Lost Angels || Larry Stylinso...

By -Withoutdreamss

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Dopo averne passate tante. Dopo essersi quasi persi per sempre. Louis ed Harry si godranno la loro storia d’a... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
CHIARIMENTI LEGGETE!
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitoli 37
Capitolo 38
Capitolo 39
EPILOGO
C'era una volta l'angelo William.
RINGRAZIAMENTI.

Capitolo 25

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By -Withoutdreamss

Diciannovesima settimana; Il tuo bambino può unire le mani, toccare i piedi, succhiare il pollice, ma trascorre la maggior parte del suo tempo dormendo. Dorme almeno venti ore al giorno, e il sonno è indispensabile per la sua crescita e il suo sviluppo. In questa diciannovesima settimana il tuo bambino misura 17 centimetri e pesa 150 grammi. I suoi movimenti sono frequenti: il bambino si muove davvero tanto e ha ancora molto spazio per farlo liberamente.

Si formano i semi dei denti permanenti sopra quelli già formatisi dei denti da latte. Continuano a svilupparsi il sistema sensoriale e neurale e ha anche iniziato a costruire il sistema immunitario, con l'apparizione dei primi globuli bianchi. A livello cerebrale avvengono importanti cambiamenti perchè proprio in questa fase si specializzano le aree che sovrintendono i cinque sensi.

Inoltre il bambino comincia a percepire più chiaramente i suoni che provengono dall'esterno, fagli ascoltare della musica dolce, parla con lui, invita il papà a parlare con lui.



________________



Era passata una settimana dal suo ritorno, si era ormai sistemato per bene ed aveva ripreso le sue abitudini. Di Harry non c'era ancora traccia, sembrava che fosse scomparso, forse era impegnato in qualche casino dei suoi. Louis aveva deciso di non pensarci, aveva altro a cui pensare, aveva altro di cui preoccuparsi è lui era l'ultimo dei suoi pensieri.

Quel giorno era rimasto da solo a casa, tutti erano a lezione mentre lui non poteva mettere piede fuori casa per via delle vertigini. Quindi si era messo sul divano cercando di studiare qualcosa, ma non riusciva a concentrarsi per via della posizione scomoda e per i vari pensieri che gli ronzavano in testa. Aveva anche passato una notte insonne per via dei gemelli, che irrequieti avevano scalciato tutta notte, ed ora aveva un sonno allucinante. Cercò una posizione comoda per schiacciare un pisolino, i suoi occhi si chiudevano da soli per la stanchezza.

«Papà ora dorme, voi fate i bravi, vero?» biascicò alla pancia prima di chiudere gli occhi.

Si rigirò un po' di volte prima di trovare la posizione giusta, e quando la trovò sospirò soddisfatto e si lasciò andare al sonno. Ma la fortuna non era dalla sua parte, perché sentì la serratura di casa scattare, apri un occhio per sbirciare chi fosse a rompergli. E quando vide Harry sgranò gli occhi e si mise subito seduto, vacillò per un attimo per via delle vertigini ma Harry gli fu vicino in un batter d'occhio.

«Attento. Stai bene?» gli chiese prima di lasciare la presa. Louis annuì.

Harry gli sorrise prima di allontanarsi da lui, non riusciva a guardarlo, non riusciva a guardare quegli occhi, perché sapeva che ci avrebbe letto solo delusione.

«Tu...tu stai bene?»gli chiese titubante Louis.

«Ho passato periodi migliori. Come stanno i bambini?»

«Bene, vuoi sentirli?» chiese ancora Louis insicuro, mentre cercava un contatto con gli occhi di Harry, che sembravano guardare tutto tranne lui.

Harry prese il labbro tra i denti, voleva sentirli, ovvio che voleva che domande erano. Ma sapeva che prima dovevano parlare e chiarire alcune cose.

«Dobbiamo parlare» infatti disse, voleva togliersi quel peso dallo stomaco, il prima possibile.

«Ti ascolto» Louis rilasciò un sospirò e si mise comodo.

Harry si mosse un po' a disagio, non sapeva come iniziare, aveva paura che Louis lo sbattesse fuori casa senza lasciargli la possibilità di dire tutto.

«Se non ti ho più chiamato c'è un motivo» iniziò, facendo incontrare finalmente i suoi occhi e quelli di Louis. «Non so come sia potuto accadere, io non lo so e non sono neanche convinto che sia vero...ma... Hope è incinta»

Louis sgranò gli occhi e fissò Harry indignato. Non solo lo aveva tradito, aveva anche messo incinta quella puttana. Oltre a non sapersi tenere il cazzo nei calzoni non sapeva neanche tenere il suo sperma in un profilattico. Scosse la testa, iniziò a mordersi un labbro. Doveva calmarsi e non reagire d'istinto.

«Non ti ho più chiamato...» ricominciò Harry, facendogli alzare lo sguardo su di lui. «Perché non avevo il coraggio di dirtelo per telefono, certe cose vanno dette da vicino, ma non volevo neanche sentirti e mentire. Così ho smesso di chiamare»

«Dove vuoi arrivare,Harry?» gli chiese Louis capendo che sotto c'era altro.

«Proprio come ho fatto con te... devo farlo anche con lei. Prendere le mie responsabilità. E so che tu non sei solo, hai...Will... e ci sono i ragazzi. Mentre lei è sola. Quindi, forse, passerò più tempo con lei ma...»

«Nessun ma. Puoi andartene da lei, puoi startene con lei e il vostro bambino. Tanto è molto più naturale come cosa, vai Harry, io non ti trattengo, non più» lo interruppe Louis, amareggiato da tutta quella situazione.

I suoi bambini erano arrivati prima di quello di Hope, eppure Harry sembrava che stesse scegliendo quel bambino ai suoi gemelli. Louis non voleva la compassione di Harry, avrebbe saputo accudire i suoi bambini, anche senza di lui.

«Louis, non fare così»

«Vattene,Harry. Vattene sul serio»

Harry strinse i pugni ai lati del suo corpo, con la mascella serrata. Odiava questa parte di Louis, odiava quando non lo lasciava spiegare.

«Tu ora ti stai zitto, e mi fai parlare, chiaro?» cercò di non far tremare la sua voce, sentiva già le lacrime salire, e non voleva. «Ora mi lasci spiegare tutto e non parli,ok?» ripetè, aspettando una risposta.

Louis lo guardò male, ma annuì.

«Smettila di credere di essere sempre tu la vittima in tutto questo,perché non lo sei. Io non credo che lei sia incinta, io credo che ci sia qualcuno che stia cercando di metterci contro, cazzo!»

«Cos'è un nuovo modo per non prenderti le tue responsabilità? Cresci Harry»

«NO!» urlò Harry in preda all'ira. «Spiegami perché, ogni santa volta che allontano Hope lei ritorna da me cambiata,cerca di fare sempre qualcosa per tenermi a lei. E come se lei dovesse tenermi lontana da te...»

«Sei tu che ti sei lasciato andare a lei, non dargli la colpa e non inventare queste stronzate»

«Lo so, lo so che mi sono lasciato andare a lei. Ma lei per me era solo sesso è basta»

«E non potevi fare sesso con me? non potevi rimanere con me a svuotarti le palle?» gli urlò Louis alzandosi.

«Io con te non ho mai fatto sesso...con te, facevo l'amore. Perché tu sei l'unico che mi fa provare emozioni che mi travolgono, che mi prendo e mi mandano a fanculo il cervello. Io con te ho sempre fatto l'amore»

«Ma questo non ti è bastato se mi hai lasciato»

«Lei mi aveva riempito la testa di stronzate su quanto la nostra storia fosse sbagliata, su come tu mi avresti lasciato per uno ricco quanto te»

«Ma cosa cazzo dici? Ma cosa cazzo ti sei fumato? A me non importa dei soldi, non mi importa di quanti soldi hai»

«Ma questa estate mi hai fatto passare per un cazzo di sostenuto, e a me non è piaciuto»

«Harry, ma fai sul serio?»

«Si,Louis, si. Non mi hai lasciato pagare nulla, neanche una cena. Cazzo. E mi sono sentito a disagio, perché posso pagare un viaggio o una cena»

«Se io questa estate ti ho portato in giro, ti ho portato sempre a cena e soprattutto non ti ho fatto pagare niente, perché quello era il mio modo di ringraziarti»

«Ringraziarmi?»

«Si Harry, era un modo per ringraziarti. Perché tu mi hai ridato la possibilità di rinascere, di vivere di nuovo, di provare un'altra volta emozioni che non provavo da tempo ed emozioni nuove. A me non importa di quanti soldi hai, non mi importa di quale classe sociale fai parte, non mi importa se non potrai mai portarmi a cena fuori. A me importava solo del tuo amore,la tua fedeltà, la tua lealtà nei miei confronti. A me importava solo che tu ci fossi al mio fianco, e basta» finì Louis, con le lacrime sempre pronte a rigargli il viso. E si maledì per essere sempre così sensibile, e maledì anche quegli stupidi ormoni che peggioravano il tutto.

Harry boccheggiò a quella parole. Parole che per mesi aveva sperato di sentirsi dire da Louis, ed ora gliele stava urlando contro. E lui, ancora una volta, si maledì per tutto il male fatto a quell'angelo. E maledì ancora una volta Hope e tutte le cose che gli aveva messo in testa.

«Mi dispiace per essere un coglione. Ma ti prego Louis, non privarmi dei miei bambini. Sono l'unica cosa che mi rimane di te» disse Harry, con gli occhi lucidi e il labbro tra i denti per farlo smettere di tremare.

«Non potrei mai farlo,Harry. Sono i tuoi figli ed hanno bisogno di te»

«Po-posso sentirli?» gli chiese in sussurrò per paura di un rifiuto.

Louis si asciugò gli occhi ed annuì. Si rimise seduto sul divano, e con una mano incitò Harry a sedersi al suo fianco. Il riccio inerme obbedì, fissando il pancione, sempre più grande.

«P-puoi alzare la maglia?»

Louis gli sorrise, alzò la maglia e prese una della mani di Harry posizionandola sulla sua pancia. Ed i gemelli risposerò subito a quel contatto, come se sapessero che quella mano era del loro papà.

«Posso parlargli?» chiese Harry, incantato da quella vista e da quei movimenti che sentiva sotto il palmo della sua mano.

«Smettila di chiedere, e vai» ridacchiò Louis.

«Ciao piccoli» sussurrò verso la pancia, le mani ben salde su ed i gemelli che scalciavano impazziti. «Sono il vostro papà. Io..io ve lo giuro che cercherò di fare il possibile per essere una persona migliore, per voi e per l'altro vostro papà»

Louis si intenerì a quella scena, e d'istinto mise una mano nei ricci di Harry.

«Non vedo l'ora di vedermi, di stringervi a me..» baciò la pancia, e Louis sentì le lacrime di Harry.

«Ehi» lo richiamò, ancora con la sua mano incastrata tra i ricci.

«Mi dispiace per tutto» biascicò, ancora con la bocca poggiata sulla pancia.

Louis voleva essere arrabbiato con lui, voleva ancora tenere i suoi muri alti per non farsi ferire da Harry. Ma in quel momento, vederlo in quello stato fece chiudere il suo cuore in una morsa dolorosa. Lo sentiva quanto Harry stesse male, sentiva dentro di se quanto lui fosse al limite. Sapeva che Harry aveva bisogno di parlare, sfogarsi e chi meglio di lui poteva farlo parlare?

«Harry, che succede?» gli chiese cercando di guardarlo negli occhi.

Harry scosse la testa. Ormai credeva di non merita più nulla da Louis.

«Parlami» ordinò Louis, tirando i suoi ricci.

«No,Louis, passerà» disse tirando su col naso.

Louis allungò una mano sulla sua guancia e asciugò una lacrima. «Parla con me, che succede?»

«Cosa deve succedere ancora? Ho rovinato tutto, ho distrutto tutto, te,me, e lo stavo per fare anche con i nostri bambini. La mia vita è precipitata così infretta che io non sono neanche riuscito a mettermi a riparo. Tutto mi sta cadendo addosso ed io sono inerme e sto sopportando tutto. Sono un coglione, ho fatto tanti casini. Eri l'unica cosa buona che mi fosse capitata in tutta la mia vita, ed io ho mandato tutto a puttane. E mi dispiace Louis, mi dispiace così tanto. Vorrei tornare indietro, cambiare tutto e tenerti stretto a me» confessò tra le lacrime che scendevano copiose sulle sue guance e sul pancione di Louis.

«Non si può. Ma puoi rimediare e diventare migliore per i nostri bambini»

Harry alzò la testa dalla pancia per guardare Louis. Era così bello il suo Louis,era davvero un angelo. I suoi occhi lo stavano fissando ed Harry inconsapevolmente arrossì sotto a quei occhi cielo. E in un solo attimo, entrambi si avvicinarono, i loro nasi si scontravano ed Harry poggiò la sua fronte a quella di Louis. Come di riflesso chiusero gli occhi e le loro labbra si scontrarono in piccoli baci casti, le loro labbra si accarezzava, gustavano, la stanza si riempì di quei schiocchi di baci. Entrambi sorrisero sulle labbra dell'altro. Louis attirò Harry a se e lo abbracciò, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

«Mi manchi» sussurrò Harry.

«Sono qui»

«Mi manchi. Mi manca passare del tempo con te, mi manca baciarti, stringerti. Mi manchi tanto»

«Anche tu» disse Louis, prima di stringerlo ancora di più a se.

Rimasero in quel abbraccio ancora un po'. Si bearono del calore dell'altro, dei brividi che correvano sulle loro schiene e dell'amore che gli stava riempiendo il cuore e l'anima. In quel momento stavano bene, erano in pace con loro stessi. Perché in quelle braccia loro si completavano, si proteggevano, si amavano.

«Prima hai detto una cosa» disse Louis, ricordando la frase ambigua detta da Harry.

«Quale?»

«Non sei convinto che lei sia incinta, perché?»

«Forse perché l'ultima volta che ci sono stato a letto è stato ad Halloween, e lei dice di avere due mesi, ma sarebbe impossibile siamo a metà Gennaio. O forse perché ho sempre messo un preservativo, e lei prendeva la pillola, o perché non sembra per niente incinta?»

«Perché dovrebbe mentire?» chiese confuso Louis.

«Per tenerci lontano. Ogni volta che io mi allontano da lei, magicamente cambia ed inventa cose assurde, come questa della gravidanza»

«Perché dovrebbe volerci tenere lontani?»

«Non lo so, ma scopriremo se mi sbaglio o no» disse alzandosi Harry.

«Dove vai?» chiese accigliato, stava bene tra le braccia di Harry, non voleva che andasse via.

«Purtroppo da lei, ha voglia di gelato alla fragola» rispose, storcendo la bocca.

«Ha già le voglie?» Louis ricordò che a lui le voglie erano venute solo al quarto mese, e che se Hope fosse incinta a quest'ora era in preda alle nausee e no alle voglie.

«Già. Tu hai voglia di qualcosa piccolo?»

«Solo di dormire un pò»

«Ti tengono svegli?»

«Solo la notte scorsa»

«Allora riposati. Per qualsiasi voglia e se hai bisogno di qualcosa chiamami, in tal caso ti chiamo io dopo,ok?» gli chiese dolcemente, mentre lasciava un bacio sulla sua fronte. Louis annuì e lo salutò.

Harry lasciò la casa, non prima di aver dato ancora un bacio a Louis e uno alla sua pancia. Louis continuava a pensare alle parole di Harry, al fatto che Hope fosse incinta. Ma se Harry avesse ragione, chi potrebbe mai volerli divisi? E perché poi? Tyler era in carcere e lo sarebbe stato almeno per i prossimi dieci anni.

Era mai possibile che per loro non ci fosse mai pace?

Dovevano esserci sempre complicazioni, casini, incomprensioni. Sembrava che il destino li stesse mettendo ripetutamente alla prova, e come se stesse testando quanto fosse forte il loro amore.

Ma per quanto ancora un amore può resistere alle tempeste?

Louis si lasciò cullare da quel turbine di pensieri e dubbi. Si addormentò sul divano, nella stessa posizione di come l'aveva trovato Harry. Era così stanco che i suoi occhi si chiusero subito e lui si lasciò andare, spegnendo il cervello dai pensieri e le preoccupazioni. Ora voleva solo riposare.




______


A/N; Allora, leggendo i vostri commenti vedo che siete confuse per gli ultimi capitoli. Vi ripeto che per qualsiasi cosa potete scrivervi e chiedere; i miei contatti li trovate nel mio profilo e nel capitolo precedente.

E ricordate sempre che tutto quello che scrivo;  non è lasciato al caso, non è un eufemismo, non è una metafora.


Volevo anche consigliarvi di leggere Borderline //Larry Stylinson//Di AryanaDirectioner .

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