento per i campioni del mondo.

Il pullman si mosse, i giocatori chiacchieravano tra di loro scherzano come al solito. L'unica silenziosa era Victoria che guardava fuori dal finestrino e pensava.

Non pensava all'articolo né a cosa scrivere, ma pensava a quanto era successo la sera prima. Il dormire di nuovo con Sergio, quel piccolo "inconveniente" dell'abbraccio involontario ma forse più volontario che mai...

Sospirò tra sé e sé, senza smettere di pensarci e di guardarlo, lì infondo, visibilmente più disteso del giorno prima, sorridente e coinvolgente: il solito Sergio, insomma.

Ad un tratto, mentre Victoria lo stava guardando, il ragazzo se ne accorse e incollò i suoi occhi su di lei. Le sorrise, ad un tratto e fu spontaneo per la ragazza ricambiare con la stessa espressione.

Sergio si alzò poi dal suo sedile, percorse la corriera e andò a sedersi accanto a lei.

Victoria si ricordò in un flash di fronte ai suoi occhi quella frase detta la sera prima. "A questo punto della trama, dovrei prenderti la mano stringertela e poi tirarti verso di me e baciarti di nuovo come quel giorno a casa tua....E Dio solo sa quanto vorrei farlo".

"Tutto bene?"

"Sì sì, com'è andata la camminata?"

"Bene. Del Bosque non si è accorto di nulla. O meglio, crede che abbia fatto il furbo ugualmente ma...non ha intenzione tagliarmi in pezzi e lasciarmi in un fosso dell'Austria."

"Meglio per tutti. Non sarebbe stata una cosa facile da spiegare."

"Ma tu hai capito che è successo? Perché la porta si è bloccata?"

Victoria guardò Iker che dormiva al suo posto, vicino a Pepe.

"No. Non ne ho la minima idea."

Era sempre più convinta che fosse stato lui; che in qualche modo Iker cercasse di fare da Cupido tra i due.

"Però infondo non è successo niente, non sei fiera di noi?" le sorrise Sergio.

Victoria lo guardò. "Cosa doveva succedere?"

"Beh...lo sai. Non è facile per me controllarmi con te intorno.." le confessò. "E' una cosa che devo ancora..superare."

I due si guardarono senza dire più nulla finché la corriera non si fermò e Del Bosque si alzò richiamando i ragazzi all'ordine.

"Ramos!! E' bello sapere che il lupo perde il pelo ma non il vizio!" lo richiamò al microfono. Sergio scattò in piedi correndo a sedersi vicino a Jesus Navas.

"Scusi Mister stavamo.."

"Sì sì non mi interessa cosa stavi facendo! Datevi un tono ragazzi siamo i campioni del mondo" boato e applauso tanto per ricordare il trionfo spagnolo. Victoria si alzò affiancando il resto dello staff: cominciava anche per lei il lavoro con il reportage.

Scambiò una rapida occhiata con i ragazzi della squadra poi scese precedendoli.

Tutti vennero subito assaliti dai flash dei fotografi e dalla stampa che li seguì fin dentro alla sala.

Victoria camminava accanto agli addetti stampa stringendo al petto blocchetto e penna.

Osservò la grande sede della federazione calcistica, il doppio almeno di quella di Madrid.

Si sedette a lato della stanza, poco prima dell'inizio della conferenza stampa.

Inevitabile che qualche giornalista tedesco e austriaco si avvicinasse curioso.

"Sono qui per lavorare." rispondeva Victoria con un sorriso.

"Non c'è nessun ritorno con Sergio Ramos, ce lo conferma?" disse una reporter d'assalto piombandole davanti con il registratore.

Victoria si schiacciò contro il muro cominciando ad innervosirsi. Era una cosa che aveva messo in conto ma cominciava a diventare soffocante.

"Non parlo di niente che non sia il mio lavoro." sentenziò lei serena.

"Prego accomodatevi ai vostri posti" tuonò l'assistente tedesca con un tono di voce che sembrava di rimprovero.

Quando tutti furono pronti, i calciatori cominciarono a sfilare al banco della conferenza stampa e a rilasciare le solite interviste di rito su tattiche e gioco.

Fortunatamente i giornalisti esteri erano più discreti di quelli di Madrid e nessuna domanda non attinente al calcio venne fatta da nessuno.

Alla pausa, Victoria uscì dalla sala conferenze per andare alla macchinetta del caffé assieme a qualche collega.

Uno in particolare aveva attirato la sua attenzione perché durante la conferenza aveva continuato a guardarla e non era passato inosservato. Aveva grandi occhi azzurri che sembravano due specchi d'acqua quasi di ghiaccio, e un sorriso luminoso e accattivante. Un giornalista, forse tedesco dall'accento. Si era messo vicino a Victoria, di fronte alla macchinetta del caffé, attendendo il suo turno.

"E' buono quello?" le domandò indicando il bicchiere di caffé lungo che aveva appena estratto la ragazza dal vano della macchinetta automatica.

"Non lo so. Io sono abituata a quello di Madrid che è pessimo perciò non potrà mai essere peggio di questo" sorrise guardandolo.

Il ragazzo la squadrò prima di risponderle. "Ah bene, allora posso prenderlo pure io.."

Attese l'erogazione, continuando però a parlarle.

"Victoria Sanz giusto?"

Victoria annuì. "Sì."

"Sei diventata addetta stampa della Nazionale?"

"No. Sono una giornalista anche io in trasferta.."

"Lessi l'articolo sulla nazionale, molto bello complimenti."

"Oh grazie. E' arrivato fino a qui?"

"Che credi?! L'Austria fa parte del resto del mondo!" gli sorrise il ragazzo prendendo il suo caffè.

Allungò una mano, presentandosi. "Io sono William. Piacere."

"William. Io..beh mi conosci." sorrise Victoria spostandosi poco più avanti per chiacchierare.

"Sì. Sei la....fidanzata di uno di loro vero?"

"Un giornalista serio come mi sembri legge i giornali di gossip?" si sorprese Victoria "Non sono fidanzata al momento comunque se ti può interessare."

"Davvero vi siete lasciati?"

Victoria roteò gli occhi. "Di cosa parlavamo prima?" tagliò corto.

"Quando ripartite?"

"Il giorno dopo la partita. Hanno i vari campionati in giro per l'Europa.."

"Vero, quasi me ne dimentico in questi eventi nazionali...e tu che mi dici? Continui a lavorare alla redazione?"

"Eh sì. E' il mio lavoro. Non lo cambierei mai."

"Mi toccherà venire a trovarti a Madrid allora se voglio continuare a conoscerti.."

Victoria sgranò gli occhi. Non sapeva lui fosse troppo sfacciato, o lei poco abituata ad assistere ad un corteggiamento così diretto. Non sapeva davvero come rispondere se non arrossendo di colpo.

Fortunatamente qualcuno li interruppe. Quando però vide chi fosse, la cosa cominciò a complicarsi ancora.

Sergio le era passato vicino e aveva guardato William con uno sguardo gelido che non gli era mai appartenuto. I mesi lontani lo avevano portato a sviluppare una gelosia che quando stavano assieme non aveva mai mostrato - notò Victoria pensando già a come evitare che William prendesse un pugno in faccia o si rompesse una gamba.

Lo guardò, pregandolo con uno sguardo di non fare stupidaggini "alla Sergio Ramos."

"Oh, ciao" sorrise William cordiale, volendo stringergli la mano. "E' un onore conoscere un campione del mondo come te."

Sergio, impressionato dai complimenti, provò ad allargare un sorriso ricambiando il saluto.

"Grazie. Di che parlavate?" domandò verso Victoria.

"Oh..William stava dicendo che..." s'affrettò a rispondere lei.

"..Che è bellissima. E che mi piacerebbe venire a Madrid per conoscerla meglio." commentò William diretto.

Victoria si sentì scendere la pressione sotto i piedi: William era davvero un'idiota; a Sergio era sicuramente venuto un colpo al cuore così forte da farlo barcollare sul posto.

La ragazza si schiarì la voce capendo che doveva separare i due che già si guardavano come due gatti che avevano puntato la stessa preda.

Sergio rimase zitto a guardarlo negli occhi, William non esitò a parlare di nuovo prima che Victoria riuscisse a prendere in mano le redini della situazione e mettere fine a quella imbarazzante conversazione.

"Se vuoi finita la conferenza ti lascio il mio numero" sorrise il ragazzo verso di lei.

"William non penso che..." era ovvio che il ragazzo era partito per la tangente, senza contare ciò che stava cercando di dire Victoria.

"E perché no? L'hai detto tu che non sei fidanzata.." alzò gli occhi verso Sergio ancora in silenzio. "...Un peccato comunque, il tuo ex si sarà pentito amaramente pensando a cosa poteva avere...che adesso non ha più."

Se c'era una cosa che in quella giornata William aveva imparato era che non bisognava mai giocare col fuoco perché il più delle volte ci si scottava davvero.

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