26. Tutto il tempo del mondo

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Ronzio, chiacchiericcio, battito del cuore, sonno, fame, buio.

Ronzio, chiacchiericcio, silenzio, tachicardia, aria, dolore, buio.

Ronzio, chiacchiericcio, confusione, nero, luce, freddo, buio.

Dove sono.

Cosa sto facendo.

Non riesco a svegliarmi.

Ogni parte del mio corpo era indolenzita e dolente.

Avevo sonno, Dio, quanto ne avevo.

Eppure volevo riuscire ad aprire gli occhi, a capire dove mi trovassi.

I ricordi vividi mi tornarono alla mente.
Lo fecero però in ordine sparso, confuso, caotico.
L'operazione di cattura di Overhaul, lo scontro con Rappa, il momento prima del buio.

Cosa diavolo era successo?

Forse sono morto?

È questo, quello che si prova, una volta finito tutto?

Beh, se non altro non ero all'inferno.

Non ancora, almeno.

L'odore nauseabondo dell'ospedale mi riempì le narici, ed io cominciai ad ipotizzare di trovarmi a tutti gli effetti in quella dannata struttura.

Quanto odiavo gli ospedali.
Dalla morte di mia nonna in poi rifiutai categoricamente di metterci piede.
Persino quando, all'età di 8 anni, caddi dalle scale, tagliandomi un braccio, evitai di andare, optando per una cucitura grezza e home-made, che mi lasciò una pessima cicatrice sulla pelle.

Inspirai a fondo, ma fallii miseramente.

Persino respirare faceva male.

Cercai così di muovere lentamente gli arti, riscontrando una risposta soltanto dalle dita delle mani. Il resto era completamente immobilizzato.

Gesso, forse?

Ero paralizzato?

Per un attimo fui assalito dal panico.

Iniziai a percepire un sapore amaro in bocca, amaro come il veleno.

Dovevo svegliarmi.

Apri gli occhi, Eijiro.

Lo sforzo fu immane.
La luce illuminò con prepotenza i miei occhi, che videro tutto, dannatamente sfocato.

Dovetti provare più volte prima di riuscire a mettere a fuoco almeno una delle tante figure.

Ebbi un tuffo al cuore quando ci riuscii.

Katsuki, Bakugo Katsuki, ad un palmo dal mio viso, con gli occhi arrossati e sgranati fissi sui miei.

"B-Baku?" balbettai flebilmente, riscontrando dolore estremo anche nel parlare.

Il biondo sembrò deglutire con forza. Indugiò prima di proferire parola.

"C-capelli di merda?"

Rimasi interdetto. Il resto del mondo sembrò non esistere più.
Lui era lì, davanti a me, a prestarmi tutte le sue attenzioni, con gli occhi lucidi ed il viso contorto in un'espressione rigida, quasi stesse cercando di trattenere le sue emozioni.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaWhere stories live. Discover now