CAPITOLO 5

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STEVEN

"Cosa hai fatto?". 

Stiamo volando alla volta di New York, quando informo Alan della convocazione inviata a Jennifer. 

"E perché lo avresti fatto se mi è lecito chiedere?". 

Alan è un fratello, prima che essere amico e assistente, ma non ho ritenuto opportuno informarlo della cosa. 

Perché? 

Non lo so. 

So soltanto che fin dal momento in cui mi è balenata l'idea in testa, non ho voluto condividerla con nessuno. 

"Sei a conoscenza del mio odio per l'Italia e non ho voluto prolungare la permanenza. Allo stesso tempo so che mia madre mi darà il martirio fino a che non l'acconteneró, quindi…ho optato per una soluzione congeniale per tutte le parti in causa. Credi che a Miss Pellizzoli non faccia piacere farsi una vacanza a mie spese? ". 

Alan mi guarda con sospetto, per nulla convinto dalle mie motivazioni. 

"Se lo dici tu… e dove pensi di farla alloggiare? ". 

" Ho incaricato Sarah di organizzare la trasferta, mi fido di lei e so che sceglierà per  il meglio". 

"Credi che la Pellizzoli accetterà di spostarsi dall'altra parte del globo per una vendita così modesta?".

Penso a quel peperino dai capelli ricci e dagli occhi più espressivi che io abbia mai visto e immagino la sua reazione alla proposta di Sarah. 

Mi scappa da ridere. 

"Credo che dopo una serie di invettive rivolte alla mia persona, accetterà. Ho preso informazioni sulla sua attività, non naviga nell'oro quindi…perché no?". 

"Sei un bastardo amico" ride anche Alan perché sa che non lascio mai nulla al caso. 

Atterriamo a New York alle otto di sera e la prima cosa che faccio, non appena riaccendo lo smartphone, è chiamare Sarah Miller. 

"Ciao Steven" tra di noi c'è molta confidenza, oltre che essere la mia segretaria personale è un'amica speciale, una delle poche splendide donne con le quali non ci abbia mai provato. 

Lei, all'epoca dell'assunzione, era sposata con un uomo molto violento ed erano frequenti le volte in cui arrivava in ufficio in lacrime per le violenze verbali e fisiche perpetrate dal marito. 

La aiutai ad assumere un legale che la coadiuvasse nella causa di separazione e le procurasse un provvedimento restrittivo di modo che il marito non potesse più avvicinarla.

Oramai sono passati dieci anni dai fatti, ma la complicità e l'amicizia che ci lega è immutata. 

"Ciao Sarah…com'è andata con Jennifer?" le dico senza mezzi termini. 

"Siamo già passati  a questo tipo di confidenza?" ride conoscendo la mia attitudine. 

"È andata bene, praticamente non le ho dato la possibilità di rifiutare dipingendoti per quel bastardo che sei". 

"Uhmm…insomma ho una nuova fan" rido divertito. 
"Quando hai prenotato il volo?". 

"Le ho concesso due giorni per i preparativi…a proposito, porta un'amica con lei, spero non sia un problema per te". 

"No, non mi interessa purché concludiamo. Se non  presento a mamma un'attestato di proprietà al più presto, mi ripudierà come figlio" rido ma dentro di me sento una frenesia e un senso di anticipazione come non mi succede da anni. 

Quel maledetto giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora