CAPITOLO 13

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STEVEN

Entro nella stanza affollata con Jenny al braccio, orgoglioso di esibirla.

Poco fa, quando si è tolta la mantella dalle spalle, ho potuto ammirare la mise scelta per la serata e, credetemi, non lascia nulla all'immaginazione e mi scopro oltremodo infastidito dagli sguardi che le rivolgono gli uomini presenti. 

Come suo solito mia madre esagera con il numero degli invitati e anche se conosco tutti, sono stranito dal vociare che arriva dagli svariati  capannelli che si sono formati. 

Ecco…la regina mi ha visto!
Con un sorriso luminoso mi viene incontro salutando via via le personalità presenti. 

La nostra famiglia è molto in vista nella New York bene e fin da piccolo ho masticato pane e politica, infatti tra i vari ospiti riconosco anche due senatori con i loro galoppini. 

"Steven…mio caro, ben arrivato" mi stampa un bacio sulla guancia contenta di vedermi. 

Il suo affetto è sincero, mi adora come io adoro lei. 

Conosco poco della sua vita prima del matrimonio con mio padre, ma da quel poco che sono riuscito ad estorcerle, ho intuito che deve aver sofferto molto, è per questo che mi sono stupito della richiesta di acquistare una proprietà sul suolo natío. 

Quando mio padre l'ha lasciata, in favore di una donna più giovane, Angela ha accusato il colpo con l'eleganza che la contraddistingue, continuando a tessere un reticolo di amicizie e agganci che potessero favorire la nostra attività e consentire a lei di rimanere sulla cresta dell'onda. 

Con papà sono rimasto in buoni rapporti, nonostante tutto. 

Ci sentiamo spesso, soprattutto per questioni d'affari, mi ha lasciato la direzione della compagnia, ma i suoi consigli sono sempre preziosi, in più sono il suo tramite nei rapporti con Angela, pubblicamente lei avrà pure accusato il colpo della separazione, ma nel privato odia il suo ex marito con tutto il cuore e  non perde occasione per ribadirlo. 

Ora mi trovo di fronte a lei ammaliato dal carisma che emana e orgoglioso di consegnarle su un piatto d'argento il sogno che persegue da un anno e l'artefice di tutto questo, ma lei mi anticipa.

"Signorina Pellizzoli" esclama in un italiano perfetto porgendo però la mano a Maria. 

"Sono lieta che abbia accettato il mio invito, la sua bellezza ed eleganza sono il marchio di fabbrica della nostra splendida penisola e sarà un piacere ed un vanto presentarla ai miei amici". 

Tossisco per richiamare la sua attenzione e imbarazzato per la svista. 

"Mamma, voglio presentarti Jennifer Pellizzoli" dico indicando la mia compagna, che nel frattempo è diventata livida in volto. 

Maria porge la mano comunque. 

"Piacere signora Parker, io sono Maria Apicella, un'amica di Jennifer". 

Se non conoscessi così bene mia madre, direi che è dispiaciuta per l'errore, ma siccome la conosco, noto la sua aria compiaciuta celata dietro un sorriso compunto e non ne comprendo la ragione. 

Porge la mano a Jenny, ma la stringe leggermente, quasi ne fosse schifata. 

Noto lo sguardo ferito di Jennifer che comunque fa buon viso a cattivo gioco e sorride ad Angela come se nulla fosse accaduto. 

"Mi perdoni signorina, non riesco a capire cosa mi abbia tratta in inganno" esclama Angela causticamente. 

"Non ho nulla da perdonarle signora Parker è molto facile incappare in un'errore vista la bellezza di Maria" risponde Jenny tranquillamente, ma lo sguardo non mente: è furente. 

Quel maledetto giornoOnde histórias criam vida. Descubra agora