CAPITOLO 37

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STEVEN 

"Alan hai contattato Barrett per la vendita della proprietà?" chiedo adirato al mio amico. 

Lui alza lo sguardo dal portatile e mi osserva accigliato. 

"L'ho chiamato ieri, non mi sembra il caso di insistere, se capisce che hai fretta di vendere, giocherà al ribasso". 

"Non mi interessa, la puoi regalare se vuoi, basta che te ne liberi" insisto sempre più nero. 

"Steve è un mese che vai avanti così, basta…sono stufo di lavorare a queste condizioni" chiude il portatile di botto, rischiando di romperlo. 

"Allora dimettiti…fai quello che diavolo vuoi, ma risparmia le apparecchiature con le quali lavoriamo, altrimenti sono costretto a detrarle dal tuo stipendio" grido alzandomi dalla poltrona per fronteggiarlo. 

Alan spalanca gli occhi, allibito. 

"Stai scherzando? Perché se così non fosse, me ne vado subito. Non mi piace ciò che sei diventato…Steve ti do un consiglio da amico, rimettiti in sesto, fai un viaggio, iscriviti ad una palestra di pugilato, fai di tutto…ma torna ad essere l'amico di una volta" mi implora con gli occhi lucidi e capisco che questa volta ho proprio superato il limite. 

Siedo esausto, improvvisamente spaventato all'idea di perdere mio fratello.

"Hai ragione Alan, ti chiedo scusa, ma sono stressato. Mamma vuole che io e Olivia diamo l'annuncio ai giornali attraverso una mega festa di fidanzamento e sinceramente…non ne ho voglia". 

"Non hai voglia di dare l'annuncio, di fare la mega festa oppure di…fidanzarti con Olivia?" chiede cauto, timoroso di rompere il precario equilibrio che abbiamo di nuovo raggiunto. 

"Hai preso due punti su tre. Riguardo al fidanzamento con Olivia... lei o un'altra non fa differenza,  sarà una condizione di facciata perché sai bene come la penso sulle donne. Olivia ha già letto il contratto prematrimoniale e mi ha confermato che lo firmerà, ha storto il naso soltanto sulla postilla che ho fatto aggiungere: può avere più amanti, non mi interessa, ma la discrezionalità è indispensabile altrimenti accetterà il divorzio senza buonuscita... E vissero tutti felici e contenti" concludo amareggiato. 

Sono trentacinque giorni due ore e svariati minuti che tento di sopprimere il pensiero di Lei. 

Non la nomino da allora, non sopporto di sentire il suo nome e quando non posso fare a meno di pensarla, la chiamo Lei. 

Il dolore non si è attenuato minimamente anzi, é peggiorato in modo significativo. 

Ho perso svariati chili e il mio incarnato assomiglia a quello di un malato in isolamento…ma va bene così, me lo sono meritato per aver creduto che Lei fosse diversa. 

Dopo un'estenuante pressing da parte di Angela, ho accettato di riavvicinarmi ad Olivia perlomeno con lei non avrò alcun tipo di sorpresa. 

"Mi ha chiamato Robert" ecco un'altro nome che non voglio sentir nominare e guardo Alan di bieco, serrando i denti. 

"Non guardarmi così! Lo devi ricevere una buona volta. È l'ingegnere che ha firmato tutti i progetti e se vendiamo, ne deve essere messo al corrente... ad ogni modo…mi ha riferito che domani prenderà un volo per l'Italia, ha un appuntamento con le autorità locali per il rilascio di ulteriori permessi". 

Rimango in silenzio, mi si contorcono le budella e sento un fiotto di bile salirmi alla gola. 

Robert+Italia=Lei

Lo uccido, giuro che prima uccido lui e poi Lei! 

"Non se ne parla…non andrà in Italia" esclamo deciso. 

Quel maledetto giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora