The Psyche Girl- un nuovo ero...

By chiaralotti_autrice

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"Tutto sembrava essere tornato alla normalità. Degli Avengers non si seppe più nulla. Dopo l'ultima battaglia... More

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
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Capitolo 30
Capitolo 31
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Capitolo 8

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By chiaralotti_autrice


<<no, loro non si sono fermati. Non so perché ma Natasha mi ha detto che Steve preferiva arrivare prima alla base>>.

Quelle parole furono molte dolorose. Non riuscivo a capire perché il fatto che non si fossero fermati con noi fosse come una roccia che appesantiva il mio stomaco, o come una fascia che lo stringeva, beh... Queste due emozioni così simili si alternavano nella mia pancia ogni minuto che passavamo lì dentro.

Andai subito in bagno che, a differenza dell'esterno messo veramente male, era alquanto pulito e spazioso. I muri erano ricoperti da mattonelle nere mentre per quanto riguarda il pavimento, sembrava di camminare su una tavola da scacchi. Mi lavai le mani e subito dopo me le buttai sulla faccia terribilmente calda. Sciacquai il viso più e più volte con l'acqua gelida. Faceva troppo caldo, troppo. Mi tolsi la felpa e me la legai alla vita. Sotto portavo la canottiera che avevo usato per correre... avevo sudato sì, però non puzzavo... il mio segreto? Deodorante super strong.

Tornai da Stark che era seduto ad un tavolo in fondo al locale. Aveva già ordinato due hamburger con patatine fritte e una coca cola.

<<Pensavo avessi fame e così...>> mormorò non appena mi sedetti di fronte a lui. Gli sorrisi, era la prima volta che sorridevo a Tony. Dal nostro incontro ci eravamo solo bacchettati a vicenda in continuazione, pure in macchina, prima della mia dormita.

<<Grazie>>risposi addentando il panino. Tony iniziò a mangiare. Solo dopo qualche minuto mi accorsi che... mi stava imitando.

Mi fermai di botto e lui fece lo stesso.
Aggrottai le sopracciglia e lui aggrottò le sopracciglia.

Alzai gli occhi al cielo:<<ti diverti a fare il bambino, eh Stark?>>

<<Ti diverti a fare il bambino, eh Stark?>> ripetè facendo una falsa voce da femminuccia: <<a volte sembri proprio Capitan Ghiacciolo>>.

A quel nome il mio cuore si appesantì e abbassai lo sguardo per non dare a vedere niente ricordando lo sguardo fuggente del Capitano dopo il mio gesto avventato.

<<Ops, scusa, argomento taboo?>> chiese dopo aver addentato una patatina fritta.

<<No no>> mi affrettai a dire, non avrei voluto che si facesse strane idee: <<cosa ti salta in mente?>>chiesi tornando a sorridere come prima.

Alzò le spalle: <<Steve sarà pure un ghiacciolo ma sa essere romantico più di quanto tu immagini>>.

Scoppiai a ridere anche se dentro avrei fatto tutt'altro: <<vedo che sei esperto... per caso voi due...>>.

Strabuzzò gli occhi ma quando capí che ero ironica scoppiò in una fragorosa risata:<<sai, Kathleen, sei un tipo a posto. Pensavo fossi una di quelle che se la tirano e invece>>.

Feci una smorfia <<e invece quello che se la tira sei tu, Tony>>.

<<Alt! Io non me la tiro affatto! Non è colpa mia ma dei miei genitori se ho un fascino così irresistibile>>.

Guardai fuori dalla finestra scossando la testa:<<ego ego ego, dove sei tu, mio ego? >>.

Rise ma poi tornò, stranamente, serio: <<comunque, tu riesci a...>> mormoró un po' incerto facendo ruotare l'indice. Capii cosa stesse intendendo  anche se fu abbastanza vago nel gesticolare.

<<Sì, proprio così>> lo imitai facendo una faccia buffa.

<<E sai fare solo questo oppure hai qualche altro potere?>>

<<Riesco padronare solo l'aria se è quello che vuoi sapere>>.

Annuì velocemente: <<comunque non te lo abbiamo detto ma ti aiuteremo anche in questo... a scoprire quali sono tutte le tue capacità>>.

<<Bene...>> mormorai pensierosa: <<fa caldo>>.

Una gocciolina di sudore scese lentamente sulla mia fronte. Ora, i pochi vestiti che avevo erano diventati un di più... me li sarei strappati via se non fossi stata con altra gente, veramente.
Iniziai ad ansimare. Non riuscivo a respirare, mi misi le mani al collo istintivamente. Tony mi guardava preoccupato.

<<Cameriere, un po' d'acqua>> gridò all'uomo che stava al bar.

<<Gasata o naturale?>> chiese lentamente e cordialmente.

<<Oh, insomma! Acqua e basta!>>

<<Subito>>.

E così fece. Tony mi passò il bicchiere d'acqua e fulminò con lo sguardo il cameriere che mi stava guardando sconvolto. Non volevo immaginare le condizioni in cui ero conciata in quel momento.

<<Devo uscire>> dissi con la voce strozzata.

Mi alzai e barcollai fuori ma non appena chiusi la porta alle mie spalle caddi e finii, a terra, sulle ginocchia.
La pelle mi bruciava ma fuori il sole non c'era. Era nuvoloso ed ero sicura che stesse per piovere, cosa che speravo accadesse molto presto.
Strinsi le mani in un pugno.

<<Hai dimenticato questo sul tavolo, ma insom->> si bloccò non appena mi vide inginocchiata a terra. Si accovacciò su di me tenendo una mano sulla mia schiena completamente madida di sudore.

<<Tieni, prova a bere>> disse preoccupato.
Scossi la testa sofferente. Ora il bruciore oltre che a sentirlo sulla pelle lo sentivo dentro. Si stava propagando in tutto il corpo, fino alla punta delle dita dei piedi.

<<Potrebbe essere un attacco di panico, ne ho avuti anche io sai? Prova a pensare... a pensare a qualcosa che ti rilassa... o a qualcuno>>.

Quella parola si ripeté nella mia mente come un eco quasi impercettibile. Qualcuno.
Capelli d'orati... tuta a stelle e a strisce. Lui mi venne in mente, lui riuscì a placare il dolore che mi stava uccidendo da dentro. Steve, i suoi occhi profondi quanto il mare, il suo sorriso. Mi tornarono alla mente i momenti in cui mi fece venire i brividi nonostante lo avessi incontrato solo qualche giorno fa.

Chiusi gli occhi e tentai di replicare i respiri profondi che Tony mi stava consigliando di fare.

Sentii del vuoto dentro dopo che il bruciore scomparve. Tony mi fece bere il bicchiere d'acqua e mi aiutò ad alzarmi.

<<A cosa hai pensato?>> chiese continuando a sorreggermi.

<<A nessuno>> risposi istintivamente con il fiatone che ancora non mi permetteva di respirare normalmente: <<a nessuno>>ripetei piano a me stessa.

Ripartimmo, il viaggio durò parecchio, per lo più lo passai dormendo ma questo è un misero particolare inutile, no?
Chiesi a Tony perché non aveva portato uno dei suoi aerei privati ma lui rispose che non poteva usarli a causa di allarmi meteo. In effetti era molto instabile il tempo ma qui, in America, era una cosa normale.
Trovai piacevole conversare con Tony anche se ancora le sue battutine avevano quel non so che di irritante. Poteva avere un ego smisurato e una vanità infinita ma era una brava persona ed io avevo avuto l'onore di conoscerla. Non mi ero pentita di aver scelto di andare con loro anche perché le cose viste in televisione non corrispondevano per niente alla verità.
Ero molto entusiasta di poter intraprendere questo nuovo viaggio e di poter conoscere questa nuova realtà, che poi ora sarebbe diventata anche la mia realtà... la nostra.

Il paesaggio campagnolo, pieno di colline e prati verdi fu sostituito da enormi palazzi tutti adiacenti tra loro e strade affollate. Era il pomeriggio tardi del giorno dopo la partenza. Avevamo fatto anche presto in effetti, beh, con la macchina di Tony non c'era da stupirsene.
Mi guardai intorno meravigliata, non avevo mai visto una cosa del genere, mai. C'erano un sacco di persone diverse che correvano a destra e a sinistra. Un gruppetto di ragazze era appena entrato in un negozio di vestiti che aveva l'aria di essere molto caro.

<<Bello, eh?>> chiese Tony continuando a guardare la strada che per ora si era liberata.

<<Sì>> risposi con un filo di voce.

Sì, era tutto molto bello, ma la magia di New York era incomparabile a quella di Forks.

<<Ci sono delle foreste, qui vicino?>> chiesi speranzosa ricordando tutte le belle passeggiate che facevo nella mia vecchia città escludendo quella dell'orso.
Fece una smorfia e iniziò a tamburellare le dita sul volante: <<no, poca roba>>.

Annuii dispiaciuta.
Passò qualche minuto e davanti a noi apparve la famosa Stark Tower che in realtà ora era la base di tutti gli Avengers.

Entrai nella grande... anzi, immensa hall. Mobili lucidi e costosi, lampadari enormi. Era tutto così strano per me.
Aprii le narici e inspirai il profumino di vaniglia sparso per tutta la stanza.
Sorrisi non appena vidi Bruce Banner e Natasha Romanoff venirci incontro altrettanto felici.

<<Ehi>> disse Natasha abbracciandomi forte. Quando si scostò vidi che Bruce tendeva la mano verso di me, gliela strinsi.

<<Piacere, Bruce Banner>>.

<<Sì, so chi sei>>risposi sorridente: <<io sono Kathleen>>

<<Anche io so chi sei>> rispose sistemandosi gli occhiali che portava sul naso: <<e siamo davvero contenti di averti qui con noi>>.

Guardai Tony che intanto era andato a prendere delle chiavi in un armadietto: <<tieni, ti accompagno a vedere la tua stanza. Spero che l'altezza ti piaccia>>.

Leggermente imbarazzata salutai i due e seguii Stark che si stava dirigendo verso un ascensore.
Entrammo dentro. Era tutto completamente in vetro, tranne i tasti argentati.

<<Bello vero? L'ho fatto cambiare una settimana fa quando l'altro si era rotto...>> notai il fatto che disse l'ultima parte della frase leggermente incerto... come se si fosse pentito di avermela detta.

<<Lo hai rotto te?>>

<<Ler l'amor del cielo, no! C'è solo stato un piccolo incidente con H->>

Non capii l'ultima parola perché tossì rumorosamente. Lo guardai confusa ma poi ci rinunciai proprio quando le porte dell'ascensore si aprirono davanti ad uno spazioso corridoio.

Buonsalve ragazzuoli!
Come vi sembra questo capitolo?
So che è più soft degli altri ma è un capitolo "passeggiero".
Ci metto un po' a pubblicare anche perché la maggior parte delle copertine dei capitoli le creo io quindi ci vuole un po' di tempo..
Spero vi piaccia ! Commentate e stellinate (?) Questo capitolo!!

Baci :*

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