12. Perché?

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La lite tra quei due mi impiantò un tarlo in testa che non smise di fare rumore nemmeno per un secondo.
Kaminari e Jirou che si urlavano addosso, con gli occhi carichi di incredulità e rabbia: una scena alla quale mai pensai di arrivare ad assistere.

"Bro, quello che abbiamo visto non ha senso." sbuffai chiudendo il libro di matematica di fronte allo sguardo adirato di Katsuki.

"Porca troia, ci risiamo."

"No, Bakugo, ascoltami, c'è davvero qualcosa che non va."

Quello mi squadrò per bene. La sua testa dura gli impedì di ammettere che anche lui ebbe davvero un cattivo presentimento.

"Lo capisco, Kirishima, ma non possiamo farci un cazzo. E comunque non me ne frega niente delle questioni di quei due bambocci." rispose seccato.

Mi rigirai una ciocca di capelli tra le mani, puntando le iridi su quelle rosso fuoco del biondo. Notai che anche lui mi stava guardando.

"Dobbiamo aiutarli."
Oramai avevo deciso.

"Io non devo fare proprio niente, Capelli di Merda."
il suo tono di voce stava già iniziando ad alzarsi.

Scattai in piedi, rinunciando ufficialmente a prendere un buon voto nel test di matematica che si sarebbe tenuto il giorno dopo.

"Non possiamo stare fermi a guardare, ti sembra un'azione virile?!" esclamai sperando in un suo repentino cambio d'opinione.

Katsuki alzò gli occhi al cielo. Mi imitò, alzandosi dal parquet e avvicinandosi a me.
Ero pronto a subire la sua furia.
Strinsi gli occhi preparandomi all'urto.

Eppure non accadde nulla di tutto quello che immaginai.
Arrivò violenta soltanto la sua ondata di pura, quasi imbarazzante, gentilezza.

Bakugo poggiò la mano tra i miei capelli, fissandomi ancora una volta diritto negli occhi.

Mi sentii completamente nudo di fronte a quello sguardo ma, soprattutto, di fronte a quella calma premura che mai avevo visto in Bakugo prima.

"Ascoltami bene, Testa di Merda."

Allarme rosso.

Un nodo in gola mi impedì di ribattere. I miei pensieri fuggirono come furetti impazziti al bacio della sera prima. A quelle labbra sulle mie, al momento in cui mi sono ritrovato tra le mani un altro gigantesco scheletro da scaraventare nell'armadio.

Deglutii. Non avrei retto quell'eccitante spettacolo una seconda volta. Avevo deciso di ignorare l'episodio in favore del nostro legame, in favore di tutto ciò che Katsuki rappresentava per me. Non potevo permettermi di ripetere l'errore.

La sua mano sui miei capelli si strinse lievemente. Intuii che stavamo pensando esattamente alla stessa identica cosa.

"Se stasera non studi matematica ti faccio saltare in aria, hai capito, razza di idiota di merda?!"

Codice verde. Via libera.

La questione Kaminari-Jirou tornò a farsi largo nella mia mente.
"Bro, non possiamo infischiarcene, sono nostri amici!"

Katsuki mi spinse verso il basso, costringendomi a risedermi, per poi fare lo stesso.

"Prendi una cazzo di sufficienza domani e ti aiuterò a fare da babysitter a quei due coglioni."

La sua era una proposta. Eppure suonò come un'affermazione. O forse una minaccia.

Mi rassegnai di fronte al compromesso. L'episodio di poco tempo prima necessitava più cervelli insieme per essere sistemato, e l'aiuto di Blasty avrebbe potuto senz'altro fare comodo.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaWhere stories live. Discover now