Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
Capitolo 1.13
Capitolo 1.14
Capitolo 1.15
Capitolo 1.16
Capitolo 1.18
Capitolo 1.19
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Capitolo 1.21
Capitolo 1.22
Capitolo 1.23
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Capitolo 1.28
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Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
Capitolo 1.32
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Capitolo 1.36
Capitolo 1.37
Capitolo 1.38
Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
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Capitolo 2.30
Capitolo 2.31
Capitolo 2.32
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Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
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Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 1.17

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By Corneliahale94

Dopo circa mezz'ora di preparativi, Victoria si accorse che Sergio si era alzato e stava di fronte a lei immobile ad osservare curioso.

Victoria, da perfetta cuoca quale tentava di essere, aveva alzato la piastra elettrica mettendo sul piatto dei waffles appena fatti.

L'odore dolce del caramello e dello zucchero inondò la cucina.

"Con questi ti svegli?" domandò sorridendo.

Il ragazzo si sedette al tavolo, ancora assonnato. "Caffé." seppe dire, in risposta.

Victoria sorrise - le ricordava molto Ines quando si alzava la mattina e non riusciva nemmeno a dire come si chiamasse.

Si avvicinò alla moca e gli versò il caffé in una tazza. "Poi non dire che non penso a tutto." commentò preparandogli l'intera colazione.

Sergio alzò gli occhi verso la ragazza e le posò una mano sul fianco. Annuì, sorridendogli.

"Lo prendo come un grazie."

Finito di bere il caffè, finalmente Sergio riacquistò la parola e iniziò a carburare.

"Hai la mia maglietta" sorrise.

"Oh! Ma allora non hai perso le parole!!" sorrise Victoria seduta vicino a lui.

"Impara amore, mai parlarmi prima delle.." guardò l'ora "..nove di mattino."

Victoria non gli rispose, lo guardò solamente con sguardo sorpreso. Adorava il modo in cui pronunciava quella parola, amore, le faceva vibrare il cuore.

"Prenderò appunti" riprese poi "comunque sì, ho la tua maglietta..la prima che ho trovato..come mi sta?" disse facendo una giravolta su se stessa.

Sergio la guardò, squadrandola. "Non so come tu faccia ad essere così attiva la mattina ma....ti sta benissimo. Sta meglio a te che a me."

"Oh no non è vero.." sorrise lei avvicinandosi, dandogli un bacio. "Ad ogni modo la mia iperattività è dovuta alla felicità."

Sergio allargò un sorriso luminoso. "Colpa mia?"

"Sì. E mia. Diciamo di entrambi."

"Fantastico. Quando vuoi ripartiamo." disse guardando l'ora.

"Sebbene non voglia.." disse Victoria salendo le scale per andare a preparare di nuovo la sua valigia "dammi mezz'oretta e arrivo."

Il viaggio di ritorno sembrava più lungo di quella dell'andata. Tuttavia lo stato d'animo di entrambi era diverso, o forse, non era mai cambiato. Victoria, preso posto vicino al suo ragazzo, viaggiava con la mano appoggiata al suo ginocchio e quando la macchina si fermava gli prendeva la mano guardandolo, sorridendo. Quello scambio di sorrisi e di sguardi era la cosa che amava di più del loro rapporto perché c'era sempre stato e aveva sempre avuto un significato più profondo di cento discorsi.

"Che devi fare oggi pomeriggio?" domandò ad un certo punto Sergio, scalando la marcia.

"Lavoro" sbuffò Victoria controvoglia "lavoro e lavoro. E lavoro l'ho già detto?"

"Stasera sei libera o devi lavorare?"

"Penso proprio che stasera debba continuare il mio articolo.."

"Sta venendo bene?"

"Non lo so, lo dirai quando finirà e lo leggerai nel giornale."

"Mi chiedo come parlerai di me.."

"Oh..come tutti gli altri, non montarti la testa!" lo schernì Victoria scrollando le spalle.

Sergio la guardò annuendo. "Ah è questo che sono per te, uno come gli altri.."

Victoria si morse un labbro, ridendo. "Che vuoi che racconti? Di certo non posso raccontare....questo."

"E perché no? Faresti fare il doppio dei soldi al tuo capo...tutti vorrebbero leggere la storia della giornalista e del calciatore.."

"In questo ti ha preceduto Iker o sbaglio?"

Sergio ci pensò. "Ma la nostra è più intensa."

"Appunto per questo non voglio condividerla."

"A proposito di condividerla...ho parlato con Iker stamattina mentre ti preparavi.."

"E che ha detto?" domandò curiosa Victoria.

"Ha detto che....è contento per me. E per te. E per noi. E che dobbiamo assolutamente uscire in quattro una sera di queste.."

"Non basta vedervi tutti i giorni sul campo, pure la sera!!" sbuffò ironica la ragazza.

Sergio la guardò in modo serio prima di mettersi a ridere. "Oh se non vuoi basta dirlo! Lo sapevo che mi hai usato e adesso che ti sei divertita non ti servo più..." protestò.

Victoria lo accarezzò all'altezza del collo, divertita. "Oh amore.. poverino lui maltrattato e trascurato.."

"Potrei chiedere a Natalie, magari lei ha voglia di uscire con me, Iker e Sara.."

"Certo certo, tu provaci solamente e poi vedi che ti succede.."

Un sentimento con il quale avrebbe dovuto fare i conti Victoria era la gelosia, anche solo sentire parlare di qualcun'altra da parte del suo ragazzo le faceva ribollire il sangue; aveva scoperto un lato di sé che non conosceva.

"Ti avverto, a me le persone gelose non piacciono."

"Io non lo sono." mentì lei.

"Nemmeno io." mentì lui.

Si guardarono sorridendo. "Bene e ora che siamo stati sinceri" fece ironica Victoria "possiamo fermarci da qualche parte?"

"Bagno un'altra volta? Sei peggio del mio cane lo sai?"

Victoria corrugò la fronte, fingendosi arrabbiata mentre Sergio, sospirando, girò fermandosi ad un'area di sosta. "Muoviti." disse lui spegnendo la macchina.

"Grazie amore" gli sorrise dolce la ragazza avvicinandosi per dargli un bacio. Quando questo si trasformò in un bacio molto più intenso di quello previsto da Victoria prima di raggiungere il bagno, il telefono squillò interrompendoli.

"Non rispondere" disse lui continuando a baciarla all'altezza dell'orecchio.

Victoria guardò il display: Ines. Doveva avvisarla, raccontarle un sacco di cose, ma non aveva avuto tempo in quei due giorni piuttosto.. "impegnati."

"E' Ines."

Sergio non smise di baciarla e per Victoria era sempre più difficile concentrarsi.

"Non posso. Dammi cinque minuti.." provò ad allontanarlo ma era impossibile. "Pronto?" rispose ugualmente, provando a far stare buono il ragazzo, nello stesso tempo.

"Victoria!! Sei viva vero?"

"Sì sì tutto bene Ines" sorrise lei mentre Sergio continuava a distrarla divertito.

"Sento un tono di voce molto..squillante... successo qualcosa che non so ma immagino?"

Victoria riuscì ad allontanare Sergio che si fermò attendendo che finisse di parlare.

"E' una storia lunga, posso spiegarti...quando torno?"

"Dove sei?"

"Per strada. Cioè..ora siamo fermi comunque sto tornando."

"Immagino vogliate stare..soli quando tornate."

"Io devo lavorare Ines e poi.....beh ti spiego quando torno."

"Lo so che c'è qualcosa lo so lo so!" ripeteva curiosa la cugina.

Victoria si mise a ridere. "Sergio ti saluta" tagliò corto vedendo i gesti che faceva il ragazzo per dirle di salutarla.

"Ricambia. Poi io e lui dobbiamo fare un discorsetto, se è successo quello che penso."

"Smettila di pensare. Ci vediamo dopo ok?"

"Dimmi quando torni. Ciao ciao"

Victoria riappese rapidamente e aprì la portiera prima che Sergio potesse riavvicinarsi a lei.

"Fermo lì dove sei!" esclamò lei e scivolò fuori dall'auto correndo verso il bagno.

Dopo due ore di viaggio, l'Audi bianca di Sergio si fermò di fronte al cancello del condominio di Victoria.

La ragazza sospirò, con nessuna voglia di ritornare alla vita di sempre dopo quella brevissima ma intensa vacanza a Cadiz.

"Ti do una mano a scaricare?"

"E se io volessi rimanere in macchina?"

"Dipende cosa vuoi fare." sorrise lui, malizioso.

"Sergio!!" protestò Victoria fingendosi sconvolta "non ti è bastato ieri sera?"

Il ragazzo ci pensò. "Secondo regola che devi imparare, non basta mai."

"Mentre tu finisci di fare il maniaco, io scendo e scarico." sorrise lei aprendo la portiera e raggiungendo rapidamente il bagagliaio.

Sergio la accompagnò fino all'appartamento: tutto era come quando l'aveva lasciato, compresa la mole di lavoro che ancora doveva fare e recuperare la ragazza.

Guardò i documenti e le carte e il suo computer sul tavolo del salotto e sbuffò.

"Ti darei una mano ma..mi sa che ho un po' da fare pure io.."

"No non importa, vai pure..ci sentiamo..stasera o domani o stanotte non lo so.."

"Domani sei agli allenamenti?"

"Sì, prima ho una riunione con il mio capo però...dovrei farcela."

"Bene allora..buon lavoro." sorrise lui prendendola a sé con le braccia.

Gliele strinse intorno alla vita mentre la ragazza lo baciava, alzandosi sulle punte dei piedi.

Non avrebbe mai voluto finire quel bacio, e ritornare sulla terra - si stava così bene in paradiso.

Dopo una vita intera passata a cercarlo in ogni posto, il suo paradiso era di fronte a lei con due occhi scuri e un sorriso meraviglioso.

"Grazie per questi giorni.." gli disse, dolcemente.

Sergio annuì. "Grazie per esserti fidata."

Sciolse l'abbracciò, le diede un altro breve bacio e se ne andò.

Victoria si guardò intorno: aveva una valigia da svuotare, un armadio da sistemare e tanto tantissimo lavoro da fare.

Si cambiò, indossando la maglietta con il numero 15, e si sedette sul divano con il computer sulle gambe. Controllò le sue e-mail e, a sorpresa, trovò un messaggio scritto il giorno della sua partenza per Cadiz, di un certo Roberto. Pensò a chi potesse essere ma poi leggendo il messaggio le venne subito in mente chi fosse; se n'era completamente dimenticata.

"Non ci credo" disse spalancando la bocca.

Aprì la mail e lesse.

Ciao Vic!!

E' da un sacco che non ci sentiamo né ci vediamo, lo so, ma ho ritrovato per caso un po' di foto vecchie mentre facevo il trasloco e ho ripensato a te. Chissà cosa sta facendo, chissà come va la sua carriera da giornalista, ho saputo che lavori alla redazione di un giornale importante, congratulazioni! Io sono appena tornato dall'America e riabituarmi alla vecchia Madrid è sempre difficile dopo aver posti come quelli! Ad ogni modo sono in città per almeno due settimane prima di sapere la mia prossima destinazione, perciò ti va se un giorno di questi organizziamo una cena come ai vecchi tempi? Cibo cinese e dvd..ricordi?

Fammi sapere se hai impegni o se ti va, con affetto, Rob.

"Rob..." disse tra sé e sé.

Roberto Jimenez era il suo ex ragazzo. Erano stati insieme per un anno, l'ultimo anno di liceo ed era stata la sua unica storia "importante" e significativa prima dell'arrivo di Sergio.

Rob era partito per l'America poco dopo il diploma, e Victoria non lo aveva più sentito né visto da quel momento. Erano passati molti anni e sembrava che ancora Roberto se ne ricordasse come fosse ieri. Victoria invece l'aveva completamente rimosso dalla sua memoria fino all'arrivo di quella mail. Un segno del destino? O solo una casualità? Provò a rispondergli, ma al momento non le veniva niente di concreto da potergli scrivere e in più...avrebbe prima dovuto parlarne con Sergio, o con Ines.

Nemmeno lo avesse pensato apposta, il campanello suonò avvisando dell'arrivo di Ines, impaziente di sapere tutto di lei e di Sergio a Cadiz.

Victoria andò ad aprire la porta, sorridendole.

"Dimmi-tutto-ora-o-mai-più!" esclamò lei entrando come un razzo e buttandosi sul divano vicino a lei.

Victoria tornò al suo posto, con una luce negli occhi mai vista prima. "Oh mio dio!! Cosa indossi!" esclamò Ines accorgendosi.

"La mia maglietta."

"Oh...e questa maglietta ha qualche significato diverso adesso?"

Victoria ci pensò, sorridendo imbarazzata.

"E' la maglietta del mio ragazzo."

Ines ci mise qualche istante a realizzare cosa aveva detto la cugina poi esplose in un urlo di gioia abbracciandola forte. "Sono così contenta!! Lo sapevo! Lo sentivo dalla voce! Ma è...seria?"

"Eccome se è seria."

"Oddio! No mi devi raccontare tutto!!"

"Ti racconterò tutto ma mi devi dare un consiglio prima.."

"Non sarai mica incinta vero?!"

Victoria sgranò gli occhi sconvolta. "Scusami?! Ma che dici stupida!!" esclamò colpendola con un cuscino "Mi è arrivata una mail."

"Di chi?" domandò curiosa Ines.

"..Te lo ricordi.......Roberto Jimenez?"

Ines ci pensò poi spalancò la bocca, sconvolta. "Oh-mio-dio! Brutt'affare..cancellala..evitalo!!"

"E dai poverino! E' tornato a Madrid e..voleva vedermi."

"No. No ti prego. Quello è una bomba a orologeria! Magari è ancora innamorato di te!"

"Ma figurati! Quanti anni sono passati?? Sarà sposato e con figli conoscendolo!"

Ines alzò le spalle. "Non puoi vederlo non adesso che sei..fidanzata" disse allargando un sorriso di felicità. La cugina ridacchiò.

"La smetti di fare così? Ho capito che sei felice ma non serve che ogni volta che lo dici diventi più felice di me!"

Ines non potè resistere e l'abbracciò di nuovo. "Al diavolo Roberto, dimmi tutto tutto tutto"

"Tutto tutto tutto non posso.."

"Anche le cose vietate ai minori, tanto sono più grande di te posso resistere!"

Victoria si mise a ridere arrossendo di colpo. Perché Ines doveva essere sempre così... "estrema"?

Iniziò a raccontare appoggiando di nuovo il computer sul tavolo: il lavoro poteva attendere, c'erano cose più importanti.

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