CAPITOLO 7

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STEVEN

La porta viene aperta e Sarah  introduce le due ragazze nell'ufficio. 

I miei occhi subito incontrano quelli di Jennifer e tutto scompare intorno a me. 

Anche l'ultima volta erano così belli? 

Lei distoglie immediatamente lo sguardo e Sarah tossicchia per attirare la mia attenzione. 

"Steven, devo avvertire Alan che le nostre ospiti sono arrivate?" mi osserva curiosamente per sondare il mio stato d'animo. 

"Si ti prego, chiamalo" mi alzo per andare loro incontro e salutare adeguatamente. 

"Benvenute negli USA e nella mia compagnia, accomodatevi" indico due poltrone poste di fronte alla scrivania. 

Jennifer mi guarda con sospetto impreparata a tanta gentilezza. 

Piego leggermente il capo per osservarla meglio e noto che quest'oggi sembra più alta. 

Abbasso gli occhi e scopro l'arcano: indossa scarpe con tacchi vertiginosi. 

"Le piacciono le mie scarpe Mr. Parker?". 

Mi sorprende a fissarle i piedi. 

"No Miss Pellizzoli, mi chiedevo se in questo giorni che non ci siamo visti, fosse cresciuta di qualche centimetro" rispondo piccato pentendomene subito dopo. 

Dannazione! Non potevo tenere la bocca chiusa? 

Lei avvampa indignata, ma una gomitata della sua amica la fa sobbalzare e la vedo stringere i denti, non capisco se sia per il dolore o per la frustrazione. 

"Vorrei presentarle la mia cara amica Maria Apicella" stringo la mano della ragazza che, diversamente da Jennifer, guardo direttamente negli occhi. 

È bellissima, tipicamente mediterranea, ma la sua vista non mi suscita altro che simpatia, lei invece al contrario, mi fissa a bocca aperta. 

"Piacere di conoscerla Mr. Parker" dice in in inglese scolastico, quasi avesse memorizzato la frase di circostanza. 

"Vogliamo accomodarci? Alan ci raggiungerà al più presto. 

Scosto le poltrone galantemente aiutandole a sedere e quando è il turno di Jennifer mi giunge al naso l'aroma del suo profumo. È buonissimo, mi stordisce, chissà che fragranza usa? Devo scoprirlo assolutamente. 

Mi riscuoto all'istante non volendo farmi sorprendere ancora a fissarla. 

Prendo posto dietro la scrivania e nella stanza cade un silenzio imbarazzante. 

Dovrei passare subito alla questione da trattare, ma la curiosità di conoscere meglio questa ragazza, mi spinge ad intraprendere una conversazione più leggera. 

"Miss Pellizzoli, visto che in questi giorni ci vedremo spesso, forse è il caso che eliminiamo tanti formalismi. Posso chiamarti Jennifer?". 

"Jenny per gli amici" interviene sfacciatamente l'amica. 

"E se vuole…io sono Maria, piacere" si alza tendendomi la mano che stringo prontamente. 

Mi guarda negli occhi con fare civettuolo e devo ammettere che è stupenda con quegli occhi neri e grandi, dal taglio obliquo. 

Jennifer tossicchia per attirare la nostra attenzione. 

Dal suo sguardo deduco che è contrariata, ma oramai ho capito da tempo che per comprendere le tante sfaccettature caratteriali delle donne, bisognerebbe leggere un saggio di psicologia femminile, quindi soprassiedo facendo finta di non averlo notato. 

Quel maledetto giornoWhere stories live. Discover now