Lost Angels || Larry Stylinso...

By -Withoutdreamss

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Dopo averne passate tante. Dopo essersi quasi persi per sempre. Louis ed Harry si godranno la loro storia d’a... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
CHIARIMENTI LEGGETE!
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitoli 37
Capitolo 38
Capitolo 39
EPILOGO
C'era una volta l'angelo William.
RINGRAZIAMENTI.

Capitolo 15

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By -Withoutdreamss

Quando le acque si erano calmate, erano tutti tornati come se nulla fosse successo. Louis attaccato a Will. Ed Harry che era vicino ad Hope. Avevano acceso un falò e si erano ingozzati di marshmallow. Niall aveva anche preso la chitarra e avevano cantato alcune canzoni, si erano racconti barzellette e storie strane e paurose, solite cose che si fanno davanti ad un falò con gli amici. Avevano anche cercato di conoscere meglio Sammy e Will.

Sammy e Niall si erano conosciuti in estate, mentre tutti erano intenti nelle loro storie amorose. Si erano conosciuti per sbaglio, ed era scattata subito la scintilla tra loro. Niall non aveva detto nulla ai ragazzi, per via di quello che stava succedendo tra Harry e Louis. Non credeva che fosse il momento giusto per presentarla.

Louis e Will si conoscevano solo da due settimane. Si erano visti allo studentato ed avevano iniziato a parlare. Ed una parola tira l'altra si erano scambiati i numeri ed erano usciti tre volte.

Dopo mezzanotte ognuno si era rintanato nella propria tenda. Ogni coppietta aveva una tenda per se, solo Luke condivideva la sua con le ragazze.

**



«Stacy, ci sei?»

«Dimmi»

«Lui è arrivato lì, devi incontrarlo nel boschetto dove siete alloggiati. Tieni lontano Louis da Harry»

«Non voglio farlo, non voglio più farlo»

«Devi farlo, decido io. Stacy non mollare ora. Elimina il contrattempo è la finiamo»

«Basta, non mi interessa più di loro. Io non posso ammazzare un bambino, non puoi chiedermi questo. Le cose si stanno complicando, non è più un gioco. Stiamo parlando di vite umane, stiamo parlando di un bambino che non ha colpe»

«Non è ancora un bambino, quindi non sentirti in colpa. Ed a me interessa che loro stiano lontani, una volta per tutte. Stacy, lui ti aspetta e ti dirà tutto. Non giocarmi scherzi»

«Va bene»

«Gli altri due stanno facendo il loro?»

«Di lui non sospetteranno mai, si fidano ciecamente. Ma ti prego, lascia andare Andrew,lui,lui ha solo diciassette anni»

«Stacy, oggi mi stai facendo incazzare. Stai zitta ed esegui i miei ordini. Abby?»

«Anche lei sta facendo il possibile, tutti lo stiamo facendo. Ma con la notizia del bambino è successo un casino»

«Appunto, eliminiamo il contrattempo»

**



Il mattino era arrivato troppo infretta. Louis era stato svegliato dalla nausea, e per via di questa era corso fuori dalla tenda per vomitare. Harry che non era riuscito a dormire, perché il pensiero di Louis e del bambino lo tormentavano, ma aveva preso un accordo con Niall ed ora doveva rispettarlo. Aveva sentito Louis, ma non era uscito per aiutarlo, anche se avrebbe tanto voluto. Uscì dalla tenda solo quando senti anche le voci di Zayn e Niall, e prima di uscire guardò Hope che dormiva ancora. Quella ragazza era stata la sua rovina.

Una volta fuori, i suoi occhi si posarono subito su Louis. Aveva davvero una brutta cera,la faccia pallida, la fronte sudata. Will era al suo fianco che lo stringeva a se,mentre il liscio pizzicava un biscotto dai bordi. Liam era al suo fianco con un bicchiere di succo e delle pillole. Harry sospirò non sapendo cosa fare, forse era meglio rientrare in tenda ed aspettare che Louis stesse bene.

«Harry, mi passi dell'acqua?» gli chiese dolcemente Niall, vedendolo lì in piedi combattuto sul da farsi.

Sentendo quel nome,Louis alzò lo sguardo e i suoi occhi trovarono già gli smeraldi a fissarlo. Lo guardò di traverso e si strinse di più a Will.

«C-certo» balbettò a disagio.

Sentiva gli occhi di Louis bruciargli la schiena. Ormai stava capendo a che gioco stesse giocando. Gli stava facendo provare lo stesso dolore che lui aveva provato. Le mani gli tremavano, strinse gli occhi e cercò di calmarsi. Se lo meritava, ora doveva subire e stare al suo posto, aspettando che a Louis passasse la rabbia. Niall aveva ragione, insistere non avrebbe portato a nulla se non ad intestardirlo di più. Prese l'acqua e ad occhi bassi, in modo da non guardare Louis e Will scambiarsi effusioni, la passò a Niall.

«Preparo la colazione?» chiese incerto. Stava cercando un modo per svignarsela da lì.

«Certo,grazie Har» rispose Niall, sorridendogli.

Harry annuì, guardò di nuovo Louis che in quel momento stava baciando Will. Senti il groppo in gola, gli occhi pizzicare e sapeva che il suo labbro stava tremando. Si girò ed andò a preparare la colazione per tutti.

Si sentiva così stupido in quel momento. Come aveva potuto dubitare dell'amore che provava per Louis. Era stato davvero immaturo da parte sua farsi condizionare da Hope, dalle sue stupide idee su come fosse sbagliato il loro rapporto. Ora si sentiva morire nel vedere il ragazzo che ama nelle braccia di un altro, un altro che si prende cura di lui, un altro che lo bacia, lo stringe a se. Un altro che prenderà il suo posto con il suo bambino.

Fecero colazione nel silenzio più assoluto, nessuno si azzardava a dire una parola. Gli sguardi di tutti passavano da Harry a Louis, che cercavano entrambi di ignorarsi. Quella mattina quando Hope si svegliò, fece una cosa che spiazzò del tutto Harry. Mentre facevano colazione ,era andata vicino a lui dandogli un bacio casto e coccolandosi al suo fianco, questo non era da lei. Ma Harry non disse nulla, avvolse solo un braccio e la tirò a se. Louis dall'altro lato aveva visto tutto, ed anche lui si accoccolò a Will. Dopo aver fatto colazione andarono al Festival. Passarono la maggior parte della giornata lì, avevano anche pranzato li con del cibo spazzatura, anche se Harry non era d'accordo, soprattutto se a mangiarlo era Louis.

Erano le cinque passate, la maggior parte del gruppo era disperso tra i corpi ammassati e sudati che ballavano a ritmo di musica. Harry era poggiato contro un albero, i suoi occhi guardavano Louis e Will a poche spanne lontano da lui. Hope si era dispersa tra le persone, quindi non doveva preoccuparsi di non farsi beccare a fissare Louis.

Louis sembrava star bene, continuava a sorridere. Will era attaccato a lui come una cozza, come se avesse paura che qualcuno lo portasse via. Continuavano a baciarsi e toccarsi, fregandosene di chi li circondava.

«Lo consumerai se lo guardi ancora»

Harry sobbalzò a quella voce, era così perso nel guardare Louis che non l'aveva sentita arrivare.

«Mi hai spaventato» disse, mettendo una mano sul cuore e ignorando le parole dette dalla ragazza.

«Mi spiace» disse Sammy stringendosi nelle spalle. «Lui ti ama, lo sai vero?»

«Non credo» sospirò affranto.

«Credimi, ti ama. Quando ti sei sentito male nell'area di servizio, lui ha mollato quel tipo per correre da te»

«Non centra nulla»

«Harry, lo so che mi conosci da poco, ma credimi Louis ti ama. Quel ragazzo è pazzo di te, solo che ora è ferito e sta cercando di sembrare qualcosa che non è»

«Cioè»

«Forte» disse prima di allontanarsi.

Harry la guardò mentre si avvicinava a Niall e sospirò ancora. Che gran casino aveva fatto, ed ora non sapeva neanche come uscirne e prendersi ciò che era suo. Si rigirò per guardare di nuovo Louis, quando vide che anche quest'ultimo lo stava guardando. Debolemente gli sorrise e si girò per allontanarsi da lì. Per oggi ne aveva abbastanza di guardare Louis e Will amoreggiare.

Si fece spazio tra la calca di corpi, cercando un posto meno affollato e cercando di non imbattersi in Hope o in qualsiasi altra persona del gruppo. Andò vicino a uno dei carretti che vendevano vivande, e si prese una birra, ingollando subito un sorso. Il liquido scese freddo nella sua gola, e sospirò soddisfatto. Forse doveva solo ubriacarsi e dimenticare tutto, dimenticare i problemi e tutti quei casini che aveva fatto in quest'ultimi mesi. Quando fece per girarsi ed incamminarsi di nuovo, si scontrò contro qualcuno.

«Scusa» biascicò.

«Harry!»

Quella voce, quella voce lo fece gelare sul posto, la bottiglia di birra che aveva in mano cadde. Non aveva il coraggio di alzare gli occhi e incontrare quegli occhi che lo avevano tormentato per anni, quegli occhi che lo avevano visto distrutto, che lo avevano visto vulnerabile ed indifeso. Deglutì e fece un passò indietro.

«Hai perso la lingua,riccio?» lo schernì con un ghigno Nick.

«C-cosa ci fai qui?» gli chiese, non realmente interessato. In quel momento voleva solo andare via da lì, mettere più distanza possibile dal suo peggior incubo.

«Per lo stesso motivo tuo. Sei solo?»

«Fatti i cazzi tuoi,Nick. Sparisci» gli sputò con disprezzo contro.

Erano passati tre anni dall'ultima volta che lo aveva visto, e in quei tre anni lui era cambiato. Sia fisicamente che caratterialmente. Non voleva farsi sottomettere ancora , ora non aveva nessun potere contro di lui.

«Sei diventato aggressivo, mi piaci»

«Tu, neanche un pò»

Fece per andarsene, quando Nick lo bloccò con un braccio. Il solito ghigno da stronzo alleggiava sulla sua faccia da strafottente. Certe cose non cambiano mai, e forse anche Nick non era cambiato. E chissà quanti poveri ragazzi, che come lui ingenui, aveva sottomesso ed usato.

«Lasciami» gli disse minaccioso, fissando i suoi occhi in quelli del castano.

«Senno? Chiami Zayn?» disse provocatorio Nick.

«Lascialo andare» urlò qualcuno alle loro spalle.

Entrambi si girarono verso la figura piccola e minuta di Louis, aveva i pugni chiusi ai lati del suo corpo e la mascella serrata. Nick squadrò il più piccolo sorridendo, e lo ignorò concentrandosi di nuovo su Harry, stretto ancora nella sua presa.

«Ti fai difendere da uno dei puffi?» chiese ridendo.

«Non ti azzardare» lo minacciò Harry, mettendo la mano libera su quella di Nick.

Louis andò verso i due, e in un solo movimento prese Nick dalle spalle e lo scaraventò a terra. E senza dargli modo di reagire si mise su di lui, e iniziò a prenderlo a pugni.

«Louis,no!» gli urlò Harry andando verso i due.

Nick aveva messo le mani davanti alla faccia per proteggersi dai pugni di Louis, che continuava a colpirlo senza sosta. Era bastato solo quel nome per far scattare la sua furia. Per ripagare quello stronzo di tutto il male che aveva fatto al suo Harry. Era anche per colpa sua se Harry ora era così.

«Louis, ti prego, il bambino» disse Harry, cercando di fermare la furia del liscio.

E solo la parola bambino, fece fermare Louis che si girò a guardare Harry negli occhi. Harry lo guardava con le lacrime che rigavano il suo viso. Louis si rigirò verso Nick. Che era a terra stordito da quello che aveva appena subito. Si alzò lentamente e affiancò il suo corpo, dandogli un ultimo calcio.

«Stai alla larga da lui, senno la prossima volta non mi fermo» lo minacciò e prima di andarsene gli sputò addosso.

Si avvicinò ad Harry e con un braccio lo attirò al suo fianco e si allontanarono da tutto quel caos. Harry era alto 1.83 e quando voleva lui sapeva essere minaccioso, nonostante non amasse la violenza. Ma quando il suo peggior incubo gli si presentava davanti, lui diventava come un bambino impaurito da un tuono che scappa nel lettone dei suoi. Non riusciva a reagire davanti a Nick, perché ogni volta che quegli occhi lo guardavano lo facevano sentire debole, piccolo ed indifeso.

«Ehi, non ti toccherà più» lo rassicurò Louis, sedendosi a terra ai piedi di un albero.

«S-stai bene?» gli chiese Harry, guardando esplicitamente la pancia.

«Stiamo bene»

«Non farlo più, devi stare attento»

«Tranquillo» sospirò Louis.

Non capiva perché ora era seduto lì con Harry. Lui non doveva averci a che fare più nulla con lui, eppure ora era seduto vicino al riccio, e sapeva che lo stesse guardando. Ma per quanto provasse ad essere arrabbiato con lui, Louis non ci riusciva. Harry era la sua anima gemella. Harry era l'altra metà della sua mela. Harry era l'altra parte di sé. Harry era la sua luce, e da quando se ne era andato il suo mondo era caduto nel buio.

«Dove hai lasciato la tua fidanzata?» gli chiese di getto Louis, senza pensare realmente a quello che stava dicendo.

«Non è la mia fidanzata e non lo so, poco mi interessa» mormorò Harry.

«Allora perché ci stai?»

«Ho altra scelta?»

«Si, Harry, avevi un'altra scelta. Avevi me.... io ti amavo più di qualsiasi cosa, avrei fatto di tutto per renderti felice, la tua felicità veniva anche prima della mia. Avevi me che vivevo solo ed unicamente di te» urlò Louis alzandosi in piedi.

«Non mi ami più?» gli chiese, con il labbro stretto tra i denti.

«Ameresti una persona che prende il tuo cuore e lo distrugge?»

«Mi sono lasciato influenzare da tutto quello che diceva,mi sentivo così debole e così inadeguato per te,per il tuo mondo. Io non volevo...io non lo so cosa volevo,ok? Ho fatto un casino e mi dispiace da morire» si alzò anche lui, mettendosi di fronte a Louis.

«Hai rovinato tutto» sussurrò Louis, mentre alcune lacrime lasciarono i suoi occhi.

«Lo so, e mi maledico ogni giorno per questo. Perdonami, ti prego. Dammi un'altra possibilità» lo implorò con gli occhi.

«Non ci riesco, scusa»

Louis fece per sorpassarlo, ma Harry lo bloccò e lo baciò. Muoveva le sue labbra su quelle del più piccolo, che era rigido e non ricambiava il bacio. Louis mise le mani sulle braccia di Harry, e per un attimo, un solo attimo si lasciò andare a quelle labbra che tanto bramava da mesi. Gli erano mancate,lui gli era mancato. Quando Harry passò la lingua sul labbro per chiedergli l'accesso, Louis ritornò alla realtà e lo spinse.

«Non farlo mai più» gli urlò contro.

«Lo volevi anche tu»

«Lasciami stare. Harry è finita fattene una ragione,non si torna indietro quel che fatto è fatto»

Harry lo lasciò andare via da lui, ancora una volta. Vedeva il piccolo corpo di Louis confondersi tra tutti gli altri. E iniziò a piangere fregandosene se qualcuno l'avrebbe visto. Sfogo la sua rabbia sul albero dietro di lui, urlò dalla frustrazione.

Aveva perso tutto, aveva davvero perso tutto questa volta. Continuava a tempestare l'albero di pugni, le sue nocche bruciavano, dolevano. Ma lui si fermò solo quando diede un pugno storto e sentì un crack e un dolore lancinante alla mano. Prese subito la mano con quella libera, non riusciva a muovere due dita.

Ma neanche quel dolore che provava ora alla mano superava quello che sentiva dentro di se. Il suo cuore era a pezzi, la sua anima vagava smarrita all'inferno. Lui ormai era perso. Perso e solo senza Louis.

_____

A/N; Vi consiglio di leggere bene la chiamata iniziale, sarà anche l'unica che leggerete e che vi aiuti a capire cosa sta succedendo.

Ho cambiato anche le copertine della storie. E posso dire che mi piacciono un sacco.

Domani è ferragosto, quindi non aggiornerò, credo che non ci sia nessuno in un giorno di festa. Il prossimo aggiornamento domenica. xx

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