11. La fottuta pignatta

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Che cosa cazzo stavo facendo?
Hai perso il controllo.

Le mie labbra premevano voraci contro quelle di Capelli di Merda. Approfittai del momento per morderle con forza, godendomi ogni istante di quel contatto mai provato prima.
Come diamine ero arrivato a quel punto?
L'odore di nitroglicerina era oramai insopportabile, forte come non mai.

Le ruvide mani di Kirishima avevano afferrato la mia maglietta, mentre le mie erano serrate sulla sua chioma rossa. I nostri corpi roventi erano incollati. Percepii continue lievi scosse elettriche lungo la spina dorsale.

Il suo sapore era inebriante. Qualcosa batteva come un fottuto martello pneumatico all'altezza del mio petto e per una volta, la prima in assoluto, sentii come la sensazione di aver appena trovato il mio posto nel cazzo di mondo.

Cosa cazzo ti sta saltando in mente, Katsuki?!

Scollai violentemente via dalla testa quei pensieri, e tentai di recuperare il senno.
Fui io a staccare le labbra dalle sue.
Lo fissai per un momento ad una pericolosa distanza ravvicinata.

Aveva le guance imporporate. Gli occhi grandi puntati sui miei, colmi di un sentimento che non riuscii a decifrare.

Non era ancora abbastanza.
Trattenni con sforzo immane l'impulso selvaggio di fiondarmi nuovamente sulle labbra umide di quel petardo, costringendomi a recuperare il controllo del mio corpo.

Ancora.

I suoi occhi erano spalancati, fissi sui miei.

Lo voglio ancora.

Cercai con tutte le mie forze di non cedere al mio istinto. Cosa mi stava prendendo? Perché avevo bisogno del calore della pelle di quel deficiente? Perché non riuscivo a concentrarmi sul mio unico obiettivo, diventare l'eroe numero uno, senza inciampare costantemente nel filo rosso cremisi della sua esistenza?!

Sferrai un violento pugno a sinistra della sua testa, colpendo il parquet scuro.

Le pozze rosse di Kirishima si dilatarono ancora di più. Il suo respiro era ancora affannato. Andava in sincrono con il mio.

"Katsuki.." sussurrò. La sua voce così flebile da essere addirittura difficile da percepire.

Lo voglio dannatamente.

"Stai zitto! È già abbastanza difficile senza che tu apra quella cazzo di fogna!" risposi al limite della lucidità. Le mie nocche ancora ben salde sul pavimento.

Era arrivato il momento di mettere in pratica tutte le prove che avevo fatto la notte precedente. Quello che era successo pochi secondi prima non avrebbe in alcun modo dovuto precludere ciò che avrei dovuto dirgli.
Era arrivato il momento di dimostrare a quella strega folle di Hatsume che la filofobia poteva ficcarsela in culo.
Era arrivato il momento di pronunciare quelle parole.

"Mi-"
Rimasi bloccato. Per un momento sentii l'aria mancarmi nei polmoni.

Il rosso aggrottò un sopracciglio.
"Ti?"

"Ho detto taci!" sbraitai ancora più forte, rimanendo a cavalcioni sul suo corpo bollente, in preda all'istinto di divorargli ancora un'ultima volta quelle cazzo di labbra di merda che bramavo come nettare afrodisiaco.

"Mi dispiace se mi hai fatto incazzare l'altra sera."
Le parole uscirono una di seguito all'altra, fuori dal mio controllo. Ovviamente sbagliai, e non riuscii a pronunciarle come avrei voluto.
Strinsi i pugni, colmo di rabbia, aspettando la sua reazione.

Ci furono alcuni attimi di silenzio.
Poi, tutto ad un tratto, ricominciai a sentirla.
La copiosa risata di Kirishima riecheggiò nella stanza.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaWhere stories live. Discover now