30. Sesso, Droga e Tarantella

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Quando aprii gli occhi, quella mattina, la mia mano e quella di Katsuki erano ancora intrecciate. Eravamo fianco a fianco, vicini e sudati a causa delle temperature eccessive.

Avevo promesso a me stesso che non sarebbe successo, e invece eravamo ancora lì. O meglio, ero ancora lì, a tenerlo incatenato ad un futuro troppo stretto per le sue ambizioni.

Il senso di colpa mi pizzicò la gola. Io deglutii a vuoto, e l'aria sapeva, nonostante tutto, di casa.

Era lì, sdraiato supino, con Castagna appollaiato sulla sua pancia e la mano sinistra intrecciata alla mia.

Stava accarezzando il micio con la mano grande, e l'animale rispondeva con sonore fusa.

Non gli aveva dato nemmeno una caramella, quello stronzo, eppure si era già guadagnato il suo affetto.

Bakugo era così.
Entrava silenzioso nel cuore di tutti.
Anche senza volerlo.
Ed anche senza saperlo.

Era un'anima buona, ed io per un attimo mi sentii male nel pensare al mondo all'interno del quale aveva deciso di catapultarsi dentro.

Lui un angelo bianco, in un universo di ombre.

Sorrisi sereno. Aveva la grinta giusta per farcela.

Rimasi a fissarlo per minuti interi, sentendo lo stomaco brontolare per la fame, ma rapito completamente dallo sguardo serio di Bakugo, più virile che mai, intento a coccolare Castagna.

Un vociare scomposto si udì dall'esterno della camera, e fece balzare in aria il povero micio.

"SVEGLIAAAA, SVEGLIAAAAAA! SONO PRONTI I.. com'è che si chiamano, Sero? Ah, giusto, SONO PRONTI I CANNOLI! IN PIEDI!"

Vidi l'espressione di Katsuki accigliarsi.
"TAPPATI QUELLA FOGNA, DANNATA PESCIVEN-"

Io però lo interruppi subito, con gli occhi sgranati e colmo di meraviglia fissi sui suoi. Avevo già la bava alla bocca.

"Baku, sono pronti i cannoli." ripetei come un automa, estasiato, con in testa soltanto il sapore di qualche prelibato dolce italiano.

Il biondo mi rivolse un'occhiataccia.

"Eri sveglio, ah, Capelli di Merda?"

Arrossii completamente, scattando in piedi e strappando via come un cerotto la mia mano dalla sua.

In qualche modo avremmo dovuto staccarci, ed io scelsi il modo più veloce e semplice.
Altrimenti sarebbe stato impossibile.

Come farò a lasciarti andare?

Eravamo sempre più vicini al punto di non ritorno, ed io sapevo che saremmo riusciti a distruggere tutto.

A distruggere il legame più caro che avevo.

Quando misi in bocca il primo cannolo, il resto del mondo scomparve.
La tavola era imbandita dei più disparati dolci, ed io li assaggiai TUTTI, uno dopo l'altro.

Uraraka sembrò più in estasi di me, e decise di accompagnarmi in quell'afrodisiaco viaggio culinario che, per inciso, durò ben cinque giorni e compromise il mio fegato e la mia forma fisica.

"Corbezzoli, assaggia questo, Kirishima-kun, assaggia questo!" ripeteva entusiasta, ed io le davo corda, senza nemmeno ascoltare le correzioni ferree di Bakugo.

"Si dice porca troia, Faccia Tonda, si dice p o r c a  t r o i a!"

La colazione fu decisamente piacevole. Eravamo finalmente tutti insieme, spensierati, senza macigni sulle spalle e senza tensioni.
Era la nostra settimana, e l'avremmo sfruttata al massimo per divertirci.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaOn viuen les histories. Descobreix ara