Trilogia con Sergio Ramos

By Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... More

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
Capitolo 1.13
Capitolo 1.15
Capitolo 1.16
Capitolo 1.17
Capitolo 1.18
Capitolo 1.19
Capitolo 1.20
Capitolo 1.21
Capitolo 1.22
Capitolo 1.23
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Capitolo 1.25
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Capitolo 1.27
Capitolo 1.28
Capitolo 1.29
Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
Capitolo 1.32
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Capitolo 1.34
Capitolo 1.35
Capitolo 1.36
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Capitolo 1.38
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Capitolo 1.40
Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
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Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
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Capitolo 3.33
Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 1.14

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By Corneliahale94

Era la sua prima giornata libera dopo mesi di lavoro: il reportage le stava portando via notti intere di lavoro interminabile e ancora mancavano due settimane per finire la "spedizione".

Per come poi le cose si stava evolvendo e inevitabilmente complicando, Victoria aveva proprio bisogno di quella giornata di riposo.

Aveva staccato il telefono e spento il cellulare e si era dedicata ad una pulizia minuziosa di ogni stanza del suo appartamento che in quelle settimane di frenesia e lavoro si era ridotto ad un porcile. Si era alzata di buon ora, aveva iniziato con il bagno, poi la camera da letto, poi la cucina e infine il salotto: alla fine non doveva esserci niente fuori posto tutto doveva essere come appena comprato.

La colonna sonora era uno dei suoi cd piena di canzoni di tutti i generi, ma quelle che in quel momento la aiutavano di più erano sicuramente quelle rock.

Dopo la festa di venerdì, il rock era diventato quasi il suo genere preferito: ottimo per scaricare l'adrenalina accumulata, il nervosismo e la rabbia di quella sera.

Indossando una vecchia felpa e un paio di pantaloni della tuta, Victoria puliva i mobili e il pavimento con la musica a tutto volume cantandoci sopra a squarcia gola; ovviamente con tutto quel trambusto era impossibile sentire il campanello di casa che stava suonando da dieci minuti.

Victoria girava per la casa con in mano l'aspirapolvere, dimenandosi a ritmo di musica quando all'improvviso lanciò in aria straccio e sgrassante spaventata dall'apparizione di una figura imponente sul suo balcone.

Cadde di schiena sul divano, con il cuore in gola per lo spavento. Chi poteva essere nel suo balcone alle dieci del mattino?

Guardò meglio: non ci poteva credere, era Sergio.

Sgranò gli occhi, sconvolta, si rialzò in malo modo e aprì la porta scorrevole del terrazzo. Il ragazzo le sorrise. "Ciao.."

"Scusami che ci fai sul..."

Guardò la scala antincendio collegata al balcone per permettere di uscire rapidamente in caso di pericolo.

"Non sentivi il campanello! Mi hanno preso per un ladro quando sono passato al piano di sotto..meno male che mi hanno riconosciuto.."

"Non ci credo.." balbettò Victoria impressionata e ancora spaventata "che ci fai qui cosa vuoi?" disse, facendosi rapidamente seria.

"Ecco..io...volevo parlarti. Posso entrare? Perché stare in balcone non è proprio il massimo.."

"Hai freddo?" domandò inarcando un sopracciglio.

"No però.."

"Sto pulendo in casa. Non puoi entrare."

"Mi tolgo le scarpe?" propose lui sorridendole.

Victoria sentiva una stretta al cuore ogni volta che il viso di Sergio si illuminava con uno dei suoi sorrisi: tuttavia con lui era ancora arrabbiata e non poteva permettergli di farla sciogliere in quel modo come una banale innamorata.

Sospirò, poi lo fece passare facendolo entrare in casa.

Sergio si guardò intorno notando come fosse quasi tutto in ordine e pulito. Un forte odore dolce lo investì subito.

"Biscotti!" esclamò contento come un bambino.

Victoria corrugò la fronte. "Non ti avvicinare Ramos!!"

Sergio si avvicinò al forno, in cucina, guardando dal vetro illuminato un vassoio di biscotti a forma di cuore che cuocevano.

"Devono essere buoni.." commentò con aria fintamente interessata.

Victoria si mise di fronte al forno, spingendolo di nuovo verso il salotto.

"Muoviti, cosa vuoi?" fece, secca.

Sergio toccò con il fianco il divano, fermandosi a guardarla negli occhi.

"Volevo parlare di..venerdì."

"Per dire?"

"Per dire...che mi dispiace. Ci ho pensato in questi giorni e...ho capito che forse non dovevo comportarmi così con te."

"Così come?"

"Male."

Victoria ci pensò, se non altro la facoltà di riflettere e tornare sui suoi passi era ancora insita in lui - come in pochi altri uomini sulla terra.

"Senti Sergio...la cosa in teoria non mi dovrebbe riguardare" iniziò lei provando a ripetere un discorso che dentro di sé aveva fatto cento volte "tu hai le tue ragazze, puoi uscire con chi vuoi però..vedi...nel momento in cui tu mi hai baciato io pensavo che fosse cambiato qualcosa..tra noi."

"E lo è." disse, convinto.

Victoria lo guardò negli occhi prima di risponderli. Prese fiato, organizzò di nuovo il discorso.

"Quando ti ho visto con quella ragazza...lei è perfetta per te, è bella, è una modella famosa, è..quello che volete voi.. giocatori e idoli del calcio.."

"No un momento, mi hai preso per Cristiano Ronaldo?" domandò inclinando il capo. "Io sono un ragazzo che di mestiere fa il calciatore. Come tu sei una ragazza che di mestiere fa la giornalista. Non c'è niente di "anormale" o "esclusivo" in me. Io sono così, non voglio circondarmi di modelle famose e bellezze impossibili. Capita, alcune ragazze che ho conosciuto nella mia vita sono così e altre.. no. Come te. So che risulta una frase fatta però... io preferisco le persone normali."

Victoria aveva ascoltato tutto il discorso sorprendendosi sempre di più. Sergio era davvero ciò che pensava, non si era sbagliata. Era esattamente quello che Victoria voleva sentirsi dire, la risposta che aveva formulato nella sua testa in quei giorni dopo quel venerdì.

Non sapeva cosa dire, se non quello che le uscì dalla bocca in quel momento preciso, in risposta a quel discorso. Le scivolò di nuovo dal cervello alla bocca senza connessione. Era sempre così con lui nei paraggi.

"Vorrei baciarti ora." si morse un labbro, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto.

Sergio si mise a ridere, sorpreso dalla risposta. "Sì?" le chiese.

Victoria annuì.

"Fallo...ti prego fallo." le rispose lui con il tono più dolce che potesse usare.

Victoria si avvicinò, si alzò in punta di piedi, arrivò alle labbra del ragazzo e vi posò le sue, baciandolo con dolcezza.

In quel momento non esisteva Natalie, non esisteva situazione complicata, non esisteva niente. Era il momento perfetto nel quale Victoria avrebbe voluto perdersi per sempre. Il mondo non c'era se c'era un bacio tra loro due - ed era sempre stato così per loro.

Si strinse di più a lui, non riuscendo più a capire che cosa stesse succedendo. La verità era che per la prima volta in vita sua non le importava niente.

Sergio la strinse a sé, prendendola in braccio, indietreggiò continuando a baciarla verso il divano dove si sedette lentamente facendola appoggiare sulle sue ginocchia.

Victoria sorrise.

"Sai che stiamo facendo una pazzia?" gli disse, sulle sue labbra.

"Non mi importa più di tanto. Se tu la fai con me."

Victoria inclinò il capo, baciandolo, mentre sentiva le mani del ragazzo accarezzarle la schiena sotto la felpa pesante. Rabbrividì, come se si fosse appena fulminata con la corrente elettrica, ogni singolo muscolo ogni singola particella che componeva il suo essere lo voleva: desiderava quel ragazzo più di ogni altra cosa, soprattutto dopo quello che gli aveva detto.

Glielo fece capire baciandolo appassionatamente, e cominciando a giocare con i bordi della maglietta che indossava. Appoggiò le mani sui suoi addominali sotto la maglia, fino a scendere e appoggiare le mani sulla cintura dei suoi jeans.

Fu in quel momento che, lasciando che il ragazzo le sfilasse la felpa, si accorse di un'altra figura sul suo balcone.

Si staccò, saltando in piedi spaventata. Sergio si voltò, sconvolto anche lui, trasalendo.

"Che succede?"

Victoria aveva perso in poche ore almeno vent'anni di vita. Era Ines. Ferma di fronte alla porta finestra, in balcone.

Il suo volto assunse una colorazione viola intenso, quasi non riusciva a respirare dall'imbarazzo. Provò a calmarsi, prese la felpa, la indossò nuovamente e corse ad aprire.

"Ma che avete tutti che entrate da qui?!" esclamò.

"Eh non rispondevi al cellulare!!"

Sergio si alzò dal divano, fermandosi dietro a Victoria.

"Oh..." Ines capì solo in quel momento di averli interrotti. "Scu-sa-te" balbettò a bassa voce verso la cugina.

"E' staccato il cellulare, cosa dovevi dirmi?" fece Victoria, ormai che il momento era rovinato.

"Niente io volevo..non rispondevi e così...volevo sapere se...ma..cos'è questo odore di bruciato?" domandò perplessa.

Tutti e tre annusarono l'aria rapidamente. "Oddio!!! I biscotti!!!" esclamò Victoria all'improvviso, correndo in cucina.

Ines e Sergio la seguirono, preoccupati. Victoria aprì il forno e una gigantesca fumata nera uscì da questo inondando la cucina.

"Oddio!!" tossì Ines "ma che è?! Un incendio in una foresta?!"

Victoria appoggiò il vassoio di biscotti totalmente bruciati sul tavolo della cucina e spalancò le finestre facendo uscire il fumo.

"I miei biscotti" sbuffò triste. "Ci ho messo due ore per farli!"

"Li ho visti uguali al supermercato qui sotto" scherzò Sergio vicino a lei.

Victoria lo guardò e, arrabbiata, lo colpì con il dorso della mano sul bicipite.

Sergio accusò il colpo. "Ma che ho detto!!" protestò.

Ines sorrise guardandoli: tra di loro sembrava essere tornato il sereno se discutevano in quel modo.

"Zitto! I miei biscotti sono molto meglio di quelli del supermercato! Mi ero così impegnata..."

"E dai li rifarai.." la consolò Ines avvicinandosi alla cugina.

"Ma per chi erano poi?"

"Per me!!" esclamò Victoria "perchè mi voglio bene" disse tra l'ironico e il disperato.

Sergio ridacchiò guardandola. "Su non è un dramma. Appena finiamo di prenderci un cancro ai polmoni per il fumo che hai provocato, ne fai altri.."

Victoria lo guardò storto. "Hai voglia di scherzare Ramos?!?" lo minacciò. "E poi è colpa tua!!"

"Perché scusa? Che c'entro? Mica li ho dimenticati io nel forno!"

"Se tu non mi avessi distratto con i tuoi....." chiuse gli occhi, perdendo la concentrazione solo a ripensarci. "Lasciamo stare" disse scuotendo il capo "i miei biscotti sono andati..."

Alzò il coperchio del cestino facendoli scivolare dentro. Due ore buttate e un odore di fumo incredibile per tutta la casa.

"Chiameranno i pompieri?" domandò Sergio affacciandosi alla finestra.

"Speriamo di no altrimenti questa volta ti buttano fuori!" rispose Ines.

"Vuoi dire che è successo ancora?"

La cugina si mise a ridere ricordandosi di quando Victoria si era dimenticata il pollo nel forno a microonde facendolo esplodere per tutta la cucina. Il rumore aveva spaventato i vicini che pensavano ad una sparatoria.

Sergio rideva divertito a quella storia mentre Victoria guardava entrambi con sguardo assassino.

"Ines! Piantala! Non è divertente! Che faccio adesso?" disse guardando le sue ore di lavoro andate letteralmente in fumo.

"Li rifai" rispose Ines alzando le spalle.

"Avvisa prima se decidi di rimetterti ai fornelli che avvisiamo il vicinato" sorrise Sergio affiancandola.

"Ma come sei spiritoso!!" rispose Victoria con una smorfia.

Passato il pericolo biscotti, Victoria si ritrovò a finire di sistemare il salotto assieme a Ines.

Sergio era scappato poco dopo già in ritardo per gli allenamenti, e le due cugine erano rimaste sole. Inutile dire quanta fosse la curiosità di Ines nel sapere "cosa" avesse interrotto ore prima così, tra un vetro pulito e un altro, iniziò a interrogare Victoria.

"Allora..come mai Sergio era sul tuo divano?"

Victoria accese subito l'aspirapolvere sorridendo. "Come??? Non ti sento!!"

Ines si chinò verso la presa, staccando il filo dell'infernale aggeggio rumoroso.

"Ora mi senti?" fece, con un sorriso soddisfatto.

Victoria sospirò.

"Non ti dico niente. Sono in silenzio stampa."

"Ah, hai imparato fin troppo facendo la giornalista sportiva!" sbuffò "Però come cugina e migliore amica ho il diritto di sapere certe cose..."

"Diciamo che hai interrotto qualcosa...ma non ti dico cosa."

"Non ci sono tante alternative. Ho la mente abbastanza elastica per capire che ti stavi lasciando andare con il bel sivigliano!!" la schernì la cugina, teatralmente, con le mani sul cuore.

Victoria la guardò, sospirando. "Accademia di arti drammatiche non ti hanno preso vero?"

"No" disse Ines che aveva fatto finta di svenire sul divano "Che ingiustizia vero?!"

"Sarà ma io non ti dico niente. Almeno non finché questa cosa si fa...seria."

"Perchè tu vuoi che diventi seria?" domandò con lo sguardo illuminato.

"Sì beh...non mi lamenterei se lo diventasse" disse continuando a pulire i vetri delle finestre con lo straccio.

Ines le si affiancò, passando la cera al pavimento. "Vi vedo così bene insieme. Siete due componenti fondamentali come il latte e il burro per le torte."

Victoria inarcò un sopracciglio, quasi schifata. Non era mai stata romantica come lo era Ines, né pensava di diventarlo.

"Prima ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo.."

"Ma che ti ha detto?"

"Che gli dispiaceva e che... preferiva gente come me a gente come Natalie."

"E tu che gli hai risposto?"

Victoria ci pensò. Inventarsi una risposta appropriata o dire semplicemente la verità?

Scoppiò a ridere ripensando a come aveva reagito a tutto quel discorso fattole da Sergio.

"Gli ho risposto che....."

Ines aspettò, ansiosa e curiosa. "...che volevo baciarlo." si morse un labbro, Victoria, quasi vergognandosi della semplicità di quella risposta.

Ines spalancò la bocca, sconvolta. "Oddio!!! No non ci posso credere!! Non ti facevo così diretta cugina!!!" esclamò mettendosi poi a ridere.

Victoria sospirò. "E che ne so! Quando c'è lui davanti io...non capisco più nulla...il cervello non si collega alla bocca.."

"E che ti serve tale collegamento con uno del genere!!" commentò sospirando.

"Ines!!!" la riprese Victoria.

"Scusami ma...io rimango sempre dell'idea che sia uno dei più belli del mondo."

"Oh adesso non esageriamo... é...un tipo."

Ines la guardò, perplessa. "Smettila!! Tu ti sciogli quando lo vedi e dici che è "un tipo"? Non attacca mia cara.."

"Ok però ricordati che sta parlando del....." si fermò. Ancora una volta la connessione cervello bocca non funzionava.

Ines si illuminò, prevedendo già che cosa le stesse per scappare dalla bocca. "Oddio!! Facciamo grandi passi!!"

"Non importa" scosse il capo "finisci di pulire i vetri cugina impicciona!"

"Subito cugina innamorata!!" ribatté Ines mettendosi al lavoro.

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