Parte 32 Finalmente noi.

674 15 7
                                    


Giulia

Edoardo non si fa vedere da tre giorni. Ha lasciato l'appartamento con il suo borsone della palestra subito dopo l'Open day, senza dire a nessuno dove andava né quanto sarebbe stato via. Nessuno di noi sa dove sia. Non l'ha voluto dire neanche a Gloria, con cui almeno si sente. Per il momento sappiamo solo che è vivo.

Gloria pensa che sia ospite di un compagno di corso. Secondo lei non dobbiamo fargli pressione, ma aspettare pazientemente che metabolizzi il colpo e prima o poi, decida di tornare a casa.

Io vorrei parlargli subito. Non mi piace il modo in cui ci siamo lasciati. Ho bisogno di spiegarmi, di fargli capire come sono andate le cose. Probabilmente lui si sarà fatto mille congetture, tutte terribili, tutte sbagliate. Sono consapevole di non essere innocente, ma non ho mai voluto ferirlo, non intenzionalmente. Questo voglio che lo sappia.

Stasera Thomas vuole portarmi a cena fuori. Non sopporta più il cattivo umore dietro cui mi sono trincerata, e vuole distrarmi. Ho accettato. Qualche ora fuori casa dovrebbe farmi bene. A entrambi. Anche lui necessita di una ventata di aria fresca. È da venerdì sera che siamo chiusi in casa in attesa che torni Edoardo. Il nostro rapporto ne sta risentendo. Io non mi sento libera di viverlo come vorrei e Thomas non può fare tutto da solo.

Per l'occasione ho indossato un abito blu aderente e lasciato i capelli sciolti sulle spalle. Sto ripassando il rossetto sulle labbra quando la porta si apre ed entra Thomas. E' vestito in modo casual, ma il fisico allenato rende la sua figura elegante ed estremamente affascinante.

«Hei, sei pronta?»

Gli sorrido attraverso lo specchio. «Ancora un attimo e possiamo andare.»

Invece di sedersi per aspettarmi, lui viene verso di me e mi mette le mani sulle spalle.

«Sei troppo tesa.» bisbiglia cominciando a farmi un massaggio tra il collo e le spalle.

Il tocco è gentile ma abile. Con perizia tocca i punti tesi intorno alla mia colonna vertebrale. Chiudo gli occhi rilassandomi sotto il suo tocco.

«Ti piace?»

«Hm, hm.»

Lo sento chinarsi verso di me, il suo fiato caldo mi lambisce la pelle del viso prima di scendere verso il collo dove comincia a tracciare una serie di baci che mi fanno rabbrividire.

«Questo vestito è un invito al peccato.» sussurra posandomi una mano sul fianco, dove l'apertura dell'abito consente un facile accesso alla pelle del mio stomaco.

Mi alzo in piedi per concedergli maggiore accesso alla mia pelle. Voglio che Thomas mi veda. Voglio che mi trovi bellissima. La scollatura sulla schiena è abbastanza ampia da lasciarmi scoperta fino alle fossette in fondo alla schiena. È un abito seducente, e mentirei se dicessi di averlo indossato senza pensarci. L'ho fatto per Thomas, perché nonostante il gran casino che abbiamo combinato, io continuo a volere le sue attenzioni, a essere sua.

Non parliamo più. Nel giro di pochi istanti, l'unico bottone che tiene su il vestito viene slacciato e con un frusciare sinuoso, la stoffa mi scivola giù fino ai piedi.

Il suo sospiro mi arriva dritto al cervello e da lì scende per coprire di brividi tutta la mia pelle esposta. Indosso solo delle mutandine di pizzo nero, le più semplici che ho. Thomas fa un passo indietro. Dallo specchio lo vedo rimirare il mio corpo, ammirarlo con pazienza. «Sei bellissima.»

Mi afferra i fianchi voltandomi con fermezza verso di sé. Ci baciamo. Uno scontro di bocche e lingue che sembra non trovare pace.

In fretta gli sbottono la camicia, per poi dedicarmi ai pantaloni. Pensavamo di non avere fretta, ma non è vero. Ne abbiamo, è la nostra prima volta insieme, non possiamo più aspettare. Dimentichiamo la cena, la prenotazione al ristorante, mio fratello nell'altra stanza, tutto.

IL FRATELLO SBAGLIATOWhere stories live. Discover now