Trilogia con Sergio Ramos

Corneliahale94 द्वारा

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... अधिक

Capitolo 1.01
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Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 1.05

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Corneliahale94 द्वारा

Nel pomeriggio il campo da calcio venne invaso da una troupe di riprese che avrebbe dovuto registrare pubblicità promozionali con la nazionale. Sembrava che tutta la Spagna, improvvisamente, richiedesse solo loro sul mercato - gli eroi in maglietta e pantaloncini.

Victoria sedeva al suo solito posto, vicino alla panchina, e si guardava intorno osservando le risate e l'imbarazzo dei giocatori così forti in campo così timidi di fronte ad una telecamera. Le prove per recitare lo slogan della pubblicità erano disastrose, il discorso da fare di fronte al video non riusciva a nessuno tra risate e strafalcioni grammaticali dettati dall'ansia.

"Ti stai divertendo?" una voce si avvicinò a Victoria che subito voltò la testa guardando chi fosse.

Cesc, meglio conosciuto come "Fabregas", il migliore amico di Gerad e di tre quarti della nazionale. In effetti lui era il classico "migliore amico", simpatico, travolgente, divertente, ma anche timido, impacciato e - anche lui come Iker - un "buono", sempre vittima degli scherzi dei suoi compagni.

"Certo, siete davvero...una squadra particolare voi!"

"E lo dici dopo un solo giorno di lavoro, abbiamo battuto ogni record!" sorrise.

"Non voglio sapere cosa vedrò in questo mese se le premesse sono queste..."

"Oh beh non ti aspettare chissà cosa..noi siamo...spontanei. Mai vista una nazionale di calcio? E' inevitabile l'affiatamento."

"Ti confesso che prima di conoscere voi non avevo la minima idea di chi foste e di come mai foste così importanti per la Spagna." annuì Victoria incrociando le braccia.

"Davvero?" domandò il ragazzo sorpreso "nemmeno uno?"

"No, no ne conoscevo mezzo!" esclamò quasi divertita "adesso bene o male i nomi me li ricordo...però prima...non hai idea dell'ansia che mi avete provocato!"

"Noi?! Accidenti perdonaci..! In effetti non dev'essere facile una donna debole e indifesa in mezzo a ventitré uomini...così.." scherzò lui, teatrale.

"Oh non sono mica indifesa sai!" ribatté Victoria "Però devo dire che ora va meglio.."

"Mi fa piacere. Prima impari a conoscerci meglio stai credimi" sorrise lui. "Ah, e non ti preoccupare di Sergio, lui è un ragazzo straordinario ma prima ti deve conoscere."

"Non era l'animatore del gruppo?" domandò Victoria inclinando il capo.

"Sì, perché per noi è come un fratello...ma non sempre è così...dagli tempo."

Victoria lo guardò, infondo al campo, che rideva con Iker per l'ennesimo problema di fronte alle telecamere.

"Come vuole..." disse, tornando con lo sguardo su Cesc.

"A proposito, venerdì hai impegni?"

Victoria lo guardò perplessa. "No..non dovrei perché? Avete allenamento straordinario?"

"No no, per carità!" sorrise "abbiamo..una festa."

"Una festa??"

Tra le cose che aveva messo in conto per quel mese di reportage, le feste con i calciatori non c'erano affatto. Ne avrebbero dovuto esserci per quanto la riguardava.

"Sì, c'è un locale qui vicino...dove andiamo sempre a festeggiare prima del ritiro per la partita...è..un rito."

"Capisco. E io cosa c'entro?"

"Non devi vivere a contatto con noi tutto il mese? Beh non siamo solo allenamento sai" spiegò interessato "noi festeggiamo pure."

"Fantastico. Ma i festeggiamenti non rientrano nella mia tabella di marcia."

Andare ad una festa con loro sarebbe stato...troppo complicato e troppo..surreale. Non era il caso che Victoria mischiasse il lavoro con le feste e i rapporti personali, doveva rimanere concentrata e poi immaginava a che tipo di feste andassero, e lei non era certo il tipo.

Tuttavia Cesc non si dava per vinto, e l'avrebbe invitata a tutti i costi.

"Allora ci verrai?"

"Non credo sia il caso.."

"Come non è il caso?? E' una festa! Non sei mai andata ad una festa?"

"No certo che ci sono andata! E' che..è complicato."

"Il tuo ragazzo è geloso?"

"Non sono fidanzata."

"La tua ragazza?"

"Hai voglia di scherzare?!?" esclamò diventando d'improvviso seria.

Cesc ridacchiò divertito dall'espressione di Victoria. "E dai! Scherzavo! Non hai un motivo valido, come sospettavo, per dirmi di no perciò..metto il tuo nome sulla lista."

"No ti prego non..."

Non ebbe nemmeno il tempo di replicare, Cesc venne richiamato all'ordine dalla troupe di riprese pronta a girare lo spot in campo, e Victoria rimase seduta sulla sua panchina, sconfitta dal duello verbale con il calciatore.

"Guai e solo guai." ripeté Victoria di fronte allo specchio.

"Macché guai!" Ines aveva appena saputo di potersi aggiungere alla lista dopo aver insistito tutta la settimana nel poter venire a quella festa. Non stava più nella pelle, non vedeva l'ora di conoscere "i suoi idoli" e cambiava vestito ogni quarto d'ora non convinta di quello precedente.

Victoria invece ci aveva messo dieci secondi esatti a decidere: non era una festa alla quale voleva partecipare, aveva un brutto presentimento che non riusciva a ignorare, perciò aveva optato per un semplicissimo vestito nero e un copri spalle - niente di impegnato, in stile "io alla festa non ci volevo venire". Salì sui tacchi dieci minuti prima di uscire continuando a lamentarsi con l'amica.

Salirono in taxi, diretti al locale.

"Ci sei mai stata?" domandò Ines.

"E' una settimana che li conosco, secondo te ci sono stata prima d'ora? E poi ti avviso, ci stiamo un'ora e ce ne andiamo."

"Un'ora?! Scherzi?! Victoria dovresti scioglierti un po'!!" esclamò la cugina "E' una serata diversa da lavoro e caffé..dovresti esserne felice! In più ci sono di quei ragazzi!" disse con una mano al cuore.

Victoria la guardò, non riuscendo a capire cosa avessero di speciale. In quella settimana aveva iniziato a conoscerli tutti, li aveva osservati durante l'allenamento, li aveva visti a pranzo, a colazione, alle riunioni con lo staff, aveva preso appunti sul loro modo di lavorare e sull'amicizia che li univa: vivendo con loro a stretto contatto la cosa non le sembrava esaltante come Ines, era come se fossero colleghi di lavoro e niente di più.

Tuttavia doveva ammettere che quel reportage iniziava a piacerle per certi versi: se non altro, l'ansia e l'imbarazzo cominciavano a sparire.

"Ines, calmati." sorrise Victoria "appena ci parli capisci che le tue aspettative erano..troppo alte."

"Perché? Sono così antipatici?"

"Affatto. Ma...sembrano una classe di liceo in gita, più che un gruppo sportivo."

"Oh ma è per questo che la gente li ama."

Di questa frase avrebbe dovuto ricordarsene per il suo articolo. Suonava bene ed era la verità, tutto sommato.

Prima che potesse rispondere qualcosa, il taxi si fermò. Victoria avvertì una stretta allo stomaco simile a quella provata la prima volta che aveva parlato al microfono, all'inizio della settimana.

Non capiva a cosa fosse dovuto, non era mica la prima volta che andava in un locale, ma forse era la prima volta che ci andava con loro.

Ines camminava col sorriso stampato in volto ormai da ore, accanto alla cugina.

"Oh, ecco Cesc" indicò con un cenno del capo Victoria.

Ines la guardò. "Cesc?! Hai imparato i nomi?"

"Beh è una settimana che lavoro con loro.."

"Ma se non ti ricordi i nomi dei tuoi cugini, ti ricordi i loro?"

"Senti non è il momento di fare polemica e ringraziami che puoi andare a conoscere i tuoi idoli!" disse roteando gli occhi.

Victoria si avvicinò all'ingresso del locale, raggiungendo Cesc.

Lo guardò: senza divisa quasi non lo riconosceva. Vicino a lui una ragazza che chiacchierava con altre due.

"Buonasera" sorrise lui guardandola.

"Buonasera" rispose.

"Sei riuscita ad arrivare senza perderti?"

"E' a questo che servono i taxi!"

"Oddio non ci credo! Davvero non sapevi dov'era?"

"Non prendermi in giro Fabregas!" esclamò Victoria.

Ines si affiancò alla cugina dopo essersi guardata intorno per mezz'ora alla ricerca dei suoi idoli.

Guardò Cesc, con espressione tra il beato e il sognante. Victoria non poté non scoppiare a ridere.

"Ciao..." disse quasi sciogliendosi.

"Ciao.." fece lui, abituato a trattare con i fans come lei.

Victoria osservò la scena, divertita. Non aveva mai visto Ines così. "Non che tu non mi piaccia però.." disse diretta come sempre la cugina "sai dove posso trovare..gli altri?"

"Oddio" rise Victoria. "lasciala stare.." disse rivolto a Cesc "è...matta."

"Allora una che sa come divertirsi c'è in famiglia!" commentò Cesc guardandola. Ines fece un giro su se stessa sorridendo.

"Modestamente! Ho preso tutto io..a lei ho lasciato razionalità, dubbi e..cervello."

"Si vede credimi." annuì Victoria guardandola.

Cesc rise divertito. "Comunque i tuoi idoli sono tutti dentro...un po' sparsi...ma non preoccuparti, appena ti vedono ti accerchiano.."

"Il mio sogno! Buona serata ci vediamo all'uscita!" disse Ines salutando Cesc e la cugina prima di sparire tra la folla.

Victoria pensava di non doversi mai separare da sua cugina dentro al locale per non perderla, ma evidentemente non era così che non doveva andare.

"Ti ha lasciato da sola..in balia di noi poveri bruti.." scherzò Cesc.

"Non sei divertente...posso andare dentro o devo rimanere fuori? Magari vado a recuperarla prima che faccia qualche follia per Iker.."

"Qualcuno le dovrà dire che è fidanzato."

"Ci penso io così sarà meno doloroso per lei..." scherzò lei entrando con il giocatore.

Si fecero spazio tra la folla pressante, Cesc la guidò verso un angolo del locale, nel quale era raggruppata quasi tutta la squadra, con altrettante ragazze intorno.

Victoria si nascose quasi dietro le spalle del calciatore, guardandoli.

Tutti, accorgendosi di lei, la squadrarono nello stesso momento, con espressione quasi ammirata.

"Che avete?!" domandò corrugando la fronte, infastidita da quegli sguardi.

"Eravamo abituati al pigiama che metti per venire agli allenamenti.." commentò Pepe passandole un bicchiere di....un qualcosa di gasato dentro.

"Oh oh ma come sei divertente!" sbottò Victoria socchiudendo gli occhi "..un conto è il lavoro un conto è..questo."

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di circa venti ragazze che la circondarono curiose.

Victoria si guardò intorno. "Io..non..c'entro!" disse, senza sapere bene perché lo avesse detto.

Le ragazze sorrisero. "E' lei?" domandò una, stando vicino a Cesc.

"Sì è lei." annuì lui.

"Vi prego non picchiatemi..giuro che non ho fatto niente!" esclamò, convincendosi dell'espressione minacciosa che alcune di loro avevano.

I ragazzi si misero a ridere.

"Ci credo che ti odiano tutte qua!" commentò una di loro, mora con grandi occhi chiari.

Victoria la guardò. L'aveva già vista da qualche parte, ma non si ricordava dove. Sicuramente una fidanzata o moglie di uno di loro.

"Odiano?" balbettò incredula.

"Sei uno schianto!" esclamò "Li distrai dagli allenamenti e non solo..scommetto.."

Era socievole, almeno lei. C'erano certi sguardi tra quelle ragazze che facevano sentire Victoria colpevole d'omicidio.

"Ma va! Lo dicono pure loro che il mio massimo di sensualità è il pigiama che mi metto al lavoro" disse facendo il verso a Pepe che le rispose con un sorriso di sfida.

"Beh meglio! Non si sa mai cosa può succedere" sorrise lei guardandola.

Victoria provò a bere il drink passatole da Pepe all'inizio della serata ma era qualcosa di imbevibile così, scusandosi con gli altri, si fece spazio tra la folla arrivò al bancone del bar.

Si appoggiò con le mani, si guardò intorno ma il barista sembrava accorgersi di tutti tranne di lei.

Lo chiamò più volte con le mani, agitando le braccia, niente. Cominciava ad innervosirsi, cinque minuti e si sarebbe servita da sola.

Stava seriamente pensandoci, quando qualcuno si appoggiò vicino alzando una mano e subito il barista accorse sorridente. "Cosa vi do?" domandò.

Victoria sgranò gli occhi. Incredibile! Lei lo chiamava da almeno dieci minuti e quello era appena arrivato! Stava per voltarsi e scatenare una rissa in piena regola, quando si accorse di chi fosse e si zittì, sorpresa anzi di trovarlo lì - ad aiutarla.

"Io il solito e tu? Cosa volevi?" le domandò Sergio, appoggiato al bancone, vicino a lei.

Victoria si morse un labbro, pensandoci. "Coca-cola."

"Scusami?!" rise divertito. Di nuovo quel sorriso. Per tutta la settimana avevano continuato a guardarsi, a scansarsi, a ignorarsi: ancora non era riuscita a ricavare qualcosa per il suo articolo da lui. Era l'unico che non si lasciava avvicinare come un animale diffidente allo zoo.

"Coca-cola."

Il barista si mise all'opera di fronte a loro, mentre i due continuavano a discutere.

"Tu vieni in un locale come questo e prendi..Coca-cola?"

"Qual è il problema? Io non bevo alcolici.."

"Da quale convento vieni, hai detto?" ironizzò lui prendendo il suo bicchiere.

Victoria afferrò la sua coca-cola. "Non sei divertente."

Fece per berla quando si bloccò a metà: lo guardò. Perchè solo lui poteva sfidarla? Non era giusto.

Appoggiò la Coca-cola e si sporse a guardare il barista. "Scusi, posso avere la stessa cosa che sta bevendo lui?"

Sergio allargò un sorriso. Era come se si divertisse a provocarla in quel modo.

"Non sarai mai in grado di berlo. E' forte ti avviso."

Il bicchiere arrivò poco dopo, aveva un odore dolce, quasi di vaniglia. Victoria prese coraggio, senza farsi vedere dubbiosa dal ragazzo, e lo bevve. Ne buttò giù metà e appoggiò il bicchiere vicino a quello della Coca-cola.

Sergio annuì bevendo lentamente. "Sono incantato davvero." la prese in giro.

Victoria sentiva l'alcol bruciarle la gola fino allo stomaco, ma cercò di non farlo trasparire. Non era abituata a bere, tanto meno le cose così forti. Aveva problemi con la sangria, figurarsi con un cocktail sconosciuto del genere.

"Io non sono così male poi, ammettilo." sorrise Victoria, soddisfatta della sua battaglia andata a buon fine.

"Bevi Coca-cola in locali come questo!" fece lui, quasi infastidito.

"E tu sei maleducato e scontroso, ma non ne faccio un dramma." ribatté lei, corrugando la fronte.

Sergio inarcò un sopracciglio, guardandola. Victoria non poteva fare a meno di fissare i suoi occhi scuri che alla luce del locale erano quasi neri. E poi quel sorriso, c'era qualcosa di particolare nel suo sorriso che le faceva chiudere in un nodo ben solido lo stomaco.

"Sei fuori strada. E non mi conosci. Perciò non puoi giudicarmi."

Victoria si avvicinò un po' di più al ragazzo, sovrastando con la voce la musica esplosa nel locale dopo la mezzanotte. Si guardarono negli occhi, le loro labbra erano a un centimetro esatto, come quel giorno, nel corridoio. "..E come sei, Sergio Ramos?" disse scandendo le parole. Lui non rispose. Victoria si allontanò da lui, finì di bere il suo cocktail, ma appoggiando il bicchiere vuoto al tavolo, la testa iniziò a girarle. Guai in vista - pensò tra sé e sé - se lo sentiva!!

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