NOCTURNA

fiamminga95 által

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*COMPLETA* (Taekook) (Yoonhopemin) (Namjin) C'è una guerra in città. Un gruppo di vampiri sta invadendo il... Több

Personaggi e Introduzione
Atto I: Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Atto II : Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Atto III: Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Atto IV: Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Atto V: Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Epilogo

Capitolo 35

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fiamminga95 által

Capitolo 35

Il teatro

Taehyung aveva gli occhi spalancati e lo guardava. Il rumore di fondo di tutti i membri del nido, che sciamavano nel vecchio teatro polveroso, divenne un ricordo. Poteva solo guardare Jungkook e i suoi occhi seri. Consapevoli.

"Jungkook ..."

Il ragazzo strinse la perla che aveva in mano e si sedette meglio sul letto, volgendo la testa verso Taehyung e poi accarezzandogli i capelli. "Sono sveglio" disse. "Sono sveglio, dopo tanto tempo. Mi sembra di aver vissuto un lungo sogno, uno dove non riuscivo a ricordare chi ero e cosa dovevo fare"

"Cosa?" chiese Taehyung, con un sussurro. "Cosa dovevi fare?"

"Venire da te" gli rispose Jungkook. "Dalla prima volta che ti ho visto, tanti secoli fa, sapevo che sarei dovuto arrivare da te"

"La prima volta ..."

Jungkook posò delicatamente le labbra sulle sue, rispondendo alle sue domande silenziose con un bacio appena accennato. Sentiva Taehyung in un modo che non aveva mai sperimentato. Riusciva a percepire la sua presenza, il bagliore del suo spirito, il calore del suo potere. Separò le labbra dalle sue, meravigliato di potersi sentire così tanto vicino ad un altra persona.

"Hai aspettato per tanto tempo" gli disse, osservando le sue labbra schiuse e sorprese. "Hai sofferto così tanto, per colpa mia"

"Di cosa stai parlando, Jungkook?" chiese l'altro in un sussurro. "Che cosa vuol dire?"

Jungkook gli mostrò la perla che aveva in mano. Quando entrambi abbassarono lo sguardo le loro fronti vicinissime si poggiarono una all'altra.

"Hyungki" cominciò a dire a bassa voce. "Ha sempre desiderato sconfiggerti. Vuole avere il tuo potere e per essere come te ha rapito una kumiho di nome Jiwoo. La volpe, per salvarsi la vita, gli ha mostrato come creare i primi cigni neri, usando la sua yeowoo guseul, la sfera del potere della kumiho. Hanno stretto un sodalizio, per rubare i tuoi poteri. Jiwoo li desiderava come li desiderava Hyungki e così facendo ha tradito la sua stessa yeowoo guseul. Jiwoo la riteneva troppo debole: è una volpe giovane, con solo due code, con poco potere. Desiderava prendere il tuo. Ma ha alienato la volontà della sua yeowoo guseul"

"Come fai a sapere tutto questo" Taehyung tornò a guardarlo negli occhi, angosciato.

"Lo so" disse Jungkook "perché sono io. Io sono la yeowoo guseul" mostrò la perla.

Taehyung fece un passo indietro, per guardarlo meglio, con lo sguardo allibito.

Jungkook continuò: "Jiwoo ha assorbito l'anima di tutti i cigni neri nati dalla perla. Sono tutti qui dentro" tenne la perla con due dita. "Il loro spirito era quello della perla come lo è il mio. Sono tutti riuniti adesso. È il motivo per cui stavano morendo" spiegò e tornò a guardare Taehyung. "Hyungki possiede solamente un ultimo cigno, una ragazza a cui è stata sottratta l'anima. L'ho incontrata, mentre dormivo. Mi ha detto che il suo corpo si spegnerà come si sono spenti in fretta tutti gli altri. Non avevano più motivo di andare avanti"

"Perché?" chiese Taehyung. "Cosa è successo?"

"Io" rispose Jungkook. "Sono successo io" tornò a guardare la sfera nera che aveva in mano, la sua yeowoo guseul. "Le kumiho sono sterili. La perla non aveva modo di crearsi un nuovo padrone, un nuovo corpo, se non infondendo tutto il suo potere in una linea di sangue di esseri umani fino al punto in cui tutta la sua essenza non fosse maturata all'interno di un individuo solo. Io. Io sono l'ultimo cigno"

Taehyung continuava a guardarlo in silenzio e Jungkook gli fece un sorriso.

"Potrei ricordare la vita di centinaia di cigni" disse. "Pochi, vuoti decenni per ognuno di loro. Sono tutti condensati dentro la sfera, adesso. Tutti ci siamo mossi inconsapevolmente per arrivare da te"

"Da me?" chiese Taehyung. "Perché da me? Per il mio potere?" chiese, nascondendo una sottile paura.

Jungkook scosse la testa. "Non perché lo volessimo" spiegò Jungkook. "La yeowoo guseul non invidia nessuno. No ... abbiamo solo riconosciuto qualcuno come noi. Qualcuno che ... ci capiva" Jungkook sorrise ancora. "Ricordi il primo giorno che ci siamo visti?"

"Tu madre mia ha ..."

Jungkook scosse la testa. "No, non è stato quello il primo" spiegò il ragazzo. Si alzò in piedi e andò da lui. Taehyung lo guardava spaventato e allibito allo stesso tempo. Ancora non lo capiva ma prima o poi gli sarebbe stato chiaro. "Eri venuto a cercarci. Hyungki voleva venderci. Tutti ci volevano, tutti ci desideravano ... come i deboli desiderano il potere, come gli assetati il sangue" spiegò. "Ma mi hai guardato negli occhi. Mi hai visto. E io ho visto te"

"Non eri tu" disse Taehyung. "Era un altro cigno, un'altra persona"

"Era la yeowoo guseul" disse Jungkook. "E io sono la yeowoo guseul"

Taehyung lo guardava in silenzio, senza che la paura lo abbandonasse. Jungkook si intristì. "Perché mi guardi in quel modo?" chiese, afflitto.

"Sei diverso" spiegò Taehyung. "Sembri un altro"

"Sono sempre me stesso" disse Jungkook, toccandosi il petto. "Ora sono il vero me. Prima ero solo una parte" fece un sorriso amaro. "La parte sola e triste. La parte fragile. Quella che, più di ogni altra, voleva raggiungerti"

Taehyung fece un passo indietro e continuò a guardare Jungkook, guardingo.

"Taehyung ... non avere paura di me"

"Non ne ho" spiegò il vampiro. "Ho paura per me stesso"

Jungkook strabuzzò gli occhi. "Non ti voglio fare del male! Te lo giuro!" fece un passo avanti ma anche Taehyung si ritrasse. Jungkook lo guardò con un'espressione di pieno dolore sul viso. "Taehyung ... ti prego"

"Non so cosa dire" spiegò il vampiro. "Non so cosa pensare"

"Sono ancora io, Taehyung" gli prese una mano e se la mise sul petto. "Sono sempre io! Non ho tutte le risposte, non sono cambiato. Sono solo più ... completo, ma nemmeno io mi conosco ancora!"

Taehyung strinse la mano che aveva sul petto di Jungkook, incerto.

"Io ... sono sempre me stesso, come lo ero prima. Non sono cambiato sono solo ..."

"A me sembri cambiato, invece" disse Taehyung sottraendo la mano. "Ho passato anni sull'orlo della follia per te. Ma questo cambia tutto"

"No, non cambia niente" Jungkook si avvicinò di nuovo, più vicino, spaventato dalla freddezza e dalla distanza che sentiva nello sguardo dell'altro. "Non lo riesci a capire?" disse, con un sussurro. "Non ero ancora nato, ero solo ... solo ..." scosse una testa. "Ero solo un progetto, solo una piccola frazione di quello che sono adesso ma già ti volevo". La voce di Jungkook si incrinò e si spense, angosciata. "Ti ho sempre voluto".

Taehyung strinse la mascella e lo guardò dritto in viso, incerto.

"Non ... non mi cacciare, adesso che sono qui. Che sono qui veramente" strinse la perla nella sua mano ancora più forte. "Questo non cambia la nostra storia"

"No?" disse Taehyung, scettico e amareggiato. Deglutì a vuoto. "A me sembra di sì. A me sembra che tutto questo sia solo un piano malato di ... di Hyungki! E di quella volpe! Per arrivare a me, per arrivare al nido e al mio potere. Per farmi impazzire e ..."

"No!" Jungkook lo strinse per le spalle e scosse energicamente la testa. "No, Taehyung, credimi. Te lo giuro. Le lo giuro ... ti ho riconosciuto dal primo momento!"

"Tu? Tu o quella cosa che tieni in mano?"

"Siamo la stessa cosa. Io sono la yeowoo guseul" insistette Jungkook.

"E hai cercato me? Per me ... o per la mia yeowoo guseul? Quella che ho ottenuto io?" disse duramente. Si allontanò da Jungkook e si mise una mano sullo stomaco.

Jungkook seguì il suo movimento e strinse le labbra. Scosse la testa, sentendo le lacrime agli occhi. "Non cambia nulla ..."

"Lo hai detto tu stesso, non è così?" Taehyung rise amaramente. "Come dovrei chiamarti adesso? Chi sei? Un'altra volpe?"

"Sono sempre io! Sono sempre Jungkook!"

"Hai detto che sei stato creato con quella perla. Hai detto che hai riconosciuto quella che possiedo io e che per questo hai pensato che fossimo simili ..."

"Solo all'inizio!"

"Io non sono la perla che ho dentro il mio corpo!" urlò Taehyung, stringendosi i vestiti sopra lo stomaco. Jungkook si strinse nelle spalle, quando lo sentì urlare. "Non sono stato creato, non sono stato fatto da nessuno. Io sono io. Avevo una vita. Ero umano, prima di tutto questo incubo!"

"Lo sono anche io!"

"No, non lo sei più!" Taehyung lo indicò come se fosse evidente. "Guardati!" gli disse. "Guardati! Hai la stessa faccia, lo stesso odore ma ... ma questo potere che sento non è umano. Non sei mai stato umano ..."

"Che cosa importa?!"

"Se pensi di essere come me, solo perché ho anche io una yeowoo guseul" disse Taehyung "Allora mi dispiace deluderti!" rispose Taehyung. "Io non la volevo! Non volevo tutto questo! Non volevo essere un vampiro, non volevo un nido, non volevo l'immortalità, volevo vivere una vita ... normale! Come un umano qualunque! Non ho preso io la perla. Mi è stata data. La kumiho che me l'ha donata me l'ha offerta e io ... io non potevo sapere che avrebbe avuto questo effetto su di me"

Tra le lacrime, Jungkook annuì. "Le yeowoo guseul assorbono energia vitale" disse, pulendosi il viso umido con il dorso di una mano. "Servono a risucchiare le anime a meno che ..."

"A meno che non sei degno di averla" annuì con rabbia Taehyung. "L'ho compreso troppo tardi. Questo potere che la perla mi da fin da quando sono diventato un vampiro, mi ha ...mi ha impregnato" disse, scuotendo la testa. "È per questo che stavo perdendo il controllo, non è così? È per quello che sei"

Jungkook lo osservò con angoscia mentre Taehyung rideva amaramente. "La mia yeowoo guseul reagiva a quello che sei. Il suo potere straborda e prende il controllo su di me. Cosa vuoi farmi?" chiese, scoprendo i denti. "Vuoi che impazzisca? Vuoi che la mia yeowoo guseul prenda il sopravvento? Stai aspettando che faccia di me un cigno come lo sei tu e mi faccia sparire definitivamente?"

"NO!" Jungkook tornò da lui e lo strinse. "No, no! Perché non mi credi?"

Taehyung scosse la testa, quasi disgustato dal suo tocco. "Quando ti ho visto ingoiare la perla ..." disse, tri i denti e osservando lo sguardo umido di lacrime dell'altro " ... ho pensato che tu fossi come me. Solo un povero essere umano messo davanti a qualcosa che non poteva gestire" Dopo un attimo di silenzio aggiunse: "Ma non è così, non è vero? Non sei mai stato quello che credevo che fossi. Continui a dimostrarmi che sono solo un sciocco. Di te non ho mai capito nulla"

Jungkook lo scosse la testa con energia, rifiutandolo di lasciarlo andare. "No. No, ti prego smettila. Smettila!" continuava a piangere disperatamente. "Non mi interessa tutto questo. Non mi interessa la tua perla, non mi interessa la mia"

Ancora singhiozzando mise la yeowoo guseul nera nella mano di Taehyung e la costrinse a prenderla. "Tienila! Tieni la tu!" insistette con forza. "Questa perla è quella che sono. È tutta la mia storia e il mio futuro. Tieni la tu. Tienila tu, se non mi credi!"

"Non la voglio" rispose freddamente Taehyung, causando in Jungkook singhiozzi più volenti. "Non le voglio queste maledette perle. Mi hanno solo rovinato la vita."

Si scansò da Jungkook così forte che il ragazzo cadde a terra. La perla nera scivolò a terra e rimbalzò tra di loro, rotolando verso Jungkook. Si fermò vicino al suo ginocchio. Il ragazzo alzò gli occhi su Taehyung, che si copriva il viso e respirava a fatica.

"Io ..." disse il vampiro, con voce debole e strozzata. "Io volevo solo che tu avessi una vita ... normale" abbassò le mani, scoprendo i suoi occhi arrossati e posandoli su quelli altrettanto lucidi di Jungkook. "Volevo che avessi la vita che io non ho mai potuto avere"

Jungkook batté le palpebre e lacrime pesanti gli scesero sulle guance rotonde.

Indurì il suo sguardo e disse: "Io non sono te".

Taehyung lo guardò altrettanto duramente e Jungkook si alzò in piedi, riprendendosi la sfera. "Io non sono te!" gli urlò più forte. "Non voglio una vita normale! Non voglio una famiglia umana, non voglio andare a scuola o farmi degli amici o avere nient'altro che tu vuoi costringermi ad avere!"

"Sei uno sciocco allora" gli rispose Taehyung. "Dimostra che non sei umano e che non lo sei mai stato"

"No mi importa!" rispose Jungkook, che tremava di rabbia, anche se la sua voce dolce non riusciva ad essere rabbiosa nemmeno in quel caso. "Sei tu che non capisci!" disse invece a Taehyung. "Quella vita che pensi di aver perso ... non ti serve. Sei così preso dal tuo dolore, dalla tua tristezza, che sminuisci quella degli altri! Mi hai fatto vivere una vita vuota!"

"Cosa avrei dovuto fare?" disse Taehyung, ancora più furioso. "Rimandarti indietro?!"

"Tenermi. Con . Te!" rispose Jungkook. "Ho vissuto decine di vite vuote, ho trascorso due secoli nel dolore, nella rassegnazione, mentre ogni cigno veniva cresciuto, venudo, rinchiuso ed ucciso ed ho sopportato il dolore di tutte quelle vite per arrivare da te! E tu mi hai mandato via! Mi hai respinto!"

"Perché? Perché non volevo bere il tuo sangue?" Taehyung scoprì i denti. "Perché mi rifiutavo di impazzire definitivamente ... Che stai facendo?!"

Jungkook si era voltato ed aveva dato un pugno alla finestra, mandandola in frantumi. Con un gemito dolorante aveva ritratto la mano sanguinante e l'aveva tenuta stretta al petto.

Taehyung era allibito ma Jungkook lo guardò, respirando velocemente e cercando di sopprimere il dolore. Mostrò la mano insanguinata. Taehyung era fermo come una statua, davanti al sangue che gocciolava.

Jungkook lo fissò dritto negli occhi e disse: "Lo vuoi?" disse. "Ti ricordi cosa mi hai detto l'altra sera? Mi hai detto ..." fece un passo avanti e Taehyung divenne ancora più rigido. "Mi hai detto di non fare l'errore di pensare che non mi vuoi. Ora hai cambiato idea?" chiese, mostrando il suo sangue. "Vuoi sapere ..." il suo respiro era pesante perché il dolore lo opprimeva. La mano bruciava. "Vuoi sapere perché ho questo odore?"

Taehyung scosse la testa e fece un passo indietro.

"Lo hai capito. Hai capito perché sono nel modo che sono"

"Sta zitto!"

"Per te" disse Jungkook, mostrando la sua mano insanguinata. Taehyung scosse la testa. "È per te"

"Non è possibile ... se così fosse ..."

"Smettila di dare valore alla mia umanità! Sono sempre stato quello che sono adesso, ora l'abbiamo solo capito"

"Il mio Jungkook" disse Taehyung aprendo gli occhi e respirando velocemente, agitato. "Il mio Jungkook non è così. Non è ... non è ..."

"Io sono qui! Sono sempre io" La rabbia di Jungkook si era di nuovo sciolta in lacrime. "Io non ho smesso di amarti" disse, con un singhiozzo. Taehyung tornò a guardarlo. "Questo sangue ... questo corpo, tutto quello che sono, è per te. Sono nato ... per te. Per stare con te. E dopo tutto questo, continui a non accettarmi?"

Taehyung lo guardava in silenzio, cercando di ignorare il sangue che colava a terra con piccoli plinc ... plinc ... plinc ...

"Io mio Jungkook" disse, sconfitto "Il mio Jungkook aveva bisogno di me" lo ammise con grande pena. "Il mio Jungkook aveva bisogno di me ..."

Non del potente vampiro, non del capo di un nido, non di una creatura millenaria. Solo di lui.

"Volevo solo che mi chiamassi per nome e mi che vedessi" il suo sguardo era vuoto e triste "Anche se non lo meritavo"

"Taehyung" rispose Jungkook, abbassando la mano insanguinata. "Io ti vedo. Ti ho sempre visto. E tu meriti ... tutto" lo disse seriamente. "Mi hai offerto una vita umana. È stata buona, finché è durata. Pensavi fosse il meglio per me. E se io potessi, se il fatto di avere il potere di una yeowoo guseul potesse cambiare qualcosa, ne darei quella vita a te. Ti darei tutto quello che vuoi. Che cosa vuoi?" chiese. "Cos'altro vuoi?"

Taehyung abbassò gli occhi e strinse le labbra.

Era sempre la stessa domanda, alla fine. Gliela ponevano tutti. Jin gliela aveva chiesto più di una volta. Hoseok la chiedeva silenziosamente. Il suo nido non riusciva a capirlo, i suoi figli neppure, nessuno in tutto il mondo lo poteva capire.

Si toccò lo stomaco e si strinse la maglia. Il potere che aveva e che gli era stato donato l'aveva reso intoccabile. Anche se tutti i vampiri del suo nido ne avevano una piccola parte nessuno poteva capire cosa significava. Nessuno poteva capire cosa significava vivere così a lungo, essere così soli, avere quella cosa nella pancia che per centinaia di anni aveva continuato a crescere, crescere, crescere ...

"Voglio solo ..." disse a bassa voce. "Qualcuno come me"

Jungkook lo osservò in silenzio.

"Mi sento come l'unico membro di una specie estinta. Niente di ciò che ho fatto mi ha mai portato conforto. Non c'è nessuno come me" alzò gli occhi su Jungkook, ancora silenzioso. "Quando ti ho visto, eri così piccolo. Innocente. Un mondo più grande di te di aveva condannato per sempre alla solitudine e alla stranezza. Tu eri come me, in qualche modo. Volevo così tanto che tu riuscissi ad avere la vita che non ho mai vissuto" si fermò un momento e poi aggiunse. "Sarebbe stato come riuscire a concederla a me stesso"

Jungkook rimase in silenzio per un altro lungo momento e poi disse. "Io sono come te. Ma non sono te, Taehyung" spiegò a bassa voce. "Sono l'unico altro esemplare di questa nostra specie. Non posso darti la vita umana che desideri perché è persa per sempre, ma posso darti tutto il resto dei giorni della mia vita"

Fece un passo indietro e prese la coperta dal letto per coprirsi la mano ferita gemendo per il dolore. Gli occhi di Taehyung erano incollati alla sua schiena.

Il vampiro si avvicinò e poggiò una mano tra le scapole di Jungkook che rimase immobile. "Non avrai più bisogno di me, adesso" disse a bassa voce. "Non ci sarà più bisogno di me"

Jungkook si voltò verso di lui stringendo la mano ferita dentro il lenzuolo ormai zuppo.

"Io ti amo" gli disse. "Avrò sempre bisogno di te"

Taehyung lo guardava come se non ci credesse e Jungkook strinse le labbra.

"Tu non mi ami?" chiese, pieno di angoscia.

"Io ..." Taehyung esitò e poi deglutì. "non lo so. Ma ti amavo. Ti amavo ... tantissimo. Così tanto che pensare di impazzire per sempre per poterti proteggere era accettabile"

"Non voglio che tu impazzisca" disse Jungkook. "Non lascerò che accada"

Taehyung fece una smorfia. "Spero tu ci riesca"







Il teatro era un vecchio posto abbandonato, le finestre sbarrate e gli interni polverosi.

Namjoon era sciamato all'interno, davanti ad una imponente scala dorata, insieme ad un gran numero di vampiri. Hoseok e Jimin era spariti quando Yoongi era svenuto di nuovo. Taehyung e Jungkook non si trovavano più e Namjoon era circondato da vampiri mezzi morti e sfiniti.

E lui era lì, l'unico umano tra di loro.

Perché sono qui? Si chiese. Cosa ci faccio con tutte queste persone? Cosa sono loro per me? Niente! Non ho niente in comune con loro ...

"Namjoon!"

Si voltò. Vide Jin arrivare di fretta. Il suo completo nero era sporco, i suoi capelli in disordine, ma per il resto sembrava perfettamente composto, se non per il suo sguardo preoccupato. Gli mise le mani sulle spalle e lo analizzò attentamente. "Sei ferito!"

"Oh" Namjoon si rese conto di avere il collo ancora sporco di sangue raggrumato. "Sto ... bene" si toccò con una mano sporca ma Jin lo fermò prima che potesse poggiarla sulla ferita. "Non è stato un vampiro"

"No, lo riesco a vedere" gli occhi di Jin lo stavano analizzando con occhio serio e clinico. "Cosa è successo?"

"Non ne ho idea!" disse Namjoon, che voltandosi poteva vedere altri vampiri che se ne andavano in giro per curare le loro ferite. "Io ... non so niente di tutto questo. È una pazzia!" forse era sotto shock ma non riusciva a fermarsi. "Qui ci sono ... vampiri con i poteri e piani millenari e creature magiche e ... delle diavolo di volpi giganti e io sono solo un uomo con una pistola!" la mostrò a Jin. "Scarica, tra l'altro!"

Jin si guardò intorno e vide che molti lo stavano osservando. Prese Namjoon per le spalle e lo incoraggiò a seguirlo. "Vieni con me" gli disse gentilmente, conducendolo in una stanza privata, non troppo lontana.

Quando camminavano dal tappeto si alzavano nuvole di polvere. "Cos'è questo posto? Dove siamo?" Namjoon non riusciva a smettere di tremare. Jin gli tolse la pistola dalle mani e lo fece sedere ad una vecchia sedia impolverata.

"È un teatro" disse. "Era il nostro precedente nido, prima di costruire l'hotel. È sicuro. Hyungki non conosce la sua posizione. È abbandonato da molto tempo"

Namjoon, anche nell'agitazione e nella paura, alzò lo sguardo su di lui e disse: "Scusa ... sono uno scemo. Tu stai bene?"

Jin fece un sorriso, sedendosi davanti a lui dopo aver trascinato un'altra sedia. "Ci vuole molto più di questo per farmi male" sorrise e Namjoon fece una smorfia sarcastica.

"Questo non è poco" commentò, ricordando il panico, il fuoco, le urla e la quasi morte di Yoongi. "I tuoi? Come stanno?"

"Abbiamo perso un membro" disse duramente Jin. "Ma ne abbiamo uccisi molti"

"E ne avete acquisito uno in più" commentò Namjoon.

"Sì" Jin si leccò le labbra e disse: "Me ne sono accorto"

"È stato Yoongi ad appiccare l'incendio"

"So anche questo. Era difficile non sentire i suoi pensieri quando era sveglio. Erano ... esplosivi" sentendo però l'agitazione di Namjoon gli disse: "Non devi preoccuparti. Yoongi era confuso e in preda all'istinto. Si riprenderà e tornerà normale"

"Normale?" sussurrò Namjoon. "Non tornerà normale"

I pensieri di Namjoon erano caotici. Continuava a pensare a Yoongi, a quello che aveva fatto Taehyung, alle fiamme che si sprigionavano dalle mani di Yoongi e dal fatto che, adesso, sarebbe stato per sempre morto per la società umana.

"Ssh" Jin gli prese la testa e la alzò. "Non ci pensare adesso" sussurrò. "Andrà tutto bene" passò delicatamente il pollice sul suo viso e solo in quel momento Namjoon si accorse che stava piangendo. Si vergognò di se stesso. "Ci prenderemo cura di Yoongi. Lo farò io personalmente, te lo prometto"

Namjoon annuì debolmente, continuando a pensare al fatto che adesso sarebbe rimasto da solo, che non avrebbe più avuto un partner, che quel nido si era preso anche Yoongi ... ma non poteva arrabbiarsi. "Ho davvero pensato che fosse morto" disse con un singhiozzo. "Ho davvero avuto paura che non riaprisse più gli occhi"

"Va tutto bene adesso"

"Sarà un vampiro per sempre" continuò a dire Namjoon. "E io rimarrò da solo"

"Non lo permetteremo" disse delicatamente Jin, continuando a pulirgli il viso dalle lacrime. "Né io, né Yoongi. Te lo giuro"

Namjoon trovò conforto nelle sue parole, per davvero. Chiuse gli occhi e sospirò.

"Mi dispiace che tu sia finito in mezzo a tutto questo" gli disse Jin. "Non doveva succedere. Sta qui. Vado a cercare qualcosa per disinfettare e richiudere la ferita"

Jin fece per alzarsi ma Namjoon lo fermò. Guardava davanti a sé quando disse: "Non ne hai davvero bisogno. No?"

Jin rimase immobile, con la mano stretta in quella di Namjoon. Strinse la mascella e spiegò: "È sul tuo collo"

"Hoseok lo ha fatto, per Yoongi" ricordò Namjoon. "Non lo faresti per me?"

Jin sospirò. "Sei sotto shock"

"È molto probabile"

"Se lo facessi, domani te ne pentiresti. Non mi vuoi così vicino. Così berrò inevitabilmente il tuo sangue. La ferita è ancora aperta"

"Non mi importa" disse Namjoon, stringendogli più forte la mano. "Smettila con questa presunta cavalleria che vuoi dimostrare e torna quel bastardo che fa le cose che deve fare senza considerare se lo voglio o meno" la sua voce era dura ma molto angosciata. Alzò gli occhi su Jin e disse: "Non ho le forze per dirti di no, in questo momento" fece una smorfia e aggiunse. "Non ho la forza di rimanere da solo"

Jin lo guardò con dolcezza, prima che il suo sguardo mutasse in preoccupazione. "Namjoon"

"Fallo e basta, ok?"

Jin sembrava combattuto. Adocchiò la porta, come se stesse pensando ad andarsene lo stesso ma poi sospirò e tirò Namjoon in piedi. "Sta dritto"

"Sono stanco" disse l'umano. "Non mi reggo più in piedi"

"Ti reggo io" disse Jin. "Appoggiati a me"

Namjoon fece come gli era stato detto e poggiò tutto il suo peso sul corpo marmoreo dell'altro. Jin era immobile e stabile. Niente l'avrebbe mai fatto crollare e questo pensiero diede uno strano senso di protezione a Namjoon. Per tanto tempo aveva avuto paura del suo abbraccio ma adesso che lo sosteneva, dopo tutto quello che era successo, era persino accogliente.

"Se non riesco a chiudere la ferita con la saliva" disse il vampiro "Dovresti bere il mio sangue. Sei disposto a farlo?"

"Non lo so. Forse" il pensiero gli dava delle strana sensazione. Bere il sangue di Jin. Come aveva fatto sua madre. Jin lo aveva offerto: il suo era un sangue molto potente. Poche gocce avevano curato ogni cosa. "È prezioso?"

"Cosa?" chiese Jin, che stava spostando i capelli di Namjoon dalla ferita.

"Il tuo sangue" specificò il poliziotto. "Non te l'ho mai chiesto. Lo hai dato a mia madre. Quanto è prezioso?"

"Non lo so" disse Jin, guardandolo viso. "Non l'avevo mai dato a nessuno e non l'ho dato a nessun altro dopo. Questo lo rende prezioso?"

Namjoon lo guardò, sorpreso. "Davvero?" ma lo sguardo di Jin gli diceva che era serio. "Questo lo rende prezioso. Molto"

"Non ci ho mai pensato" Jin sistemò l'ultima ciocca di capelli dietro l'orecchio di Namjoon e disse. "Ma se ti servirà te lo darò"

Namjoon investigò i suoi occhi e disse: "Questa è una di tutte quelle cose della tua specie che è molto importante e io non capisco, non è vero?"

Jin sorrise. "Forse"

"Perché non mi hai mai detto queste cose prima, Jin?"

"Non volevi sentirle" spiegò l'altro. "Ora sta fermo"

Namjoon lasciò che l'altro muovesse piano la sua testa per esporre la ferita al collo e poi, con lenta delicatezza, cominciò a succhiare e leccare via il sangue. "Mm" disse contrariato. "C'è un orribile sapore su di te"

"Toglilo" disse Namjoon, con la testa leggera, mentre era trattenuto dalle sue braccia, e teneva la testa all'indietro. "Mandalo via"

Jin riprese a leccare, piano e con attenzione. Pulì la ferita e il tocco della sua lingua era caldo e umido, rassicurante. Molto diverso dai canini affilati della bestia che l'aveva morso. Jin procedeva con cura e con tenerezza. La ferita prudeva ma non in modo fastidioso. Era calda, e si stava chiudendo.

Namjoon gli permise di andare avanti per molti muniti, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alla sua presa. Era piacevole. Le sue gambe cedettero e a quel punto Jin li fece mettere in ginocchio, e trattenne Namjoon per la schiena e per il collo. Era uno strano abbraccio, ma era protettivo e calmo.

Quando Jin finì, Namjoon aveva perso tutte le forze e l'adrenalina che l'aveva tenuto in piedi fino a quel punto era sparita. Ogni forza aveva lasciato il suo corpo, saldamente tenuto dall'altro. Chiuse gli occhi.

"Namjoon" disse l'altro a bassa voce. "Apri la bocca"

Namjoon era sul punto di addormentarsi ma schiuse le labbra e sentì quelle carnose e morbide dell'altro posarsi su di lui. Non era saliva quella che gli finì in bocca. Era qualcosa di denso e caldo, dal sapore metallico ma in qualche modo dolce. Aveva un sapore strano e un retrogusto indecifrabile che mandò un lungo brivido lungo la sua schiena.

Namjoon ingoiò, sentendosi leggero, con la testa vuota e il corpo svuotato. Chiuse gli occhi, in preda a quella sensazione avvolgente.

"Dormi, Namjoon" gli disse l'altro, stringendolo. "Veglio io su di te"

Olvasás folytatása

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