IL FRATELLO SBAGLIATO

MaraEvan9 द्वारा

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Giulia è innamorata di Edoardo da sempre e, quando lui lascia la ragazza storica, crede che sia finalmente ar... अधिक

Parte 1 LO SBAGLIO
Parte 3 Stupide schermaglie
Parte 4 Doppio errore
Parte 5 Il compleanno
Parte 6 Mi confesso!
Parte 7 Scappare per ritornare
Parte 8 Tormento
Parte 9 Complici
Parte 10 Proviamoci...
Parte 11 Cioccolato amaro
Parte 12 Ne sono fuori
Parte 13 Litigare fa bene?
Parte 14 Desiderio e Tormento
Parte 15 La vigilia di Natale (parte1)
Parte 16 La vigilia di Natale (parte2)
Parte 17 In viaggio con te
Parte 18 L'ultimo dell'anno
Parte 19 Non posso!
Parte 20 Beccati!
Parte 21 Cosa hai fatto?
Parte 22 Un crudele destino
Parte 23 Accettazione
Parte 24 Il primo che voglio chiamare
Parte 25 Guerriero
Parte 26 Finalmente sei qui
Parte -commento-
Parte 27 Salvarsi da soli
Parte 28 Il motivo è Thomas?
Parte 29 E se i dubbi mi soffocassero?
Parte 30 Sotto lo sguardo di tutti.
Parte 31 Tradito!
Parte 32 Finalmente noi.
Parte 33 Non guardare. Non soffrire.

Parte 2 Questioni delicate

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MaraEvan9 द्वारा


Giulia

Lunedì mattina inizia nel peggiore dei modi. Mi alzo con gli occhi gonfi per la notte insonne e il presentimento orribile di aver perso qualcosa. Non so cosa, ho la testa troppo piena di cose da fare e programmare per capire quale sia il problema.

Nella cucina dell'appartamento che condivido con Lorenzo abbiamo una macchinetta per l'espresso che proprio oggi non vuole saperne di funzionare e, dopo il quarto tentativo andato a vuoto, getto la spugna e mi metto a chiamare a gran voce mio fratello, chiuso in bagno da oltre un'ora.

Lorenzo arriva dopo alcuni minuti, fresco di doccia e con la barba rasata alla perfezione. Oggi ha un esame. È rimasto a casa tutto il weekend per studiare. Venerdì alla festa di Halloween si è comportato benissimo e ha bevuto poco. Sono orgogliosa di lui. Sembra abbia capito che è arrivato il momento di smettere di cazzeggiare e passare alla fase adulta della vita. Credo che vedere il migliore amico ottenere degli ottimi risultati gli abbia dato un motivo per svegliarsi. Lorenzo e Thomas hanno la stessa età, ma non potrebbero essere più diversi. Mentre mio fratello ha perso parecchio tempo e non si è ancora laureato, Thomas ha anche conseguito un master in Marketing, comunicazione e media. Infatti, lavora già da un annetto in un'azienda leader del settore di Milano. Non ricopre un ruolo di primo livello, ma conoscendo il tipo caparbio che è, coglierà tutte le occasioni per riuscire a scalare i vertici.

Lorenzo è tutto il contrario. È sempre stato svogliato, senza una precisa ambizione. All'inizio ha preso economia e commercio, ma dopo due anni infruttuosi, ha deciso di seguire la sua passione per lo sport e ha cambiato facoltà. Ora è al terzo anno di scienze motorie. Con buone probabilità discuterà la tesi il prossimo giugno, ma non voglio fare pronostici. Ha sempre arrancato anno per anno, perciò ho imparato a elogiarlo a ogni suo piccolo successo e a fare l'indifferente quando invece fallisce. O così, oppure litighiamo brutalmente. E non è un bello spettacolo.

«La macchina del caffè non funziona!» sbraito nervosa.

Lui mi rifila un'occhiata spazientita «Hai provato ad attaccare la spina?»

«Spiritoso!» stamattina non sono in vena di scherzi.

Lui guarda il retro della macchinetta e indica il serbatoio dell'acqua «Non ti farà mai il caffè se resta vuoto.»

Mi copro la faccia con le mani, al colmo della frustrazione. Lorenzo ride sommessamente mentre riempie il serbatoio e aziona la macchina che si mette subito a gorgogliare.

«Eccoti servita.» sorride mentre io finalmente sorseggio il mio primo caffè della giornata.

«Grazie. Ne avevo bisogno.»

Lui mi guarda di sottecchi, mentre con il cucchiaino abbonda lo zucchero nel suo caffè «Mi vuoi dire che ti prende stamattina? Sembri attraversata da una corrente elettrica.»

Faccio spallucce «Non ho dormito molto. Oggi dovrebbero finalmente darmi la risposta per lo stage e lo sai quanto ci tengo.»

«Già. Hai lavorato sodo per questa opportunità, vedrai che ti chiameranno.»

Sbuffo. «La fai facile tu. Ti ricordo che siamo in dieci in lizza e ci sono solo tre posti disponibili.»

«Vi hanno già detto quali aziende hanno aperto le posizioni?» chiede distrattamente scartando una brioche dalla confezione.

«Non lo so. Ma non sono molte quelle che si occupano di social media.» La mia specializzazione ha ridotto il campo sulla mia scelta, ma anche il numero di concorrenti. Non sono ancora molti quelli che si approcciano a questo nuovo modo di fare promozione.

«Pensi che sia per forza una dei colossi del settore, ma non hai contato le piccole aziende o quelle che stanno emergendo adesso. Potrebbe essere una di loro.»

Mi acciglio «Non fare il guasta feste. Se mi dovesse prendere una delle più quotate sarei già a cavallo con il mio curriculum.»

«Non te la sto tirando. Però è giusto che rimani con i piedi per terra.»

«Si, e fare come te che molli la presa proprio perché hai paura di sperare in grande?»

«Io non ho...» ammutolisce e io mi pento subito di aver parlato. Mi ero ripromessa di non tornare più sull'argomento e lui sembra cambiato. Perché l'ho detto?

«Scusa. Sono nervosa...»

«No. Sei una stronza. È diverso.» esce dalla cucina senza più guardarmi. I sensi di colpa si aggiungono al mio pessimo umore. Con Lorenzo è sempre così. Mi sembra di camminare sulle uova, devo stare attenta a cosa dico e a come lo dico. I nostri continui battibecchi l'hanno reso suscettibile, rendendo il nostro rapporto teso e fragile, fragilissimo.

Da quando ci siamo trasferiti a Milano e abbiamo cominciato l'università è come se avessimo preso strade diverse. Io sto gradualmente entrando nel mondo degli adulti mentre lui sembra esserne incapace. Il peggio è che non capisco cosa gli succede e di conseguenza non so come aiutarlo. È rimasto fuori corso per due anni di seguito, perso dietro alle bevute e ai fine settimane con gli amici, tra gite all'estero e feste fuori programma. A un certo punto la situazione gli è sfuggita di mano. Non sono bastati i nostri continui battibecchi o le rimostranze dei nostri genitori. Pur sapendo di sbagliare, ha continuato a perseverare in giornate leggere trascurando l'impegno con lo studio, senza alcun rispetto per i nostri genitori che pagano sia l'affitto che le tasse universitarie.

Mi guardo intorno in questa piccola cucina nell'appartamento che condividiamo. L'intero edificio conta poche unità, è abbastanza recente ed è situato a pochi passi dalle facoltà principali della città. Inoltre, l'appartamento davanti è occupato dai fratelli De Angelis. In realtà l'intero condominio appartiene alla loro famiglia. Il padre è un costruttore, grazie a lui paghiamo una rata irrisoria in confronto agli altri affitti della zona. Per me è una fortuna stare vicina alla mia migliore amica e all'inizio anche a Edoardo, ma con il passare del tempo, il continuo via vai delle ragazze che lui e Thomas fanno salire, mi ha fatto cambiare idea. Certe cose è meglio non vederle.

Mi alzo dallo sgabello senza riuscire a mandare giù niente di solido. Ho lo stomaco chiuso per molteplici ragioni. Allo stress per l'attesa allo stage si somma il ricordo di ciò che è successo la notte di Halloween. Con la mente continuo a rivivere il bacio che ho scambiato con Thomas, ogni volta si arricchisce di particolari talmente arditi e intimi che ormai non so più cosa è vero e cosa no. Era buio, potrei davvero confondere la realtà con la finzione. L'unica cosa di cui sono sicura è che è stato il bacio più intenso mai ricevuto, non che abbia avuto molti ragazzi, le mie esperienze si contano sulle dita di una mano. La mia cotta per Edoardo ha sterminato tutta la concorrenza, è per questo se non ho ancora dato a me stessa la possibilità di avere una storia seria. Definirla cotta, in effetti, è riduttivo. Sono innamorata di Edo ormai da molto tempo, troppo visto che non abbiamo mai concluso niente. La nostra amicizia è autentica, ma mentre io vorrei qualcosa di più, lui mi vede come l'amica d'infanzia della porta accanto.

Quando esco dal portone del condominio mi rendo conto che sta piovendo. Mando una maledizione al fato che oggi mi vede a piedi e in ritardo. Non ho il tempo di tornare su a prendere l'ombrello. Lorenzo aveva promesso di darmi uno strappo in facoltà. Pazienza, avrei dovuto pensarci prima di litigarci. Gloria ed Edoardo dovrebbero essere già in facoltà. Avevano una lezione stamattina presto. Alla fine, sollevo il cappuccio della giacca per coprirmi il capo e mi avvio sotto la pioggia.

Assumersi la responsabilità della propria sfortuna è un atto di coraggio che in pochi riconoscono. Cerco di prenderne atto, almeno per scalfire quel senso di colpa che ho nei confronti di Lorenzo. Lui ci sta provando. Io posso solo incoraggiarlo.

E poi c'è quella strana sensazione alla bocca dello stomaco, a metà tra la nausea e l'eccitazione. Ma che cavolo! Stiamo parlando di Thomas! Non mi piace neppure. Non dovrei proprio considerarlo quel bacio. E allora perché continuo a pensarci?

Quando arrivo davanti all'edificio sono in ritardo di due minuti appena. Nell'atrio incrocio Filippo, il ragazzo di Gloria. Lo saluto contenta di non essere l'ultima, ma lui non mi degna neanche di un'occhiata. Osservo perplessa il modo brusco in cui apre il portone e si dilegua all'esterno. Deve essere successo ancora. Mi dico entrando in aula. Il professore di Analisi industriale non è ancora arrivato.

Con calma vado a sedermi nel posto libero accanto a Gloria. Le basta uno sguardo per capire a cosa sto pensando.

«Che c'è?»

«Non dirmi che anche Filippo ti stava annoiando?»

È il quinto ragazzo che cambia nel giro di due anni. Appena le cose si fanno serie li molla. Non ho ancora capito se è perché non vuole impegnarsi o perché ancora non ha trovato quello giusto.

La mia amica è una bella ragazza e sa di esserlo. Fluenti capelli biondi, occhi azzurri, fisico slanciato. È intelligente e più sveglia di quanto ci si aspetti da lei, ma sembra totalmente incapace ad affezionarsi.

«Filippo non è noioso.» risponde ponderando bene le parole «ma nemmeno questa cima di simpatia.»

«Con me era gentile.»

«Infatti, ho detto simpatico non gentile. E poi non ci sapeva fare.» sbotta in un sospiro.

«Che intendi?»

Si avvicina abbassando la voce «Il sesso, amica. Non ci sapeva fare con la lingua. Did you understand me

Mi scappa da ridere ma freno l'istinto quando il professore fa il suo ingresso in classe.

«O forse ti sei dimenticata come funziona?» mi pungola dandomi una piccola spinta con la spalla «Stai mettendo le ragnatele lì sotto.»

«Smettila, scema!» borbotto notando due ragazzi nella fila davanti che ci lanciano continue occhiate. Gloria mostra loro il dito medio e prosegue «Guarda che Marco sta ancora aspettando una risposta.»

Mi prende in contropiede «Ah, Marco.»

«Già, Marco. Per quanto ancora intendi tenerlo sulla corda?»

Mi appiattisco contro lo schienale della sedia, ridimensionando i miei pensieri. Mi ci vuole un po' per trovare una risposta. Nel mentre il professore ha fatto il suo ingresso e disposto la classe alla visione di un documentario.

«Marco è carino, ma...»

«Falla finita, Giu. Dovresti proprio darci un taglio con Edo e concentrarti su altri ragazzi. Questa fissazione sta diventando ridicola.»

Ecco che torna su quel tasto. Essendo un sentimento a senso unico che dura da dieci anni, Gloria non riesce a chiamarlo amore. Per lei la mia è una fissazione, un limite di cui mi devo liberare.

«Marco non ha niente che non va. È in gamba, è bello e anche sexy.»

«Se ti piace così tanto perché non ci provi tu?» sbotto un po' irritata.

Lei mi guarda malissimo «Perché gli piaci tu. Sciocchina!»

Alzo gli occhi al cielo. «Forse a me non piace abbastanza.»

«Dovresti dargli una possibilità prima di dirlo.»

«Ci conosciamo da anni, Glo. Non è il mio tipo.»

«E' proprio questo il punto. Nessuno è il tuo tipo, tranne Edoardo.»

Quando resto in silenzio lei si addolcisce: «Devi solo credere nelle tue potenzialità. Stare appresso a una causa persa ti sminuisce. Non te ne rendi conto ma stai perdendo di vista la tua vera essenza. E non è giusto. Sei bella, talentuosa, intelligente. Edoardo ti sminuisce.»

Sbuffo «Va bene. Se questo ti può far stare tranquilla accetterò un appuntamento con Marco e vedremo.»

«Oh, brava! Così ti voglio. Vedrai che non te ne pentirai.»

Ma mentre lei afferma questo io sto già pensando che con Marco non ci sarà un seguito e che per distaccarmi da Edoardo avrei bisogno di più di un placido gradimento, avrei bisogno di un terremoto.

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