22. Fix You

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Quando entrai in anticipo di dieci minuti nell'ufficio di Fat Gum non riuscii a credere all'ora segnata dall'orologio. Pensare che ero addirittura partito in ritardo dal dormitorio.

Tamaki-Senpai era seduto al suo solito posto, e mi squadrò incredulo.

"Che cazzo ci faccio qui a quest'ora?" domandai in preda allo choc.

"Ti hanno buttato fuori dalla scuola?" rispose il corvino ancora più allarmato.

La verità è che, semplicemente, ero diventato più veloce. Il mio corpo stava cambiando, ed io lentamente miglioravo sempre più. Gli allenamenti alla UA, le notti intere a combattere con Katsuki, il tirocinio infernale, mi stavano rendendo sempre più forte, sempre più resistente.

Per un momento, un solo fottuto momento, credetti di essere sulla buona strada per diventare l'eroe più virile del mondo.

Mi spiaccicai in faccia un sorriso sornione, rimandando l'autocelebrazione al secolo successivo e sedendomi di fianco al Senpai. Questioni più succose stuzzicavano la mia curiosità da oramai troppo tempo, e necessitavano di una risposta.

Non vedevo Tamaki dalla notte del ballo. Era trascorso l'intero weekend, e non eravamo riusciti a trovare il tempo nemmeno per scambiarci un saluto.

"Devi raccontarmi.." ghignai malizioso, poggiando il mento sul palmo della mano e squadrando quell'incredibile timidone quasi prendere fuoco.

"D-di che parli?" balbettò in risposta, evitando il mio sguardo e portando gli occhi verso la finestra.

Balzai in piedi, puntandogli il dito della mano destra contro ed estraendo dal solito borsone due ciambelle alla crema  con la sinistra.

"Tamaki-Senpai, mi merito di sapere ogni dettaglio." sbuffai, sventolandogli sotto al naso la leccornia ricoperta di glassa.

"Ho già fatto colazione, grazie." farfugliò lui, agguantando comunque il dolce.

"Anfe io.." risposi, già al terzo morso.

"Kirishima.."

"Mh?"

Lo sentii inghiottite a vuoto. Ebbi subito l'impressione che avrebbe detto qualcosa di importante, ed estremamente difficile per lui.

"Grazie di tutto".

Per un momento rimasi perplesso.
"Perché mi stai ringraziando?" chiesi pulendomi le labbra con un fazzoletto tirato fuori dal taschino del borsone.

"Quella sera, senza il tuo aiuto.. senza di te.. insomma.. grazie alla tua spinta, io.."

Lo bloccai subito. Sapevo dove sarebbe andato a parare.

"Non ti azzardare, Tamaki." farfugliai secco. Poi continuai: "Non ho fatto proprio niente. È tutto merito tuo e del tuo coraggio".

Lo vidi arrossire ancora di più.

"Scusa se-"

"Nemmeno per scherzo. Non mi hai lasciato solo, mi sono divertito." lo anticipai ancora, allargando il mio sorriso e osservandolo fiero dare il primo morso alla ciambella che avevo portato. Mi divertivo a scombinare la dieta che Fat Gum aveva preparato appositamente per lui, e che avrebbe dovuto seguire da bravo alunno quale era.

Il nero sorrise. Sorrise per davvero. Mai fui più felice di vederlo seduto su quella scrivania, con il cuore in mano e le gote rosse, stracolme di gioia.

In un impeto di coraggio e dannata virilità strinse i pugni, piantandomi finalmente gli occhi addosso.

"Quando hai messo piede qui dentro per la prima volte credevo fossi un coglione." sussurrò. La sua fermezza improvvisa mi fece sorridere.
Le sue parole non mi toccarono. Sapevo che avrebbe continuato con il discorso.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin