NOCTURNA

Door fiamminga95

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*COMPLETA* (Taekook) (Yoonhopemin) (Namjin) C'è una guerra in città. Un gruppo di vampiri sta invadendo il... Meer

Personaggi e Introduzione
Atto I: Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Atto II : Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Atto III: Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Atto IV: Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Atto V: Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Epilogo

Capitolo 26

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Capitolo 26

Molto lontano


Taehyung si affrettò a inseguire il vampiro, ma prima che lo potesse afferrare qualcun altro gli piombò addosso, schiacciando l'estraneo per terra e uccidendolo con un colpo solo. Jin si alzò elegantemente, pulendosi la mano sporca di sangue con un fazzoletto di seta che prese dalla tasca interna della sua giacca nera.

Si voltò verso di lui.

Taehyung rimase immobile, sentendo anche i passi leggeri di Hoseok che si avvicinavano.

"Ti spiace spiegare?" disse Jin che continuava a pulirsi con cura e lentezza.

"Non c'è niente da spiegare"

"Davvero? Dopo quello che è appena successo?" disse Hoseok guardando il cadavere del nemico che era rimasto scomposto a terra. "C'è stato uno strano via vai di vampiri esterni al nido ultimamente ed è stato difficile da ignorare" si abbassò a terra e strattonò la maglietta del cadavere, per rivelare un vecchio marchio nero a forma di falco, simile ad un tatuaggio.

Hoseok tornò a guardare male Taehyung. "Per favore, non dire quello che sto pensando tu abbia fatto"

"Credo che sia proprio quello che stai pensando" disse invece Jin, che mise da parte il fazzoletto e fece qualche passo in avanti per fronteggiare Taehyung. "Hyungki ti è ancora alle costole? Cosa dobbiamo fare per farlo smettere?"

"Non smetterà" disse Taehyung, molto serio.

Jin strinse la mandibola. "È ancora qui, non è vero? Non hai mandato via il cigno. È ancora nel nostro territorio"

Taehyung non rispose ma Jin lo fulminò con lo sguardo.

"Dio santo" disse, arrabbiato. "Vuoi trascinarci in una guerra? E per cosa, per un po' di sangue di cigno!"

"Non prendo il suo sangue" disse Taehyung, offeso. "Mi assicuro solamente che quei maledetti non riprovino a prenderlo. Lo sai come trattano i cigni"

"Bene" disse Jin, ancora arrabbiato. "Allora se è così va da Hyungki e paga per il cigno. Vai e ammetti di averlo. Compralo e poi fai di lui quello che ti pare. Se vuoi che viva in giro da solo e non come uno della sua ..."

Taehyung afferrò Jin per il collo e lo strattonò. Hoseok si voltò verso di loro, sorpreso, ma non fece niente.

Taehyung scoprì i denti. "Non devo pagare nessuno per lui. È una persona, Seokjin. Non ho intenzione di dare a Hyungki nemmeno un soldo. Li userebbe per continuare a allevare altri cigni e non voglio avere niente a che fare con questo"

"Allora cosa vuoi fare?" Jin si liberò con uno strattone e si aggiustò subito il colletto stropicciato. "Andare a liberarli tutti?"

"Non posso. Tutti gli altri nidi ..."

"Esatto. Esatto, Taehyung!" si imputò Jin, esasperato. "Gli altri nidi, tutti quelli che sono dalla parte di Hyungki pendono su di noi come la spada di Damocle. Non possiamo averli contro tutti, te ne rendi conto?"

"Lo so" disse Taehyung. "Ma non c'è altro che posso fare"

"Potresti uccidere il cigno e farla finita"

Lo sguardo di Taehyung si adombrò e persino Hoseok guardò allibito Jin. "Sarà un ragazzino adesso ... Jin, non puoi essere serio"

"Allora prendilo nel nido" Jin era davvero frustrato. "Non so più cosa suggerirti, Taehyung. Vuoi che viva e che sia al sicuro lontano dai vampiri ma non può farlo. Non puoi farlo tu" insistette sull'ultima parola. "Non puoi fare come vuoi perciò devi giungere a compromessi"

"Vedi?" disse Taehyung, indicandolo. "Ascoltati. Parli così perché tu per primo non riconosci che il cigno sia una persona. Per te è una debolezza, una cosa di cui si può decidere se disfarsi o meno e di cui si può cambiare l'esistenza senza avere ripercussioni"

"Taehyung!" Jin stava cominciando ad urlare. "Non si sta parlando di te!"

Hoseok fece un passo indietro ed un'espressione nervosa mentre si spostava i capelli da viso. Taehyung era rimasto immobile e Jin respirava velocemente, resosi conto di aver detto troppo. In ogni caso non si tirò indietro.

"Non sei tu" disse, con voce più pacata. "La tua vita mortale è finita tanto tempo fa. Perché non riesci ad andare avanti? Non puoi continuare a pensare a quello che eri, devi pensare a quello che sei adesso e sei il capo del nido di vampiri più popoloso della Corea. Devi pensare anche a noi. Noi siamo la tua famiglia. Io, Hoseok, Seojoon e tutti gli altri all'hotel. Vuoi buttare via la nostra pace e la nostra esistenza solo perché non vuoi cedere questa unica volta?" lo stava implorando. "Ti prego, Taehyung. Guarda in faccia alla realtà. Non puoi avere quello che vuoi. Devi scegliere o uno o gli altri e perché non vuoi scegliere noi?"

Hoseok guardava prima uno e poi l'altro. Taehyung gli chiese: "La pensi come lui?"

"Credo che questa storia del cigno ti stia facendo più male che bene, Taehyung. Dobbiamo trovare un modo per risolverla"

Taehyung annuì e si leccò le labbra. Non sapeva cosa dire, a nessuno dei due.

Jin dopo un po' gli chiese: "Dove si trova?"

"Non ho la minima intenzione di dirtelo" disse secco Taehyung.

"Non voglio fargli male"

"Ah, no?" Taehyung sbottò e grugnì, sarcastico. "Puoi uccidere qualcuno senza fargli male. Puoi rapire qualcuno e chiuderlo in uno scantinato senza fargli del male. Quale delle due cose avevi in mente?" chiese.

"Sei ingiusto, Taehyung"

"No. Ti conosco" disse l'altro. "Hobi, tu hai avuto qualche visione?"

"No, ma questo non vuol dire che non andrà tutto a ..."

"Questo mi basta" disse Taehyung, voltandosi e camminando via. "Non voglio più sentire una parola sull'argomento. Mi occuperò io di questa faccenda"

"Ma che diavolo ti è successo?!" gli rinfacciò Jin.

Taehyung si fermò ma non si girò a guardarlo.

"Siamo una squadra! Dobbiamo lavorare insieme per il bene del nido!"

"Non mi fido di voi per il suo bene" gli rispose Taehyung.

"Il suo ...?! Chi se ne frega del bene di un ragazzino umano!" disse Jin, sorprendendo anche Hoseok. "A noi deve importare solo del nido! Siamo qui solo per il nido, è tutto quello che abbiamo"

"È tutto quello che hai tu!" rispose Taehyung. "Tu non hai nient'altro e non hai nessun altro perché pensi solo a questo, al nido al nido al nido ... Tu hai voluto ... no, VOI avete voluto il nido" spiegò Taehyung.

Gli altri due lo guardarono duramente ma Taehyung non aveva intenzione di schermarli dalla verità.

"O ricordo male? Sono stato da solo per tanto tempo ma quando vi ho trovati e vi ho trasformati mi è andata bene. Mi servivate per non essere troppo solo ma questo non bastava a voi. Chi ha cominciato a trasformare e cercare altri membri per il nido? Chi ci ha resi così? Chi ci ha dato questo potere? Voi! Tu, Jin! Lo hai fatto tu perché hai sempre e solo cercato qualcuno a cui aggrapparti disperatamente e non lo hai mai trovato come non lo ha trovato nessuno di noi! Io vi ho trasmesso la mia maledizione e il mio potere ma voi avete fatto molto peggio. Avete diffuso a tutto il nido la vostra miseria!"

Taehyung scosse energicamente la testa.

"Ora siamo qui, e sento mio questo nido ma voi mi ci avete messo a capo ... Jin. Tu ti aggrappi al nido perché è quello a cui più tieni perché è il tuo progetto. Hoseok lo usa per riempire la sua solitudine ma io ... io non posso nemmeno avere questo?" Chiese in modo retorico e disperato. "Tutto il potere che può darmi la nostra maledizione e non sono in grado di dare una vita decente ad un ragazzino che scappa dalla servitù?!"

Scosse la testa e disse: "No, Jin. Non posso andare avanti. Tutto questo" allargò le mani e mostrò loro, ben vestiti e curati e il cadavere del vampiro per terra "non ha cambiato nulla in me"

"Taehyung ..." provò a dirgli Hoseok ma lui non gli rispose.

Si voltò e se ne andò, scomparendo nel vicolo.





C'era una grande afa a Gangneung. Il sole splendeva con tutta la sua energia sugli umani che affollavano le strade e i turisti che andavano e tornavano dalla spiaggia. Taehyung stava sorseggiando un té freddo sotto un ombrellone, attento a non rimanere troppo tempo sotto il sole.

Come vampiro non bruciava alla luce del mattino ma la sua pelle era comunque più sensibile di quella di un umano, così come i suoi occhi. Nemmeno i pesanti occhiali neri a specchio bastavano per fargli vedere tutto con chiarezza. In pantaloncini e maglietta però, sotto il suo ombrellone, sembrava un turista come un altro.

"Mamma, smettila" diceva una voce familiare qualche fila di ombrelloni più in là. Jungkook si tolse la crema solare dal naso e la spalmò meglio su tutto il viso. "Non sono un bambino"

"Ma hai la pelle così delicata, Jungkookie" gli disse la signora, che con il tubetto di crema era già pronta a mettergliene altra sulle spalle. "Ti devi proteggere meglio"

"Lascialo stare" disse l'uomo seduto alla sdraio dietro di loro, alzando gli occhi dalla sua rivista di sudoku. "Ha anche lui la sua dignità"

Jungkook non obiettò più ma lasciò che sua madre gli spalmasse tutta la crema che voleva, promettendo che non sarebbe andato subito in acqua. Il ragazzo si diresse allora verso la spiaggia mentre i due genitori parlottavano di quello che avrebbero mangiato in hotel a pranzo.

Taehyung si disinteressò immediatamente a loro e concentrò il suo sguardo sulla schiena esile del ragazzo pallido e bianco che andò a mettere i piedi in acqua e poi, quando lo vide allontanarsi per fare una passeggiata sotto il sole, si chiese se era il caso di andargli dietro.

Ponderò per un po'.

Jungkook aveva diciotto anni e quella era la prima volta che usciva da Seoul per fare una vacanza. Tutti i suoi compagni di scuola avevano fatto già molte esperienze nel paese e all'esterno ma non lui. I suoi genitori glielo avevano sempre impedito ... perché Taehyung aveva instillato loro la paura di farlo andare via.

Li aveva convinti di molte cose che dovevano servire a tenere Jungkook al sicuro ma che allo stesso tempo lo avevano danneggiato. Taehyung era dispiaciuto, ma non poteva fare diversamente. Era un azzardo lasciar andare Jungkook in giro per il paese da solo, ma alla fine si era convinto che non poteva impedirgli di vivere solo perché aveva paura.

Taehyung doveva solo sforzarsi di proteggerlo meglio e senza farsi vedere.

A Gangneung non c'erano nidi e non ce ne erano per parecchi chilometri: era una buona meta per Jungkook e la sua famiglia ma Taehyung non sarebbe stato sereno sapendolo lontano in un posto dove non poteva difenderlo da vampiri sconosciuti e solitari. Probabilmente lì non ce ne erano affatto ma Taehyung non poteva dormire tranquillo.

Si era quindi preso qualche giorno di vacanza per godersi anche lui il mare, solo per assicurarsi di non avere qualche vampiro troppo curioso in giro ... ma era difficile rimanere lontano da Jungkook quando era così vicino così spesso.

A Seoul, per ben diciotto anni, Taehyung si era dovuto limitare a fare la guardia ai confini, come un cane da guardia addestrato ad identificare gli estranei, ma ora era diverso. Non poteva allontanarsi troppo ...

Decise allora di alzarsi e seguire, da una buona distanza, Jungkook. Non aveva bisogno di tenerlo sott'occhio, gli bastava udire il battito del suo cuore o sentire il suo odore per assicurarsi che stesse bene.

Camminò quindi con lui, da una buona distanza, e pensò: cosa penserebbe se sapesse che lo sto seguendo?

Si rendeva conto che era una cosa molto inquietante da fare. Taehyung si fermò sulla spiaggia, affondando i piedi nella sabbia umida del bagnasciuga.

Jungkook camminava da solo, molto lontano da lui.

Sicuramente non gli piacerebbe, pensò Taehyung. Immaginò il viso di Jungkook spaventato ed inquietato e gli montò addosso una insostenibile angoscia e tristezza.

Mi odierebbe, di sicuro.

Come poteva spiegare che doveva seguirlo, doveva proteggerlo, senza raccontare cosa lui fosse, da dove venissero i veri genitori di Jungkook o chi lui fosse ... no. Jungkook non lo poteva sapere.

Che vita avrebbe fatto? Tutta la sua dedizione nel assicurargli una vita umana sarebbe andata a farsi benedire. Jungkook avrebbe potuto reagire in ogni modo ... A dire il vero, Taehyung non poteva saperlo.

Non si conoscevano.

Abbassò lo sguardo sulla sabbia tra le sue dita dei piedi e nascose una smorfia.

No. Non si conoscevano.

Jungkook non sa nemmeno il mio nome ... e non lo saprà mai, si rese conto. Non pronuncerà mai il mio nome, non mi chiamerà, non mi verrà a cercare.

Alzò la testa per osservare Jungkook che si era fermato a guardare il mare. Il suo profilo era dolce e aggraziato contro l'orizzonte arioso di quella mattina d'estate. Possedeva ancora quella rotondità infantile nel viso che lo rendeva giovane, ma era molto alto e ben proporzionato.

Era indubbiamente molto bello. Taehyung non si era fermato mai a pensarci ... aveva solo occasionalmente appuntato che Jungkook bambino era davvero molto tenero, ma quella era la prima volta che osservava Jungkook oltre l'essere qualcuno che doveva proteggere.

Era un giovane e bel ragazzo che si affacciava alla vita, senza conoscere i terribili pericoli che si affollavano tutto intorno a lui, nell'ombra.

Se Taehyung si fosse mai presentato a lui, avrebbe portato quelle ombre più vicino a Jungkook.

Eppure ...

Fece un passo avanti, pensando a cosa sarebbe successo se Jungkook si fosse girato verso di lui e lo avesse salutato, chiedendogli il suo nome. Avrebbero parlato, come altre volte avevano fatto, volte che Jungkook non ricordava. Cosa gli avrebbe detto?

Taehyung si fermò.

Pensò a quel punto: E cosa direi io?

Si rese conto che, in quella fantasia che si stava dipingendo, lui avrebbe potuto solo mentire. Non poteva raccontare la verità su sé stesso, e anche se voleva conoscere Jungkook lui non si sarebbe mai potuto far conoscere completamente.

Fece un passo indietro e si voltò.

Non si accorse che Jungkook si era girato verso di lui, osservando la posa triste e sconfitta di uno sconosciuto che se ne andava, chiedendosi: Chissà che cosa gli è capitato ...

Taehyung si riscosse dal suo torpore sonnolento quando si accorse di un battito familiare che si allontanava. Aprì allora la porta della sua suite, sentendo che, ad uno dei piani inferiori, la presenza di Jungkook si allontanava.

Taehyung controllò l'orologio. Era passata la mezzanotte.

Dove diavole se ne stava andando?

Taehyung prese le chiavi della sua stanza e se ne andò, seguendo Jungkook per le strade della città, senza farsi vedere.

Lo notò ad un angolo della strada: il suo cuore batteva in fretta e la sua pelle odorava di sudore ed agitazione. Cosa voleva combinare?

Dopo un po' che lo vide tergiversare, lo osservò ritornare a camminare nervosamente e poi dirigersi, senza troppe misure, verso un locale notturno, uno di quei club esclusivi che frequentano i ricchi turisti ... ma era l'ambiente a renderlo strano.

Jungkook si mise in fila, afferrando nervosamente il suo documento di identità per farsi riconoscere mentre entrava.

Taehyung si accorse solo a quel punto che il ragazzo si era sistemato al meglio delle sue possibilità. Jungkook non era molto sicuro di sé e non possedeva una grande autostima e solitamente indossava sempre i soliti vestiti anonimi o la divisa scolastica, perciò gli era difficile mettersi in ghingheri.

Aveva comunque infilato gli orecchini - che non metteva mai perché non piacevano ai suoi - una maglietta aderente nera e pantaloni strappati alle caviglie ... e un nastro di velluto intorno al collo.

Taehyung lo notò solo in quel momento, quando Jungkook se lo sistemò nervosamente, come se gli creasse un incredibile imbarazzo.

Qualcosa di pesante di mosse nel suo stomaco, insieme ad un certo fastidio.

Cosa voleva fare quel ragazzino, andandosene in giro in quel modo, con quell'odore addosso e un nastro intorno al collo che chiedeva ad ogni vampiro che potesse incontrarlo: "Eccomi qui, scartami!" come un regalo di compleanno?!

Taehyung respirò a fondo e si calmò. Razionalmente sapeva che non era colpa di Jungkook, lui voleva solo farsi notare ma questo lo inquietava.

Quando passò i controlli ed entrò nel locale, Taehyung ci si intrufolò e venne investito da una forte luce stroboscopica, rumori assordanti e odore di sudore e troppi corpi uno vicino all'altro.

Storse il naso, sentendo che era difficile tenere traccia di Jungkook in quell'ambiente.

Mentre cominciò a muoversi per la sala del club alla sua ricerca si rese conto di una cosa particolare, quando alzò lo sguardo e vide un cubista mezzo nudo che si agitava sopra la sua testa.

Quello era un gay bar.

Ma che diamine ...

Si innervosì e si corrucciò. Perché Jungkook aveva deciso di andare lì? Quel club era l'essenza di tutto ciò che disturba un cigno ma che attira un vampiro. Sesso, alcool e visi sconosciuti che si dimenticano presto al mattino. Taehyung rizzò tutti i suoi sensi, alla ricerca di un suo simile nella folla.

Non vedeva e non sentiva Jungkook ... ma percepì distintamente un vampiro lì nel club.

Maledizione.

Strinse i denti e si affrettò a cercarlo, perché doveva mandarlo via prima che si accorgesse di Jungkook. Chiunque fosse l'estraneo sicuramente non era qualcuno di Hyungki e molto probabilmente - come la maggior parte dei vampiri meno potenti - non aveva la più pallida idea di come fosse fatto un cigno, ma questo non toglieva il fato che Jungkook fosse particolarmente attraente.

Non aveva l'odore di un cigno vero e proprio ma sarebbe stato sicuramente notato.

Taehyung doveva mandare via l'estraneo.

"Cazzo" disse a denti stretti e navigò in fretta la sala per raggiungerlo e scoraggiarlo, ma quando lo vide si accorse che c'era già qualcuno con lui.

Vide bene la scena: il vampiro, un maschio che sembrava avere trent'anni e come vampiro non superava i cinquanta, se ne stava per conto suo a guardare la folla, forse alla ricerca di una preda allettante, quando qualcuno gli si avvicinò timidamente.

Ovvio! Ovvio che Jungkook era stato attratto dall'unico vampiro che aveva visto! Non poteva fare diversamente, era scritto nel suo dna, non era colpa sua ma ... oh, quanto lo fece infuriare.

Per un momento Taehyung vide rosso e sentì le mattonelle sotto i suoi piedi creparsi. Lo scoppio di energia immotivato lo riscosse e, sorpreso, guardò il danno che aveva combinato, assicurandosi che nessuno lo avesse notato sotto il frastuono della musica.

Tornò quindi a pensare lucidamente e tornò a guardare Jungkook e il vampiro che ovviamente sembrava davvero contento di aver trovato una preda così bella come Jungkook. Taehyung si morse la lingua e avanzò con decisione verso i due.

Bastò che si avvicinasse per far alzare lo sguardo al vampiro sconosciuto che prima lo guardò con fastidio e poi incassò le spalle.

Taehyung lo fissò intensamente, premendo su di lui tutta la sua anzianità con il linguaggio del corpo e il vampiro sconosciuto abbassò subito la testa, per scusarsi.

"Mi dispiace ... devo raggiungere ehm, qualcuno" disse a Jungkook.

Il ragazzo lo guardò esterrefatto e disse: "Eh? Ma ..." lo osservò andare via e girandosi notò Taehyung, ancora teso e nervoso.

I due si guardarono, entrambi sorpresi. Taehyung non aveva avuto intenzione di farsi notare e per di più era troppo vicino all'altro per non sembrare che stesse invadendo il suo spazio privato.

Fece così un passo indietro, ma Jungkook continuava a fissarlo.

"V-vuoi qualcosa da bere?" gli chiese con il viso rosso, Jungkook.

"Eh ...?" Taehyung era perplesso.

"Posso offrirti qualcosa da bere?" chiese di nuovo Jungkook e per poco il cervello di Taehyung non fece corto circuito, ma rimase in ogni caso presente a sé stesso.

"Piuttosto posso offrirlo io a te se hai l'età per bere"

"S-sì certo! Sono maggiorenne!" disse con energia il ragazzo. Taehyung lo guardò perplesso, notando il modo strano con cui Jungkook aveva ribadito la sua età.

"Ok, ragazzo" gli disse e si voltò verso il barista lì vicino ordinando per sé un cocktail e per Jungkook poco più di una coca cola corretta. Jungkook si sedette ad uno degli sgabelli e si pulì le mani sui pantaloni, asciugandole dal sudore.

Era estremamente agitato e il suono del suo cuore che batteva veloce superava quello della musica intorno a loro. Taehyung continuava a guardarlo perplesso. "Tutto apposto?" gli chiese "Non mi sembri a tuo agio"

"N-no" ammise il ragazzo, prendendo il suo bicchiere e bevendo dalla cannuccia. Taehyung lo osservò, dimenticandosi del suo bicchiere. "Questo non è p-proprio il mio ambiente"

"Sì, lo posso immaginare" disse Taehyung. "Sei un turista? Vuoi provare a fare qualcosa di nuovo?" Era l'unica spiegazione che si poteva dare. Jungkook voleva liberarsi dei suoi genitori e fare, come qualsiasi adolescente, di testa sua. Taehyung non glielo poteva recriminare.

"Qualcosa del genere" disse il ragazzo, che aveva già risucchiato tutta la sua bevanda. "Volevo vedere com'era questo posto ... ho visto un volantino ed ero curioso" disse ancora più nervosamente.

Taehyung si guardò intorno, notando la strabordante omosessualità dichiarata di tutti gli umani presenti. Ah, forse aveva capito.

"Volevi sapere se questo è il tipo di posto che fa per te?" chiese, conciliante, sedendosi vicino a lui. "Quanti anni hai? Alla tua età si esplorano molte cose ... forse ..."

"Mmm" le labbra di Jungkook lasciarono andare la cannuccia e disse: "I-io l-lo so che mi piacciono i m-maschi" arrossì violentemente tornò a masticare la cannuccia. "Ho visto dei ... video"

"Ah" l'argomento della conversazione lo stava mettendo in imbarazzo. In effetti, notò Taehyung, diciotto anni è anche tardi per avere un risveglio sessuale. I ragazzini in quel secolo non lo avevano prima?

In ogni caso il pensiero che Jungkook avesse delle pulsioni erotiche gli fece uno strano effetto.

Ovviamente le avrebbe avute, come chiunque, ma ... non ci aveva mai pensato, come non aveva mai pensato alla possibilità di bere il suo sangue, finché non l'aveva visto tagliarsi da solo con un paio di forbici per tentarlo.

Ma per quanto Taehyung non volesse ricordarlo e per quando Jungkook fosse particolare in questo senso ... rimaneva un cigno nero. Era attratto dai vampiri, era geneticamente predisposto a cedere il suo sangue e a farlo in ... determinate situazioni, anche. Quelle che davano più piacere ad un vampiro e alla sua vittima.

Taehyung guardò altrove. Stava cercando di non pensarci.

"Perché sei qui allora?" gli chiese, cercando di portare avanti la conversazione e superare il suo imbarazzo.

"Io... " Jungkook si guardò intorno e poi tornò a guardare Taehyung. "Ti dispiace se te lo dico in un altro posto dove non ci sente nessuno?"

"Ok ..."

Jungkook si alzò in piedi e gli prese una mano. La sensazione della sua pelle contro la sua fu elettrica. Quando si misero dietro l'angolo, dove la gente passava loro dietro ma non poteva ascoltarli, Jungkook osservò le loro mani unite e poi lo lasciò andare, appiattendosi contro la parete e unendo le mani dietro la schiena.

Nella penombra, nel bagno di luci stroboscopiche, con i capelli un po' sudati e quel maledetto choker al collo era molto diverso da come si poneva di solito, anche se manteneva la sua imbarazzata innocenza.

Taehyung strinse la mandibola e sentì le gengive prudergli, ma rimase immobile.

"Ok ... allora" Jungkook deglutì a vuoto e disse. "Io cercavo q-qualcuno" disse, con voce quasi inudibile.

"Chi?" chiese istupidito Taehyung, quasi sperando di sentirsi rispondere: "Te". Ma ovviamente Jungkook rispose diversamente anche se questa risposta fece bollire il sangue a Taehyung più di quanto avesse voluto.

"Qualcuno ... per, ecco ... stare insieme. Di notte"

Taehyung rimase immobile e non gli rispose, certo di aver sentito male. Non era possibile che avesse capito bene ... o no? No? Jungkook non poteva essere andato in un gay bar con l'intenzione di farsi rimorchiare da qualcuno e poi decidere di scegliere proprio un vampiro e ...

I suoi pensieri si interruppero quando si rese conto che Jungkook stava dicendo questo a lui, lì nascosti nell'angolo.

I suoi occhi si allargarono piano quando capì le implicazioni di quello che l'altro aveva appena detto.

"Ma sei ... ancora giovane" disse, per non dire che era troppo piccolo.

"Ho diciotto anni" disse Jungkook "posso farti vedere la mia carta di identità! È vera, n-non l'ho falsificata"

"Ma ... perché" Taehyung chiuse gli occhi e scosse la testa. "Sei un ragazzo così bello, che motivo hai di cercare qualcuno in un bar?"

"Ho pravo su un sito di incontri ma nessuno di quelli con cui ho parlato mi piaceva" disse il ragazzo e per poco a Taehyung non prese un colpo.

Se Jungkook avesse deciso di andare con qualcuno, conosciuto su internet, a Seoul, Taehyung non lo sarebbe mai venuto a sapere. Sarebbe stato terribilmente pericoloso ...

Perché Jungkook voleva mettersi in pericolo?

Taehyung chiuse gli occhi, frustrato. Non sapeva cosa fare o cosa dirgli.

"Quindi ..." provò a dire, e Jungkook si dondolò sui talloni.

"Mi sembri un tipo apposto" disse il ragazzo.

Taehyung rise ma solo perché era tutto troppo ironico. Proprio lui? Proprio lui doveva trovarsi in una situazione simile? E pensare che Jungkook stava per chiederlo al vampiro sconosciuto di prima.

L'altro avrebbe indubbiamente accettato l'offerta di Jungkook. Lo avrebbe portato in un luogo appartato, magari una macchina e l'avrebbe spogliato e lo avrebbe toccato. Forse sarebbe stato anche bravo, nel tentativo di portare Jungkook all'apice del precipizio per poter poi approfittare di quell'attimo di distrazione, quel momento di piacere così intenso che avrebbe eclissato il dolore del suo morso sul suo collo. Avrebbe bevuto, piegato sul suo corpo esile e bianco e avrebbe ingoiato una poi due e poi tre volte, scoprendo il sapore intossicate del sangue di un cigno nero. Avrebbe bevuto e bevuto, senza fermarsi e ...

Uno scricchiolio gli fece abbassare gli occhi.

Jungkook non se ne era accorto ma adesso Taehyung posava su un reticolo di crepe sul marmo del pavimento. Una tale perdita di controllo non gli era mai capitata in più di mille anni di vita ma in una sera con Jungkook era successo ben due volte.

Respirò profondamente, angosciato e umiliato dai suoi pensieri, dalla sua rabbia e dalla sua perdita di controllo.

"Come ti chiami?" gli chiese.

"Jungkook" disse timidamente l'altro.

"Jungkook. Sei un bel ragazzo e mi sembri molto intelligente" tornò a guardarlo negli occhi. "Cosa fai qui?"

Quella domanda lasciò Jungkook silenzioso. Il ragazzino abbassò lo sguardo e si stropicciò di nuovo le mani sul pantalone. "Tutti i compagni della mia età hanno già ..."

"Stanno mentendo" disse Taehyung, sicurissimo. "I ragazzi mentono sempre su queste cose. Non c'è nulla di male nell'aspettare la persona giusta, Jungkook". Forse infuse nel suo nome troppa tenerezza e troppa intimità, perché l'altro lo guardò spaesato.

Taehyung fece un passo indietro, camminando sul pavimento crepato.

"E chi è la persona giusta?" chiese a bassa voce Jungkook. Se Taehyung non fosse stato un vampiro forse non l'avrebbe sentito, tanto era sottile la sua voce, ma era piena di una grande tristezza. "Dov'è?"

Taehyung non gli poteva rispondere. "Non lo so, ma sicuramente non è qui" si voltò a guardare la folla di persone che ballavano a poca distanza da loro. "Non che ci sia niente di male in questo ma la prima volta ..." scosse la testa. "Ascoltami. Non mi conosci ma sta' a sentire qualcuno che ha vissuto un po' più di te, ok? La prima volta, come tutte le prime volte di ogni genere, non è importante perché è la prima. È importante perché la ricorderai per sempre e soprattutto ricorderai con chi eri. Le persone di cui ci circondiamo sono più importanti dei momenti"

Jungkook lo guardò in silenzio e poi fece un sorriso. "Sembra che questo non sia nemmeno il posto per te, filosofo"

Taehyung ricambiò il suo sorriso. "No. Stavo solo cercando qualcuno"

"Oh" disse Jungkook. "Lo hai trovato?"

"No" Taehyung aveva cercando Jungkook, il piccolo ragazzino che doveva proteggere ma aveva trovato un cigno nero alla disperata ricerca di qualcuno.

Una piccola parte di sé, una vocina piccola piccola, gli disse: Perché non puoi essere tu? Lo tratteresti bene. Gli daresti tutto. Perché non assecondarlo? Tu sei l'unico di cui puoi fidarti.

Taehyung deglutì e si leccò le labbra, cercando di tenere a freno quei pensieri. Non erano giusti nei confronti di Jungkook, che ancora lo osservava dalla parete.

"Quindi, ecco ... non vuoi ...?"

"No" disse categoricamente lui. Jungkook sembrò rimanerci un po' male e Taehyung si affrettò ad aggiungere: "Non perché non sei ... attraente" lo sei fin troppo "anzi. Sei molto bello e sono sicuro che chiunque starà con te sarà fortunato. Ma non è giusto"

"Non ti senti a disagio perché sono ... insomma, troppo giovane?"

"Non proprio". Chiunque era più giovane di lui, del resto.

"Allora posso chiederti almeno qualcosa?"

"Tutto quello che vuoi" Lo disse letteralmente. Se Jungkook gli avesse chiesto la luna, avrebbe trovato il modo di prenderla per lui.

"Puoi almeno ... baciarmi?" disse Jungkook timidamente.

Ho parlato troppo in fretta.

Alla sua espressione marmorea Jungkook si avvicinò a lui. "Sei gentile e sei ... sei, oddio, sei decisamente troppo figo per me" disse, guardandolo. Taehyung dubitava che riuscisse a distinguere bene la sua faccia tra le luci del club ma questo non faceva differenza per il ragazzo. "E mi piacerebbe se fossi tu. Mi ricorderei di te" spiegò ancora. "S-se ti va, ovviamente ..."

Taehyung stava già per dirgli di no. Stava per rispondergli che non poteva, che non era il caso, che quella era un'altra di quelle cose da fare con chi era importante per lui ma Jungkook mise definitivamente una pietra sopra a tutti i suoi pensieri quando gli disse:

" ... mi farebbe molto felice"

Taehyung alzò gli occhi dal pavimento per incontrare quelli dell'altro. Jungkook lo osservava con un'espressione di genuina attesa e aspettativa sul viso. Poteva sentire il suo cuore battere come quello di un topolino spaventato.

"Davvero?" chiese, sentendo tutta l'inadeguatezza che aveva provato per tutta la vita di Jungkook tornargli nel cuore.

"Mmm" l'altro annuì, pianissimo e Taehyung si trovò, senza accorgersi ad avvicinarsi a lui. Il suo odore era sempre intenso e riconoscibile ma da quella distanza diventava l'unica cosa che Taehyung potesse sentire.

I begli occhi da cerbiatto di Jungkook si spalancarono e lui alzò la testa - era poco più basso di Taehyung- per incontrare il suo viso e guardare le sue labbra.

Taehyung alzò una mano e gli accarezzò piano una guancia, prendendolo delicatamente per a testa e inclinandola all'indietro. Si abbassò lentamente e prima gli baciò piano una guancia rotonda e morbida, sentendo per la prima volta il sapore della sua pelle.

Il suo odore e il suo sapore si confondevano sulle sue labbra e ben presto gli diede un altro bacio, più in basso e poi un altro e un altro, vicino all'angolo delle labbra. Jungkook era caldo e immobile contro di lui. Si teneva alla sua maglietta e il suo profumo raccontava di agitazione ed eccitazione al tempo stesso.

Quando Taehyung si chinò, alla fine, per unire le loro labbra, Jungkook fece un piccolo sospiro e un gemito umido, stringendo gli occhi e stringendo le mani sul suo petto. Taehyung gli teneva la testa e aprì meglio le dita per afferrarlo più saldamente.

Lo baciò con dolcezza, unendo le loro labbra una seconda volta dopo averle lasciate con uno schiocco umido. Jungkook era come cera calda sotto di lui e al minimo tocco il suo cuore cantava, il suo sangue scorreva più veloce e il suo suono riempiva le orecchie di Taehyung.

Jungkook non fece altro che riceve passivamente tutte le sue attenzioni, almeno fino a quando non schiuse leggermente le labbra, dando silenziosamente il permesso a Taehyung di andare più a fondo.

Un'estranea forza violenta si impadronì di lui. Improvvisamente non c'era più nessuno intorno a loro, non c'era nessun altro suono se non il cuore di Jungkook, non c'era altro odore se non il suo, non c'era nient'altro che la sua pelle e il suo sapore e il suo corpo tra le sue mani che cantava ad ogni suo tocco.

Si ritrovò a spingerlo contro la parete, passando la lingua tra i suoi denti e cercando la sua. Jungkook sobbalzò sorpreso, gli sfuggì un basso gemito, e fece collidere il loro petti per inarcarsi verso di lui ed aprire meglio la bocca al suo assalto.

Taehyung era preda di una frenesia che non aveva mai provato. Ogni sensazione era accentuata, ogni tocco era ustionante, qualsiasi cosa facesse Jungkook era come il richiamo di una sirena ... e si accorse appena in tempo di quello che stava per fare.

Non si era reso conto di aver smesso di baciare le sue labbra e di essere sceso sulla sua mandibola, sotto il mento, contro il pomo d'Adamo e poi a poca distanza dall'arteria sul collo che sentiva pulsare frenetica. Jungkook respirava pieni polmoni e le sue mani sottili erano ancorate alla sua schiena.

Taehyung si accorse di non riuscire a ritrarre i canini. Si fermò e si irrigidì, spaventato da sé stesso. Le gengive prudevano e i denti gli facevano male, tanta era la forza con cui tutto il suo essere lo stava pregando di affondare i denti in quella carne bianca e vergine.

"Mmm" strinse gli occhi e strinse Jungkook, cercando di riafferrare la sua sanità mentale ma quel ragazzo non voleva avere pietà di lui. Si appiattì contro di lui con tutto il suo corpo premendo la propria erezione contro quella completamente ignorata di Taehyung.

Il vampiro non se ne era nemmeno accorto: l'eccitazione del suo corpo non era nulla a confronto con la sete di sangue che provava in quel momento, ma quando l'altro si mosse pianissimo e titubante contro di lui, gemette.

"S-sei sicuro che non ...Mmm" Taehyung gli poggiò una mano sulla bocca, abbastanza forte da fargli capire che non voleva sentire nient'altro.

Cosa stava succedendo?

"Dovresti tornare a casa" gli disse all'orecchio. Non lo poteva guardare in faccia. I suoi denti non volevano tornare normali ed era sicuro che il suo sguardo assetato lo avrebbe spaventato. "Vai a casa, Jungkook. Non è un posto sicuro, questo" gli disse ancora.

Lo lasciò andare ma non alzò la testa e rimase a fronteggiare il muro. Il ragazzo sgusciò dalla sua presa e Taehyung lo sentì vicino. Jungkook voleva dirgli qualcosa ma alla fine non parlò più e se ne andò.

Taehyung aspettò che se ne andasse per provare a riprendersi, ma poi ricordò il vampiro sconosciuto nei paraggi e si decise a seguire Jungkook per assicurarsi che arrivasse al sicuro in Hotel.

Lo seguì da lontano ma questo non lo placò.

Jungkook stava correndo per le stradine buie e deserte, non sapeva che nell'ombra Taehyung lo stava seguendo. C'era qualcosa di terribile e ancestrale in tutto quello.

La stessa terribile voce di prima suggerì a Taehyung: Prendilo. Prendilo, è lì. Non ti vede nessuno. Quando ti passerà vicino potrai prenderlo ...

Taehyung resistette di nuovo ma fu ancora più difficile. Lui era il predatore e Jungkook la preda ma non voleva fargli male. Non l'avrebbe mai fatto. Si assicurò che rientrasse in hotel ma non lo seguì fino alla sua stanza.

Sarebbe tornato in camera? Cosa avrebbe pensato nel suo letto, da solo, con le luci spente? Avrebbe ripensato al loro bacio e alla sua passione? Si sarebbe toccato, pensando al modo in cui cui le loro lingue si erano intrecciate?

Taehyung si prese la testa tra le mani e la strinse.

Doveva smettere di pensarci. Aveva sete. Aveva un terribile sete, come non la sperimentava da anni. Mentre risaliva nella sua suite era agitato e sudava.

Il night manager dell'hotel lo vide entrare e gli disse: "Signore? Sta bene?"

Taehyung sapeva di sembrare una specie di tossico in astinenza.

"Vuole che chiami qualcuno o un'ambulanza o ...Ahmmm!!" Taehyung si avventò su di lui, salendo oltre il bancone.

Sete. Pensava solo alla sete.

Strattonò la sua povera vittima e affondò i denti nel suo collo senza nemmeno accorgersene. Il sangue che gli riempì la bocca era caldo ma non aveva niente a che vedere con quello che voleva. Ripensò a Jungkook tra le sue braccia e il suo collo sottile sotto le sue labbra.

Strinse forte gli occhi, tenendo fermo il night manager, tappandogli la bocca e bevendo fin quando non riuscì a saziarsi almeno un poco.

L'umano non era morto ... ma poteva morire. Aveva bevuto troppo, e la ferita sulla sua gola era disgustosa e sanguinolenta.

Taehyung si alzò in piedi, inorridito, sopra il corpo svenuto di quell'uomo. Che cosa gli stava succedendo?

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