IL FRATELLO SBAGLIATO

Par MaraEvan9

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Giulia è innamorata di Edoardo da sempre e, quando lui lascia la ragazza storica, crede che sia finalmente ar... Plus

Parte 1 LO SBAGLIO
Parte 2 Questioni delicate
Parte 3 Stupide schermaglie
Parte 4 Doppio errore
Parte 5 Il compleanno
Parte 6 Mi confesso!
Parte 7 Scappare per ritornare
Parte 8 Tormento
Parte 9 Complici
Parte 11 Cioccolato amaro
Parte 12 Ne sono fuori
Parte 13 Litigare fa bene?
Parte 14 Desiderio e Tormento
Parte 15 La vigilia di Natale (parte1)
Parte 16 La vigilia di Natale (parte2)
Parte 17 In viaggio con te
Parte 18 L'ultimo dell'anno
Parte 19 Non posso!
Parte 20 Beccati!
Parte 21 Cosa hai fatto?
Parte 22 Un crudele destino
Parte 23 Accettazione
Parte 24 Il primo che voglio chiamare
Parte 25 Guerriero
Parte 26 Finalmente sei qui
Parte -commento-
Parte 27 Salvarsi da soli
Parte 28 Il motivo è Thomas?
Parte 29 E se i dubbi mi soffocassero?
Parte 30 Sotto lo sguardo di tutti.
Parte 31 Tradito!
Parte 32 Finalmente noi.
Parte 33 Non guardare. Non soffrire.

Parte 10 Proviamoci...

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Par MaraEvan9


Giulia

Stasera il Liberty house è pieno. Sembra che tutta Milano abbia avuto la nostra stessa idea e si sia riversata sulla pista del nostro locale preferito. Eppure, sono tre giorni che non smette di piovere, ma pare che nemmeno il freddo sempre più pungente di dicembre sia servito a scoraggiare nessuno. Nemmeno me che non sopporto il freddo e che a una bevuta con gli amici preferisco il tepore di una coperta accompagnato da un buon libro. Stasera però, avevo bisogno di svagarmi. È stata una settimana pensante e strana, soprattutto oggi con le ore extra per Volkov. Fortunatamente abbiamo concluso. Ora manca solo il verdetto finale.

«Merda!» l'esclamazione di Gloria mi fa voltare di scatto verso la direzione che sta fissando.

«Cosa c'è?» a parte la troppa gente, non vedo niente di strano. Lei mi da una gomitata «Ore dieci. Nemico in avvicinamento.»

A quel punto la vedo, in mezzo alla calca distinguo la chioma bionda di Vanessa che si fa largo per raggiungere qualcuno dall'altra parte del locale.

«Sta cercando Edoardo.» sbotta la mia amica «Dio, quanto è incoerente!»

«Già.» non mi perdo l'istante in cui anche Edoardo la vede e la saluta con un cenno del capo. Non sembra sorpreso. Sapeva che sarebbe venuta anche lei stasera. Il pensiero che si siano messi d'accordo mi sfiora la mente, ma lo ricaccio indietro immediatamente. 

Non sono affari miei. Non lo sono mai stati, perciò mi sistemo meglio sulla seduta del divanetto e afferro la mia birra portandola alle labbra. Faccio una smorfia, si è scaldata e non mi piace più. Mollo la bottiglia sul tavolo e mi alzo. 

«Vado a prendermi da bare. Volete qualcosa?» mi rivolgo a tutto il tavolo. Stasera siamo solo ragazze. Io e Gloria abbiamo chiamato due nostre compagne di corso con cui ci vediamo ogni tanto, Paola e Milena. Ci conosciamo dal primo anno di università, ma essendo entrambe fidanzate, non capita spesso di riunirci solo noi quattro.

Paola e Milena declinano la mia offerta, mentre Gloria accenna un "fai tu" che tradotto significa "un'altra birra".

Al bancone non c'è la ressa che mi aspettavo e mi accomodo su uno sgabello in attesa del mio turno. Il barista mi sembra nuovo, ma appena mi vede mi sorride come se fossi una sua vecchia amica.

«Ehi ciao. Cosa bevi?»

«Due birre. Per favore.»

«Come le vuoi?»

Alzo le spalle. Non sono una fan della birra, e non ho un gusto preferito «Fai tu.» gli rivolgo le stesse parole di Gloria e lui mi sorride.

«Non mi sembri una ragazza da birra alla spina.» afferma squadrandomi. Probabilmente con il suo mestiere ha visto e imparato i gusti di tanta di quella gente da riconoscere le loro preferenze con una sola occhiata.

«Non sono proprio un tipo da birra, se è per questo.»

Il suo sorriso si allarga, prima di chinarsi per aprire uno sportello sotto il bancone.

«Questa ti farà cambiare idea.» dice sicuro piazzandomi davanti due bottiglie dal vetro scuro con un'etichetta che non riconosco.

«È artigianale. Delicata al palato, ma dal sapore ricco.»

«Sembri esperto. Ok, voglio darti fiducia.» sorrido portandomi alle labbra il collo di una delle due bottiglie. Il primo sorso è inebriante. Fresco e speziato, quasi dolce. Il secondo scende piacevole, rinfrescandomi la gola riarsa. Nonostante i due gradi all'esterno, qui dentro si muore di caldo.

«Grazie, stavo soffocando.» mormoro più a me stessa che a lui, ma sembra sentirmi benissimo perché mi fa l'occhiolino. «Felice di esserti stato d'aiuto.»

Dopodiché serve un altro cliente e a me viene concesso un attimo di pace. Sento tutta la stanchezza sulle spalle e dietro gli occhi. Credo che aver fatto girare troppo il cervello per trovare l'idea giusta mi abbia demolita. Non sono abituata, ecco tutto. Avrei fatto meglio a restare a casa e riposare.  Lo penso per poi rimangiarmelo subito. Non mi andava nemmeno di essere l'unica a rimanere a casa . E poi mi serviva staccare da tutto. Anche da una certa persona che oggi ha continuato a dire e fare cose sconcertanti, riempiendomi la testa di confusione. Prima ha compreso anche il mio nome nella campagna Volkov quando avrebbe potuto approfittare del mio ruolo di stagista per passarmi avanti - può dire quello che vuole ma non era tenuto a farlo - e poi ha ingigantito il mio sconcerto offrendomi un passaggio a casa. Questo è un fatto senza precedenti. Non era mai accaduto e sono ancora tramortita dalla sorpresa. Perché? Semplicemente per il suo egoismo. Thomas non è il tipo da gentilezze, in generale, ma soprattutto con me. Al contrario, in passato è sempre stato sgarbato e disinteressato. La disponibilità non è certo una sua qualità. Che cosa è cambiato? Tiro un lungo sospiro. E' inutile rimuginarci tanto, con Thomas non vengo mai a capo di niente. Avere a che fare con lui è stimolante quanto frustrante e ahimè, deleterio per i miei nervi.

Massaggio le tempie con le dita, cercando di alleviare il cerchio che mi pesa sulle palpebre. So che non dovrei più pensarci, che dovrei dimenticare tutto, eppure continuo a tornare a quello che ho provato quando ci siamo baciati. Mi detesto. Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di malessere che mi rimbalza tra il cuore e la mente. Non sopporto Thomas. Non tollero il suo contraddirmi continuo. Tutto quello che dico non gli va bene. Disapprova quello che faccio.

Però poi ti bacia come se insieme alla lingua volesse risucchiarti anche l'anima. Dice una vocina maliziosa dentro la mia testa. Già, e la cosa più terribile è che per lui quei baci non sono stati niente di importante. E invece a me? A me sono piaciuti. Fin troppo!

Mi fa impazzire. Lo detesto. Lo odio. Ma non riesco a strappare via le sensazioni e i brividi che ho provato. Al primo bacio avevo creduto di baciare Edoardo. Okay, ci sta. Per il secondo però, la scusa non reggeva più. Sapevo benissimo a chi appartenevano quelle labbra e quelle mani, eppure non mi sono scansata, ho ricambiato il bacio, anzi, credo di aver iniziato io. O no?

Mi copro la faccia con le mani e prendo un grosso respiro. Stupida! stupida! stupida!

Ma che cosa mi è saltato in testa? Baciare Thomas equivale a mostrarsi al nemico senza armatura, senza protezione. Solo una cretina come me avrebbe potuto fare lo stesso errore per due volte. Baciare uno che mi disprezza è stata la cosa più stupida che abbia mai fatto. Non ho giustificazioni. 

«Giuly, stai male?»

La voce di Edoardo interrompe il mio sproloquio mentale. Alzo la testa e me lo ritrovo chino a osservarmi. Il suo viso riflette una preoccupazione che non capisco.

«Edo, ciao. Cos'è successo?» guardo alle sue spalle, ma sembra essere solo.

«A me niente. Ti ho vista da lontano e mi è sembrato che non stessi bene.»

Gli sorrido. «Sto bene, sono solo...stanca.»

«Ah, okay. Ottimo! cioè, se è solo stanchezza è un bene.» si gratta la testa e giuro di vedergli imporporare le guance. Aggrotto la fronte. Sembra imbarazzato.

«Sei strano.»

«Cosa?» sbarra gli occhi per poi sbattere le palpebre ripetutamente.

«E' successo qualcosa con Vanessa?» indago spingendomi con il busto verso lo sgabello su cui si è seduto. Hanno alzato la musica e per riuscire a sentirci dobbiamo stare più vicini.

Edoardo punta lo sguardo sulle due bottiglie davanti a me. «Sono tue quelle?»

«Si. Una è di Gloria.»

Alza le spalle e ne afferra una per poi scolarne la metà tutto d'un fiato. «Scusa, avevo sete.»

Non commento, tuttavia il suo modo di fare è sempre più strano. «Che hai, Edo?»

Stringe la presa sulla bottiglia per poi mollarla di colpo. I suoi occhi sfuggono dai miei, ma non tarda a parlare. «Stavo pensando una cosa.»

Mi sistemo più comodamente sullo sgabello e lo guardo in aspettativa. «Spara!»

Mi lancia un'occhiata di sottecchi. I suoi tratti restano paralizzati in un'espressione preoccupata. Guardandolo da vicino mi rendo conto che ha la fronte umida e la bocca stirata in una linea sottile.

«Ho pensato molto in questi giorni. A quello che mi hai detto.»

Annuisco. C'è solo una cosa che potrebbe agitarlo in questo modo. Perché ne sta parlando?

«Io credo...di capire. Mi ci è voluto un po', ma ho capito.»

«Cos'hai capito, Edo?» sento lo stomaco attorcigliarsi perché, davvero, non avrei voluto riaffrontare più l'argomento e non capisco perché ci stia ritornando lui adesso.

Prende un lungo respiro prima di voltarsi verso di me e guardarmi negli occhi «Proviamoci!»

Mi prendo qualche secondo per elaborare quello che mi sta chiedendo. Quando ci arrivo apro la bocca ma resto senza parole. La sorpresa è talmente elevata che quasi cado dallo sgabello.

Edoardo mi afferra saldamente per un braccio e sorride. Sorride come se nulla fosse.

«Cosa?»

«Proviamoci, Giuly. Io e te. Proviamo a essere una coppia.»

«Ma...come? Cioè, perché questa decisione? Credevo che...»

«Ho sbagliato tutto.» mi interrompe «E ho riflettuto parecchio e...mi sono reso conto che non voglio perderti.»

Deglutisco a fatica. Mi sembra che la mia testa stia galleggiando «Tu non mi hai persa. Siamo amici.»

«E' proprio questo il punto. Nei giorni in cui non ci siamo parlati, mi sei mancata, e quando ci siamo riavvicinati ho capito che non voglio che ti si avvicini nessun altro. Non voglio tornare a essere tuo amico, voglio qualcosa di più.»

«Ma, non capisco. Così all'improvviso?» provo a capire, tuttavia qualcosa mi frena.

Il viso di Edoardo si apre in un sorriso «Perché no? Tra noi è già grandioso come amici. Abbiamo un'intesa invidiabile. Come coppia saremmo perfetti.»

«Ma...» mi mordo le labbra «E Vanessa? Non eri con lei poco fa?»

«No. Con Vanessa ho chiuso.»

Lo guardo poco convinta. Sembra sincero, tuttavia il modo repentino con cui ha preso questa decisione non mi piace. Una cosa del genere va ponderata, ragionata. In fondo stiamo mettendo in discussione la nostra amicizia, perché una volta preso l'impegno di stare insieme, tornare indietro potrebbe voler dire rovinare tutto.

«Giuly, non mi credi?»

Torno a guardarlo in viso. I suoi occhi azzurri scintillano sotto le luci soffuse del locale. È bellissimo, eppure così diverso dal solido Edo. Mi sta chiedendo di essere una coppia. Dovrei saltare dalla gioia, eppure non è felicità quella che sento, è terrore. Ho paura di fare il salto. Da qui non si torna più indietro.

«Ti credo.» sospiro «solo che mi sembra tutto troppo affrettato.»

Edoardo avvicina il suo sgabello al mio e mi prende le mani racchiudendole tra le sue. «Mi piaci, ok. Solo che non sapevo fino a che punto finché tu non mi hai aperto gli occhi. E se non te l'ho detto subito è solo perché mi hai preso alla sprovvista. Io non avevo capito che tu provassi...certi sentimenti per me. Poi abbiamo ballato insieme e Gloria mi ha spiegato alcune cose...anzi, mi ha fatto proprio una lavata di capo e ha accennato al fatto che finalmente ti saresti liberata di me per dedicarti a qualcuno che ti meritasse davvero e non ci ho visto più.» stringe la presa sulle mie mani mentre il mio cuore prende a battere forte. «Non voglio che tu sia di nessun altro. Sono disposto a provarci. Sempre se tu mi vuoi ancora.»

Mi guarda con la speranza negli occhi e io non posso negargli un sorriso. «Sei sicuro?»

Annuisce «Solo se lo sei anche tu. Dobbiamo provarci insieme.»

Mi concedo un attimo per riflettere sulle sue parole. Ha ragione. Se non siamo d'accordo e uniti non possiamo provare a stare insieme. Devo fidarmi e concedere a me stessa ciò per cui ho rischiato tutto quando mi sono dichiarata a lui.

«Okay.» il mio sospiro viene subito soffocato dalle sue braccia che mi stringono. Mi lascio cullare nel tepore del suo abbraccio, il suo profumo familiare rimette le cose in equilibrio, facendomi rilassare.

Finiamo le nostre birre, dopo di che ci concediamo un ballo che non è un ballo. È più uno sfiorarsi di mani, di braccia, di pelle. Non andiamo oltre questo. L'imbarazzo tra noi è tangibile e non riusciamo ad aggirarlo. Siamo stati così amici e per così tanti anni, che adesso cambiare il nostro reciproco atteggiamento è strano. Non ci viene naturale.

A un tratto veniamo raggiunti da Gloria. Mi permetto di farle un'occhiata eloquente, che lei coglie immediatamente. Osserva le nostre mani unite e i nostri volti arrossati e un sorriso le si allarga sul viso.

«Che sta succedendo qui?»

«Niente che ti debba interessare.» la zittisce Edoardo mentre mi spinge più vicina a sé.

La bocca di Gloria disegna una o che mi fa scoppiare a ridere. «Voi due non me la raccontate giusta! Per nulla, per nulla.»

Non ho il coraggio di commentare. In realtà sono ancora confusa e anche un po' sconvolta. Che sta succedendo davvero io non lo so. Non voglio darmi la possibilità di gioirne. Non quando è ancora un "proviamoci" e non un "fidanziamoci".

«State andando via?» chiedo riferendomi anche a Paola e Milena.

Lei annuisce «Ero venuta a chiederti se fossi pronta, ma se vuoi restare...» lascia la frase in sospeso e io mi affretto ad assecondarla.

«No. Sono pronta.»

Edoardo mi guarda in silenzio. Dal mio sguardo sembra capire che sarebbe inutile insistere e allenta la presa sui miei fianchi, lasciandomi andare quando mi allontano nella direzione di Gloria.

Onestamente ho bisogno di mettere un freno a tutto. Sono contenta che lui ci voglia provare, ma il modo repentino con cui l'ha capito mi ha lasciato una sgradevole sensazione addosso che ho bisogno di analizzare da sola. Mi piacerebbe continuare a stargli attaccata, ma non arriverei da nessuna parte con le sue mani e suoi occhi addosso.

Afferro la mano di Gloria e la seguo mentre si fa spazio tra gli avventori che si sono duplicati da quando siamo arrivati. Per tutto il tempo tengo lo sguardo basso, cercando di non inciampare nei piedi di qualcun altro. A un tratto una sensazione acuta mi colpisce la nuca e alzo la testa.

Gli occhi cupi di Thomas mi stanno fissando dall'altra parte del locale. Credevo che dopo la lunga giornata in ufficio fosse rimasto a casa a definire gli ultimi perfezionamenti al progetto da presentare domani, invece, a quanto pare, anche lui aveva bisogno di staccare quanto me.

Noto che è seduto al bancone del bar, ma con il busto è completamente voltato verso la sala. In una mano stringe un bicchiere colmo e quando i nostri sguardi si incontrano, lo alza nella mia direzione a mo' di saluto. Ma i suoi occhi restano freddi e imperscrutabili. Lo conosco troppo bene per non sapere che è arrabbiato. Non mi sta salutando, mi sta insultando. Ha visto ciò che è successo con Edoardo e non gli è piaciuto. Sai che novità?

Continuo a camminare dietro a Gloria e mi porto una mano al viso, con il dito medio traccio una linea sulla guancia e gli sorrido. Persino da questa distanza riesco a distinguere i suoi occhi che si incupiscono ancora di più. Le sue labbra si piegano in una linea a metà tra il sorriso e lo sdegno. Reprimo la voglia di raggiungerlo per mandarlo a quel paese. Servirebbe solo a dargli la soddisfazione di ammonirmi per la mia immaturità; perciò, distolgo l'attenzione e mi dimentico di lui e di quanto sono stupida a dargli importanza.

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