NOCTURNA

By fiamminga95

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*COMPLETA* (Taekook) (Yoonhopemin) (Namjin) C'è una guerra in città. Un gruppo di vampiri sta invadendo il... More

Personaggi e Introduzione
Atto I: Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Atto II : Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Atto III: Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Atto IV: Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Atto V: Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Epilogo

Capitolo 5

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By fiamminga95

 Capitolo 5

La vecchia vita



Yoongi era stato strano tutto il giorno, a lavoro.

"Ehi, concentrati" gli disse Namjoon, quando lo vide fissare la scrivania senza muoversi per almeno dieci minuti buoni. "Che ti prende?"

"Oh? Non lo so, mi sento esausto ... e ho dormito per diciotto ore, ieri!" spiegò l'altro, spostano i fogli che aveva davanti. "Mi sento completamente sfibrato ... ma in modo buono"

"Come fai ad essere stanco se hai dormito così tanto?" chiese Namjoon "E poi come si fa ad essere stanchi in modo buono, non ho capito"

"Te lo spiego un'altra volta" disse Yoongi alzando gli occhi al cielo.

Namjoon non aveva voglia di stare a sentire le sue parole criptiche e si alzò dalla sua scrivania per andare verso le celle dei detenuti.

Si assicurò che non ci fosse nessuno con lui: le telecamere registrano solo video, senza audio, perciò era sicuro che nessuno si sarebbe messo ad origliare.

Si avvicinò alle grate della cella di Hoseok. "Ehi" gli disse "Come ti senti?"

"Mi sentirei meglio se mi facessi bere qualcosa" disse l'altro, con voce rauca. Il detenuto era visibilmente disidratato.

Namjoon non aveva mai visto uno di quelli come lui ridotto in quello stato. Seokjin era sempre presentabile, sempre al massimo delle sue forze, mentre questo tipo qui adesso sembrava un drogato a cui mancavano le sue dosi.

Forse non era un paragone troppo distante dalla verità.

"Non posso farlo"

"Allora sbrigati a farmi uscire". Hoseok era rannicchiato in un angolo. "Posso controllarmi ma anche io ho i miei limiti. Se non mi farai uscire tu lo farò da solo quando la sete mi farà uscire di testa e a quel punto sarà difficile coprire quello che succederà"

"Credevo che quelli come te si sapessero controllare di più"

Hoseok scoprì i denti. I suoi canini erano appena accennati ma si potevano benissimo vedere, affilati e bianchi. "Infatti è quello che sto facendo. Aveste catturato qualunque altro di noi, uno più giovane magari, e qui sarebbero già tutti morti"

Namjoon si morse l'interno della guancia. "Senti, ci sto lavorando. Non è così facile"

"Ti sembrerà strano, ma non sono irragionevole. Lo capisco"

Namjoon annuì. Sicuramente tutti quelli come Hoseok e Seokjin gli facevano impressione ma questo tipo non gli stava sulle palle come il dottor Kim. Con il dottore, nel suo studio, ogni volta che lo vedeva vicino sentiva ribollire il sangue.

Sapeva benissimo che Seokjin lo confondeva. Che diavolo, Namjoon non era neppure gay, non era mai andato a letto con uomo in vita sua e non avrebbe mai avuto intenzione di farlo. Non che avesse qualcosa contro chi faceva quel genere di cose: non gliene importava un bel niente, a dire il vero, ma Seokjin aveva qualcosa che lo faceva infuriare. E spaventare. Ma più di tutto eccitare.

Aveva creduto per un sacco di tempo che fosse colpa della sua natura, che tutti quelli come Seokjin facessero lo stesso effetto a tutte le persone normali per via del loro stile di vita. Ma ora Namjoon aveva conosciuto qualcun altro come lui e si era dolorosamente accorto che quello che pensava non era vero.

Era solo Seokjin che gli faceva quell'effetto. E questo lo mandava ancora più in bestia.

In ogni caso, il poveraccio davanti a lui gli faceva una certa pena, anche considerando che aberrazione della natura fosse. Del resto, se quello che aveva detto Seokjin era vero - e di solito non mentiva, al massimo ometteva - Hoseok stava difendendo la sua casa da un gruppo di intrusi, e aveva cercato di difendere un umano e per questo era stato pugnalato in un vicolo.

"Posso fare qualcosa per aiutarti? C'è qualcosa che allevia la sete?"

"No" spiegò Hoseok. "Ma al massimo ... cerca di non far entrare altre persone qui dentro. L'odore mi sta facendo uscire di testa"

"Vuoi che me ne vada?"

"Tu sei apposto. Sono tutti gli altri il problema, soprattutto il tuo amico, l'altro agente"

Namjoon alzò un sopracciglio, con più di una domanda in mente: "Perché io no? E cosa c'entra Yoongi?"

"Hai l'odore di Jin addosso"

"E che significa?"

"È come se ti avesse messo una targhetta sul collo" spiegò il detenuto "Segnala agli altri che sei una sua preda"

"Non sono la sua preda!" rispose Namjoon, seccato "Non prende niente da me!"

"Stessa cosa. Rimane il fatto che il suo odore addosso ti rende ... meno appetibile, ecco" spiegò Hoseok "Ma se dovessi perdere il senno per la sete, ti avviso che nemmeno questo mi fermerebbe"

"E Yoongi?"

"Oh, lui è un'altra storia" Hoseok fece un sorrisino, mentre si perdeva nei suoi pensieri. "Lui ha un odore fin troppo buono. Sai, agente Kim ... ci sono poche cose che ci attirano nell'odore di una persona. Qualcosa che ci predispone a cacciare, se vuoi. L'odore del sangue, l'odore del sesso e l'odore della paura. Diciamo che il tuo amico agente ha un profumo invitante, quando viene a trovarmi"

"Lui non è sempre così"

"Lo è quando viene qui, per parlare con me. È difficile da ignorare. È come vedere un coniglietto spaventato che si mette a pancia all'aria volontariamente davanti alla volte, agente Kim. Ha un suo fascino perverso ... ma del resto tu lo sai, non è così? Non è quello che succede quando vai da Jin?"

"Vaffanculo. E io che ti volevo aiutare" Namjoon si voltò per andarsene e Hoseok rise.

"Ti do un suggerimento: se vuoi che Jin smetta di interessarsi a te, dovresti smettere di interessarti a lui. Jin non è un tipo molto passionale, sai? È piuttosto controllato, serio, dedito al suo lavoro. Sapere che anche lui è vittima dei normali e sani bassi istinti mi tranquillizza un po'"

Namjoon non gli rispose e se ne andò.

Mentre stava tornando verso il suo ufficio oltrepassò l'ingresso dove la bacheca degli avvisi era ben visibile a tutti. Qualcuno ci stava attaccando con una puntina un immagine.

Namjoon lo passò senza pensarci, ancora confuso da quello che Hoseok gli aveva detto ma poi si fermò e tornò indietro.

Strappò la foto dalla bacheca non appena l'altro poliziotto l'aveva lasciata. "Ehi!"

"E questo da quando è qui?" chiese Namjoon, osservando la foto.

"Ieri qualcuno è venuto a fare una denuncia di scomparsa" spiegò l'altro agente. "Non si hanno ancora notizie e il tipo è adulto e il suo amico ha detto che ogni tanto sparisce ma ..."

"Perché non sono stato informato subito?!" sbottò Namjoon e tenendo ancora in mano la fotografia tornò nel suo ufficio dove la sbatté contro la scrivania di Yoongi.

Quest'ultimo bevve l'ultimo sorso di caffè che aveva in mano e poi osservò la foto. "Eh? Jimin?!" osservò la foto e la denuncia di scomparsa. "Lo stanno cercando!"

Strinse il documento e lesse:

"Park Jimin, ventitre anni, studente universitario, scomparso una settimana fa dalla sua casa in affitto" alzò gli occhi su Namjoon "Ma è lui!"

"Adesso che sappiamo qual'è il suo nome per intero possiamo cercare un indirizzo e il numero di previdenza sociale"

Yoongi si affrettò ad annuire e cominciò a digitare al suo pc, prendendo anche il cellulare in mano. "Lo chiamo subito" avvisò "Chi ha fatto la denuncia?"

"Il suo coinquilino, un tale Jeon Jungkook"

"Benissimo" disse Yoongi "Possiamo riportarlo a casa"

Yoongi si era affrettato a raggiungere casa e a dire a Jimin di prepararsi per andare via. Il ragazzo lo stava aspettando con trepidazione. Lo andò a prendere con la volante della polizia, per fare più in fretta.

Quando l'altro salì sulla macchina, sembrava agitato. "Quindi mi chiamo Park Jimin?"

"A quanto pare. Il tuo coinquilino ha fatto la denuncia di scomparsa"

"Non la mia famiglia?"

"No. Ti sei trasferito a Seul per studiare architettura all'università. Ti porto al tuo appartamento ... non hai portato le tue cose?"

"Io ..." Jimin si strinse nelle spalle e si stropicciò le maniche della giacca, agitato. "Sono comunque cose che puoi mettere tu e che hai comprato con i tuoi soldi, perciò te le ho lasciate"

"Mmm" Yoongi era troppo intento a guidare ed evitare il traffico per analizzare il suo tono di voce. Rimase zitto, finché non raggiunse Hongdae e si fermò all'indirizzo segnato sulla denuncia.

Il condominio era uno di quelli tipici per affittacamere agli studenti. Nulla di particolarmente eccezionale, ma non era una brutta strada. Jimin non era uno studente poveraccio come molti altri che affollavano Seoul.

Scesero dalla macchina e Yoongi si sistemò la divisa, rendendosi presentabile.

Incoraggiò Jimin battendogli una mano sulla spalla e insieme salirono fino al quarto piano, dove trovarono la porta dell'appartamento. Suonarono al citofono e un ragazzo aprì.

Guardò prima uno e poi l'altro.

Il ragazzo aveva addosso un grembiule e in mano delle bacchette da cucina. I suoi capelli mossi erano fermi da una pinzetta per capelli e la sua espressione marmorea andava un po' in contrasto con la fantasia paperelle gialle del grembiule.

"Il signor Jeon?" chiese Yoongi.

"No" rispose il ragazzo.

Yoongi non sapeva dire quanti anni avesse. Sembrava giovane, ma non poi così tanto. Era troppo grande per essere uno studente universitario. Forse ventisei, ventisette anni? Al massimo vent'otto? Yoongi non lo sapeva dire.

"Ma abita qui. Immagino che tu sia Jimin" disse all'altro, aprendo la porta. "Entrate, vado a svegliare Jungkook"

"Lei è un altro coinquilino?" chiese Yoongi.

"No" rispose enigmaticamente quel tipo. "Sono il capo di Jungkook a lavoro. Non stava bene e sono venuto ad aiutarlo. Aspettate qui. Vado a chiamarlo"

Si tolse la pinzetta e il grembiule e sparì all'interno dell'appartamento.

Il posto era carino. Era arredato tutto con mobili economici dell'Ikea, ma aveva una certa personalità. Jimin si stava guardando intorno e si avvicinò alla parete, dove trovò il disegno di una veduta di Seul.

"Oh" disse, guardando la cornice. "Questo ... questo l'ho fatto io" disse, corrucciato. "Mi ricordo dove mi sono seduto per disegnare"

"Sei molto bravo" disse Yoongi, cercando di tirarlo su di morale. Jimin gli rivolse un sorriso ma poi si voltarono tutti e due quando sentirono dei grossi passi avvicinarsi.

"Minnie!" disse una voce maschile.

"Ah!" Yoongi riconobbe Jungkook. Era il ragazzo che il giorno prima aveva aiutato nel parcheggio. Allora era andato in stazione a fare la denuncia di scomparsa per Jimin!

Jungkook accorse per andarlo ad abbracciare. "Oddio, Minnie mi è preso un colpo, pensavo fossi morto! Dove sei stato, non riuscivo a pensare a nient'altro! Ero così in ansia! Agente ...oh, salve. Lei è quello di ieri"

"Salve" Jimin era teso e a disagio e, notandolo, Yoongi lo scostò delicatamente dalla presa di Jungkook. "Signor Jeon, le cose sono un po' più complesse di quello che crede"

"Cosa? Cosa è successo? Minni, stai bene, non è vero ...? Perché hai una benda sul collo?"

"Jungkook, siediti" disse l'altro ragazzo, aiutando delicatamente il suo amico a sedersi sulla poltrona. "Non agitare Jimin, sicuramente ha passato una brutta settimana"

Jungkook si lasciò mettere a sedere sul divano e Yoongi spiegò: "Signor Jeon, Jimin è stato vittima di un'aggressione. Purtroppo lo shock gli ha causato un'amnesia"

"Un ... un'amnesia ...?" disse Jungkook, guardando Jimin. "Vuol dire che non ti ricordi di me?"

Jimin scosse la testa "Scusa ... mi dispiace" era afflitto. "Mi sembri un tipo apposto"

Jungkook lo guardò con i suoi grossi occhi da cerbiatto e poi si sciolse silenziosamente in lacrime. Il suo amico gli mise una mano sulla spalla e disse: "Jungkook va tutto bene"

"Mi dispiace ..." disse Jimin, ancora più agitato. "Sembra che siamo buoni amici, vero?"

Jungkook tirò su con il naso, poi annuì energicamente e si coprì il viso con entrambe le mani, piegandosi in due sul divano.

"Oh, diavolo, va tutto bene, ragazzino" provò a dire Yoongi, cercando di alleggerire la situazione.

Il tipo vicino a Jungkook si sedette accanto a lui e cominciò a strofinargli la schiena con affetto e dolcezza. "Non ti preoccupare, Jungkook. Quand'è così la perdita di memoria non è definitiva, non è così, agente?"

"No, infatti signor ...?"

"Kim Taehyung" disse il tipo, più interessato a Jungkook che al resto. "Se non sbaglio le amnesie più gravi sono dovute a danni cerebrali ma lo shock può può causarle momentaneamente. Vedrai che Jimin si ricorderà di te prima o poi"

"Sì ... mi ricordo alcune cose sparse" disse Jimin, in ginocchio davanti a Jungkook che piangeva. "Mi dispiace ... Siamo davvero così tanto amici?"

Jungkook annuì ancora più forte, con le mani davanti al viso. "Sei il mio migliore amico" disse a bassa voce.

"Oh ..." Jimin provò ad alleggerire la situazione. "Sono fortunato ad avere un migliore amico che si preoccupa così tanto per me, allora"

Jungkook si pulì il viso con le mani e annuì. "Cretino. Mi è preso un colpo!" disse e Jimin lo guardò con occhi spalancati.

"Ogni tanto ... ogni tanto sparisci e non mi dici dove vai. Ci sono state volte in cui te ne andavi e non tornavi per un paio di giorni ma lo hai sempre fatto e anche se mi fai preoccupare tutte le volte, e io mi dicevo sempre che poi saresti tornato tutto intero. E poi non sei più tornato! Non sapevo che fine avessi fatto, non sapevo dove cercarti. La tua stanza è sempre chiusa a chiave e il tuo telefono non suonava più"

"La mia stanza è chiusa?"

Jungkook annuì. "La chiudi sempre e non potevo cercarti in nessun altro modo. Non mi hai mai fatto parlare con la tua famiglia e non sapevo nemmeno come contattare loro"

"Forse è il caso di aprirla?" chiese Jimin, guardando Yoongi "Forse troverò qualcosa di importante ..."

Yoongi annuì e Jungkook li condusse davanti alla porta di una stanza che non aveva niente di particolare rispetto a tutto il resto della casa. "Non hai la chiave?" chiese a Jimin quando provò ad aprire la porta.

Jimin scosse la testa e Yoongi provò a buttare giù la porta. Batté la spalla sulla porta una, due, tre volte, ma quella non si voleva aprire.

"Mi scusi" disse il tipo, quel tale Taehyung facendosi spazio tra di loro. "Fate provare a me"

"Non credo che ..."

Taehyung diede un calcio alla serratura della porta e quella si scardinò e si aprì con un tonfo.

Yoongi lo guardò sorpreso. "Grazie ...?"

"Di nulla" Taehyung si fece da parte e fece entrare gli altri nella stanza.

Era una camera normalissima. C'era un letto, un armadio, dei libri scolastici accatastati in giro insieme ad un sacco di vestiti sparsi per terra. Un poster alla parete di un gruppo kpop femminile e un sacco di gingilli inutili in giro: bracciali, collane e orecchini.

Jimin aveva lasciato la sua stanza in disordine.

"Sembra che fossi di fretta, non sei così disordinato" commentò Yoongi, guardandosi in giro.

"Già. Forse avevo un appuntamento ..." osservò tutti i vestiti buttati in giro alla rinfusa e Jungkook fece un cenno di assenso.

"Mi avevi detto che dovevi vedere qualcuno. Mi hai fatto una sfilata per capire quali vestiti ti stavano meglio"

"Jimin non ti ha detto chi doveva vedere?" chiuse Yoongi ma Jungkook non sapeva rispondere.

In ogni caso l'altro disse: "Se mettiamo in ordine possiamo sistemare tutto così puoi rimanere"

"Oh ... sì, c-certo" Jimin si strinse nelle spalle e cominciò ad afferrare i suoi vestiti.

Yoongi osservò la sua schiena irrigidita, mentre di spalle stava cominciando a prendere le sue cose. Si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. "Ehi, ragazzino, stai bene?"

"Sì. Sì certo. Sono a casa, no?" disse, con voce tirata.

Yoongi osservò Jungkook che stava a sua volta guardando Jimin con angoscia. "Se vuoi possiamo sistemare dopo. Perché non ordiniamo qualcosa da mangiare? Puoi farti il bagno e poi ci rilassiamo un po'. Cosa ne dici? Apriamo il letto e dormiamo sul divano come facciamo sempre ..."

"Mmm"

"Forse Jimin non si sente molto a suo agio" commentò Taehyung da fuori la stanza. Stava guardando la scena con le braccia incrociate e appoggiato allo stipite. Aveva la faccia di marmo, ma sembrava più perspicace e sensibile di quello che dava a vedere all'inizio.

"Ma questa è casa sua, Jimin adora i nostri pigiama party sul divano ... facciamo i pop corn e tutto il reso ..."

"Jungkook" gli disse Taehyung. "Ascolta Jimin"

Il ragazzino si voltò verso Jimin e il poliziotto, con gli occhi spalancati.

Jimin si strinse di più nelle spalle "Fare un pigiama party sembra divertente ..."

Jungkook era sul punto di mettersi a piangere. "Ma non vuoi, non è vero?"

"Io ... non ti conosco, scusa" si guardò intorno "Non riconosco nulla qui"

Jungkook annuì e strinse gli occhi. "Ok" si irrigidì e se ne andò dalla stanza, chiudendosi in bagno.

Taehyung lo vide andare via e disse: "Scusatemi" andò anche lui a bussare alla porta del bagno e Jungkook lo fece entrare senza dire nulla.

Yoongi li osservò andarsene e Jimin si sedette sul letto.

"Mi sembra un bravo ragazzo" disse Yoongi. "Sicuramente ti vuole molto bene. L'ho incontrato quando è venuto in centrale, era molto triste per te"

"Mi dispiace ma ... mi sento a disagio qui"

"Lo so, lo capisco"

Jimin alzò il viso verso di lui e provò a dire: "Non ... non ho nessun diritto di chiedertelo ma ..."

"Mmm" disse Yoongi, immaginando dove l'altro volesse andare a parare. Infilò le mani nelle tasche, anticipando le parole dell'altro.

"Ma ... se non ti do fastidio ... p-posso, voglio dire ... posso rimanere ancora un po' da te?" i suoi occhi erano grandi e spalancati, il suo corpo piccolo sul letto sfatto e la sua voce sottile e acuta.

Jimin gli metteva sempre un assurdo senso di tenerezza e protezione.

"Mi sento al sicuro quando sono con te" disse Jimin, abbassando lo sguardo, imbarazzato.

"Puoi rimanere quanto vuoi"

"Oh" Jimin era sorpreso. Si alzò in piedi "Davvero? T-ti pagherò l'affitto e ti prometto che dormirò io sul divano d'ora in poi ... e ti cucinerò il pranzo e ti sistemerò sempre casa e ..."

"Jimin" Yoongi gli mise le mani sulle spalle "È tutto ok"

Jimin gli sorrise e batté più volte le ciglia per ricacciare indietro le lacrime. "Grazie, Yoongi"

"Di niente, ragazzino" gli scompigliò i capelli. "Prendiamo qualcosa da portare a casa? Documenti, vestiti ... il tuo pc?"

"Sì, certo!" Jimin aveva lo spirito molto più sollevato e si affrettò a cercare uno zaino. Cominciò a metterci dentro tutte le cose essenziali. Stava trafficando nell'armadio quando alla fine diesse: "Oh!"

Yoongi si mise vicino a lui.

Dentro una scatola di scarpe, Jimin aveva trovato delle banconote. Un sacco di banconote.

"Jimin ... quelli sono almeno 15 milioni di won ..." Yoongi contò tutte quelle mazzette "Che diavolo ...?"

"Mi aspettavo qualcosa" disse Jimin. "Se tenevo la camera sempre chiusa, probabilmente avevo qualcosa da nascondere"

"Un sacco di soldi al fisco?" commentò Yoongi, trovando nella scatola, oltre al denaro, un quadernino e un cellulare. Jimin prese il cellulare e lo accese, mentre Yoongi guardava l'agenda.

"Ho un sacco di chiamate perse ... nessun numero memorizzato"

"Qui ci sono un sacco di nomi e numeri di lato" Yoongi si corrucciò "Pagamenti?"

Jimin li guardò per bene e poi prese tutto quello che c'era nella scatola e li mise nello zaino, tenendo l'agenda in mano.

Quando finirono di sistemarsi, Jimin si mise lo zaino in spalla e trovò che c'era Jungkook in soggiorno.

"Mi dispiace, Jungkook"

"Non fa niente. Mi dispiace, sono stato egoista"

"Non è vero ... eri solo molto preoccupato" Jimin gli si mise di fronte a lui"Prima o poi mi tornerà tutto in mente, ne sono sicuro"

Jungkook annuì e strinse le labbra. Gli porse un foglietto. "Questo è il numero di casa, il mio cellulare e il numero del negozio"

"Negozio?"

"Il V. Il negozio di Taehyung"

"Oh. Ok"

"Se hai bisogno, ti prego, chiamami"

"Ok ... ma tu ce la farai a pagare l'affitto da solo?"

"Ci penseremo dopo" disse Taehyung dal divano "Per il momento non è importante". Jungkook gli rivolse un sorriso e poi tornò a Jimin. "Ti farai sentire? Se avrai dei dubbi chiamami, ti dirò tutto quello che so"

"Grazie"

Jimin si avvicinò alla porta e salutò gli altri due ragazzi dentro la casa.

Lui e Yoongi uscirono dall'appartamento, tornarono in macchina e Yoongi guidò in silenzio fino a casa. La radio suonava di sottofondo e Jimin continuava a sfogliare, con sguardo serio, il suo quaderno.

Quando risalirono in casa, Jimin si sedette sul divano, rimanendo in mobile con l'agenda in mano.

"Stai bene, ragazzino?"

"Oh ... non lo so"

"È stato stressante, lo so"

"Non è solo quello" Jimin accarezzò lentamente il quaderno. "Jungkook sembra un buon amico. Sono contento di avere qualcuno così nella mia vita, anche se non so niente della mia famiglia o da dove vengo"

"Farò le mie ricerche a lavoro. Rintraccerò la tua famiglia"

Jimin fece un sorriso tirato. "Non lo so, Yoongi. Se non ho mai parlato di loro al mio migliore amico, vivo da solo, e ho un sacco di soldi nascosti in una scatola di scarpe ... forse non voglio conoscerla la mia famiglia o forse loro non vogliono sapere di me"

"Ancora non sai perché hai tutti quei soldi"

"Io ..." Jimin strinse gli occhi e sospirò. "Forse ... forse l'ho capito". Aprì il quaderno e vide la lista di nomi e numeri. "Questi sono tutti clienti"

"Per cosa?" chiese Yoongi, guardando meglio il quaderno.

Di fianco ad ogni nome - singolo e senza cognome - c'era una somma di denaro con indicate delle lettere che indicavano qualche altra cosa. Prestazioni, forse? Ma che genere di ...

La sua testa scattò verso Jimin che stava piangendo silenziosamente.

"Jimin ... Non sai se è vero"

"Non hai letto i messaggi sul cellulare che c'era nella scatola"

Yoongi si sedette vicino a lui, mentre l'altro continuava a piangere. "Jimin"

L'altro si piegò su sé stesso e continuò a piangere silenziosamente. Yoongi gli accarezzò la testa. "Non fa niente, Jimin. Non significa nulla"

"Come fa a non significare nulla, se probabilmente mi andavo a prostituire quando sono stato aggredito?" si strozzò con le sue stesse parole e ritornò a piangere.

Yoongi lo abbracciò più forte. "È tutto okay. È tutto okay, Jimin. Se lo hai fatto, ci sarà un motivo e questo non ti sminuisce affatto. Sei sempre tu"

"Ma chi sono io? Non lo so" ritornò a piangere. "Non lo so"

Yoongi lo strinse più forte e lasciò che Jimin continuasse a piangere. 

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