23. Agli ordini, capitano!

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"Una notte intera?"

La cazzo di mummia sembrò sconcertata al sentire la mia richiesta. Mi domandai cosa diamine stesse realmente pensando, non che me ne fosse fregato realmente qualcosa, in realtà.

"Apprezzo il fatto che tu abbia scelto di chiedere il permesso anziché fare di testa tua come al solito e poi farti cogliere in flagrante ogni salta volta".

Mi sta dicendo che sa tutto?

Rimasi impassibile, seduto di fronte ad Aizawa su quella scomodissima sedia, interessato soltanto al foglio di permesso e non alle sue cazzo di parole.

Finalmente si decise ad apporre la sua cazzo di firma sul maledetto foglio. Me lo porse titubante, ma io scattai in piedi, strappandoglielo dalle mani.

"Grazie, arrivederci." bofonchiai frettoloso, ansioso di uscire da quell'insopportabile studio il più presto possibile.

"Non così in fretta, Bakugo".

Mi bloccai sull'uscio, voltando appena lo sguardo verso il sensei.

"Si tratta di un'eccezione, hai capito bene? Una sola, rara, eccezione. Non la concederò più a nessuno".

Sai che cazzo me ne frega.

Sbuffai spazientito ed annuii. Ma quello continuò.

"Voglio credere che tu e il signor Kirishima abbiate realmente una questione da sbrigare. Mi fido di voi, e soprattutto dei tuoi genitori, non fatemene pentire".

Annuii ancora come una merda di automa, dimenticandomi di avere messo in mezzo anche la mia cazzo di madre per ottenere il permesso, e fingendo di ascoltare quel patetico discorso. In realtà stavo soltanto pensando a quelle due cazzo di banconote che Eijiro si guadagnò da solo all'età di quattro anni. Strinsi i pugni con forza dalla rabbia.

Mossi un altro passo verso il corridoio.

"Nessun colpo di testa, Bakugo. State lontani dai guai, dai Villain, e da qualsiasi altra idea malsana vi possa balzare in mente. Se domattina arriverete in ritardo, vi assegnerò dei turni di pulizia in più. Tolto il fatto che tu dovresti pensare all'esame per la licenza provvisoria, ed il signor Kirishima al suo tirocinio".

Alzai gli occhi al cielo seccato.
Per quanto ancora sarebbe durata quella pippa infinita?

"L'uscita non leverà tempo né allo studio, né al tirocinio, per questo ho chiesto il permesso in corrispondenza della sera, punto primo. Punto secondo: quando ha parlato di puntualità, ha realizzato bene che l'altro cazzo di alunno è Eijiro Kirishima?"

Per un fottuto momento mi sembrò di vedere la bocca di Aizawa contorcersi nel tentativo di trattenere una risata.

Inquietante.

Si riprese subito, tornando serio.
"Modera il linguaggio".

Annuii, sempre poco interessato al discorso. Oramai ero praticamente fuori da quella stanza.

"Bakugo, non chiedermi mai più una cosa simile. È chiaro?"

"Seh".

Chiusi la porta con forse un po' troppa foga, interrompendo lì quella filippica. Mi ficcai il permesso e le mani in tasca e me ne andai.

Una volta arrivato in camera evitai di fiondarmi sui libri come facevo di solito. Al contrario, poggiai il culo sul letto, cercando di soffocare i maledetti pensieri che mi assillavano dalla notte prima.

Maledetto Kirishima.

Mai immaginai che quel dannato raggio di sole nascondesse una storia di tale portata.

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaKde žijí příběhy. Začni objevovat