IL FRATELLO SBAGLIATO

Oleh MaraEvan9

16.5K 533 50

Giulia è innamorata di Edoardo da sempre e, quando lui lascia la ragazza storica, crede che sia finalmente ar... Lebih Banyak

Parte 1 LO SBAGLIO
Parte 2 Questioni delicate
Parte 3 Stupide schermaglie
Parte 4 Doppio errore
Parte 5 Il compleanno
Parte 6 Mi confesso!
Parte 7 Scappare per ritornare
Parte 8 Tormento
Parte 9 Complici
Parte 10 Proviamoci...
Parte 11 Cioccolato amaro
Parte 12 Ne sono fuori
Parte 13 Litigare fa bene?
Parte 14 Desiderio e Tormento
Parte 15 La vigilia di Natale (parte1)
Parte 16 La vigilia di Natale (parte2)
Parte 17 In viaggio con te
Parte 18 L'ultimo dell'anno
Parte 19 Non posso!
Parte 20 Beccati!
Parte 21 Cosa hai fatto?
Parte 22 Un crudele destino
Parte 23 Accettazione
Parte 24 Il primo che voglio chiamare
Parte 25 Guerriero
Parte 26 Finalmente sei qui
Parte -commento-
Parte 28 Il motivo è Thomas?
Parte 29 E se i dubbi mi soffocassero?
Parte 30 Sotto lo sguardo di tutti.
Parte 31 Tradito!
Parte 32 Finalmente noi.
Parte 33 Non guardare. Non soffrire.

Parte 27 Salvarsi da soli

427 13 2
Oleh MaraEvan9


Giulia


Sto bussando alla porta da più tempo di quanto ricordi, nessuno viene ad aprirmi. Nessuno si accorge della mia presenza qua fuori. O forse sì. Non vogliono farmi entrare.

Sono tutti arrabbiati con me. Lo sanno. E mi stanno punendo.

Lo sanno. E non sono più bene accetta in questa famiglia.

La mia colpa è grave. Ho tradito. Ho messo l'uno contro l'altro due fratelli.

La macchia di questa colpa è troppo grande, è troppo estesa. Non riuscirò mai a pulirla, a riparare al danno che ho fatto. Nemmeno io mi perdonerei.

Ma non mi arrendo. Continuo a bussare, a tirare pugni contro questa porta che alla fine, cede, si schianta sul pavimento dell'ingresso provocando un rumore forte ed echeggiante.

Qualcuno urla dal piano di sopra. Non perdo tempo, corro sulle scale, raggiungo la prima camera ed entro. Laura è in piedi sul pavimento, indossa una camicia da notte bianca, spettrale, si tiene la testa tra le mani e strilla. Ai suoi piedi una pozza d'acqua si allarga a vista d'occhio.

«Laura?» provo ad avvicinarmi per aiutarla. Con queste urla non riesco a capire niente. Non riesco a concentrarmi. Voglio che smetta. Voglio aiutarla.

La pozza d'acqua però si sta allargando, raggiunge i miei piedi avvolti dalle ciabatte di stoffa e sono costretta a fare un salto all'indietro.

Frustrata, cerco di aggirare l'ostacolo, ma l'acqua diventa un torrente, spingendomi indietro.

Laura intanto continua a urlare. Si piega su sé stessa. L'acqua minaccia di sommergerla.

Non trovo altra scelta che chiamare aiuto. Grido a squarcia gola, ma sembra che nessuno mi senta. Le urla di Laura sono più forti e più alte delle mie.

Nessuno viene in nostro soccorso.

Al colmo della frustrazione mi lancio sul letto che è a una decina di metri da me, riesco ad atterrarci sopra, ma la gamba destra urta contro la sponda di legno e sento le ossa del ginocchio scricchiolare sinistramente. Ignoro il dolore e mi sporgo dal lato opposto del letto, allungo un braccio verso Laura; tuttavia, lei non mi sta nemmeno guardando.

«Laura, afferra la mia mano. Forza!»

Solleva il viso e finalmente mi vede.

Impietrisco. Non è possibile. 

Al posto di Laura ora c'è mia madre.

«Mamma...»

«Cos'hai fatto, Giulia?» Ha un tono alterato. Irriconoscibile. «hai maledetto questa famiglia.»

«Cosa?» Perdo la voce. Improvvisamente le forze mi abbandonano.

Cado dentro l'acqua.

«Ti meriti di annegare nelle tue colpe.» continua senza dare segno di volermi salvare. Mi guarda sprofondare nell'acqua. Il viso tirato in una smorfia severa, arrabbiata e poi delusa.

Mi sveglio di soprassalto convinta di stare annegando. Annaspo in cerca d'aria. Tossisco.

La stanza in cui mi trovo è immersa nella luce del mattino. Fuori il sole è alto e finalmente mi rendo conto di avere appena sognato.

«Dio, che sollievo!» mormoro nel silenzio. L'incubo mi scorre ancora davanti agli occhi, terrorizzante e abbastanza spaventoso da bastarmi per una vita intera. Cerco di scacciarlo e con un gemito sollevo le gambe fuori dal letto.

La casa è immersa nel silenzio. I miei devono essere andati a messa. Da quando Laura sta male si sono avvicinati alla preghiera e non mancano mai alla messa della domenica. Io non sono così devota, ma mi piace pensare che Dio esiste e che posso affidarmi a lui se qualcosa non va nella mia vita o in quella dei miei cari.

La sveglia sul comodino indica le undici in punto. Ho dormito ben dodici ore. Incredibile. Non dormivo così tanto da...neanche mi ricordo da quando. Credo di essere stata veramente esausta ieri sera. Tra l'ansia e la pesantezza degli ultimi giorni, il viaggio e le emozioni forti vissute ieri sera, il carico è stato troppo pesante.

Controllo il mio telefono. C'è solo un messaggio da parte di Edoardo. Mi aspetta a casa da loro. Rispondo in fretta e corro a farmi una doccia.

Indosso i miei jeans più comodi e un semplice golfino di lana rossa. Raccolgo i capelli ancora umidi in una coda bassa e mi precipito a casa De Angelis. Avevo detto che volevo dare una mano. La lunga dormita non era in programma e ho perso già troppo tempo. Decisa a rendermi comunque utile, decido di approfittare dell'assenza di mia madre per cominciare a preparare il pranzo.

Quando entro dalla porta sul retro però, un delizioso profumo di arrosto sta già riempiendo l'aria.

«Mamma, sei già qui?» mi stupisco vedendola ai fornelli.

«Oh, tesoro. Ti sei svegliata, finalmente.»

Annuisco mortificata. «Scusa, ero molto stanca.»

Mamma mi osserva da sopra la spalla. «Avevi bisogno di riposare. Non ti devi scusare. Hai lavorato tanto ultimamente.»

Abbasso lo sguardo. «Avrei voluto essere qui.»

Sorride. «Ora sei qui. Edoardo e Gloria ti hanno cercato.»

«Okay, se non hai bisogno di me, vado subito a cercarli.»

Mi fa un gesto noncurante con la mano. «Vai pure. Magari puoi aiutarmi con la tavola più tardi. Oggi Laura scenderà a mangiare con noi.»

Questa notizia mi fa immobilizzare nell'atto di aprire la porta. «Davvero? Ma è fantastico!»

Il sorriso di mamma è cauto, ma annuisce. «E' un passo in più.»

Quando entro in salotto trovo Gloria seduta sul divano con il suo portatile poggiato sulle ginocchia. Appena mi vede spalanca gli occhi e corre ad abbracciarmi.

«Eccoti, dormigliona!» Il suo viso è più disteso. Rispetto a ieri, sembra che un pezzetto di quel peso che le gravava sulle spalle si sia sollevato. «Grazie per ieri sera. Ero...»

«Un disastro? Sì, l'ho notato. Puzzavi anche.»

Si acciglia. «Non è vero!»

«Sì, invece.» mi sforzo di restare seria, ma dura poco e il momento dopo sto ridendo. «Ma per fortuna, sono arrivata a salvare la situazione.»

«Oh, l'hai fatto. In tutti i sensi. Un altro po' e avrei fatto una strage di bionde nel nostro salotto!»

Assottiglio lo sguardo. «Ti avrei dato volentieri una mano.»

Gloria sorride. «Ma poi com'è andata a finire?»

«Edoardo le ha riaccompagnate a casa. Non so altro.»

Mi fa cenno di accomodarci sul divano. «E Thomas?»

Arrossisco involontariamente. «Lui ha accompagnato me.»

«E?»

Alzo le spalle. «E niente. Abbiamo...siamo stati un po' insieme e poi se n'è andato.»

«Hm.» Lo sguardo di Gloria si fa sospettoso. «Come stanno le cose tra voi, adesso?»

Alzo gli occhi al cielo. «Come vuoi che stiano? Con tutto quello che è successo non ci sono stati sviluppi. Né con l'uno e né con l'altro.» aggiungo prevenendo la sua prossima domanda.

«Cosa significa? Vuoi dire che non hai ancora parlato con Edoardo?»

Mi acciglio. «E quando avrei potuto farlo? Non è una cosa semplice da dire né da...digerire. Okay? Non è proprio il momento. Sta già soffrendo per Laura.»

«Oh, cazzo, non lo fare, Giu. Non lo trattare come un bambino fragile, Edoardo non lo è. E si merita la verità.»

«Ma non posso farlo adesso. Insomma, è un momento troppo delicato. Mi sentirei una persona orribile.»

Gloria scuote la testa. «Giulia, guarda in faccia la realtà. L'hai tradito. Sei già una persona orribile.»

Le sue parole mi irritano. So che ha ragione. Non ho scusanti, ma fa male lo stesso. Perché non volevo. Non sarei mai voluta arrivare a questo punto. La situazione mi è sfuggita di mano.

«Io non volevo.» Mormoro chinando il capo sulle mie mani strette in grembo. «Ho sbagliato tutto con lui. Abbiamo sbagliato i tempi. Non dovevamo provarci. Era già troppo tardi per noi.»

Lo sguardo di Gloria si addolcisce solo un pizzico. «Diglielo, Giu. Fallo. O questa cosa ti scoppierà in mano prima che tu possa correre ai ripari.»

La guardo in cerca di risposte. «Pensi che capirà?»

Si stringe nelle spalle. «Conoscendolo pianterà un gran casino, ma alla fine capirà. L'unica cosa che devi tenere per te è la storia con Thomas.»

«Quale storia?»

Entrambe sussultiamo alla voce di Edoardo che emerge dall'uscio. Io e Gloria ci voltiamo a guardarlo. Dal suo viso sorridente non sembra aver sentito  molto.

«Ci spiavi, fratello?» Chiede Gloria pungente, mentre io mi alzo per salutarlo.

Edo fulmina la sorella con lo sguardo prima di stamparmi un bacio sulle labbra che non riesco a evitare. «Ciao amore. Hai dormito parecchio, eh?»

«Hm, sì. Scusa se non ti ho chiamato prima.»

Sorride. «Tranquilla, ne ho approfittato per mettermi in pari con lo studio. Ho perso un po' di tempo da quando...» Lascia la frase in sospeso, poi cambia repentinamente argomento. «E quindi, di che storia parlavate prima? C'entra Thomas?»

«Thomas?» Faccio io in allarme, nello stesso momento in cui Gloria esclama. «Perché Thomas?»

Edoardo si acciglia. Passa lo sguardo dall'una all'altra. «Perché lo hai nominato.» Dice a Gloria con pazienza, come se lo stesse spiegando a un bambino. «Hai detto "la storia di Thomas". Immagino che ti stessi riferendo a Pamela. Quella ragazza è tornata alla carica.»

«Ah, certo.» Si riprende in fretta Gloria. «Infatti, stavamo proprio commentando quello che ha fatto ieri sera, il modo con cui ci ha provato con Thomas è stato inappropriato.»

«Ci ha provato?» Mi lascio sfuggire, prima di mordermi la lingua. «Voglio dire...è stata davvero inopportuna.»

Gloria mi lancia un'occhiata allucinata sopra la spalla di Edoardo.

«Non ho capito Thomas, però.» Continua Edoardo andando a sedersi sul divano. Io resto in piedi. Lo osservo incuriosita. «Che intendi?»

«Non lo so. Sai che non è bravo a farsi capire dagli altri. Ieri, comunque, sembrava avere la testa altrove.»

«Beh, mi pare normale. È preoccupato per Laura.»

Annuisce pensieroso. «Sì, forse è questo.»

Gloria si schiarisce la voce. «Beh, se vogliamo chiamare il banco degli imputati allora non dimentichiamoci di Vanessa. Lei è quella più velenosa.»

Vedo Edoardo irrigidirsi davanti a me, ma lo nasconde abilmente dietro un colpo di tosse. «Non esagerare, Gloria.»

All'improvviso mi tornano in mente le parole che mi ha sussurrato in faccia Vanessa e mi irrigidisco. Le avevo completamente cancellate dalla mente. Ma ora, osservando la strana reazione di Edoardo, mi domando se lei non abbia già messo in atto la sua minaccia.

«Edo?»

«Sì?» Risponde troppo velocemente.

«Tutto bene con lei?»

«Con Vanessa? Sì, perché?» ride e mi sembra nervoso. «Non è successo niente.» Sta mettendo le mani avanti o sbaglio?

Guardo Gloria che mi fa cenno con le dita di troncare il discorso. L'assecondo. Non ha senso parlarne adesso. Magari Edoardo sta aspettando il momento in cui resteremo soli per tornare sull'argomento.

«Ma Michele che fine ha fatto?» Chiedo per cambiare argomento. E' comunque, una domanda che avrei voluto farle già prima.

«Bella domanda!» Mi fa eco Edoardo. «Che fine ha fatto il tuo ragazzo, Gloria?»

Lei si stringe nelle spalle. All'improvviso è a disagio. «Come vedete non è qui. Gli ho detto di non chiamare per un po'.»

«Ma pensavo ti piacesse.» Non riesco a nascondere la delusione nella mia voce. «Era simpatico.»

«Già, in effetti mi faceva ridere.» mi asseconda lei. «Ma questo non era il momento di ridere, no?»

Edoardo alza gli occhi al cielo e si alza. Mi prende per mano. «Andiamo a fare una passeggiata?» Ha una dolcezza tutta sua nel porgermi la domanda che dovrebbe rallegrarmi; invece, ha solo l'effetto di farmi sentire ancora più in colpa!

«Certo.» Mi sforzo di sorridere mentre con la coda dell'occhio noto i segnali di fuoco che mi sta facendo Gloria. Vuole che gli parli adesso? Sul serio?

È pazza!

O forse ha ragione? Dovrei cogliere la palla al balzo e vuotare il sacco?

In corridoio incontriamo Alberto di ritorno dalla spesa. Il suo colorito è migliore dell'ultima volta che l'ho visto e mi sento riempire di aspettativa. Ci saluta allegramente prima di dileguarsi in cucina. Thomas sopraggiunge subito dopo con una cassa d'acqua per mano. Appena ci vede il suo intero corpo ha un impercettibile irrigidimento. I nostri sguardi si incontrano e tra noi passa un muto messaggio.

Non sorrido, ma spero che capisca che è tutto a posto.

Quando usciamo nell'aria fredda del mattino, il mio solo desiderio è quello di fare dietrofront e seguire Thomas, ma un'occhiata al profilo sereno di Edoardo mi fa ricapitolare.

«Non stai bene?»

«Come?»

Mi lascia una carezza sul braccio per poi stringermi la mano. «Ultimamente, sei strana.»

«Oh.» Sono a corto di parole. Mi sta servendo l'occasione su un piatto d'argento. È il momento? Devo dirglielo.

Mi fermo in mezzo al vialetto e gli prendo entrambe le mani nelle mie. Non ho il coraggio di guardarlo però. Mi sento così in colpa, così crudele, così...

«Che c'è? È successo qualcosa?»

Thomas. È successo Thomas.

«No, non è successo nulla.» Sono costretta a mentire. «Ho solo pensato molto.»

«Okay.» Sorride. «Ho paura quando la tua testolina si mette a pensare troppo.» mi prende in giro portandomi le braccia intorno alla sua vita prima di abbracciarmi.

«Non penso troppo, Edo. È una cosa seria...» cerco di allontanarmi ma lui china la testa nell'incavo del mio collo e comincia a baciarmi la pelle in quel punto.

«Lo so a cosa hai pensato. Ti ho trascurata e l'arrivo di Vanessa ha complicato le cose.»

Rabbrividisco. I suoi baci stanno avendo un effetto strano che non dovrei più considerare, ma è maledettamente difficile concentrarsi quando lui mi parla con questa voce solleticante. E ha questo profumo inebriante.

«Edo, dai. Ho davvero bisogno...»

«Non devi dire niente. Lo so, okay? Sono io che devo rassicurarti. Tra me e Vanessa è finita. Non c'è alcuna speranza che ritorniamo insieme.»

Mi scosto di scatto dal suo viso e lo guardo attentamente negli occhi. «Te l'ha chiesto lei? Ti vuole ancora nella sua vita.»

Distoglie lo sguardo. «Non preoccuparti. Per me non c'è alcun interesse. Ho occhi solo per te. Lo sai.»

Il fastidio mi coglie prepotente. C'è qualcosa che non va. Qualcosa che non mi dice. Sembra che parli più per convincere sé stesso che me.

«Che cosa ha fatto Vanessa? Cosa ti ha detto?»

«Ma nulla, le solite cose.»

«Edo, se noi non stessimo insieme, tu accetteresti la sua proposta?»

«Cosa?» Trasecola. La mia domanda l'ha preso alla sprovvista e proprio in questa confusione io vedo la conferma ai miei sospetti.

«E' così?» Lo incalzo.

«No, certo che no! E poi che domanda è? Io sto con te, di lei non mi importa.» La sua voce è sicura, il tono deciso. Ma si dimentica che prima di essere una coppia eravamo amici, lo conosco meglio di chiunque altro e so che Vanessa è sempre stata importante per lui. 

Potrei insistere e capire cosa c'è sotto. Potrei davvero fare l'amica e la fidanzata stronza che, anche se vuole troncare la relazione, ha comunque delle pretese su di lui.

Compio un passo indietro e mi sciolgo dalla sua presa.

No. Io non sono così. Io non sono Vanessa. Edoardo non si merita di essere tradito anche da me.

«Devo dirti una cosa.» Inizio decisa, ma il secondo dopo sto già abbassando lo sguardo. Lui tenta di riprendermi tra le braccia.

Indietreggio. «Aspetta, fammi parlare.»

Le sue pupille si dilatano. Finalmente ha capito che sono terribilmente seria e qualcosa non deve piacergli. Le sue sopracciglia convergono al centro della fronte in un cipiglio preoccupato.

«Che hai? Non è successo niente con Vanessa.»

«Non è questo. Si tratta di me.»

Ammutolisce. Il suo sguardo si fa attento.

Mi costringo a guardarlo senza vacillare. «Mi dispiace dirtelo adesso. Avrei dovuto farlo prima ma...il tempo è stato imprevedibile e con tutto quello che è successo...»

«Di che stai parlando?» Nella sua voce l'apprensione fa spazio al sospetto. Edoardo non è stupido. Ha già intuito ciò che gli sto per dire?

«Tra noi non funziona.» Lo dico velocemente, come lo strappo di un cerotto ostinato. «Pensavo che potesse essere meraviglioso come ho sempre sperato, però non è stato così.»

«Ma che dici, Giu? Tra noi le cose vanno alla grande. E abbiamo appena iniziato. Cioè, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di avere un appuntamento come si deve.»

Scuoto la testa. «Edo, non mi serve un appuntamento romantico per capire che non c'è abbastanza coinvolgimento.»

«Abbastanza coinvolgimento?» si acciglia, «non capisco. Eri tu quella che voleva provarci, no?»

«Sì, e te l'ho spiegato. Sei stato il mio punto di riferimento per così tanto tempo. Ti ho aspettato a lungo...ma, ecco. Credo che il problema sia proprio questo. Il nostro momento è già passato. Abbiamo perso il treno, Edo.»

«Quale Treno?» Mi provoca. «Non posso credere che tu l'abbia detto!»

«Non so in che altro modo fartelo capire.» Dico mortificata. «È difficile anche per me.»

«Sei tu che hai reso le cose difficili. Quel è il vero problema, Giu? Non ti rilassi mai con me, non ti lasci andare. Metti sempre il freno quando siamo insieme.»

Resto in silenzio. La mia esitazione gli permette di avvicinarsi e riprendermi le mani per stringerle tra le sue. «Qualsiasi sia il problema, possiamo risolverlo.»

«Buongiorno!»

Trasaliamo entrambi al suono di una voce squillante proveniente dal cancello. Vanessa è di nuovo qui. Bellissima ed elegantissima come se stesse andando a un matrimonio. Incede con passo sicuro nella nostra direzione e sorride.

Approfitto della distrazione di Edoardo e scivolo via dalla sua stretta. Lui tenta di riafferrarmi, ma la presenza di Vanessa è ormai un ostacolo tra di noi. Mi scosto definitivamente dalla sua portata e volto le spalle a entrambi, prima di allontanarmi verso la porta d'ingresso. A Vanessa non devo nessuna gentilezza, mentre con Edoardo parlerò più tardi.

Una volta dentro casa mi permetto di lasciare andare un sospiro di sollievo. Fortunatamente l'ingresso è deserto. Do una sbirciata in salotto dove mi sembra di sentire qualcuno chiacchierare. Mi avvicino lentamente senza fare alcun rumore. Resto nascosta nella penombra dell'andito e aspetto che chiunque sia nella stanza mi dia la libertà di entrare senza passare per un'intrusa. Non voglio origliare, è una cosa che non faccio mai. Ma adesso ho bisogno di un minuto per riprendere il controllo su me stessa. La discussione con Edoardo mi ha destabilizzato. Forse non era davvero il momento di vuotare il sacco. No, forse non lo era.

La voce concitata di Gloria mi arriva a tratti. Anche se tenta di tenere il tono basso, riesco a captare frammenti della conversazione che sta tenendo con Thomas. Dalla mia postazione dietro lo stipite riesco a vedere solo lui. È seduto sulla poltrona con la schiena rilassata contro lo schienale e le braccia allargate sui braccioli. A un occhio distratto potrebbe sembrare il ritratto della serenità, ma la bocca è piegata in una smorfia severa, mentre gli occhi... gli occhi raccontano un mondo di frustrazione e furia.

«Ti rendi conto che non puoi continuare a comportarti così!» Sta dicendo Gloria. «Lei ha bisogno di spazio. Okay? Deve prima sistemare le cose con Edoardo.»

Il mio cuore aumenta le pulsazioni. Stanno parlando di me.

«Mi stai ascoltando? Thomas, devi lasciarla in pace...»

«Non devi dirmi tu cosa fare.» La interrompe lui.

Gloria si sposta in avanti e finalmente la vedo. Tutto in lei è in tensione. Persino i capelli davanti sono sparati in alto. «E invece devo! Perché, a quanto pare, né tu e né Giulia sembrate in grado di salvarvi da soli!»

Thomas ride sommessamente e si china in avanti sulla seduta massaggiandosi la fronte con le dita. «Che cazzo stai dicendo? Salvarci da soli? Ma ti senti? Qui nessuno ha bisogno di essere salvato, nemmeno Edoardo.»

«Quindi non ti importa nulla di lui?» Si altera Gloria.

«Abbassa la voce, vuoi che papà ci senta?»

Gloria si copre la faccia con le mani ed emette un piccolo urlo soffocato. «Che situazione di merda! È tutta colpa tua! Con tutto il tempo in cui è stata sola, ti dovevi svegliare proprio adesso?!» non aspetta una risposta e comincia a gesticolare. «E lei? Che cavolo ha in testa? Non avete pensato a Edoardo? A mamma?»

Sto per entrare e porre fine alla discussione quando un movimento alle mie spalle cattura la mia attenzione. Mi giro di scatto e ho un sussulto nello scorgere Laura ferma all'imbocco delle scade. Una mano poggia sul corrimano mentre l'altra si copre la bocca.

Dai suoi occhi spalancati, non c'è alcun dubbio che abbia sentito tutto.

Lanjutkan Membaca

Kamu Akan Menyukai Ini

57.9K 2.2K 59
Chissà perchè la vita attrae sempre ciò che all'apparenza sembra così lontano. Due mondi opposti. Due vite opposte. Due nazionalità opposte. Due inte...
37.4K 793 62
William, Lima, Ethan e Luke sono 4 attraenti fratelli da poco usciti di galera che cercano vendetta: a causa di una donna sconosciuta, non solo hanno...
144K 4.1K 89
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti
5.6K 396 28
Daniel D'addetta si innamora di Amelia Dose,sorella più piccola del famoso Riccardo Dose.I due si innamorano a prima vista ma entrambi sono un po' in...