Parte 10 Proviamoci...

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Giulia

Stasera il Liberty house è pieno. Sembra che tutta Milano abbia avuto la nostra stessa idea e si sia riversata sulla pista del nostro locale preferito. Eppure, sono tre giorni che non smette di piovere, ma pare che nemmeno il freddo sempre più pungente di dicembre sia servito a scoraggiare nessuno. Nemmeno me che non sopporto il freddo e che a una bevuta con gli amici preferisco il tepore di una coperta accompagnato da un buon libro. Stasera però, avevo bisogno di svagarmi. È stata una settimana pensante e strana, soprattutto oggi con le ore extra per Volkov. Fortunatamente abbiamo concluso. Ora manca solo il verdetto finale.

«Merda!» l'esclamazione di Gloria mi fa voltare di scatto verso la direzione che sta fissando.

«Cosa c'è?» a parte la troppa gente, non vedo niente di strano. Lei mi da una gomitata «Ore dieci. Nemico in avvicinamento.»

A quel punto la vedo, in mezzo alla calca distinguo la chioma bionda di Vanessa che si fa largo per raggiungere qualcuno dall'altra parte del locale.

«Sta cercando Edoardo.» sbotta la mia amica «Dio, quanto è incoerente!»

«Già.» non mi perdo l'istante in cui anche Edoardo la vede e la saluta con un cenno del capo. Non sembra sorpreso. Sapeva che sarebbe venuta anche lei stasera. Il pensiero che si siano messi d'accordo mi sfiora la mente, ma lo ricaccio indietro immediatamente. 

Non sono affari miei. Non lo sono mai stati, perciò mi sistemo meglio sulla seduta del divanetto e afferro la mia birra portandola alle labbra. Faccio una smorfia, si è scaldata e non mi piace più. Mollo la bottiglia sul tavolo e mi alzo. 

«Vado a prendermi da bare. Volete qualcosa?» mi rivolgo a tutto il tavolo. Stasera siamo solo ragazze. Io e Gloria abbiamo chiamato due nostre compagne di corso con cui ci vediamo ogni tanto, Paola e Milena. Ci conosciamo dal primo anno di università, ma essendo entrambe fidanzate, non capita spesso di riunirci solo noi quattro.

Paola e Milena declinano la mia offerta, mentre Gloria accenna un "fai tu" che tradotto significa "un'altra birra".

Al bancone non c'è la ressa che mi aspettavo e mi accomodo su uno sgabello in attesa del mio turno. Il barista mi sembra nuovo, ma appena mi vede mi sorride come se fossi una sua vecchia amica.

«Ehi ciao. Cosa bevi?»

«Due birre. Per favore.»

«Come le vuoi?»

Alzo le spalle. Non sono una fan della birra, e non ho un gusto preferito «Fai tu.» gli rivolgo le stesse parole di Gloria e lui mi sorride.

«Non mi sembri una ragazza da birra alla spina.» afferma squadrandomi. Probabilmente con il suo mestiere ha visto e imparato i gusti di tanta di quella gente da riconoscere le loro preferenze con una sola occhiata.

«Non sono proprio un tipo da birra, se è per questo.»

Il suo sorriso si allarga, prima di chinarsi per aprire uno sportello sotto il bancone.

«Questa ti farà cambiare idea.» dice sicuro piazzandomi davanti due bottiglie dal vetro scuro con un'etichetta che non riconosco.

«È artigianale. Delicata al palato, ma dal sapore ricco.»

«Sembri esperto. Ok, voglio darti fiducia.» sorrido portandomi alle labbra il collo di una delle due bottiglie. Il primo sorso è inebriante. Fresco e speziato, quasi dolce. Il secondo scende piacevole, rinfrescandomi la gola riarsa. Nonostante i due gradi all'esterno, qui dentro si muore di caldo.

«Grazie, stavo soffocando.» mormoro più a me stessa che a lui, ma sembra sentirmi benissimo perché mi fa l'occhiolino. «Felice di esserti stato d'aiuto.»

IL FRATELLO SBAGLIATOWhere stories live. Discover now